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Matrici e Operatori Lineari PDF

88 Pages·2011·1.61 MB·Italian
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Matrici e operatori 4 lineari M. Conti, D. L. Ferrario, S. Terracini, G. Verzini, V. Barutello ANALISI MATEMATICA VOL. 2 con elementi di geometria e calcolo vettoriale SPICCHI Licenza edgt-64-767cf8cda5b32bb189f71d4adc4056a5-gc-006390439 rilasciata il 02 maggio 2012 a [email protected] Analisi matematica. Con elementi di geometria e calcolo vettoriale II.4 Matrici e operatori lineari Autori: Vivina Barutello, Monica Conti, Davide L. Ferrario, Susanna Terracini, Gianmaria Verzini Copyright © 2008 Apogeo s.r.l. Socio Unico Giangiacomo Feltrinelli Editore s.r.l. E-mail [email protected] U.R.L. www.apogeonline.com ISBN 978-88-503-1470-6 Composizione realizzata mediante LaTeX Il presente file può essere usato esclusivamente per finalità di carattere personale. Tutti i contenuti sono protetti dalla Legge sul diritto d'autore. Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici. L'edizione cartacea è in vendita nelle migliori librerie. APOGEO SPICCHI (cid:38)(cid:82)(cid:80)(cid:83)(cid:82)(cid:81)(cid:76)(cid:3)(cid:76)(cid:79)(cid:3)(cid:87)(cid:88)(cid:82)(cid:3)(cid:79)(cid:76)(cid:69)(cid:85)(cid:82)(cid:3) SPICCHI Apogeo presenta un progetto di lettura modulare dedicato a lettori, studenti e docenti. disciplina ci interessano solo alcune parti, alcuni argomenti. In università non è raro che i docenti suggeriscano lo studio di un sottoinsieme di capitoli, ricomponendo in questo modo un percorso didattico adatto alle esigenze di tempi e opportu- nità inerenti il loro corso. Per andare incontro alle esigenze formative proprie del mondo accademico e dei lettori che intendono fruire i testi in maniera personalizzata creando un proprio percorso di lettura, Apogeo Education ha realizzato il progetto “Spicchi”. Grazie alla maggiore versatilità e facilità di distribuzione dei testi in formato elettronico è possibile scegliere all’interno del nostro catalogo e acquistare i singoli capitoli o piccole parti dei nostri testi, a un prezzo decisamente “piccolo”. Prefazione I n questo secondo volume si prosegue (com’è ovvio) il percorso di avvicinamentoall’analisi,epiúingenerale,allaMatematicainiziato nelprimovolume,perqueicorsidistudio incuiquestaviene usata per risolvere problemi scientifici e applicativi. Mentre però lo scopo del primo volume era quello di introdurre i concetti e gli strumenti fonda- mentalidell’analisiinfinitesimale(differenzialeeintegrale),cercandodi contestualizzare i vari aspetti della materia, in questo secondo volume l’orizzonte si amplia in modo significativo, dal momento che lo scopo non è solo quello di approfondire e generalizzare a piú variabili quei metodi,maanchedistudiareneldettaglioalcuneimportantiapplicazio- ni classiche dei metodi analitici. Si tratta sí di un libro di analisi in piú variabili, con i contenuti tipici di un secondo corso universitario, ma si è voluto fornire anche alcuni strumenti per approfondire e motivare la prospettiva unitaria ch’era alla base del primo volume (riquadri di ap- profondimento,intermezzistorici,esercizieproblemiteoriciguidati,ma ancheintericapitolidedicatiadargomentiimportanti,comeleequazioni differenzialiol’algebralineare).Questohafattosícheledimensionidel- l’opera