ebook img

Meccanica quantistica e senso comune PDF

216 Pages·2014·1.84 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Meccanica quantistica e senso comune

«Quella che mi accingo a raccontare è una storia sconcertante. Si tratta forse della storia più sconcertante che sia mai emersa nell’ambito delle scienze fisiche dal diciassettesimo secolo in poi. Ed è anche una storia vera»: così Albert avvia questa sua appassionante indagine. Di fatto, come base di una tecnologia di uso quotidiano che comprende il laser e il transistor, il «quanto di energia» è familiare anche ai profani. Tuttavia la meccanica quantistica resta, nei suoi fondamenti concettuali, un enigma inquietante. Visti da vicino, i fenomeni quantistici più semplici pongono continue sfide alla logica e al senso comune, e se la scoperta da parte di Einstein che lo spazio e il tempo sono di fatto un continuum deformabile colse il mondo di sorpresa, la nuova meccanica, rivelando un elemento di incertezza e di imprevedibilità al fondo delle cose, fu un vero e proprio trauma, dal quale la fisica non si è mai del tutto ripresa: nel microcosmo atomico, benché Einstein disapprovi, «Dio gioca a dadi». E la via verso il caso è pericolosamente aperta. Un simile stravolgimento delle categorie della mente richiede di solito, per riuscire accettabile, anni di iniziazione. Nell’intento di ridurre al minimo questo tirocinio, Albert ci fa letteralmente toccare con mano, col suo stile inimitabile, i risultati paradossali in cui sfociano le esperienze fondamentali della meccanica quantistica e il fallimento di ogni tentativo di conciliare le osservazioni sperimentali con il senso comune. Dopo un primo capitolo dedicato allo sconcerto del lettore, egli vince la scommessa di rendere accessibile al profano il frammento di matematica necessario all’esposizione di fatti fisici quali la sovrapposizione, il problema della misurazione, il paradosso Einstein-Podolsky-Rosen, la non- località. E offre uno strumento concreto per partecipare a una delle più affascinanti avventure della scienza. Indice Frontespizio Colophon MECCANICA QUANTISTICA E SENSO COMUNE Prefazione 1. Sovrapposizione 2. Il formalismo matematico e il modo standard di intenderlo 3. Non-località 4. Il problema della misurazione 5. Il collasso della funzione d'onda 6. La dinamica da sola 7. La teoria di Bohm 8. Automisurazione Appendice - Le interpretazioni di Kochen-Healy-Dieks Nota all’edizione italiana Bibliografia Note David Z. Albert Meccanica quantistica e senso comune Traduzione di Tullio Cannillo Adelphi TITOLO ORIGINALE: Quantum Mechanics and Experience Prima edizione digitale 2014 ©1992 THE PRESIDENT AND FELLOWS OF HARVARD COLLEGE ©1993 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO per il brano di Zbigniew Herbert tratto da Rapporto dalla Città assediata ©2000 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO www.adelphi.it ISBN 978-88-459-7558-5 A mia moglie, Orna MECCANICA QUANTISTICA E SENSO COMUNE l’uccello è uccello la schiavitù schiavitù il coltello è coltello la morte morte ZBIGNIEW HERBERT, Il Signor Cogito e l’immaginazione PREFAZIONE Questo libro è stato scritto sia come testo elementare sia per tentare di contribuire a una miglior comprensione, al livello più avanzato oggi possibile, di ciò che a mio avviso è il problema cruciale dei fondamenti della meccanica quantistica, il problema della misurazione. I primi quattro capitoli sono un’introduzione più o meno diretta e lineare al problema: il capitolo 1 riguarda il concetto di sovrapposizione, che è il principale elemento di distinzione tra l’immagine quantomeccanica del mondo e quella classica; è di lì che provengono tutti gli sconcertanti interrogativi posti dalla meccanica quantistica. Il capitolo 2 sviluppa – in una forma che non presuppone, o non dovrebbe presupporre, alcuna conoscenza matematica nel lettore – il formalismo standard della meccanica quantistica e descrive a grandi linee come esso dovrebbe essere interpretato secondo l’opinione convenzionale vigente tra i fisici. Il capitolo 3 tratta l’argomentazione di Einstein, Podolsky e Rosen e il modo in cui, sorprendentemente, essa è stata scalzata da Bell – e qui si sottolinea, per inciso, che il significato della sua scoperta è stato spesso frainteso, giacché Bell ha scoperto non soltanto qualcosa a proposito delle teorie delle variabili nascoste, ma anche a proposito della meccanica