Nel cammin della sua vita Dario Pisano Proprietàletterariariservata ©DarioPisano2015 Impaginazioneerealizzazionetipografica Officina«LatanadellaVolpe»,Roma [email protected] Incopertina:S.Dalì,Paradiso,I.Rielaborazionegrafica «Iocominciai:“Voisieteilpadremio”» (Paradiso,XVI,16) AGiancarloBurghi,chesachelaculturaèunafesta. Incominciò tutto ad una festa. Il primo giorno di Maggio a Firenze era tradizione festeggiare la giovinezza eterna della vita. Il ritorno di que- stomesecoincidevaconiltrionfodellastagione piùattesa:laprimavera. La primavera rivestiva il mondo con il suo nuovo,eternomantello,erisvegliavaintuttigli esseri la consapevolezza del dono misterioso di vivere: di compiere, senza volerlo, un affasci- nanteviaggiosperimentale. Inquelgiornodedicatoallagratitudineper la bellezza del mondo, alla riconsacrazione dei doni più dolci e più fugaci dell’esistenza, fiori- vano gli innamoramenti estemporanei; era un tripudio di sguardi innamorati e schivi recipro- camente scambiati. Nella festa della giovinez- za,luogodell’animaprimaancorachestagione dellavita,nell’immemoreabbandonoallaspen- sierata spontaneità, la morte doveva apparire come un’irrealtà insensata, dopo una lunga, misteriosa,giornata. 2 Racconta Giovanni Boccaccio che «era usanzadellanostracittà»(Firenze),«edegliuo- miniedelledonne,nellelorocontradeciascuno in distinte compagnie festeggiare». Non c’era fiorentino, insomma, che non fosse contagiato daquestodesideriodifesta. FolcoPortinarièilpapàdiunafanciulladi nove anni, Beatrice. Portinari partecipa come gli altri ai festeggiamenti e organizza un party a casa sua, dove invita un po’ di gente, tra cui un suo amico e vicino di casa, che si chiama AlighieroAlighieri. AnchequestosignorAlighierièunpapà,e il suo figliuoloè coetaneodella piccola Beatri- ce. Se Beatrice è un nome anche oggi abba- stanza diffuso, il figliuolo del signor Alighie- ri ha un nome un po’ insolito: Durante, che – abbreviato–faDante. Dante scopre che il papà è stato invitato a una festa. Vuole andarci pure lui. Il babbo lo accontentaelafestaincomincia. 3 Dante,giuntoacasaPortinari,trovadegliami- chetticoniqualicominciaa«atrastullarsipue- rilmente». Vieneintantoservitodamangiare,etraci- bi canti e giochi il tempo spensierato e lieto scorre... «L’amore, come un bravo rigorista, prima di tirare in porta non prende troppa rincorsa» (Bufalino). «Tra la turba dei giovinetti» gli occhi del piccoloDanteincrociaronoquellidellafigliuo- ladelpadronedicasa(ilsignorFolco). Perlaprimavolta,dunque,Beatriceappare aDante. Beatrice era una bimbetta «la cui età era forse di ottoanni,leggiadrettaassaisecondolasuafanciul- lezza, e nei suoi atti gentilesca e piacevole molto, con costumi e con parole assai più gravi e mode- ste che il suo picciolo tempo non richiedea; e oltre a questo, aveva le fattezze del viso delicate molto e 4 ottimamentedisposteepiene,oltreallabellezza,di tanta onesta vaghezza, che quasi un’angioletta era reputatadamolti. Costeiadunque,talequaleioladisegno,ofor- se assai più bella, apparve in questa festa: il piccolo Dante,ancorachefanciulfosse,contantaaffezione la bella immagine di lei ricevette nel cuore, che da quel giorno innanzi, mai, mentre visse, non se ne dipartì. Èdunqueunamoreaprimavistaintenera età.Nonèmaitroppopresto(comenonèmai troppotardi...)perinnamorarsi. IlpiccoloDanteneigiornisuccessiviallafe- staacasaPortinarinonsmettevamaidipensare eripensareaBeatrice,alpunto«cheniunaaltra cosaglierapiacereoriposooconforto,senon ilvederecostei». IncontrareononincontrareBeatriceerala misura del suo tempo, innamorato e sognan- te. «Per la qual cosa, ogni altro affare lascian- 5 done, sollecitissimo andava là ovunque crede- va potere vederla, quasi del viso o degli occhi di lei dovesse attignere ogni suo bene o intera consolazione». Negliocchidell’amata,anticipidicielosulla terra,nuotalapromessadellafelicità. Tuttilimieipensierparland’Amore; ehannoinlorsìgranvarietate, ch’altromifavolersuapotestate, altrofolleragionailsuovalore, altrosperandom’apportadolzore, altropiangermifaspessefiate; esols’accordanoinchererpietate, tremandodipauracheènelcore. Ond’iononsodaqualmateraprenda; evorreidire,enonsoch’iomidica: cosìmitruovoinamorosaerranza! Esecontuttivoifareaccordanza, convenemichiamarlamianemica, madonnalaPietà,chemidifenda. 6 GiovanniBoccaccioèstatoilprimostraordina- rio studioso di Dante, del quale era molto più giovane. Nato nel 1313 – otto anni prima del- lamortedelsommopoeta–hascrittolaprima biografia dantesca, ovvero il Trattatello in laude di Dante. IlTrattatelloèlapiùgrandedichiarazionedi amoreletterariocheunoscrittoreabbiamaide- dicatoaunaltroscrittore.Èunlibropiccolino, che fa pensare a un modesto recipiente, mol- to bello, stracolmo di tutta l’ammirazione, l’a- moreel’entusiasmocheBoccaccioavevaverso Dante. Unentusiasmochetraboccadagliorli,pal- pitadavveroinogniriga.Nellepaginedique- stolibro,l’abbracciotral’inchiostroel’amoreè unodeipiùemozionantichelaletteraturaabbia conosciuto. Boccaccio, oltre a studiare e a ristudiare in continuazione l’opera poetica dantesca, aveva fatto quasi l’investigatore privato: era andato a