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Nietzsche. L'apolide dell'esistenza PDF

413 Pages·2014·5.416 MB·Italian
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INDICE 7 Introduzione 15 La tomba (Cominciando dalla fine) 19 Un uomo senza 25 Un bambino vecchio o un vecchio bambino? 41 Enfant prodige 67 Nietzsche, Wagner & Cosima 107 Friedrich Nietzsche a Bayreuth 133 E con le donne, niente 151 Naufragio di un giovane di belle speranze 183 Randagio 201 Nietzsche, Lou & Rée 237 Solo, ma non del tutto 273 Sils e Nizza 301 Nell’occhio del ciclone 335 In manicomio 365 «Giro, giro tondo, casca il mondo...» 415 Bibliografia 421 Indice dei nomi 0030.indice.indd 5 30-11-2009 12:02:39 INTRODUZIONE Perché una biografia di Friedrich Nietzsche? Per la semplice ragione che, per quanto possa sembrare bizzar- ro e paradossale, non esistono, a meno di non voler risalire a opere di più di mezzo secolo fa che scontano numerosi limiti documentari e ideologici, vere biografie, aggiornate e accessibili, di questo pensatore che insieme a Karl Marx, e in pressoché totale antitesi con lui, è una delle colonne d’Ercole dell’Ottocento attraverso le quali è dovuta passare l’intera cultura europea del secolo suc- cessivo. A lui sono tributari, fra gli altri, fra i tantissimi, Heidegger, Jaspers, Gide, Camus, Sartre, Freud, Jung, Adler, Rilke, Strindberg, Junger, D’Annunzio, Bernard Shaw, Kafka, Thomas e Heinrich Mann, Hesse, Benn, Blanquis, Klages, Ortega y Gasset, Tönnies, Pareto, Simmel. Ha scritto Remo Cantoni: «Non è un’esagera- zione sostenere che tutta quanta la cultura del ventesimo secolo, nei suoi vari aspetti filosofico-letterari e sociolo- gico-psicologici, sta, in qualche misura, in relazione con le negazioni e le affermazioni del pensiero nietzschea- no»1. Perché allora di questo colosso del pensiero, ama- to, odiato, che ha sempre acceso intorno a sé furiose polemiche, e che è tuttora attualissimo e fecondo, non ci sono “vere” biografie? Il motivo è presto detto: la vita di Nietzsche è completamente priva di azione. Anche i pochi avvenimenti che la segnarono, la perdita della fede, l’incontro con la filosofia di Schopenhauer, la chia- 9 0040.testo.indd 9 30-11-2009 12:13:08 mata, giovanissimo, non ancora laureato, all’insegna- Nietzsche si diluisce e si perde insieme al suo senso. mento universitario, l’amicizia con Wagner, la rottura L’opera di Janz non è una biografia, ma un poderoso, ed col grande compositore e con il suo ambiente, l’abban- eccellente, materiale documentario, filologicamente dono del mondo accademico e la stessa follia, apparten- ineccepibile, a disposizione di un futuro biografo. Io, gono tutti all’ambito spirituale. Nella sua vita Nietzsche con una certa sfrontatezza e una bella dose d’incoscien- non ha fatto altro, o quasi, che pensare e scrivere. E se za, ho voluto essere quel biografo. Tanto più perché la è vero, come lui stesso sostiene, che ogni filosofia è in cosa non è priva, forse, di una urgenza. Da certi bron- realtà un’autobiografia2, ciò è tanto più valido proprio tolii di tuono, da certe catastrofi, avvenute o annunciate, per Nietzsche perché l’intera sua opera non è che una si avverte infatti uno dei periodici, e prepotenti, ritorni lunga, ininterrotta, anche se indiretta e, fino a Ecce di Nietzsche. Quella crisi dell’Occidente che Nietzsche homo – il libro che precede di pochi mesi il suo crollo per primo annunziò, oltre un secolo fa, sta venendo a psichico – inconfessata autoanalisi3. piena maturazione proprio oggi. Aggredito dall’esterno Si capisce allora perché i già radi biografi di Nietz- da un terrorismo che esso stesso ha evocato e che ne è sche, sia R.J. Hollingdale, col suo classico Nietzsche. una proiezione, corroso all’interno da inquietudini e fru- L’uomo e la sua filosofia4, sia il più modesto ma più strazioni profonde di cui il movimento No Global è solo recente Horst Althaus (Nietzsche. Una tragedia borghe- la manifestazione