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Mastino, Attilio; Ruggeri, Paola a cura di (2004) Da Olbìa ad Olbia PDF

515 Pages·2011·24.37 MB·Italian
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Preview Mastino, Attilio; Ruggeri, Paola a cura di (2004) Da Olbìa ad Olbia

Mastino, Attilio; Ruggeri, Paola a cura di (2004) Da Olbìa ad Olbia: 2500 anni di storia di una città mediterranea: atti del Convegno internazionale di studi, 12-14 maggio 1994, Olbia, Italia. Sassari, EDES Editrice Democratica Sarda. V. 1, 540 p.: ill. (Pubblicazione del Dipartimento di Storia dell’Università degli studi di Sassari, 27.1). ISBN 88-86002- 87-4. http://eprints.uniss.it/6000/ Documento digitalizzato dallo Staff di UnissResearch Da O/bìa ad Olbia 2500 anni di storia di una città mediterranea DaO/6ìa ad Olbia 2500 anni di storia di una città mediterranea Atti del Convegno internazionale di Studi Olbia, 12-14 Maggio 1994 a cura di ATTILIO MASTINO E PAOLA RUGGERI EDITRICE DEMOCRATICA SARDA Volume pubblicato dalla Editrice E.DE.S. in collaborazione con la Sinergest Olbia s.p.a. e con il Comune di Olbia Pubblicazione del Dipartimento di Storia dell'Università degli Studi di Sassari 27.1 Prima edizione Chiarella 1996 ISBN 88·86002-87-4 © Copyright EDES Editrice Democratica Sarda Via Porcellana, 16 -07100 Sassari Tel. 079.231314 Stampa Tipografia T.A.S. Via Predda Niedda 43/D -Tel. 079.262221 -Fax 079.260734 SASSARI Anno 2004 La Edes ringrazia la Sinergest spa, che ha promosso e ospitato nel 1994 il convegno internazionale di studi e, dopo dieci anni, ha voluto promuovere e finanziare la riedizione dell'opera "Da Olbìa a Olbia" per farne un omaggio alla città e alla sua storia. Introduzione Nell'assumere l'iniziativa di sostenere la ristampa di quest'opera in tre volumi Da Olbìa ad Olbia 2500 alllli di Storia di lilla città mediterra1lea, abbiamo voluto dar seguito ad un proponimento che ci ha sempre sostenuti: quello di incoraggiare lo studio della storia della nostra città, tanto antica, quanto, fino a pochi anni fa, poco conosciuta. Mentre gli archeologi stanno strappando dal sottosuolo i segreti del passato remoto della città, colmando vuoti di secoli, appare quanto mai necessario approfondire le diverse fasi della storia della città che ha conosciuto periodi di splendore - come in età romana - e periodi di crisi, se non di vero e proprio tracollo demografico e insediativo, tra Medioevo ed età moderna, in seguito ad avvenimenti cata strofici, tra cui si possono ricordare le razzie e le distruzioni dei pirati barba reschi. Eppure la città dai tanti nomi - Civita, Terranova Pausania, Olbia - rinata ogni volta dalle sue ceneri (l'ultima volta dopo i bombardamenti del 14 maggio 1943) ha ripreso il suo cammino, forte delle sue risorse e della sua felice posizione sul mare, sempre più speditamente e anzi impetuosa mente negli ultimi decenni. I saggi che compaiono in questo libro - che raccoglie gli Atti di un impor tante Convegno Internazionale, tenutosi in città nel 1994 - aiutano a rico struirne le tappe e ci aiutano a comprendere da dove veniamo per guardare meglio a dove andiamo. In diverse sessioni di lavoro studiosi e ricercatori italiani e stranieri - archeologici, storici dell'antichità e delle istituzioni, medievalisti, moderni sti, contemporaneisti, geografi, urbanisti, economisti - hanno contribuito, ciascuno nell' ambito delle proprie competenze sci enti fiche, a ricostruire una storia lunga 2500 anni, legata indissolubilmente al mare. E dunque con particolare piacere che presento quest'opera, totalmente rin novata nella sua veste grafica e per la quale ringrazio il Dipartimento di Storia dell'Università di Sassari che ne ha concesso i diritti. Come sindaco di Olbia ho osservato, in questi anni, una forte crescita del senso civico e dell'orgoglio di appartenere a questa città. Conoscerne a fondo la lunga e difficile storia il modo migliore per riempirlo, quest'orgoglio, di valori e di contenuti. Olbia, luglio 2004 Settimo Nizzi Presidente della Sinergest Sindaco di Olbia Presentazione Questi tre volumi raccolgono gli atti di un convegno del maggio 1994 che si propose ambiziosamente di ripercorrere la storia bi(tri)millenaria di Olbia. O, meglio, la storia di una ancora