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Museo Duca di Martina. La collezione orientale PDF

110 Pages·1999·20.26 MB·Italian
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- ' L o 'l o :-D ·- m z ~ ·- r m rint 11clei1za per i Beni Artistici O} e torici di l\apoli e Provincia a cura di Lucia Caterii1a useo .. a • • u c a a - r ._ .... l · -'- La collezione orientale Electa apoli Sommario 6 Presentazione Nicola Spinosa 9 Premessa Paola Giusti 10 La collezione orientale 14 Il bianco e blu 33 Poli cromi di transizione 43 Famiglia verde 56 Famiglia rosa e policromi 86 Monocromi 97 Smalti 104 Bronzi, giade, avori, lacche 118 Giappone 133 Glossario 137 Cronologia 139 Bibliografia Presentazione 6 La riapertura, dopo lunghi anni di travagliati lavori, Sia invece consentito, almeno per questa particolare delle sale al piano seminterrato della Villa Floridia circostanza, che il responsabile della Soprintendenza na che, confermando le scelte di Elena Romano tra da cui dipende anche il Museo Duca di Martina nel dotte agli inizi degli anni Cinquanta nelle soluzioni la Villa Floridiana rinunci alla stesura del tradizio allestitive di &io De Felice, ospitano le preziose e con nale breve testo istituzionale d'introduzione ai cata sistenti raccolte d'arte orientale del Museo Duca di loghi di mostre e musei, così dispensandosi dall'espri Martina, dovrebbe sollecitare chi scrive, per il ruolo mere, con toni compiaciuti, scontate conszderazioni che ricopre e per l 'importanza del! 'evento, ad intro di routine sul progetto realizzato, sull'efficienza dei durre il catalogo della collezione che ora si espone crzieri adottati per l 'intervento, sul! 'efficacia dei ri con una nota istituzionale. Un breve scritto che, ri sultati conseguiti. percor·rendo le varie fasi degli interventi di risana Una rinuncia dettata, in questo caso, ancbe dal ne mento architettonico, di adeguamento impiantistico cessario pudore che s'impone a cbi, tra aspettative e e di riordinamento museografico, ne illustri criteri e delusioni, ha visto questi lavori condotti al piano sot obiettivi, evidenziando, come si conviene in questi terraneo della Villa Floridiana -finanziati con i fa casi, risultati conseguiti e meriti di quanti (imprese, migerati' F/.0. del/'86 e affidati in concessione a im funzionari scientifici, tecnici con compiti diversi e prese poi travolte da vicende diverse - protrarsi per maestranze operaie) ad essi hanno concorso. più di un decennio tra stenti e difficoltà infiniti, oltre Una introduzione al catalogo che, come si richiede, illecito e al di là di ogni limite di tollerabilità. Come affronti e illustri temi e problematiche di carattere del resto a Capodimonte, a Villa Pignatelli, all'Ar prioritariamente, se non esclusivamente, istituziona cheologico e in ogni altro complesso monumentale o le e che, in tal senso, motivando scelte ef inalità degli museale cbe in Italia sia stato oggetto o strumento interventi realizzati, faccia elogio di chi, a vario tito prevalente di profitto e di interessi di parte. lo e con diverse competenze, ha reso possibile la rea Un doveroso ritegno dal compiacersi per i risultati lizzazione di questo nuovo impegno assunto dalla oggi finalmente raggiunti anche nel Museo della Flo nostra Soprintendenza e dall'Amministrazione stata t·idiana che s'impone a cbi sa quanto la riapertura le dei beni culturali. Segnalando in particolare Gen della sezione orientale, pur costituendo un evento di naro Miccia che ha avuto il difficile compito della di sicuro rilievo, resta comunque solo un obiettivo par rezione dei lavori; Mario Grassia che, rielaborando ziale e limitato a fronte del! 