Ernest Gellner Nazioni e nazionalismo Prefazione di Gian Enrico Rusconi Editori Riuniti III edizione: aprile 1997 Titolo originale: Nations and nationalism Traduzione di Maria Lucioni © Copyright by Ernest Gellner, 1983 Basi! Blackwell Ltd., England, 1983 © Copyright Editori Riuniti, 1985 via Tomacelli, 146 -00186 Roma Grafica: Luciano Vagaggini ISBN 88-359-4219-5 Indice 1x Prefazione Nazioni e nazionalismo I. Definizioni Stato e nazione, p. 5 -La nazione, p. 8 I I JI. La cultura nella società agricola Potere e cultura nella società-Stato agro-letterata, p. 12 -La cultura, p. 14 - Lo Stato nella società agricola, p. 16 - Le varietà dei governanti nelle società agricole, p. 18. ) ~ III. La società industriale La società in perenne crescita, p. 28 -Genetica sociale, p. 34 -L'età della cultura superiore universale, p. 40. -l'i IV. La transizione a un'età di nazionalismo Una nota sulla debolezza del nazionalismo, p. 50 - Culture spontanee e culture da giardino, p. 57. <,I V. Che cos'è una nazione? Il cammino del vero nazionalismo non è mai stato facile, p. 66. 7 l VI. Entropia sociale e uguaglianza nella società industriale Ostacoli all'entropia, p. 74 -Scissure e barriere, p. 84 -Diversità di focaliz zazione, p. 86. 101 VII. Una tipologia del nazionalismo Le varietà dell'esperienza nazionalista, p. 111 -Il nazionalismo della dispe ra, p. 115. 125 VIII. Il futuro del nazionalismo Cultura industriale: una o molte?, p. 130. 139 IX. Nazionalismo e ideologia Chi è per Norimberga?, p. 147 -Una nazione, uno Stato, p. 151 155 X. Conclusione Quello che non si dice, p. 155 -Sommario, p. 157 163 Bibliografia 165 Indice dei nomi Prefazione «Non abbiamo piu bisogno né del mito della nazione né di quel lo della classe.» Cosi Ernest Gellner concludeva la sua ultima impor I ante raccolta di scritti (Encounters with nationalism, 19941), prima della sua improvvisa scomparsa. Una frase netta - quasi un testamento spirituale - che esprime bene la direzione del suo lavoro scientifico e il s110 stile. Avrebbe potuto siglare quella affermazione con un perento rio «questa è la verità!» - come spesso gli capitava di fare. Che noi non abbiamo piu bisogno di miti nazionali o di classe, è I 11or di dubbio. Ma siamo sicuri che di «nazione» si possa parlare sol- 1a nto in termini di mito e/o di nazionalismi? Gellner, pur con qualche precisazione, non esita a rispondere che, storicamente parlando, non e' è nazione senza nazionalismo. Ma - di rimando ci chiediamo - che cosa si deve intendere esattamente con nazionalismo? Sono questi gli interrogativi attorno a cui ruota la riflessione del nostro autore e che danno rilevanza al suo contributo. Ma sono inter rogativi che rimangono aperti anche dopo la lettura di questo suo libro. Nazioni e nazionalismo, ora ripubblicato dopo la prima edizione italiana del 1985, rimane di gran lunga il lavoro piu noto di Gellner. Nel corso dei dibattiti di questi anni, le sue tesi hanno ricevuto confer me e consensi, si sono sviluppate e articolate meglio, ma hanno mostrato anche punti deboli insuperabili. 'Blackwell, Oxford U.K and Cambridge Mass. 1994. Il testo raccoglie 14 saggi quasi tutti dei primi anni '90. L'ultimo saggio «An Alternative Vision» è apparso in ita liano in una versione parzialmente modificata e preceduta da altre considerazioni con il titolo «Il mito della nazione e quello delle classi» in Storia d'Europa, Einaudi, Torino I 993, voi. I, pp. 638-94. IX La nazione non si è dissolta insieme con i nazionalismi di cui sarebbe il prodotto - come afferma Gellner - ma pone quesiti di tipo nuovo. La critica gellneriana al nazionalismo, lungi dall'avere quella definitività che le attribuisce l'autore, semplicemente sgombra il campo ad una riflessione rinnovata sulla nazione oggi. Per formazione e per indirizzo di studio Gellner era un perso naggio singolare nel mondo accademico