più vistosa, l’Occidente sembra sul- se)5, finiscano per confondere vita e opera e non resista- l’orlo di un’autodistruzione che Nietzsche preconizzò, no alla tentazione di fare una storia più che dell’uomo perdendo in questa ricerca che appariva visionaria la del suo pensiero, trasformandosi in esegeti della filosofia propria mente, e contro la quale cercò di mettere in nicciana, cosa di cui non si avverte davvero il bisogno guardia non tanto i suoi contemporanei, che non erano perché, da questo punto di vista, la bibliografia è ster- in grado di capirlo perché anticipava troppo i tempi, ma minata. i suoi posteri, cioè noi. Nietzsche non è alle nostre spal- Per la verità una biografia in senso stretto di Nietz- le, ci è accanto e, per molti aspetti, ancora davanti. Mi sche esiste ed è la monumentale opera di Curt Paul è sembrato quindi interessante, e forse anche utile, co- Janz, Vita di Nietzsche, in tre volumi, pubblicata da noscere oltre al pensiero, di cui si sa moltissimo ma Laterza nel 19806, che registra fin nei minimi dettagli le spesso confusamente e con la tendenza a utilizzarlo sue abitudini, i suoi spostamenti, le sue amicizie, le sue come un prêt-à-porter8, anche l’uomo, di cui si sa invece emozioni, la sua malattia, lasciando l’opera sullo sfondo. poco, cercando di coglierne soprattutto la psicologia e i Ma si tratta di una clamorosa occasione mancata. Janz, movimenti interiori e caratteriali che l’hanno portato a un musicologo che si è trovato a ereditare il lavoro di un pensare ciò che ha pensato e a vivere come ha vissuto. altro biografo, Richard Blunck7, morto nel frattempo, si Il lettore giudicherà se sono stato all’altezza della si- disperde a descrivere, per pagine e pagine, le mura della tuazione. Non vorrei però che si pensasse che affronto città di Basilea dove Nietzsche insegnò o l’ordinamento quest’avventura da sprovveduto. Nell’arco di vent’anni, federale svizzero oppure a rincorrere i parenti dell’ulti- dai venti ai quaranta, ho macinato l’intera opera di mo affittuario di Nietzsche, Davide Fino, sino al quarto Nietzsche che è stata determinante per la mia formazio- o quinto grado. Per cui non c’è ritmo, non c’è tensione, ne, ho letto i principali lavori di esegesi, dai basilari studi non c’è unità, c’è una gran confusione in cui la vita di di Heidegger, di Löwith, di Jaspers, alle straordinarie 10 11 0040.testo.indd 10 30-11-2009 12:13:09 mata, giovanissimo, non ancora laureato, all’insegna- Nietzsche si diluisce e si perde insieme al suo senso. mento universitario, l’amicizia con Wagner, la rottura L’opera di Janz non è una biografia, ma un poderoso, ed col grande compositore e con il suo ambiente, l’abban- eccellente, materiale documentario, filologicamente dono del mondo accademico e la stessa follia, apparten- ineccepibile, a disposizione di un futuro biografo. Io, gono tutti all’ambito spirituale. Nella sua vita Nietzsche con una certa sfrontatezza e una bella dose d’incoscien- non ha fatto altro, o quasi, che pensare e scrivere. E se za, ho voluto essere quel biografo. Tanto più perché la è vero, come lui stesso sostiene, che ogni filosofia è in cosa non è priva, forse, di una urgenza. Da certi bron- realtà un’autobiografia2, ciò è tanto più valido proprio tolii di tuono, da certe catastrofi, avvenute o annunciate, per Nietzsche perché l’intera sua opera non è che una si avverte infatti uno dei periodici, e prepotenti, ritorni lunga, ininterrotta, anche se indiretta e, fino a Ecce di Nietzsche. Quella crisi dell’Occidente che Nietzsche homo – il libro che precede di pochi mesi il suo crollo per primo annunziò, oltre un secolo fa, sta venendo a psichico – inconfessata autoanalisi3. piena maturazione proprio oggi. Aggredito dall’esterno Si capisce allora perché i già radi biografi di Nietz- da un terrorismo che esso stesso ha evocato e che ne è sche, sia R.J. Hollingdale, col suo classico Nietzsche. una proiezione, corroso all’interno