'ancora difficile realtà in con originalità precedenti soluzioni museografiche cui versa l'intero istituto museale. Perché ancbe qui, dello stesso Ezio De Felice e di Gennaro Matacena, ha come de/resto a Capodimonte o a Villa Pignatelli, a curato nei dettagli la nuova 'veste' museografica con finanziamenti Ff. O. ormai esauriti, resta ancora la quale oggi la collezione ot·ientate del Museo - tra tanto da fare per presentare con moderni ed efficaci le più prestigiose in Italia - si presenta; ovviamente criteri anche i non meno consistenti e preziosi mate di Paola Giusti, la direttrice dell'istituto, che soprat riali artistici oggi esposti, come nei lontani anni tutto con la collaborazione di Katia Fiorentino e la Trenta, nelle altre sale al piano terra e al primo pia partecipazione del restante personale della Plorìdia no della elegante palazzina di Antonio Niccolini. na, si è con passione impegnata nella realizzazione Con la conseguente necessità di reperire al più presto della non facile impresa. Soprattutto Lucia Caterina, - attraverso chissà quali complicati e lenti percorsi docente dell'Istituto Universitario Orientale che ha ministeriali, burocratici e amministrativi - nuove curato, per le sue vaste e approfondite conoscenze risorse finanziarie: non fosse cbe per completare in sul! 'argomento, la selezione dei materiali artistici in breve, così che le attività museali ne possano al più esposizione e questo catalogo cbe l 'accompagna. presto giovarsi, almeno gli interventi necessari alla • l funzionalità del vasto ambiente sotterraneo di recen gnificati e valori ben più rilevanti e dumturi di quel 7 te realizzazione destinato ad ospztare mostre, semi li procurati da un 'attribuzione 'azzeccata', da ull nari, convegni e concerti nel cuore di uno dei parchi saggio critico finalmente dato alle stampe o di un monumentali, anche per la spettacolare collocazione successo faticosamente conseguito in carriera. panoramica, più suggestivi della città. La riapertura della nuova sezione orientale del Mu Sicché, a fi'onte di una difficile situazione che i recen seo Duca di Martina non è infatti solo il risultato di ti successi della mostra sulle 'galanterie' e l'impegno un impegno istituzionale volto a far conoscere e a costante di quanti lavorano alla Florzdiana hanno valorizzare un nucleo rilevante della prestigiosa col o/o tentato di mascherare dietro le apparenze dell'ef lezione di porcellane e altri preziosi o etti d'arte do fimero e dell'occasionale, come pretendere che questa nata dal Duca di M_q.rjina alla città di Nf!:P!Jli. Ma è prefazione al catalogo della nuova sezione orientale anche o soprattutto - ed è questa la sola giusta mgio segua, per contenuti e toni, criteri tradizionali e con ne di compiacimento per l'evento che si realizza -la renzioni d'uopo? felicè conseguenza di quasi trent'anni di amicizia .Ifa sono altre -forse ben più decisive di quelle fino disinteressata e sincera che hanno legato Lucia Cate ra esposte - le motivazioni che mi spingono ad evita rina, da quando giovanissima ricercatrice dell 'Istitu re. per la riapertura delle nuova sezione orientale to Universitario Orientale s'avviò agli studi sull'arte del .lfuseo Duca di Martina, d'introdurre con uno in Cina, a chi da pochi mesi nell'ormai lontano scritto di prammatica il relativo catalogo scientifico. 1970, seppur non ancora trentenne, aveva avuto in .4/olirazioni del tutto personali, che forse non dovreb affidamento da Raffaello Causa, succedendo a Fran bero aver spazio in questa sede. cesco Abbate, la direzione del Museo della Florzdia .Ifa fortunatamente le vicende che accompagnano la· na. Lucia Caterina, allora impegnata, seppur tra rila di soprintendenza o di un istituto museale non mille incomprensibili difficoltà e ostacoli, ad avviare SOIIO scandite e condizionate solo da norme burocra lo studio approfondito e la catalogazione dettagliata licbe. da vincoli amministrativi, da relazioni sinda del vasto patrimonio di porcellane soprattutto cinesi co/i. da/rispetto delle normative sulla sicurezza, dal che alla fine del secolo scorso il Duca di Martina ave le ronseguenti probabili implicazioni giudiziarie. Per va con passione mccolto sui mercati di Londm e di buona ef elice sorte di chi lavora nel! 