potrebbero risultare eccessive per un normale corso semestrale, e al lettoreè richiesto uncerto impegno per poterlaconsiderareintoto. La distribuzione degli argomenti nei vari capitoli è stata perciò pensata alfine di massimizzare la libertàdiscelta dipossibili sotto-percorsi,pur conservando una certaconsistenza logica (nei prerequisitie nelle appli- cazioni). All’inizio di ogni capitolo si è descritto brevemente quali sono gliargomentichesononecessariperaffrontarlo,equalicapitolisonora- gionevolmente affrontabili in seguito. Come nel primo volume, ci sono piúlivellidipercorso:unlivello base,eunlivello piúavanzato,contras- segnatoconilsimboloj.Questorivelaunadiscontinuitàdilivellolocale, cioè relativa al capitolo in cui ci si trova, e non assoluta. Questo perché alcunicapitolisonoinsépiúdensieimpegnativideglialtri(peresempio icapitoliIV,VIIeVIII). Perpermetterequestoaccessoavarilivelli,abbiamosceltoalcuneso- luzioni non convenzionali. Le equazioni differenziali sono affrontate in due capitoli, a due livelli diversi: nel Capitolo I la trattazione avviene principalmente attraversoesempied esercizi,mentrela sistematizzazio- Prefazione ne teorica e gli approfondimenti sono rimandati al Capitolo VIII, che richiede una certa consapevolezza degli strumenti dell’analisi in piú va- riabili.Inuncorsodianalisi nonridottoaiminimiterminiidue capitoli possono essere anche svolti contemporaneamente (l’uno fornendo ma- teriale per le esercitazioni dell’altro). Similmente, l’approccio al calcolo differenziale per funzioni in piú variabili è sviluppato ad un livello ele- mentare(limitatoafunzionididuevariabilirealiefocalizzatoalleappli- cazioni)nelCapitoloVI,mentrelestruttureastrattechepermettonouna trattazione piú rigorosa sono oggetto del Capitolo VII. Di nuovo, tempo permettendo,i due capitoli possono essere svolti in contemporanea.Vi- ceversa,laddovelaminimalitàdelcorsoimpediscataliapprofondimenti, abbiamovolutolasciareallettoreinteressatolapossibilitàdicompletare inmodoautonomolapropriaformazione. Per quanto riguarda gli elementi di geometria e di algebra lineare, che solitamente non vengono affrontatinei testi di analisi, abbiamo vo- luto inserirli proprio per cercare di ricomporre la prospettiva unitaria menzionatasopra(ancheperchégliesempisignificatividispaziolineare sono proprioquelli dispazi difunzioni e di soluzioni diequazioni diffe- renziali).EssisitrovanonelCapitoloIIIadunlivellomoltoelementare,e nelCapitoloIVadunlivellosignificativamentepiúimpegnativo.Comple- tano il volume quattro capitoli con una esposizione piú tradizionale dei classici argomenti del secondo corso, con una particolare attenzione al- l’interdisciplinarietà:ilCapitoloII(successionieseriedifunzioni),ilCa- pitoloV(curveesuperficinellospazio),ilCapitoloIX(integralimultipli) eilCapitoloX(integralidilineaesuperficieecalcolovettoriale). Alla fine di ogni capitolo sono stati selezionati un certo numero di esercizi, rappresentativio di particolare interesse, da guardare prima di dedicarsiainumerosiesercizidasvolgere(tutticonsoluzionedettagliata in appendice). Rispetto al primo volume, la variabilità della natura e delladifficoltàdegliesercizièaumentata,percuiisimbolichesegnalano alcune tipologie di esercizi non standard non sono solo la ✩ (per gli esercizi di maggiore