da inquietudini e fru- L’uomo e la sua filosofia4, sia il più modesto ma più strazioni profonde di cui il movimento No Global è solo recente Horst Althaus (Nietzsche. Una tragedia borghe- la manifestazione più vistosa, l’Occidente sembra sul- se)5, finiscano per confondere vita e opera e non resista- l’orlo di un’autodistruzione che Nietzsche preconizzò, no alla tentazione di fare una storia più che dell’uomo perdendo in questa ricerca che appariva visionaria la del suo pensiero, trasformandosi in esegeti della filosofia propria mente, e contro la quale cercò di mettere in nicciana, cosa di cui non si avverte davvero il bisogno guardia non tanto i suoi contemporanei, che non erano perché, da questo punto di vista, la bibliografia è ster- in grado di capirlo perché anticipava troppo i tempi, ma minata. i suoi posteri, cioè noi. Nietzsche non è alle nostre spal- Per la verità una biografia in senso stretto di Nietz- le, ci è accanto e, per molti aspetti, ancora davanti. Mi sche esiste ed è la monumentale opera di Curt Paul è sembrato quindi interessante, e forse anche utile, co- Janz, Vita di Nietzsche, in tre volumi, pubblicata da noscere oltre al pensiero, di cui si sa moltissimo ma Laterza nel 19806, che registra fin nei minimi dettagli le spesso confusamente e con la tendenza a utilizzarlo sue abitudini, i suoi spostamenti, le sue amicizie, le sue come un prêt-à-porter8, anche l’uomo, di cui si sa invece emozioni, la sua malattia, lasciando l’opera sullo sfondo. poco, cercando di coglierne soprattutto la psicologia e i Ma si tratta di una clamorosa occasione mancata. Janz, movimenti interiori e caratteriali che l’hanno portato a un musicologo che si è trovato a ereditare il lavoro di un pensare ciò che ha pensato e a vivere come ha vissuto. altro biografo, Richard Blunck7, morto nel frattempo, si Il lettore giudicherà se sono stato all’altezza della si- disperde a descrivere, per pagine e pagine, le mura della tuazione. Non vorrei però che si pensasse che affronto città di Basilea dove Nietzsche insegnò o l’ordinamento quest’avventura da sprovveduto. Nell’arco di vent’anni, federale svizzero oppure a rincorrere i parenti dell’ulti- dai venti ai quaranta, ho macinato l’intera opera di mo affittuario di Nietzsche, Davide Fino, sino al quarto Nietzsche che è stata determinante per la mia formazio- o quinto grado. Per cui non c’è ritmo, non c’è tensione, ne, ho letto i principali lavori di esegesi, dai basilari studi non c’è unità, c’è una gran confusione in cui la vita di di Heidegger, di Löwith, di Jaspers, alle straordinarie 10 11 0040.testo.indd 11 30-11-2009 12:13:09 lezioni che Antonio Banfi tenne all’Università di Milano stesso. Non parlo mai alle masse: ho una paura spaven- negli anni Trenta, avendo la tempra di dare di Nietzsche, tosa che un giorno mi facciano santo»12. in pieno fascismo e col nazismo alle porte, una lettura Credo quindi di aver maturato, anche grazie a Nietz- non “di destra”, alle opere di Mann, di Bataille, di Ca- sche, la sufficiente distanza critica, un recul come dicono mus, di Kaufmann, di Klossowski, di Deleuze, di Lou i francesi, per osservare con la freddezza necessaria l’og- Andreas-Salomé, di Wolf, di Fink, fino ai più recenti getto del mio interesse, senza farne un “eroe” e un mito, interpreti di casa nostra, Remo Cantoni, Massimo Cac- com’è stato quasi sempre visto dai suoi ammiratori di ciari, Gianni Vattimo9. Ho ripercorso le tappe dell’esi- destra13, né un “mostro”, com’è stato quasi sempre vis- stenza di Nietzsche, sono stato a Röcken, dove nacque, suto a sinistra14, ma collocandolo nella sua reale dimen- a Naumburg, in quella Weingartenstraße 18 dove tra- sione d’uomo, col suo genio doloroso ma anche con le scorse parte dell’adolescenza e tornò da folle, a Pforta sue grandi debolezze, le viltà, la quasi incredibile goffag- dove frequentò il prestigioso e rigorosissimo liceo, a gine, le enormi e stridenti contraddizioni fra ciò