'amministrazio Parigi. Francesco Abba/e ed io, ancora giovani e ne pubblica dei beni culturali, al di là delle difficoltà inesperti a farci le ossa' nella solitaria e difficile ge crescentz; di sovente insormontabili, che quotidiana- stione del vasto patrimonio di storia e d'arte della eu/e s'incontrano, affaticano, demotivano e spesso Campania. Raffaello Causa, a imporre con il suo ca depistano', c' è il rapporto quottdiano, diretto e inso risma direttive e obiettivi che allora ci apparvero im uibi/e, con le opere e gli oggetti d'arte. Soprattutto probabili o incomprensibili. . le mrie e mutevoli vicende umane, oltre che di Ne nacque tra Lucia, Francesco e chi scrive, legati dai 'ura e di civiltà, che essi tangibilmente !estimo- sogni, dai progetti e dalle speranze di una stessa genera - ro: che è tantissimo e che in tanti ci invidiano. E zione, un legame fatto di momenti in comune, di di t·erso il rapporto diretto e la consuetudine quoti scussioni· spesso 'arrabbiate' sul governo della Soprin ra con i materiali artisticz; la possibilità di stabi tendenza e dei suoi musei, di presuntuosi propositi per ancbe nuove, profonde e durature relazioni, non migliomre lo stato delle cose e rendere posszbile o meglio dalle implicazioni istituzionali e in ambito pm visibile il nostro difficile lavoro, fatto di studi, di errori, . naie. con chi si nutre di interessi affini, di reci- di rifiuti, ma ancom di tante speranze e inutili attese. 'lò d'intese e consensi, soprattutto di stati d'ani Trent'anni che ci hanno visto crescere insieme, condi di emozioni comuni: ciò che in molti casi ha si- videre successi e sconfitte, assistere impotenti allo 8 scorrere·veloce degli eventi, sempre avendo nel cuore e Trent'anni, un tempo infinito, gran parte di una vi nella mente, seppur per ragioni diverse, la Floridiana ta -forse gli anni migliori - trascorsa con impensa come primo amore'. Trent'annkhe hanno visto Lucia bile velocità: ep er tutti noi di quella stessa generazio Caterina aCIJ.uisire competenze sempre più approfondz~ ne tra non poche delusioni e amarezze. Anche per te e qualificate sulla Cina e sulla sua storia plurimitle chi, come Lucia Caterina o come me, comunque ha naria fatta di altissima cultura e splendida civiltà; realizzato o ha creduto di realizzare almeno parte Francesco Abbatè lasciare Napoli e la Soprintendenza degli obiettivi che in gioventù si era prifissato. Ama 'per poi approdare, senza rinunciare ai suoi interessi rezze, delusioni, che oggi oltretutto si accompagnano iniziali per l 'arte napoletana, alt' Università; e chi scri ad una crescente stanchezza per il molto impegno ve percorrere sempre 'a/E'ombra del Vtwvio' l'intero inutilmentep rofuso. arco di una fortunata carriera condotta a Capodi Ma ne è comunque valsa la pena: e non certo o non monte nel solco tracciato da Raffaello Causa. Ma an solo perché oggi finalmente riapre, insieme al secon che un lungo e interminabile trentennio perché Lucia do piano di Capodimonte, anche la sezione orientale Caterina potesse finalmente veder realizzato, con il suo della Floridiana! contributo, quel 'sogno' giovanile di riordinare e ri qualtfzcare l'intera raccolta d'arte orientale rimasta Nicola Spinosa per anni quasi 'ignorata negli ambienti sottermnei e Soprintendente per i Beni Artistici e Storici spesso inaccessibili della Villa Floridiana. di Napoli ep rovincia Premessa nucleo di arte estremo-orientale del Museo Duca di con i pochi fondi a disposizione negli anni del dopo 9 lartina, composto da oltre duemila oggetti prevalente guerra. Così che sin dai primi anni Settanta l'ala fatico !a'Ilte in porcellana, è uno dei più significativi della samente recuperata come zona espositiva veniva inevita r:n:olta e come tale necessitava da tempo di una organi- bilmente chiusa al pubblico. . temazione