difficoltà e interesse teorico), ma anche K (per gli esercizidinaturaprevalntementeteorica,cherichiedonouncertotempo di riflessione), o (esercizi di tipo “enigmistico–ludico”), b (esercizi di calcolo),Ï(esercizialcalcolatore–pochiinrealtà).Inquestomodosiè cercatodifornirequalcheindicazioneutileperpoterfruiredeltesto,sia dapartedeldocente,chedapartedellettore. titranciountetrasticotetro, duedisticièuntorpidometro: così,unversoavanti,unoindietro, liincidoconscheggedivetro: EDOARDOSANGUINETI(1930–) IV CAPITOLO Matrici e operatori lineari NelCapitoloIIIabbiamostudiatoivettori,eleco- affermazioni che avevamo anticipato nel Capito- struzioni geometriche e algebriche che con essi si loIII.Concluderemoilcapitolocondueargomenti possonofare. Quellochefaremoinquestocapito- (legati tra loro) di notevole rilievo per il seguito loèdiconsideraretuttiivettorinelloroinsieme, dellibro,chepossonoperòpresentarequalchedif- cioè di considerare l’intero spazio vettoriale, for- ficoltà tecnica. Si tratta dello studio delle forme matodall’insiemedituttiivettori. Questavisione quadraticheedegliautovalori. Stiamoaffrontan- “olistica”consentediintrodurreletrasformazioni douncapitoloinizialmentesemplice,machesifa- lineariel’algebradellematrici,edalcuniattribu- ràviaviasemprepiùimpegnativo,efiniràconun ti degli spazi vettoriali di notevole importanza: il arrivo in salita decisamente faticoso. Cerchiamo prodotto scalare, le proiezioni e il determinante. quindidiiniziareindiscesa,conunapocosensata Vedremoalcuneapplicazioniimportanti,checon- parafrasi/parodiadiunfamosoincipit. sentirannodidimostrareinmodogeneralealcune A lla primalezionesullematricicuiandaimiaspettavodiesserean- noiatoamorteoforsenauseatodaquellochemiavevanodetto sarebbecapitatoaipresenti. Ognicosacheavevolettoapropo- sito delle lezioni universitarie insisteva su quel punto: la maggior parte dellepersonechenescrivevanocondannavanoapertamenteledimostra- zioni come un affare inutile, stupido e perfino brutale, ma anche coloro che parlavano bene delle matrici come esibizione di abilità e come stru- mento utile deploravano l’uso delle dimostrazioni e si mostravano aper- tamente spiacenti della loro presenza. Il continuo esibire dimostrazioni nelle aule universitarie era considerato deplorevole. Suppongo, da un punto di vista moderno, cioè, il punto di vista delle applicazioni imme- diate, che l’intera storia delle matrici, o anche tutta la matematica, non siadifendibile;c’ècertamentemoltacrudeltàneldimostrarel’esistenzae le proprietà del determinante, c’è sempre il pericolo, cercato o capitato, diperderetempoinspeculazioniinutili,earrivaquasisempreilmomen- §1. Spazivettoriali 167 toincuicisitrovaaragionareinastrattooperinduzione. Oracercherei non di difendere quest’impostazione, ma solo di spiegare onestamente quelle poche cose che ho imparato su questo argomento. Per far questo dovròesserecomplessivamentechiaro,oalmenocercarediesserlo,ese coloro che leggono decidono con disgusto che questo testo è scritto da qualcuno che manca della loro, cioè dei Lettori, finezza di sentimenti e opinioni,possosolamenteammetterecheineffettipotrebbeesserevero. Machiunqueleggaquestocapitolopuòesprimereungiudiziosoloquan- do ha visto e capito le cose di cui si parla e sa davvero quale potrebbe esserelapropriareazioneadesse. RicordocheungiornoGertrudeStein, a