che Lipsia e Bonn dove fece l’università, a Basilea dove in- dice e predica e ciò che è. segnò per dieci anni filologia classica, nelle stradine di Ma questo non vuol dire ancora nulla. Affrontare il Genova, di Rapallo, di Nizza dove visse randagio, nella racconto di una esistenza che è stata quasi esclusivamen- stanzetta di Sils-Maria, addossata alla roccia, dove, dal te interiore, e quindi, necessariamente, sul filo sottile e 1881, passava le estati, in val di Fex dove faceva inter- insidioso dell’interpretazione psicologica se non addirit- minabili passeggiate durante le quali elaborava il suo tura psicoanalitica, che è proprio quanto ci ha insegnato pensiero, nell’abitazione di via Carlo Alberto 6, a Tori- lo stesso Nietzsche quando afferma che «il prodotto del no, nella piazza sottostante e in via Po, che furono teatro filosofo è innanzitutto la sua vita»15, è cosa da far trema- della drammatica esplosione della sua follia, a Weimar re i polsi a chiunque. Quando una ventina d’anni fa dove morì demente e dove c’è l’Archivio Goethe-Schiller proposi una biografia del genere a Mario Spagnol, mi in cui sono conservati i suoi manoscritti e la sua biblio- guardò come se fossi matto e, mentre il labbro inferiore teca, e ho trascorso lunghe ore a parlare, nella sua bella gli si piegava in una smorfia che mi parve di disprezzo, casa di Fiesole, con Giorgio Colli che, insieme a Mazzino replicò: «Ma questa è l’opera di una vita!». Probabil- Montinari, è stato il curatore della fondamentale edizio- mente aveva ragione. Allora, forse, ero troppo giovane ne critica dell’opera omnia pubblicata da Adelphi. per un’impresa del genere. Oggi, purtroppo, non più. Non sono però un nicciano di stretta osservanza né un cultore della sua personalità. Del resto lo stesso .. Nietzsche ha ammonito: «Non è assolutamente necessa- Febbraio 2002 rio, e neppure desiderato, prendere partito per me: al contrario, una dose di curiosità, come dinanzi a un frut- to strano, con un’ironica opposizione, mi sembra un partito di gran lunga più intelligente nei miei riguar- 1 R. Cantoni, prefazione a Così parlò Zarathustra, Mursia 1965, di»10. E anche: «Si ripaga male un maestro se si rimane p. 7. sempre allievi»11. E ancora, con la consueta preveggen- 2 «Mi si è chiarito poco per volta che cosa è stato fino ad oggi za: «Penso di essere troppo malizioso per credere in me ogni grande filosofia: l’autoconfessione, cioè, del suo autore, nonché 12 13 0040.testo.indd 12 30-11-2009 12:13:09 lezioni che Antonio Banfi tenne all’Università di Milano stesso. Non parlo mai alle masse: ho una paura spaven- negli anni Trenta, avendo la tempra di dare di Nietzsche, tosa che un giorno mi facciano santo»12. in pieno fascismo e col nazismo alle porte, una lettura Credo quindi di aver maturato, anche grazie a Nietz- non “di destra”, alle opere di Mann, di Bataille, di Ca- sche, la sufficiente distanza critica, un recul come dicono mus, di Kaufmann, di Klossowski, di Deleuze, di Lou i francesi, per osservare con la freddezza necessaria l’og- Andreas-Salomé, di Wolf, di Fink, fino ai più recenti getto del mio interesse, senza farne un “eroe” e un mito, interpreti di casa nostra, Remo Cantoni, Massimo Cac- com’è stato quasi sempre visto dai suoi ammiratori di ciari, Gianni Vattimo9. Ho ripercorso le tappe dell’esi- destra13, né un “mostro”, com’è stato quasi sempre vis- stenza di Nietzsche, sono stato a Röcken, dove nacque, suto a sinistra14, ma collocandolo nella sua reale dimen- a Naumburg, in quella Weingartenstraße 18 dove tra- sione d’uomo, col suo genio doloroso ma anche con le scorse parte dell’adolescenza e tornò da folle, a Pforta sue grandi debolezze, le viltà, la quasi incredibile goffag- dove frequentò il prestigioso e rigorosissimo liceo, a gine, le enormi e stridenti contraddizioni fra ciò che Lipsia e Bonn dove fece l’università, a Basilea dove in- dice e predica e ciò che è. segnò per dieci anni filologia classica, nelle