museografica. Si sono così dovuti attendere i finanziamenti ottenuti S.: infatti nel primitivo ed originario allestimento curato con fondi FI.O. e 449 nel 1986 -per potere affrontare ex ne 192 da Carlo Giovene di Girasole le porcellane nova la sistemazione della sezione. Sebbene con mille tali occupavano - assieme a quelle europee - il difficoltà ed arresti i lavori hanno consentito - grazie :::mo piano dell'edificio, dove erano fittamente disposte anche a radicali bonifiche dell'ambiente-di recuperare ,·etrine, su mensole e consoles, e se d'altro canto come zona espositiva l'intero piano semi-interrato del · agli sforzi e ai voleri congiunti di Bruno Molajoli l'edificio, raddoppiando cioè lo spazio a suo tempo mu -Elena Romano ,-l'uno soprintendente, l'altra-diret sealizzato nel dopo-guerra. del museo - si decise, negli anni del dopo-guerra, La sezione di arte orientale che oggi viene r~aperta al pub dare il giusto rilievo alla collezione collocandola nel blico ha consentito finalmente di creare un percorso va semi-interrato dell'edificio, in realtà né l'uno né sto ed organico, che dà il giusto spicco alla raccolta e che allestimento assolvevano allo scopo, il primo con il suo allestimento moderno integra e completa feli endo nelle sale del piano nobile, sia pur con un cemente l'ordinamento anHco- da <<casa museo>>-che ento assai suggestivo, tutta la vasta raccolta di si è voluto conservare nei piahi superi0ri dell'edificio. e donata dal duca, il secondo in quanto impos ad affrontare il vero restauro degli ambienti Paola Giusti La collezione orientale 10 Il Museo Duca di Martina di Napoli, noto al pubblico per infatti, un gruppo di studiosi dei quali fa parte anche Al una magnifica raccolta di maioliche e porcellane delle ber! Jacquemart- a cui si deve tra l'altro la suddivisione \ più importanti rrlai1ifatture Qçci(Ienta i, custodisce una delle pòfcellane cinesi per ,,famiglie» - organizza una ricca e preziosa collezione di porcellane ed altri materia mostra d'arte orientale. esposizione, che viene recensi li ~rientali, sia cinesi che giaiJponesi, per un totaleoiol- ta dallo stesso Jacquemart sulla Gazette des Beaux Arts tre duemila pezzi. L'intera raccolta proviene da acquisti; (1869,2), presenta una serie di pezzi della raccolta del effettuati da Placido de Sangro, duca di Martina, nella duca di Martina, che è all'epoca, come si è già detto, un seconda metà dell'Ottocento in parte a Parigi e in altre personaggio ben noto nell'ambiente dei collezionisti. capitali europee e in parte a Napoli. Il duca, infatti, al Placido de Sangro è descritto da Jacquemart «apprécia l'epoca dell'unità d'Italia, si trasferisce a Parigi, dove teur délicat des ouvrages de l'Inde et de la Perse>>. Come prende casa a Faubourg Saint Honoré. Entra in contatto indiani sono, infatti, segnalati alcuni oggetti di giada, di con antiquari e mercanti, frequenta studiosi e collezio porcellana e di cloisonné. Tra gli esemplari persiani in nisti, partecipa ad importanti aste, in breve diventa un prestito dalla collezione del duca di Ma11ina vi sono una personaggio famoso. Acquista gli oggetti per lotti sia da scatola da bete/ in rame repoussé, una coppa di giada case d'aste che da antiquari parigini o di altre capitali con coperchio e alcuni pezzi di porcellana. Provengono europee dimostrando, fin dall'inizio, un grande interesse dalla raccolta del duca numerosi esemplari cinesi in per l'arte orientale, interesse testimoniato anche dalla bronzo, cloisonné, quarzo, giada, porcellana delle fami presenza, nella-sua biblioteca, dei testi più importanti glie verde e rosa. È interessante notare come tra i colle dell'epoca sull'argomento. I primi acquisti di porcellana zionisti presenti in mostra vi siano alcuni degli antiqua giapponese, alle aste che si tengono all'hotel Drouot di ri presso i quali il duca acquista i suoi pezzi (Fleuriot, Parigi, sono segnalati nel1864. Negli anni 