PARTE III Agosto 1860 - Marzo 1861 Il periodo di cui qui di seguito si riportano i documenti è quello che va dalla notizia dello sbarco di Garibaldi sul continente alla resa delle resistenze borboniche a Gaeta e Messina. Le fonti documentali sono le stesse di quelle delle precedenti parte della ricerca, le corrispondenze del conte di Cavour e le relazioni dei diplomatici di Sardegna a Napoli, Palermo e Messina. Per completezza, per il periodo gennaio- marzo 1861 si sono tratte alcune lettere scritte o ricevute dal generale Cialdini, tratte dal volume “L’assedio di Gaeta e gli avvenimenti militari del 1860-61 nell’Italia Meridionale” del colonnello Cesare Cesari, edito dal Ministero della Guerra – Stato Maggiore R. Esercito-Ufficio Storico nel 1926. I documenti mettono spesso a nudo interessi, gelosie e difetti d’ogni genere sia di chi scrive sia di chi si parla smitizzando personaggi che la storiografia ha quasi sempre rappresentato in forma agiografica e comportamenti assai dubbi dal punto di vista della correttezza sia nei rapporti fra stati sia fra le persone, in ciascuno la convinzione che la causa, l’ideologia e perché no, anche purtroppo, l’interesse personale giustificassero qualunque mezzo e qualunque azione. Agosto 1860 A partire dal 20 agosto dalle relazioni, lettere, commenti e dagli stessi documenti del Governo napoletano si assiste al progressivo sfaldarsi dello Stato. Si ha il crollo di ogni difesa in Calabria, in Basilicata e nel Salernitano, si tratta per lo più di rese a discrezione molte delle quali senza che venga sparato un colpo. Francesco II, pur deciso a resistere, vuol salvare la città di Napoli e per tenerla fuori da un possibile conflitto la dichiara città neutralizzata, una sorta di città aperta, ma non accetta l’appello dei suoi ministri di lasciare il potere designando un luogotenente generale ed affidandosi per la riconquista del 1 trono al giudizio delle potenze europee. L’invito che gli viene rivolto in questo senso dai suoi ministri è peraltro visibilmente in mala fede, è l’ultimo atto del tentativo degli emissari di Cavour di assumere il potere formale a Napoli e nelle province continentali del Regno prima dell’arrivo di Garibaldi. Significativo in tal senso il telegramma del 27 agosto con cui Cavour chiede che venga fatto tutto il possibile per impedire la dittatura di Garibaldi, cui seguirà l’appello dei Ministri al re. Peraltro gli sforzi del Villamarina e di Persano così come degli altri agenti del governo piemontese trovano un ostacolo insormontabile nell’inerzia della classe dirigente napoletana. Durissime sono le espressioni del Villamarina sia verso la nobiltà, sia verso la classe militare, di quest’ultima mentre riconosce la bontà dei soldati, bolla la modestia dei comandanti che hanno perso ogni carisma. In Sicilia prosegue invece la lotta politica fra chi vuol ritardare ad altri tempi, in vista forse di altri mutamenti, l’unione col regno di Sardegna e coloro che aspirano alla pronta annessione ad essa. In questa fase sono i primi ad avere la meglio ed il Crispi riesce ad imporre quali governatori delle principali città i suoi uomini, anche quando questi siano di modestissima levatura e la loro onestà lasci a desiderare, l’importante è il colore politico. Dispaccio telegrafico Marchese di Villamarina Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario presso la Corte di Napoli al Ministero degli Affari Esteri a Torino1. «Naples, 20 août 1860 Six mille hommes ont débarqués sur capo dell’Armi près de Melito. On m’assure que Garibaldi est parmi eux. Villamarina». Dispaccio telegrafico del Conte di Cavour al Contrammiraglio Carlo Pellion di Persano2. «senza data 1 AST - Raccolte private – Carte Cavour – Corrispondenti - Mazzo 16. 2 AST – Carte Cavour – Lettere sciolte, scritti, ecc – Mazzo 27. 