anglosassone. Prima titolare di una cattedra di filosofia alla London School of Economics, poi antropologo sociale a Cambridge. Studioso delle società maghrebine e delle strutture sociali e religiose islamiche, ma contemporaneamente analista del linguaggio e studioso della psicanalisi. È con questo appa rato concettuale che affronta i temi dello Stato, delle strutture produt tive delle diverse società storiche e la nascita delle nazioni moderne. Questo approccio antropologico, strutturale o «materialistico» - come dice l'autore - distingue la sua analisi da molta storiografia politica sulla nazione e sul nazionalismo, in particolare da quella che lavora sostanzialmente con i paradigmi della nazione civico-politica vs. nazio ne etno-culturale. Ma Gellner oltre che analista del nazionalismo, ne è anche un nemico sul piano dei valori. Da qui il pathos di molti suoi argomenti. Senza dimenticare il suo stile di pensiero e di espressione, che ha fatto parlare di lui come di un «razionalista intransigente», di un realista ostile a tutte «le mascherate relativiste» postmoderniste, multicultura liste, decostruttiviste2• Ma anche qui siano dinanzi ad una singolare combinazione di rigore e di rigidità. 'Dal suo ultimo saggio «La mascarade relativiste», pubblicato su Commentaire, 75, 1996, pp. 544-50, traggo alcuni passaggi che mi paiono molto significativi: «Il rela tivismo della conoscenza è una assurdità, il relativismo morale una tragedia. Non si può comprendere la condizione umana se si ignora o si rifiuta la sua totale trasforma zione con la vittoria della rivoluzione scientifica [. .. ]. Non si capisce nicntt· della nostra comune condizione sociale se non si parte dal fatto indiscmihik· dw 1111a conoscenza autentica della natura è possibile, reale e ha trasformato total11w111t· i rift·ri1111.:nti di base delle società umane. Fare come se la rivoluziont· st·it·111ifirn dl'I XVII Sl'rnlo e le sul' applicazioni nell'ultima fase della rivoluzionl' ind11s1rii1I,·, l11111(i dall'uvl'r 1r,1sforma to il mondo, non che variazioni J.1 una c11h11ra all'ali rn i· M'll1Plin·11u·111r 1111a posa irre sponsahik. Lo steso vale per la 'costrnziom· sociull' ,kll,1 n·,111,t' , 1. .. ,).,,.,. ,·ssl'n· com pk·1ata ,·on b m,tr1a.i1111<· 11,1t11ral,· d,·/1,1 1rnl<'/,1. ( :i ,111111 d,·1 11111111 ,111,, , .1p.1, i1,1 delle soci,·1,1 di ('OSITIIÌI'(' i loro propri 1111111<li l' q11r,1i li111i1i ,·,1111111 ..-pl111,111 li 1u1•,1r11 1111ovo 1'"1,·n· di ,·11111rollo ,·i lia .lato 11g11;d111,·111<· il "·11•,11 ,lo·l 1(111.J.,, 111 ""' ,,1, •,•.1 •,1.111111 con- 11.,1la1i .. lp. ">'>Ili. \ Nuzioni e nazionalismo inizia con una affermazione, esplicita e ili >I >an:ntcmente esauriente, che spesso viene citata pars pro toto rispar- 111ia11do al lettore la fatica di leggersi l'intero libro. «Il nazionalismo - h·ggiamo - è anzitutto un principio politico che sostiene che l'unità 11azio11ale e l'unità politica dovrebbero essere perfettamenente coinci- 1lt-111i.» Facciamo attenzione: l'interesse di Gellner è per il nazionalismo intl·so come principio politico-culturale che pretende di far coincidere 1111i1ù «nazionale» ( qui non ulteriormente definita, ma di fatto sinoni- di «etnica») e unità «politica». Nella frase successiva l'autore spe 1110 , il irn e distingue il principio nazionalista in «sentimento» e «movi- 1111·1110» nazionalista. Si tratta dunque di un comportamento che ha di1rn:nsioni pratiche politiche e teorico-culturali («Il nazionalismo è 1111:1 teoria della legittimità politica che esige che i confini etnici non siano violati da quelli politici»). Lo scrupolo scientifico con cui l'autore cerca di delimitare sin dalla prima pagina il proprio oggetto di studio - il nazionalismo - lo porta a riconoscere che esso contiene e dipende da due termini non a11cora definiti: Stato e nazione. Del primo Gellner dà una definizione wl'hcrianamente