stradine di Ma questo non vuol dire ancora nulla. Affrontare il Genova, di Rapallo, di Nizza dove visse randagio, nella racconto di una esistenza che è stata quasi esclusivamen- stanzetta di Sils-Maria, addossata alla roccia, dove, dal te interiore, e quindi, necessariamente, sul filo sottile e 1881, passava le estati, in val di Fex dove faceva inter- insidioso dell’interpretazione psicologica se non addirit- minabili passeggiate durante le quali elaborava il suo tura psicoanalitica, che è proprio quanto ci ha insegnato pensiero, nell’abitazione di via Carlo Alberto 6, a Tori- lo stesso Nietzsche quando afferma che «il prodotto del no, nella piazza sottostante e in via Po, che furono teatro filosofo è innanzitutto la sua vita»15, è cosa da far trema- della drammatica esplosione della sua follia, a Weimar re i polsi a chiunque. Quando una ventina d’anni fa dove morì demente e dove c’è l’Archivio Goethe-Schiller proposi una biografia del genere a Mario Spagnol, mi in cui sono conservati i suoi manoscritti e la sua biblio- guardò come se fossi matto e, mentre il labbro inferiore teca, e ho trascorso lunghe ore a parlare, nella sua bella gli si piegava in una smorfia che mi parve di disprezzo, casa di Fiesole, con Giorgio Colli che, insieme a Mazzino replicò: «Ma questa è l’opera di una vita!». Probabil- Montinari, è stato il curatore della fondamentale edizio- mente aveva ragione. Allora, forse, ero troppo giovane ne critica dell’opera omnia pubblicata da Adelphi. per un’impresa del genere. Oggi, purtroppo, non più. Non sono però un nicciano di stretta osservanza né un cultore della sua personalità. Del resto lo stesso .. Nietzsche ha ammonito: «Non è assolutamente necessa- Febbraio 2002 rio, e neppure desiderato, prendere partito per me: al contrario, una dose di curiosità, come dinanzi a un frut- to strano, con un’ironica opposizione, mi sembra un partito di gran lunga più intelligente nei miei riguar- 1 R. Cantoni, prefazione a Così parlò Zarathustra, Mursia 1965, di»10. E anche: «Si ripaga male un maestro se si rimane p. 7. sempre allievi»11. E ancora, con la consueta preveggen- 2 «Mi si è chiarito poco per volta che cosa è stato fino ad oggi za: «Penso di essere troppo malizioso per credere in me ogni grande filosofia: l’autoconfessione, cioè, del suo autore, nonché 12 13 0040.testo.indd 13 30-11-2009 12:13:10 una specie di non volute e inavvertite mémoires». F. Nietzsche, Al di là del bene e del male, Adelphi 1968, p. 11. 3 «Nella mia opera... non ho descritto altri che me stesso». F. Nietzsche, Ecce homo, Adelphi 1970, p. 274. 4 R.J. Hollingdale, Nietzsche. L’uomo e la sua filosofia, Ubaldini LA TOMBA 1966. (Cominciando dalla fine) 5 H. Althaus, Nietzsche. Una tragedia borghese, Laterza 1994. 6 K.P. Janz, Vita di Nietzsche, 3 voll., Laterza 1980-82. 7 R. Blunck, Friedrich Nietzsche. Kindheit und Jugend, Ernst Reinhardt 1953. 8 C’è anche chi, come il filosofo Manlio Sgalambro, ha voluto vedere in Nietzsche una sorta di padre della musica leggera. R. Polese, Nietzsche con Vasco?, in «Sette», 30/8/2001. 9 Per queste opere vedi Bibliografia. 10 Lettera a Carl Fuchs, 29/7/1888, in A. Verrecchia, La catastrofe Quando agli inizi degli anni Settanta feci il mio pri- di Nietzsche a Torino, Einaudi 1978, p. 93. mo pellegrinaggio sulle tracce di Friedrich Nietzsche, la 11 F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 268. Germania era ancora divisa e la Sassonia, dove era 12 Ibid., p. 375. nato, faceva parte di quella Est. Lo sposalizio fra il co- 13 Vedi, per tutti, D. Halévy, Vita eroica di Nietzsche, Edizioni del Borghese 1974. munismo e la tradizionale disciplina tedesca aveva ge- 14 Vedi, per tutti, G. Lukács, La distruzione della ragione, Einaudi nerato un mostro: un clima di ottusità ideologica e in- 1974, vol. , pp. 308-402 («Nietzsche come fondatore dell’irraziona- tellettuale, di durezza, di desolazione e di cupezza che, lismo nel periodo imperialistico»). a