inesplorata sequenza di abitati, insediati tutti nell'area infondo al grande golfo dominato dalla mole dantesca di Tavolara: abitati che, quasi sulle stesse zolle di terreno, nacquero, diedero asilo ad una popolazione, crebbero e spesso scomparvero declinando fuori della storia, per rinascere come d'improvviso, ogni volta con altra gente e altro nome. Questo voleva significare quel titolo dato al convegno: da Olbìa ad Olbia non si sposta solo l'accento, si spostano i secoli e si sposta il destino degli uomini. Non vorrei dire cosa inesatta: ma scorrendo l'elenco delle relazioni e degli interventi viene subito da pensare che mai, nella vicenda recente degli studi sardi, si è dedicato ad una città un convegno di così vasto impegno. E non è una mera coincidenza: in realtà lo sviluppo eccezionale del centro gallurese nella seconda metà del Novecento è di per se stesso un emozionante caso di studio. Non è facile immaginare (e dire) quanto della storia passata è filtrata attraver so gli anni sino a influenzare questi che viviamo, la presente stagione e il boom di lei. Ma è certo che il recupero del passato è sempre un ricostituente forte per vivere il presente, anzi per prepararsi alfuturo. Tre volumi, per ben oltre che mille pagine, costituiscono di per sé una intro duzione ricca e suggestiva alla conoscenza della storia di una città a suo modo misteriosa come Olbia. Dico "misteriosa" senza alcuna intenzione retorica: è un fatto che, come altre città sarde ma in una misura più vasta, Olbia è stata non una ma almeno tre città. Come minimo, c'è la città di fondazione, a qualun que popolo la si debba ascrivere, che arriva a congiungersi con la città romana (a quel momento l'antica Olbìa è già diventata Ùlbia, Òlbia) e dura fino al declino della Roma post-imperiale: uno sprofondare lento nelle onde della sto ria lunga, un bradisismo di rovine e memorie che non ha nulla da invidiare a quegli abbassamenti del terreno di costa che hanno sommerso altre città sarde. Viene, dopo il "buco nero" dell'Alto Medioevo, in cui però tra luce la presenza di una Fausianè (Pausania, Fausiana), la Civita giudicale, luogo di transito e di attività modeste ma già capaci di far gola ai dirimpettai toscani: è di qui che Ugolino-Nino Visconti comincia a conoscere la Gallura da cui poi prenderà il nome. Terza città, la Terranova-Tarranòa che ricompare, dopo un'altra inter- Presentazione ruzione lunga che sembra da collocarsi al momento della grande crisi della egemonia spagnola nel Mediterraneo, e prende a svilupparsi lentamente sul bordo di un golfo facile agli interramenti e forse non altrettanto comodo agli approdi. Da questa Terranova nasce l'Olbia moderna (la restituzione dell'anti co nome, si sa, è un 'invenzione della passione romanistica del ventennio fasci sta, datata 1939), che si può correttamente considerare una reale continuazio ne della Terranova difine età moderna solo sino ai recenti anni Sessanta. Forse negli ultimi quarant'anni è nata un'altra Olbia ancora: che stavolta soprappone il suo perimetro nucleare a quello della città immediatamente pre cedente, ma nello stesso tempo vi aggiunge una serie di "appendici" edilizie la cui forza trasformatrice non solo del tessuto urbanistico ma della stessa com posizione sociale della città va di pari passo con le radicali intrusioni-integra zioni di nuove microetnìe e con le grandi svolte operate nella destinazione d'u so dell'intero corpo urbano. Questa lunga vicenda (2500 anni di storia di una città mediterranea, recita va il sottotitolo del convegno) è ora in molta parte ricostruita, reinterpretata e nuovamente raccontata nei tre volumi che seguono. Sembrerà una battuta, ma se Olbia vuoi dire "felice", felice davvero la città che può ripercorrere con strumenti di così efficiente funzionalità e di tanto rigore filologico il proprio passato lontano e, in parte, anche il passato più vicino. E più felice ancora se da questo aumento di saperi vorrà trarre corrette linee di guida al proprio pro rompente sviluppo. MANLIO BRIGAGLIA

Description:
Publicio Malleolo nel 232 a.C.36, di C. Papiri o Masone e di M. Pomponio strato per l'aramaico antico nella forma 'abdii ' su tavolette contenenti.
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