Juan Benet Nella penombra ADELPHI SN Due donne, una anziana e una giovane, zia e nipote, siedono nella penombra di uno studio spazioso, e parlano. Di che cosa? Di un messaggero che dovrebbe arrivare, del suo messaggio che dovrebbe chiudere una ferita aperta molto tempo prima. «Nemme no per un istante ... ho dubitato della ve racità di quel che veniva a comunicarmi il messaggero, e sempre mi sono comporta ta come,se lo considerassi il tramite di un inganno» dice la vecchia. Ma chi sono la zia e la nipote? Innanzitutto due imponenti presenze romanzesche, che esistono nel momento stesso in cui aprono bocca. Ma anche: sono due temerarie teologhe, l’una (la zia) dedita per anni ad alte acrobazie speculative; l’altra (la nipote), testarda e aforistica, vibrante di passione « non smor zata» e insieme lucida e fredda, capace di rintuzzare l’interlocutrice con battute acu minate. Nella conversazione veemente e ipotattica fra le due donne, a tratti fosca, a tratti anche insolente e comica, si svela a poco a poco qualcosa del passato, un fatto che deve essere smascherato, ma al tempo stesso deve restare nascosto, ed è l’oggetto innominabile del messaggio, forse una «barbara usanza» che si manifestò il gior no delle nozze della vecchia, quando ven ne accolta nella tribù degli Amat. Ma qual è il nesso fra quell’oltraggio immemorabi le e il messaggio che dovrebbe sanarlo? Tutto in questo romanzo è al tempo stes so fisico e metafisico, articolato in una pro sa possente, folta, innervata. E il lettore è tenuto in sospeso fino all’ultimo da un bu rattinaio che opera «nella penombra» con vertiginosa maestria, « mentre intorno ru moreggia il destino». Juan Benet è considerato il maggior scrittore spagnolo vivente. Nato nel 1927, vive a Madrid. E ingegnere - e questo, unito alla complessi tà e difficoltà della sua opera, ha spinto qual cuno ad avvicinarlo a Gadda. Ma gli scrittori a lui più affini potrebbero essere, semmai, Faulkner e Conrad. Nella penombra, pubblicato in Spagna nel 1989, fu salutato con grande fa vore da critica e pubblico. «Perché in realtà io non so che cosa sin cesse, e credo non lo sappia nessuno, nean che i protagonisti, che non si accorsero di quello che era successo. La verità è che sic come non si sa mai bene quello che è suc cesso, niente si può considerare come successo, e tutto quello che è successo de ve continuare a succedere. Sarebbe diver so se si sapesse bene come sono successe le cose, allora non ci sarebbe proprio nes sun bisogno che tornassero a succedere. Una volta che sono successe, basta. Ma sic come niente è successo del tutto, o perlo meno nessuno sa come è successo e se è successo del tutto, non esiste nemmeno quella volta. Mi spiego?». In copertina: Frank V °nson, Rainy Day, olio su tela, 1906, Gift of ' American Art, The Art Institute of Chicag © 1991 The Art Institute Jo. FABULA 53 Juan Benet NELLA PENOMBRA Traduzione di Carlo Brera ADELPHI EDIZIONI TITOLO ORIGINALE En la penumbra © 1989 BY JUAN BENET FIRST PUBLISHED IN SPAIN 1989 BY ALTEA, TAURUS, ALFAGUARA, S.A. © 1991 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO ISBN 88-459-0838-0