realistica: lo Stato è una istituzione impegnata a far v;ilcrc l'ordine. Il discorso sulla nazione invece è piu complesso: oscilla t rn l'idea che nazione sia sinonimo di cultura o di etnia ( ma non nel sl'nso di un Anthony Smith che vedremo piu avanti) oppure che sia 1111a mera «contingenza», come e piu dello Stato. «Lo Stato è certa- 111cnte emerso senza l'aiuto della nazione. Alcune nazioni sono certa- 111cnte emerse senza la benedizione dei propri Stati. È materia di discussione se l'idea normativa di nazione, nel suo senso moderno, non abbia presupposto l'esistenza prioritaria dello Stata3». Alla fine di questo tentativo definitorio la nazione appare come «una categoria di persone» che si riconoscono in qualche modo «asso ciate», non importa in base a quali criteri purché questi siano discrimi nanti rispetto ad altri. Per uscire dalle incertezze di questa definizione di nazione - cul turale e volontaristica - Gellner ritiene che in definitiva ciò che conta è «quello che la cultura fa». In altre parole, che cosa sia la nazione lo determina concretamente solo il nazionalismo. Se la nazione può essere definita soltanto in termini di volontà e/o di cultura, una piu precisa determinazione o concretizzazione di questi concetti dipende dal movimento per la nazione, dal nazionali- 'Nazioni e nazionalismo, ed. it. 1985, p.9. L'edizione originale inglese è del 1983. Xl smo. «Le nazioni non sono iscritte nella natura delle cose, non costi tuiscono una versione politica della dottrina delle specie naturali. Quel che esiste dawero sono le culture, spesso raggruppate in maniera indefinibile. Ed esistono anche di solito ma non sempre unità politiche umane di tutte le forme e dimensioni.»4 È dunque a partire dalla poli tica che la cultura assume la forma-nazione. In questo senso «è il nazionalismo che genera le nazioni, e non l'inverso». Occorre precisare che questa operazione di «invenzione della nazione» non è vista e seguita dall'autore con l'occhio dell'antropolo go che osserva dall'esterno con distacco, per cosi dire. No. Come dice vamo, Gellner è anche l'awersario e lo smascheratore del nazionali smo come illusione e autoillusione collettiva. «L'illusione e la autoillu sione di fondo creata consiste in questo: il nazionalismo è sostanzial mente l'imposizione generale di una cultura superiore a una società in cui in precedenza culture inferiori dominavano la vita della maggio ranza, e in alcuni casi della totalità, della popolazione. Significa la dif fusione generalizzata di una lingua, mediata dalla scuola e controllata a livello accademico, codificata per le esigenze di comunicazioni tec nologiche e burocratiche ragionevolmente precise. Esso è il consolida mento di una società impersonale, anonima, con individui atomizzati reciprocamente sostituibili, tenuta insieme soprattutto da una cultura comune di questo tipo, in luogo di una precedente complessa struttu ra di gruppi locali, sostenuta da culture popolari che si riproducono localmente, ciascuna con caratteristiche proprie, ad opera dei micro gruppi stessi. Questo è ciò che realmente awiene. Ma è l'esatto oppo sto di quel che il nazionalismo afferma e di quel che i nazionalisti fer ventemente credono.»5 Facciamo una prima considerazione. Ciò che Gellner descrive come nazionalismo sullo sfondo del contrasto tipico-ideale tra la «società agricola» e la «società industriale», altri studiosi lo presente rebbero come processo di modernizzazione e di industrializzazione che diventa massificazione, atomizzazione e omologazione culturale nella fase piu avanzata: il nazionalismo ne è una componente interna. In particolare esso è un processo culturale e politico che attiva quel l'insieme di indicatori etno-culturali latenti ma specifici per i quali vale il termine di «nazione». Certamente non esiste ontologicamente una 'Ibidem p. 56. 'Ibidem pp. 65-6. XII