proposito di operatori lineari, parlò della sua ammirazione per Frobe- niusemostròalcunesuefotoduranteunalezione,conleieAliceToklas nella prima fila dei banchi di legno dell’aula di Valencia, con Frobenius esuofratelloPerrondisotto,eioeroappenatornatodalMedioOriente, ericordodiaverledettochenonamavolematricipercolpadelledimo- strazioni. In realtà la cosa più difficile, a parte sapere davvero cosa si prova e come ci si confronta con l’astratto, piuttosto che quello che ci si aspetta di provare o che ci è stato insegnato a giudicare vero, è mettere giu i fatti per come sono: che cosa è realmente uno spazio vettoriale, cosa è una matrice, a cosa serve, quali sono le proprietà alla radice dei risultatichesisperimentanoveri.(10) § 1. Spazi vettoriali NelCapitoloIIIabbiamodatoladefinizionedivettorepiùsemplicepos- (cid:2)Vedi§1apagina99. sibile: una n-upla di numeri su cui è possibile applicare due operazioni (prodottoperunoscalareesomma). Cerchiamodiformalizzare,cioèdi rendere un poco più astratta, quella nozione. Prendiamo in considera- zionesololeproprietàelencatenellaProposizione(III.4): seu,v,wsono trevettoridellastessadimensioneec,dsonoduescalari,allora ① (commutativa)u+v=v+u, cu=uc. ② (associativa)(u+v)+w=u+(v+w), (cd)u=c(du). ③ (distributiva)c(u+w)=cu+cw, (c+d)u=cu+du. ④ (vettorezero)Esisteunelemento0talecheu+0=u, u−u=0. ⑤ (uno)1u=u, 0u=0. Definiremo ogni insieme di oggetti su cui si possano definire una somma e un prodotto per uno scalare con queste proprietà uno spazio vettoriale. Piùprecisamente: 168 Matricieoperatorilineari (IV.1) Definizione. Sia V un insieme, su cui sono definite due ope- (cid:2)OltrecheinumerirealiR,anchei razioni: una di somma e una di moltiplicazione per un numero reale. numeri complessi C possono servire Sequestedueoperazionisoddisfanotutteleproprietàsopraelencate, da coefficienti di uno spazio vetto- riale. Inquestocasosiparladi spa- alloraV sidicespaziovettoriale(o,equivalentemente,spaziolineare). zio vettoriale complesso. Si veda il riquadroapagina215. (IV.2) Esempio. Per ogni n ≥ 1 l’insieme di tutte le n-uple di numeri reali(l’insiemeRn definitoapagina100)conlasommaeilprodottoper uno scalare definiti in (III.2) e (III.1) costituisce l’esempio canonico di spaziovettorialedidimensionen. Loindicheremoancoraconilsimbolo Rn. (cid:2) (IV.3)Esempio. RicordiamochesuRnsipuòdefinireilprodottoscalare, (cid:2)Danonconfondereconilprodot- comein(III.16). Consideriamoquindil’insiemeVdituttiivettoriv∈Rn toperunoscalare. ortogonaliadunvettorendato,cioèquellipercuiv·n=0. Lasommae ilprodottoperunoscalaresarannoquellidiRn,erimanedacontrollare che in effetti se v ∈ V e w ∈ V sono due vettori di V e c è uno scalare, allora sia v+w che cv sono ancora elementi di V: ma v·n = w·n = 0 =⇒ (v+w)·n=v·n+w·n=0,e(cv)·n=c(v·n)=0,dunqueVèuno spaziovettoriale. (cid:2) (IV.4) Esempio. Sia V l’insieme di tutte le funzioni continue definite su un intervallo e a valori in R. La somma di due funzioni f,(cid:2) ∈ V si definisceponendo (f +(cid:2))(x)= f(x)+(cid:2)(x) perognix,eanalogamenteilprodottoperunoscalareè (cid:2)Lospaziovettorialedellefunzioni continue su [a,b] viene solitamente (cf)(x)=cf(x). indicatocon C([a,b]). Si può vedere che V è uno spazio vettoriale, in cui la funzione ovunque zerofada0. (cid:2) (cid:2)Il Lettore dovrebbe provare a di- mostrare