quantistica e a proposito del mondo. Il capitolo 4, infine, affronta esplicitamente il problema della misurazione. Il resto del libro (la parte più corposa) è dedicato all’esame delle idee – che cosa fare per il problema della misurazione – che a parer mio hanno una qualche possibilità di andare a segno. Il capitolo 5 è un’illustrazione critica del concetto di collasso della funzione d’onda (con un’analisi approfondita dei recenti progressi di Ghirardi, Rimini e Weber). Il capitolo 6 verte su un modo, non poco confuso e nondimeno stimolante, di considerare il problema della misurazione, che va sotto il nome (fuorviante) di «interpretazione a molti mondi» della meccanica quantistica. Il capitolo 7 concerne una teoria alternativa, del tutto deterministica, alla meccanica quantistica, dovuta a de Broglie, Bohm e Bell. E il capitolo 8, infine, descrive come potrebbero essere le vite mentali di osservatori senzienti qualora l’una o l’altra delle ipotesi avanzate nei capitoli 6 e 7 fossero effettivamente fondate. Molte persone mi hanno aiutato in questo lavoro. Vorrei citarne alcune. Barry Loewer è colui che per primo ha lanciato l’idea di scrivere questo libro, e dando prova di un’incredibile disponibilità ha trascorso ore e ore del suo tempo a discuterne con me: molti degli spunti originali, come il lettore potrà desumere dalla bibliografia, sono in parte farina del suo sacco. Non fosse stato per questo, il libro, semplicemente, non avrebbe mai visto la luce. Sui fondamenti della meccanica quantistica ho imparato molto, nel corso degli anni, dalle interminabili conversazioni avute con (soprattutto) Yakir Aharonov, e poi con Hilary Putnam, David Deutsch, Irad Kimchie, Marc Albert, Gary Feinberg, Lev Vaidman, Sidney Morgenbesser, Isaac Levi, Shaughn Lavine e Jeff Barrett, nonché con studenti di alcune classi in cui ho insegnato. Sono molto in debito con Andrea Kantrowitz per il gran lavoro fatto sulle figure, e sono grato a Lindsay Waters e Alison Kent, e specialmente a Kate Schmit della Harvard University Press: senza il loro aiuto e la loro comprensione il risultato finale sarebbe stato assai meno soddisfacente. E forse dovrei accennare al fatto che questo libro è stato scritto nella speranza di ottenere finalmente la ragionevole approvazione di mio zio, il fisico Arthur Kantrowitz, che per primo mi iniziò alla scienza, in merito alla mia capacità di spiegare tutte queste cose. 1 SOVRAPPOSIZIONE Quella che mi accingo a raccontare è una storia sconcertante, che ha per protagonisti gli elettroni. Si tratta forse della storia più sconcertante che sia mai emersa nell’ambito delle scienze fisiche dal diciassettesimo secolo in poi. Ed è anche una storia vera: tutti gli esperimenti che descriverò sono stati realmente eseguiti.1 La vicenda si sviluppa intorno a due particolari proprietà fisiche degli elettroni, che la tecnologia corrente già permette di misurare con grande precisione. Possiamo prescindere da una definizione fisica rigorosa di tali proprietà, che chiameremo semplicemente «colore» e «durezza» dell’elettrone.2 La proprietà degli elettroni che abbiamo denominato «colore» può assumere soltanto due valori, e questo è un fatto empirico. Ci siamo finora imbattuti solo in elettroni neri o in elettroni bianchi; non ne abbiamo mai trovati di blu o di verdi. Lo stesso vale per la durezza: tutti gli elettroni sono o teneri o duri; non si è mai osservato per la durezza di un elettrone un valore diverso. È possibile costruire ciò che chiameremo una «scatola per il colore», un dispositivo per misurare il colore degli elettroni, che funziona nel modo seguente: la scatola ha tre aperture (fig. 1), e gli elettroni vengono immessi attraverso l’apertura sulla sinistra: se l’elettrone in entrata è nero allora esce (linea tratteggiata) dall’apertura n («nera»); se è bianco esce dall’apertura b («bianca»). Il colore di un elettrone entrante può essere così desunto dalla sua posizione finale. E possibile costruire anche scatole per la durezza, funzionanti esattamente nella stessa maniera (fig. 2).

Description:
«Quella che mi accingo a raccontare è una storia sconcertante. Si tratta forse della storia più sconcertante che sia mai emersa nell’ambito delle scienze fisiche dal diciassettesimo secolo in poi. Ed è anche una storia vera»: così Albert avvia questa sua appassionante indagine. Di fatto, com
See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.