1866-67 s'in Stettiner). Purtroppo nessuno degli oggetti prestati dal tensificano gli acquisti presso gli antiquari Willems, Du duca è illustrato, ma dalle descrizioni, talv9lta abbastan titre, Topenas, sia di materiale cinese che giapponese. za puntuali, è possibile identificare alcuni degli esem Nella biblioteca del museo sono custoditi i cataloghi del plari citati tra quelli attualmente custoditi nel museo, le aste provenienti dal lascito del duca di Martina e rela anche se non sempre corrette sono le attribuzioni del se tivi soprattutto agli anni parigini, a partire dal dicembre colo scorso, spesso erroneamente condizionate dai porti 1864 e continuativamente fino al1869. Le aste si svolgo d'imbarco delle Compagnie delle Indie Orientali o dai no tutte all'Hotel Drouot di Parigi, il banditore è quasi decori che i cinesi eseguono su commissione anche di sempre Charles Pillet e l'esperto Charles Mannheim. So molti paesi asiatici. no cataloghi di vendita di porcellane, smalti cloisonnés La scarna documentazione, in deposito presso il museo, e dipinti, giade, pietre dure, lacche e bronzi, su molti dei è costituita unicamente da bollette o ricevute di paga quali il duca, di suo pugno, a matita ha scritto i prezzi mento e da lettere di antiquari che spesso si premurano degli oggetti e spesso ha riempito le pagine, forse duran di segnalare al duca di Martina questo o quello oggetto. te lo svolgimento delle aste o nei momenti di attesa, di La lettura di questa documentazione serve, però, a cono schizzi a matita relativi talvolta alle forme degli oggetti, scere gli anni in cui sono effettuati gli acquisti, i nomi ma più frequentemente si tratta di disegni di fantasia degli antiquari e delle case d'aste con cui è in contatto raffiguranti persone, piante o altre cose. Dopo la sua Placido de Sangro, la considerazione di cui gode come partenza da Parigi, i cataloghi si diradano, pur conti collezionista. L'esclusiva provenienza antiquariale del nuando ad essere informato sulle vendite delle più pre materiale rende, però, difficile ricostruirne la storia e stigiose collezioni dell'epoca . . identificare gli oggetti negli elenchi dei mercanti o nelle Il clima parigino, particolarmente vivace e stimolante, minute redatte dal duca. Lo studio e la catalogazione di favorisce una speciale attenzione per l'Oriente. :\ell869, tale patrimonio, non potendo, quindi, usufruire di una .a lida documentazione di archivio, deve necessariamen valentemente da prodotti dei secoli XVII e XVIII, presenta 11 ;e seguire la consueta via del confronto stilistico. anche materiale più antico, tra cui un magnifico ed Placido de Sangro ha acquistato, con l'occhio e la com unico eserrlJ)lare di bianco e blu risalente al XIV secolo r petenza di un fine conoscitore, porcellane e altri oggetti ed alcuni oggetti databili ai secoli XV e XVI. Anche la orientali che, con ogni probabilità, erano giunti sui scelta delle tipologie orientali è da mettere in stretta rela- mercati europei attraverso le varie Compagnie delle In zione alle preferenze del duca nel campo delle porcella- die Orientali. I primi arrivi diretti di materiale orientale, ne occidentali, in particolar modo di quelle che avranno soprattutto lacche e porcellane, risalgono ai secoli XVI e più successo in Europa e serviranno da modello alle X\11, in seguito al sopraggiungere in Oriente dei porto grandi manifatture europee. Si spiega, così, l'abbondan- ghesi prima e degli olandesi poi. Diventa di moda per le za del bianco e blu, dei polic;omi, dei monocromi, della corti europee e le dimore aristocratiche utilizzare arredi porcellana giapponese di tipo !mari e la raffinatezza dei cinesi e giapponesi. Partiçolarmente ricercati sono i ga- pezzi di tipo Kakiemon. Il duca colleziona pure bronzi, inetti di lacca, materiale sconosciuto in Europa e la cui giade, pietre dure e mostra una particolare predilezione imitazione viene tentata