questo fatto per esercizio. (IV.5) Esempio. L’elencodispazivettorialièpraticamentesenzafine. I seguentisonoalcunitraglispazivettorialipiùdiffusi. ① LospazioRn. ② Lospaziodituttelematricin×macoefficientireali. (cid:2)Chedefiniremotrapoco,nel§2. ③ Lospaziodeipolinomidigradoalpiùn. ④ L’insiemedituttelefunzionidefinitesuunintervallo(a,b). ⑤ L’insieme di tutte le funzioni derivabili in (a,b), oppure integrabili in(a,b). ⑥ L’insiemedituttelesoluzionidiunaequazionedifferenzialelineare omogeneadelsecondoordine: (cid:2)Sivedail§4apagina13. y(cid:5)(cid:5)(x)+a(x)y(cid:5)(x)+b(x)y(x)=0. §1. Spazivettoriali 169 ⑦ Ipolinomitrigonometrici(digradoalpiùn). (cid:2)Si veda il § 4 a pagina 53, e la Definizione(II.23). ⑧ Lefunzioniperiodiche, lefunzionipari, lefunzionidispari, lefun- zioniamedianulla. ⑨ Lesuccessionidinumerirealiconvergenti. ⑩ I numeri complessi C, con il campo degli scalari R, il prodotto consuetodiunnumerorealeperunnumerocomplessoelasomma dinumericomplessi. (cid:2) Ricordiamolanozionedicombinazionelinearedikvettoriv ,v ,..., 1 2 v concoefficientic ,c ,...,c ,cheavevamodatoin(III.3): k 1 2 k c v +c v +...+c v . 1 1 2 2 k k Non c’è traccia esplicita delle componenti dei vettori v , v , ...,v , e 1 2 k quindi si può parlare di combinazione lineare di vettori in spazi vet- toriali astratti. Intenderemo sempre che le combinazioni lineari sono combinazionidiunnumerofinitodivettori. Un’altradefinizionechepuòtranquillamenteessereutilizzataèquella di dipendenza o indipendenza lineare, che avevamo dato in (III.8): k vettoria ,a ,...,a sonolinearmente(in)dipendentisel’equazione 1 2 k (1) a x +a x +...+a x =0 1 1 2 2 k k (non)ammettesoluzioninonnulle(x ,x ,...,x )(cid:2)0. Possiamodireche 1 2 k i vettori di un insieme (anche infinito) S sono dipendenti se per almeno un k esistono k vettori s , s , ..., s di S linearmente dipendenti. Natu- 1 2 k ralmente i vettori di un insieme (anche infinito) S sono indipendenti se nonsonodipendenti. (IV.6) Definizione. SiaSuninsiemedielementidiunospaziovetto- rialeV. AllorasiindicaconSpan(S)l’insiemedituttelecombinazioni lineari (finite) di elementi di S, e si chiama lo spazio lineare generato daS. PoniamoSpan(∅) = {0}. GlielementidiSsidiconogeneratoridi Span(S). Se S ha un numero finito di elementi s , s , ...,s , allora si 1 2 k indicaancheconSpan(S)=Span(s ,s ,...,s ). 1 2 k Lo span di un insieme di vettori di V è anch’esso uno spazio vettoriale (conleoperazioniereditatedaV),evieneanchechiamatounsottospazio vettoriale di V. Lo si provi a dimostrare per esercizio (Esercizio 46). Possiamo riscrivere la proprietà di avere o non avere soluzioni per un sistemadiequazionilinearinelseguentemodo. Figura IV.1: Hermann Günter (IV.7) Sianoa ,a ,...,a ebvettoridiRn. Ilsistemadiequazioni Grassmann (1809–1877), che in- 1 2 k trodusse la nozione di spazio a1x1+a2x2+...+akxk =b vettoriale astratto. hasoluzioniseesoltantose b∈Span(a ,a ,...,a ). 1 2 k

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VOL. 2 con elementi di geometria e calcolo vettoriale. 4. Matrici e operatori lineari . Per quanto riguarda gli elementi di geometria e di algebra lineare, La dimensione di Sn è 2n + 1, dato che i generatori sono linear- Halsted. Press, 1973. [Apostol(1967)] T. M. APOSTOL. Calculus. Vol. I: One-
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