Il XIX è stato il secolo delle Masse e degli Individui: del movimento operaio e dei capitani d’industria, dei rivoluzionari e dei dandy, di Bakunin e Oscar Wilde, di Marx e Baudelaire. Ma è stato anche il secolo di Friedrich Nietzsche: l’epoca della morte di Dio e della nascita del Superuomo. Dopo Politiche della felicità e Le radicalità esistenziali, in quest’ultimo fra i volumi dedicati al XIX secolo, Michel Onfray ripercorre la vicenda di due pensatori che hanno rivolto tutte le energie del loro corpo sofferente al conseguimento di una esistenza sublime e di una morale post cristiana: Jean-Marie Guyau e soprattutto il suo più grande maestro, Friedrich Nietzsche. Una lettura vitalistica del mondo dirige il «dinamitardo di Röcken» nell’ostinata ricerca dell’espansione dell’essere, del puro piacere di esistere e di sperimentare la potenza dell’esistere. Da vitalista tragico, però, egli crede che la natura sia un caos di forze, un vortice di energie, in cui trionfa la guerra di tutti contro tutti. Per questo al padre del superuomo è stata spesso imputata l’apologia dell’assolutismo feudale, la difesa dell’imperialismo, nonché (a causa delle falsificazioni della sorella) la genesi del nazismo.