senzi.L_grande successo. Molto per gli smalti cloisonnés, affini per forme e decori alle richiesti sono pure stipi e paraventi laccati e una grande porcellane da lui raccolte. Mentre sono poco rappresen~ quantità di porcellane, inizialmente di tipo bianco e blu tate nella sua collezione ceramiche di tipo celadon, e successivamente di tipo policromo, queste ultime com- smalti dipinti, lacche cinesi, pur trattandosi di materiale . ionate per influenza dei prodotti giapponesi che, facilmente reperibile sul mercato d'esportazione, come si _ rio nella prima metà del XVII secolo, cominciano a ricava anche dai cataloghi delle aste. ·ungere in Europa in seguito alla parziale chiusura del Il duca di .Martina continua a restare in contatto con il mercato cinese nel periodo di transizione tra le dinastie mondo d'oltralpe anche dopo il suo rientro a Napoli, ting (1368-1644) e Qing (1644-1911). Il gusto per 1'0- quando la collezione viene sistemata nella sua casa di nente conosce l'apice nel XVIII secolo, quando i prodotti Palazzo de Sangro in via Nilo. Ne fanno fede alcune let · i tornano ad invadere il mercato occidentale e in tere di antiquari che,' nel segnalargli pezzi notevoli, si di tmnpa la passione per la Cina porta allo sviluppo del fe chiarano disposti a spedirglieli in visione. La perdita del .:.meno della chinoiserie. l'unico figlio, Riccardo, morto suicida nel1881, fa sì che C'è da dire, però, che nella seconda metà dell'Ottocento, che il duca nomini come erede il nipote suo omonimo, periodo in cui il duca di Martina acquista il materia Placido de Sangro, conte dei Marsi. Nel1911 alla morte ·entale, la produzione della porcellana cinese è in di quest'ultimo, anch'egli senza eredi, la collezione è la --lino poiché onnai l'Europa può disporre di varie e sciata alla città di Napoli e la vedova donna Maria Spi rtanti manifatture in grado di realizzare porcellana nelli di Scalea rende possibile il trasferimento degli og Jllima qualità. Prodotti cinesi continuano ad arrivare getti da Rione Sirignano alla villa <<La Floridiana>> ac Europa, ma si tratta per lo più di oggetti che stanca- quistata daUo Stato nel1919 e destinata a museo. Il Mu-:. te riproducono forme e decori delle epoche prece seo, aperto nel1931, occupa i due piani dell'elegante pa -·. Particolare attenzione è rivolta, invece, alla pro lazzina neoclassica. Solo nel dopoguerra, agli inizi degli ·one giapponese, molto ricercata e di gran moda. Un anni Cinquanta, in urÌ allargamento del museo, la se rto conoscitore preferisce, quindi, acquistare male- zione orientale è sistemata nel piano seminterrato, dove prodotto nei secoli passati, quando la porcellana è rimasta fino ad una ventina di anni fa, quando si è poi - tale era considerata in Occidente come qualcosa di deciso di eseguire importanti lavori strutturali in tale zo amente prezioso, di particolarmente attraente e na del museo. Della sistemazione degli anni '50 resta rattutto di fortemente desiderato. Ecco perché la col memoria in uno degli <<Itinerari dei Musei e Monumenti e di Placido de Sangro, pur essendo costituita pre- d'Italia» dedicato al <<Museo Duca di Martina nella villa 12 'La Floridiana' di Napoli>>e curato dall'allora direttrice però, rallenta l'opera di classificazione scientifica, por Elena Romano. tando inizialmente solo alla pubblicazione di alcuni ar Nell978 entra a far parte del museo anche la raccolta di ticoli che segnalano i pezzi più prestigi osi. Alla fine degli Riccardo de Sangro, nipote ed erede del conte dei Marsi, anni '70, per interessamento del prof. Nicola Spinosa, il a completamento .dei vari settori presenti nella collezio lavoro di catalogazione del bianco e blu può riprendere. ne del suo avo, ma arricchita da nuovi preziosi acquisti. Ma è soltanto nel 1986 che il catalogo riesce ad essere La scarsa notorietà della raccolta orientale del Museo pubblicato, seguito l'anno successivo da una