Mariam ha quindici anni. La sua mente sogna di poeti e di giardini meravigliosi, quelli di cui suo padre, un ricco uomo d'affari, le racconta quando le fa visita, dandole un assaggio di una vita che non avrà mai. Perché Mariam è una harami, una bastarda, e per sopravvivere dovrà imparare una sola cosa: la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte in cui i russi hanno invaso la città. Suo padre ha voluto che lei andasse a scuola, perché, ripeteva, una società non può progredire se le sue donne sono ignoranti. Solo così avrebbe contribuito alla salvezza del suo Paese, ancor più che i suoi fratelli, che hanno imbracciato i fucili e sono partiti per combattere la jihad. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Allora le loro vite risuoneranno degli stessi, tristi accordi, in un Afghanistan condannato alla violenza e in cui, come l'ago della bussola segna il nord, il dito accusatore dell'uomo trova sempre una donna cui dare la colpa. Dall'intreccio di due destini, una storia indimenticabile, in una terra martoriata dove solo l'amore e l'amicizia possono ancora regalare un bagliore di speranza.