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Monopoli, DC, compromesso storico PDF

294 Pages·1975·58.777 MB·Italian
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MARIO CAPANNA MONOPOLI, DC, COMPROMESSO STORICO Gabriele Mazzetta editore Scoria e classe 5 MARIO CAPANNA MONOPOLI, DC, COMPROMESSO STORICO Gabriele Mazzetta editore © 1975 Gabriele Mazzotta editore Foro Buonaparte 52 - 20121 Milano INDICE Premessa Pa8 7 I La politica dell’imperialismo * 11 1. Il ruolo degli Stati Uniti nella politica imperialistica » 14 2. Il predominio del dollaro....................................................................» 25 3. Politica degli « aiuti », organismi internazionali e loro effetti sul Terzo Mondo..................................................... » 30 4. La macchina da guerra dell’imperialismo..............................................» 46 Conclusioni..............................................................................................» 55 Il La posizione del capitalismo italiano ♦ 74 III La funzione storica della Democrazia Cristiana e come il PCI la concepisce » 103 IV L’approdo del PCI al riformismo » 139 1 II problema della guerra, della pace, della coesistenza pacifica » 167 2. Via pacifica, parlamento, Costituzione....................................................» 183 3. Nuova maggioranza e dittatura del proletariato ... » 204 4. Le riforme di struttura.........................................................................» 219 •5. Pluripartitismo e società socialista....................................................» 234 V Per l’alternativa al regime dei monopoli e della Democrazia Cristiana » 246 a Pietro Secchia a Roberto Franceschi studente rivoluzionario assassinato dalla polizia del governo Andreotti-Malago- di il 23 gennaio 1973 mentre lottava per la libertà, la democrazia, il socialismo PREMESSA Il lavoro che segue ha molti limiti, derivanti dalla setto- rialità della trattazione certamente, dalla finalità didascalica probabilmente. L’intenzione nello scrivere, sottraendo di tanto in tanto un po’ di tempo all’impegno pratico, è stata quella di contribuire al dibattito intenso che vede impegnati i lavoratori, i giovani intorno alle questioni teoriche e poli­ tiche decisive che le lotte popolari pongono nel nostro pae­ se. 1 temi, che si è cercato di mettere a fuoco, mi sembra sia­ no di importanza, complessità e portata tale che, per ciascu­ no di essi, credo occorrerebbe un lavoro di gruppo vasto, prolungato, coordinato, capace di sviscerarli con profondità, analiticità e precisione di gran lunga maggiori di quanto qui si sia potuto e saputo fare. La struttura del libro (la successione dei cinque capitoli che lo compongono) è stata impostata secondo il criterio per cui è il complesso che dà ragione del semplice in quanto inscritto nel suo orizzonte, è la comprensione cohcreta del molteplice che spiega la collocazione specifica del particola­ re. Volendo cogliere la peculiarità delle contraddizioni eco­ nomiche, sociali e politiche che si agitano all’interno del no­ stro paese, ciò non è realmente e compiutamente possibile se si prescinde dal movimento delle contraddizioni sul piano in­ ternazionale e dalle ripercussioni che esso provoca all’inter­ no di ciascun paese. (Questo nesso lega i primi due capito­ li.) Su questa base la funzione storica reazionaria di una for­ za politica particolare come la DC italiana può emergere nella sua concreta dimensione e il ruolo delle forze riformi- ste nel nostro paese può venire a stagliarsi nelle sue molte­ plici implicazioni. 7 Solo simile esame, che richiede urgenti approfondimenti, può rendere « fondato » il ragionare intorno alle possibilità concrete della costruzione di un’alternativa di potere al regi­ me democristiano e della fuoriuscita dalla crisi in atto nella direzione del socialismo. Nel testo si incontreranno spesso (specie nel quarto capi­ tolo) brani, alcuni anche di una certa lunghezza, riportati direttamente da documenti e autori, in particolare quando questi sono i grandi teorici del marxismo. Anziché riassume­ re il loro pensiero, ho preferito lasciar parlare direttamente gli autori e i documenti, la cui chiarezza male avrebbe sop­ portato la camicia di forza di un compendio. Ciò anche per­ ché mi è parso utile fare uno sforzo per contribuire a rispon­ dere alla necessità, senza dubbio urgente, di rivalutare i principi scientifici fondamentali (che il revisionismo di de­ stra e di «sinistra» incessantemente offusca e distorce) del patrimonio storico rivoluzionario del movimento operaio - premessa, questa, per ogni ricerca e sviluppo creativi nell’ambito della teoria marxista. Mi è sembrato perciò ob­ bligatorio lasciar parlare direttamente chi, quei principi, li ha elaborati in limpida e rigorosa sintesi. C’è qualche brano tratto da scritti di Stalin, a proposito dell’operato del quale, di contro alle falsificazioni storiche e teoriche inconsapevoli o preconcette, ritengo giusto il giudi­ zio formulato dai cinesi nell’editoriale Sulla questione di Sta­ lin., redatto a cura della redazione del « Renmin Ribao » («Quotidiano del Popolo») e di « Hongqi » («Bandiera Rossa») e pubblicato il 13 settembre 1963. Stalin commise due ordini di errori indubbiamente assai gravi, di cui il maoismo costituisce il superamento teorico e pratico: non comprese, per tutta una fase, che la lotta di classe continua nel socialismo e per tutto il periodo storico della dittatura del proletariato e, in secondo luogo, non comprese la differente natura dei due tipi di contraddizioni (quelle in seno al popolo e quelle antagonistiche rispetto al potere proletario) e i metodi diversi da usare per risolverle. Dei suoi errori Stalin si rese poi conto, come emerge dal suo scritto Problemi economia del socialismo neU’URSS del 1952, un anno prima della morte. Giudicando complessivamente il suo operato da un punto di vista non borghese, emerge che il positivo prevale sul ne­ gativo: Stalin fu marxista e leninista, fu un grande combat - 8

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