quei livelli, non avevo visto negli altri Paesi dell’Est 15 F. Nietzsche, Frammenti postumi 1869-1874 (parte seconda), Adelphi 1992, p. 313. europeo che avevo visitato, in Ungheria, in Polonia, in Bulgaria, che pur erano sotto il tallone di ferro del- l’Unione Sovietica, e neppure nella stessa Russia. Nelle strade di Lipsia e di Dresda, grandi città anonime quasi completamente ricostruite dopo i devastanti bombarda- menti della guerra, una voce metallica, registrata, che fuoriusciva da altoparlanti legati ai pali della luce, im- partiva per tutto il giorno i sacri dettami del “marxi- smus-leninismus”. A Weimar, l’ex capitale della Re- pubblica, incantevole cittadina distesa nella foresta, come tanto piace ai tedeschi, centro culturale dal pre- stigioso passato, una gioventù disperata e impotente si abbrutiva con l’alcol. Benché la cultura fosse tutt’altro che in dispregio in Germania Est, come del resto in Russia e negli altri Paesi comunisti, anzi le librerie e i negozi di musica classica fossero gli unici ben forniti e costituissero, in- sieme ai circoli degli scacchi, i pochi luoghi di ritrovo 14 15 0040.testo.indd 14 30-11-2009 12:13:10 una specie di non volute e inavvertite mémoires». F. Nietzsche, Al di là del bene e del male, Adelphi 1968, p. 11. 3 «Nella mia opera... non ho descritto altri che me stesso». F. Nietzsche, Ecce homo, Adelphi 1970, p. 274. 4 R.J. Hollingdale, Nietzsche. L’uomo e la sua filosofia, Ubaldini LA TOMBA 1966. (Cominciando dalla fine) 5 H. Althaus, Nietzsche. Una tragedia borghese, Laterza 1994. 6 K.P. Janz, Vita di Nietzsche, 3 voll., Laterza 1980-82. 7 R. Blunck, Friedrich Nietzsche. Kindheit und Jugend, Ernst Reinhardt 1953. 8 C’è anche chi, come il filosofo Manlio Sgalambro, ha voluto vedere in Nietzsche una sorta di padre della musica leggera. R. Polese, Nietzsche con Vasco?, in «Sette», 30/8/2001. 9 Per queste opere vedi Bibliografia. 10 Lettera a Carl Fuchs, 29/7/1888, in A. Verrecchia, La catastrofe Quando agli inizi degli anni Settanta feci il mio pri- di Nietzsche a Torino, Einaudi 1978, p. 93. mo pellegrinaggio sulle tracce di Friedrich Nietzsche, la 11 F. Nietzsche, Ecce homo, cit., p. 268. Germania era ancora divisa e la Sassonia, dove era 12 Ibid., p. 375. nato, faceva parte di quella Est. Lo sposalizio fra il co- 13 Vedi, per tutti, D. Halévy, Vita eroica di Nietzsche, Edizioni del Borghese 1974. munismo e la tradizionale disciplina tedesca aveva ge- 14 Vedi, per tutti, G. Lukács, La distruzione della ragione, Einaudi nerato un mostro: un clima di ottusità ideologica e in- 1974, vol. , pp. 308-402 («Nietzsche come fondatore dell’irraziona- tellettuale, di durezza, di desolazione e di cupezza che, lismo nel periodo imperialistico»). a quei livelli, non avevo visto negli altri Paesi dell’Est 15 F. Nietzsche, Frammenti postumi 1869-1874 (parte seconda), Adelphi 1992, p. 313. europeo che avevo visitato, in Ungheria, in Polonia, in Bulgaria, che pur erano sotto il tallone di ferro del- l’Unione Sovietica, e neppure nella stessa Russia. Nelle strade di Lipsia e di Dresda, grandi città anonime quasi completamente ricostruite dopo i devastanti bombarda- menti della guerra, una voce metallica, registrata, che fuoriusciva da altoparlanti legati ai pali della luce, im- partiva per tutto il giorno i sacri dettami del “marxi- smus-leninismus”. A Weimar, l’ex capitale della Re- pubblica, incantevole cittadina distesa nella foresta, come tanto piace ai tedeschi, centro culturale dal pre- stigioso passato, una gioventù disperata e impotente si abbrutiva con l’alcol. Benché la cultura fosse tutt’altro che in dispregio in Germania Est, come del resto in Russia e negli altri Paesi comunisti, anzi le librerie e i negozi di musica classica fossero gli unici ben forniti e costituissero, in- sieme ai circoli degli scacchi, i pochi luoghi di ritrovo 14 15 0040.testo.indd 15 30-11-2009 12:13:10

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