2 Comte Persano, si pouvez engager le Comte Syracuse à écrire lettre au Roi de Naples conforme à ce que me mande Nisco ce serait utile. Cavour». Dispaccio telegrafico del Contrammiraglio Carlo Pellion di Persano al Conte di Cavour. «Naples, 20 août 1860 Nisco demande pour Avellino 40 mille francs. Dois-je les lui donner sur simple reçu ? Persano». Lettera del Generale Giacomo Medici al Conte di Cavour3. «Messina, 20 agosto 1860 … mi giunse graditissima la di lei lettera dei 6 di questo mese. Giungemi graditissima per le cose in essa discorse riguardanti il paese in generale; per le espressioni di simpatia che giustamente meritano i generosi volontari nostri, e perché mi apprende che Ella al pari di me è convinta che, intermediario il bravo Depretis, le cose per l’avvenire, andranno ancor meglio che per lo passato. Le ripeto e le confesso che ne abbiamo bisogno. Ora il dado è gettato. Garibaldi si è deciso per il meglio, ed è felicemente sbarcato sulle coste di Calabria con circa quattromila uomini. Altre truppe terranno dietro a quelle. È d’uopo tirare avanti. Politicamente e militarmente. Ella m’insegnerà, Signor Conte, che non bisogna fermarsi a mezzo. Tutte le perdite sarebbero dalla nostra parte. Avremmo una somma di sacrifici, senza la corrispondente parte di vantaggi. Se ciò non fosse vero i temi generali, sarebbe una verità rispettivamente alla questione italiana. L’attitudine stessa dell’Austria deve confermare questa massima. Il fatto ci mostra sempre più chiaramente che abbiamo bisogno di avere Napoli, che abbiamo bisogno di far presto. E per far presto occorrono aiuti, li aiuti non debbono mancare. Sono d’accordo con Lei che le sorti italiane debbono in definitiva decidersi sul Mincio e sul Po. Ebbene, se avremo Napoli, potremo portare su quelle località centomila uomini in 3 AST – Carte Cavour – Corrispondenti – Mazzo 10. 3 più, ed ogni sorta di materiali da guerra. Operando energicamente e presto per Napoli, noi metteremo insieme un’armata da portare di fronte all’Austria, su quei due punti strategici. È mio profondo convincimento. Io agisco in relazione a tale mia considerazione in ogni attività. Con Garibaldi da una parte, e con altre forze dall’altra, lavoreremo a renderci padrone dello stretto, occupando anche i forti sulle coste di Calabria. Allora i Regi dovranno sgombrare anche dalla Cittadella di Messina, e noi avremo una zona importante di offesa e di difesa. Da questa zona, senza contrasti, liberamente potremo preparare delle spedizioni per quella parte del Continente che più ci sembrerà utile. Non ho tempo per questo corriere di scriverle più a lungo. La terrò informata sui progressi che faremo nel nostro teatro d’azione. Se Ella dal canto suo continuerà a favorirmi con le sue lettere, io mi reputerò fortunato ed onorato … Medici P.S. Ond’essere più pronto e più libero ad agire militarmente, ho deposto i pieni poteri che il Dittatore mi aveva conferito. Il “Torino„ (vapore) che fu adoperato nella spedizione di Calabria si arenò. Ho chiesto il “Carlo Alberto„, che era a Messina, perché andasse a soccorrerlo, ed il comandante rispose che non aveva poteri per farlo. Ciò fece cattivissima impressione. Se i comandanti dei legni avessero poteri meno limitati, credo sarebbe bene». Lettera del Contrammiraglio Carlo Pellion di Persano al conte di Cavour4. «Napoli, 21 agosto 1860 … le mando i rapporti che ho avuti dal “C. Alberto„ e dal “V. Emanuele„ sullo sbarco del Generale Garibaldi. Ho approvato la condotta del C.te Albini, non quella del cav Mantica. Pazienza! Ora è fatta, ed il “Torino„ pare perduto. Partono in questo punto le fregate napoletane la “Borbone„ ad elica, e la “Partenope„ a vela, chiamate nel faro dal capo Divisione Le..ro comandante in quelle acque. 4 AST – Carte Cavour – Corrispondenti – Mazzo 12. 