mostra, in Duca di Martina di Napoli, ad un pubblico di non spe titolata]/ bianco e il blu. cialisti, è da attribuire innanzi tutto alla lunga chiusura Nel frattempo, nel1984, la dr. Luisa Ambrosia cura una di questa importante sezione. La sistemazione nel piano mostra e il relativo catalogo sulle porcellane giapponesi seminterrato si rivela, col passare degli anni, poco adatta di tipo !mari e Kakiemon e un loro confronto con le ma soprattutto per condizioni climatiche che scoraggiano nifatture europee. gli scarsi visitatori, peraltro sempre accompagnati, su ri Il trasferimento degli oggetti orientali nel deposito rende chiesta, dal personale di custodia. La decisione di esegui più problematico uno studio completo per settori. Mi è re lavori di ristrutturazione porta alla definitiva chiusura possibile, però, pubblicare periodicamente alcuni piccoli del seminterrato, ma permette di bonificare l'ambiente e nuclei scelti tra i gruppi più significativi, in particolare, di raddoppiare la superficie espositiva. Di conseguenza, quello delle porcellane policrome del tipo wucai e rosso il materiale per molti anni trova sistemazione in deposi e verde, prodotte nella prima metà del XVII secolo, nel to, ad eccezione di pochi pezzi esposti, sia al piano terra cosiddetto periodo di transizione tra le dinastie Ming e che al primo piano del museo in un'apposita sala, per Qing e un piccolo nucleo di porcellane del XVIII secolo poter dare almeno un segno, anche se molto debole, del con decori occidentali, commissionate e prodotte per l'e l'importanza e della consistenza della collezione. sportazione. A partire dagli anni '70 una parte della mia attività Nel 1990 nel Museo Duca di Martina si organizza una scientifica s'identifica con lo studio del patrimonio cine mostra sulla recente donazione della collezione di Ric se del Museo Duca di Martina, anzi proprio dalla possi cardo de Sangro. Tra l'altro, il museo si arricchisce di un bilità di avere accesso e poter studiare la raccolta orien pezzo unico e antico, una statuina tombale cinese in ter tale del museo nasce il mio interesse per questo campo racotta raffigurante un tamburino a cavallo, databile al di ricerca. Fino agli anni '70, infatti, poco si conosceva la dinastia Tang (VIII secolo), acquistata a Parigi negli del materiale cinese e giapponese custodito nella villa anni '30, dal fratello minore del duca, Nicola. «La Floridiana>>. Una.icognizione sull'arte islamica in La raccolta del duca di Martina è ben nota a studiosi e Campania,. svolta alla fine degli anni '60 dal prof. Um specialisti del settore, soprattutto per un esemplare di berto Scerrato, all'epoca docente dell'Istituto Universita bianco e blu, una coppa biansata con stemma portoghe rio Orientale di Napoli, porta, nell967, alla realizzazio se ed iscrizione in latino che la data al 1541 (vedi in ne di una mostra e del relativo catalogo. È proprio il questo stesso volume la sezione del bianco e blu). Questo successo di questa iniziativa che convince l'allora so pezzo è stato esposto nella prima importante mostra sul printendente Raffaello Causa a rivolgersi all'Istituto l'arte cinese tenutasi nell954 al Palazzo Ducale di Vene Universitario Orientale di Napoli per dare inizio alla zia per il settimo centenario di Marco Polo. È questa la schedatura e catalogazione del materiale cinese. Il lavo prima volta che in Italia si organizza una grande esposi ro prende l'awio dal gruppo di porcellana cinese di tipo zione sull'arte cinese volta a documentare in modo bianco e blu, la cui consistenza numerica e soprattutto esaustivo il patrimonio artistico della Cina, dal bronzo la particolarità di alcuni pezzi, ne mettono immediata alla giada, dalla scultura all'orificeria, dalle ceramiche mente in luce tutta l'importanza. Una serie di ostacoli, -che rappresentano il nucleo più consistente - ai tessu-

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