Quando Kril accetta di affittare il proprio utero lo fa per soldi. Non può sapere che l’uomo che l’ha assunta ha qualcosa di molto particolare: può vedere nei suoi pensieri. Relazionarsi con lui è tutt’altro che facile, all’inizio, ma lentamente Kril inizia ad apprezzarne le qualità. Per Moon Whittaker avere a che fare con le altre persone non è mai semplice. Sa di loro troppe cose per riuscire a fidarsi. Kril lo capisce, ma non vuole restare coinvolta. Mentre suo figlio le cresce dentro, tuttavia, si renderà conto che non restare coinvolta sarà molto difficile. E che ai margini della vita di Moon ci sono anche altre questioni, questioni che non riguardano solo lui, ma dei misteriosi esseri che attraversano il tempo senza esserne sfiorati...
"«Per lo più, averti attorno non è stressante come credevo che fosse quando ti ho conosciuto. Per lo più, non mi importa che ascolti quello che penso. A volte ti ammazzerei, è chiaro. E a volte è davvero difficile, stare nella stessa stanza con te. La buona notizia è che in casa tua ci sono un sacco di stanze» ammise Kril, posando la forchetta.
«Inoltre ti piaccio» puntualizzò Moon. «Esteticamente, dico. E anche come persona, la maggior parte del tempo».
Kril alzò gli occhi al cielo. «Non vedi che questa è una di quelle cose che puoi anche fingere di non sapere?».
«È finora che dico quanto mi piaci tu. E poi, hai fatto tutto il tuo discorsetto e pensavi a... Cristo, non so nemmeno come si chiama. L’infossatura sopra alla mia clavicola?».
Lei sorrise. «È adorabile».
«È adorabile» ripeté lui, vagamente perplesso. «Già, be’» continuò, avvicinandosi a lei e abbassando un po’ la voce. «Ci sono un sacco di tue parti che sono adorabili».
«La dimensione delle mie tette è un fatto transitorio, sai» puntualizzò Kril, che in quel periodo non si sentiva affatto bella.
«Lo supponevo» ammise lui, fingendo di non averlo sentito. «Ma hai una zona erogena... erogena per me, naturalmente, che apprezzo in modo particolare».
«Gli occhi» scherzò lei. «Lo sapevo».
«Lo faresti per me, ora?».
Lei inarcò le sopracciglia. «Che cosa?».
«Immaginare di avermi dentro».
Kril arrossì in modo molto gratificante.
Un secondo più tardi Moon alzava la mano per avere il conto."
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