4 Qui si va avanti ma con che fatica lo so io. Gelosie, suscettibilità da ogni parte, che occorre vincere in ogni momento. Il Marchese di Villamarina è troppo arrendevole, e qui fa mestieri guidare e non farsi guidare. Nunziante vorrebbe sbancare i più influenti del Ministero, ed io vorrei unione, perché tutti influenti. Mi conduco con molta arte, almeno mi sembra di farlo. Il fatto sta che Nunziante è nelle mie mani ed ha più confidenza in me che non in altri. Siamo negli scogli, Eccellenza, ma spero uscirne a bene. Valiamoci del Conte di Siracusa che è pienamente alla causa italiana. Non perdiamo l’occasione, Eccellenza, che più adatta non si potrebbe avere. Mettendo il Conte di Siracusa alla testa del movimento si appiana ogni cosa. Ognuno entra al suo posto e rimangono tolte le rivalità di supremazia e ciò che è più si salva l’apparenza dell’onor militare alla truppa, quindi quasi certezza del loro pronunciamento e sottomissione a V. Emanuele Re d’Italia. Il Conte di Siracusa qual primo atto della sua Reggenza proclamerebbe lo Statuto piemontese, inalbererebbe la bandiera allo stemma di Savoia, farebbe giuramento di sudditanza e fedeltà a Re V. Emanuele, e chiamerebbe ogni autorità a fare altrettanto. Non mancherebbe quindi a noi che muoversi per la grand’annessione, e correrei per imbarcare V. Emanuele e condurlo al possesso de’nuovi stati. Cammino col pensiero, non è vero, Eccellenza? Ma è il mio sogno, faccia Dio che si avveri, e morirò contento. Le unisco la lettera che il Conte di Siracusa intenderebbe mandare al Re appena venuto il momento favorevole, ed il suo proclama al popolo. Voglia V.E. rispondere per telegrafo se si approvano, onde poter eseguire. Ho pregato S.A.R. di comunicare ogni cosa al M.se di Villamarina e lo ha fatto, per modo che il Ministro è soddisfatto nel suo amor proprio; nulla sapendo egli del telegramma di V.E. a cotale riguardo. Pregherei V.E. di complimentare il M.se di Villamarina sul proposito siccome tutto venisse per opera sua. È necessario il farlo. In quanto a me non trascuro affatto i riguardi che son 5 dovuti a ciascuno di questi signori, così mi trovo bene con ognuno di loro nel mentre che sanno che so tenermi al mio posto nel momento del bisogno. Ho fatto pagare 2 mila ducati napoletani al Signor Devincenzi, e 4 mila al B.ne Nisco. Non mi dilungo in altri particolari perché gli verranno comunicati dalle varie persone che le scrivono e formano parte della riunione presieduta dal marchese di Villamarina …di Persano P.S. Essendo, Eccellenza, della più grande urgenza il non ritardare la comunicazione delle lettere del Conte di Siracusa, per la debita approvazione o non approvazione delle medesime spedisco a V.E. il mio aiutante di campo, facendolo partire sull’ “Ichnusa„ al quale do ordine di volgere per Genova senza ritardo di sorta. Ho ricevute le due lettere di V.E. in data 17 corrente. Le sono riconoscente della fiducia e dell’autorizzazione che mi ha dato per le spese straordinarie … di Persano». Lettera del Barone Nicola Nisco al Conte di Cavour5 «Napoli, 21 agosto 1860 …non le scrivo di sbarchi e di altre cose che saprà altrimenti. Le dirò semplicemente quanto riguarda la parte mia, e pienamente con grande soddisfazione le posso assicurare che S.A. il Conte di Siracusa è animato da spirito veramente italiano. Questo sentimento occupa tutto il suo cuore e la sua mente come rileverà dalla copia della lettera destinata per suo nipote. Sarà mandata nel punto opportuno, che forse verrà fra due giorni. Tal lettera non ha bisogno di elogi. Basta leggerla per ammirarla e per valutare come S.A. ha saputo con arte meravigliosa armonizzare la sua doppia qualità nel compiere il più difficile compito compiuto mai da un uomo. Prego V.E. di umiliare a S.M. questa copia della lettera … Quando tal lettera sarà pubblicata ed inviata a Francesco II, il Conte di Persano ne farà avviso a V.E. per farla pubblicare immediatamente sui 5 AST – Carte Cavour – Corrispondenti – Mazzo 11. 6 giornali piemontesi. Son sicuro che farà grande impressione in Europa… La rivoluzione di Basilicata procede bene: accorrono al centro rivoluzionario bande da tutte le province. Boldoni ha adempiuto mirabilmente alla sua promessa, di cui le feci cenno nella mia precedente scritta… La manifestazione della truppa in Foggia è fatto solenne e gravissimo. A quell’ora avrebbe dovuto seguire la rivoluzione in Avellino. Io aveva tutto fermato, ma al momento non ho potuto avere il denaro richiestomi per lettera del Colonnello Lorenzo de Concilli presidente del Comitato di Avellino. Mi perdoni V.E. se io francamente le dico che quella mancanza ha prodotto gran danno e che non bisogna fidare a mezzo. Per togliere ogni ostacolo io mi sottometteva anche al gran sacrificio per un gentiluomo, quello di farle intendere se potessero essere a me affidati 35 mila franchi. Ora l’Ammiraglio mi fa sapere essersi degnata V.E. i mettere a disposizione D. 4000. Subito parto per Avellino ed a riscontro passerò al Colonnello de Concilli D. 3000, altri 1000 depositati nella cassa della casa del banchiere Stedinos, mio congiunto, saranno passati ad Avellino come il movimento sarà cominciato. Ho stimato operare in tal guisa per garantire nel miglior modo possibile il denaro che passa per le mie mani. Qui mi permetto di ricordare che senza i milioni Napoleone III sarebbe rimasto Luigi Buonaparte. Ho la certezza che il movimento di Avellino sarà subito eseguito. Benevento manderà 200 uomini. Si farà centro nel distretto di S. Angelo dei Lombardi per operare di concerto con la Basilicata e con la Capitanata. Alle truppe di Foggia divenute cittadine si è mandato l’ordine di marciare verso Napoli e lo sbarco di Cosenz nel Golfo di … aumenta il loro ardire. Subito si avranno due battaglioni sicuri. Nunziante uscirà in campo ed assumerà il supremo comando. Questi ora è in città; da bordo nulla poteva fare, specialmente dopo essere stato veduto per sua colpa da commessi del carbone andati su la “Costituzione„. Ciò ha prodotto grande paura nella Corte, grande pericolo per lui, ma anche grande animo nella truppa. Il suo nome è una potenza, ed il suo passato ci serve mirabilmente, massime perché l’ufficialità si persuade che molto c’è da guadagnare nulla da 7 perdere con accettare la buona causa. Da Torino fu avvisato il Governo di essere stato Nunziante ricevuto da V.E. e di averne accettato le offerte. Sia benevolente a prenderne conto. Nunziante si sporge con ardire. Ha già parlato con alcuni ufficiali maggiori, ora è in trattative con Sottufficiali di sua fiducia. Ha già stampato un proclama che sarà subito stampato e esposto nei battaglioni. Vuole precedesse all’azione una dimostrazione per Vittorio Emanuele per togliere all’esercito la preoccupazione di onore di non cedere a Garibaldi; la dimostrazione sarà fatta. Tutti ora riconoscono l’importanza di quest’uomo e quelli che prima per calcoli personali intorno a ciò han fatto guerra, ora per altri calcoli vorrebbero almeno essere i più prossimi a lui. Io confido soltanto in Ribotti. Mi auguro che riuscirà all’altro scopo, ed allora in un giorno sarà tutto conquistato. Ieri ho avuto una conferenza con i capi di parte repubblicana. Mi hanno promesso che le loro forze militerebbero sotto i nostri capi. Innanzi a me hanno scritto riconoscevano in Basilicata Boldoni. In ogni modo bisogna evitare nel momento divisioni … Nisco». Dispaccio telegrafico del Conte di Cavour al Contrammiraglio Carlo Pellion di Persano6. «senza data Comte Persano, je vous autorise de donner de l’argent à Nisco s’il vous en demande. J’espère que les nouvelle des Provinces détermineront mouvement dans la capitale. Cavour». Lettera di Filippo Cordova al conte di Cavour7. «Palermo, 21 agosto 1860 … l’arrivo di Garibaldi (giorno 16) fece immediatamente passare dallo stato di minaccia a quello di fatto compiuto l’espulsione di Cortes, reo di voler propagare la Società Nazionale, e quella di Paternostro (che non è gran cosa di buono) considerato come facinoroso della riunione di 6 AST – Carte Cavour – Lettere sciolte, scritti, ecc – Mazzo 27. 7 AST – Carte Cavour – Corrispondenti – Mazzo 4. 8 Monteleone. Questi colpi di autorità dittatoriale, che Depretis vede molto volentieri attribuiti a Garibaldi, accrescono il malumore della parte colta del pubblico, che prende sempre più il meno della attenzione malcontenta. Il deperimento fisico di Depretis è visibile, sabato non ha tenuto il cibo. Ieri sera trovatolo addormentato l’ho lasciato in riposo. La sera del 18 lo vidi per la prima volta dopo la partenza del Dittatore, gli chiesi dell’annessione; mi rispose che non aveva osato parlargliene, vedendolo infuriato come una bestia perché il Governo gli aveva mandato un avviso nel Gofo degli Aranci onde impedire il suo tentativo nello Stato Romano. Gli riferii essere corsa voce nella città che il dittatore avocava di nuovo a sé una parte del Governo civile; esser certo per lo meno (io l’aveva scoperto dal Generale Paternò) che riserbava a sé le nomine militari. Rispose esser vera quest’ultima parte soltanto, e che del resto aveva mostrato di continuargli la stessa fiducia. Domenica 19, la grande occupazione era di sbarazzarsi degli arrivanti che appena posano il piede a terra commettono atti di massima indisciplinatezza … Ieri sera 20, la città era silenziosamente illuminata per ordine del pretore onde festeggiare lo sbarco di Garibaldi in Calabria. Questo avvenimento di cui tutti sentono l’importanza per la Sicilia assorbe al momento l’attenzione pubblica… Cordova». Dal Marchese di Villamarina Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario presso la Corte di Napoli al Conte di Cavour Presidente del Consiglio (confidenziale n. 30)8. «Napoli, 21 agosto 1860 …Domenica 12 corrente abbi l’onore di rimettere a S.M. Siciliana la lettera colla quale l’Augusto Nostro Sovrano rispondeva alle credenziali dei Sig.ri D. Giovanni Manna e B.ne D. Antonio Winspeare. L’accoglienza fu assai più cortese di quanto egli era lecito sperare nelle attuali circostanze. Tuttavia malgrado cercasse mostrarsi non troppo seriamente preoccupato della disperata posizione del suo 8 AST – Carte Cavour – Carte politiche – Legazioni – Mazzo 20. 9 Governo S.M. pronunziò tali parole che tutta apertamente palesarono l’amarezza racchiusa nell’animo suo. Disse il moto attuale essere opera non già della nazione ma di un partito spinto, avverso ad ogni ordinato reggimento, che valendosi della grande idea dell’unità d’Italiana, nascostamente agitatasi per trascinare le masse e spingerle all’anarchia, sola condizione che potesse convenire agli uomini perversi di che era composto; che l’intera penisola sarebbe più tardi caduta in loro balia ed altri avrebbe allora forse divisa la presente sua sventura. Risposi le istituzioni da nostri Monarchi generosamente largite al paese e lealmente mantenute assicurare al R.° Governo in tempi difficili l’appoggio della pubblica opinione anche allorquando gli fosse mestieri raddoppiare di forza ed energia per reprimere i disordini di una fazione perturbatrice. La libertà aggiungere vigore e potenza. La situazione attuale del regno di Napoli essere a parer mio, opera non già di intrighi esteri o di opinioni spinte, ma di coloro bensì che sempre ostinatamente si opposero ad ogni savia concessione, rendendo responsabile la Corona degli atti loro e negando di stringersi al Piemonte allorquando ciò era possibile. Il Re mi rispose queste precise parole: “che volete, io aveva allora un Ministero di bestie (sic)!”. Avendo io chiesto quale soggiorno avesse prescelto per l’estate, egli mi rispose, fare da qualche tempo una vita interamente militare, mutando spesso residenza e viaggiando avec les malles faites (sic). Tale è il sunto dell’udienza ottenuta …Di Villamarina». Dal Marchese di Villamarina Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario presso la Corte di Napoli al Conte di Cavour9. «Naples, 21 août 1860 ...je vous ferai grâce de tous les détails qui concernent le grand mouvement qui se prépare à Naples et me bornerai à vous confirmer l’espoir que je nourris qu’un Gouvernement pourra être constitué avant de l’arrivée de Garibaldi dans cette 9 AST – Carte Cavour – Corrispondenti - Mazzo 16. 10
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