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Marziale e la poesia delle cose PDF

112 Pages·2005·1.624 MB·Italian
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STUDI LATINI Collana diretta da Fabio e Giovanni Cupaiuolo -58- MARZIALE E LA POESIA DELLE COSE CARMELO SAI.EMME MARZIALE E LA POESIAO RLI.EC OSE LOFFREDO EDITORE - NAPOLI ¼lumep ubblicatoc olc ontributod el MIUR - Universitàd ellaC alabria- Dipartimentod i Filologia Proprietàl meraria riservata I La Loffredo F.ditore Napoli Spa è azienda certificata del CertlCarGraf sistema di qualità aziendale in conformità ai canoni delle C«III. I normeU NI EN ISO 9001. c......c.111 ,• • -- © 2005 by LOFFREDO EDITORE S.P.A. Vut Comalvo9, 9 H (P.coS . Luigi is. D) 80126 Napoli http://www.loffedo.it E-mail·i [email protected] PREMESSA Già nelle 'schede' di oggetti raccolte in Xenia e Apophoreta è in nuce il mondo poetico di Marziale, sono presenti alcuni suoi temi, certe sue movenze espressive; sopra tutto è la sua disposizione ali' osservazione minuta del reale, che nella pro duzione 'maggiore' si organizza spesso in compiuti, organici contesti, ma con una insopprimibile tendenza ai lunghi elen chi, quasi ai cataloghi, ove la presenza delle cose, dei loro rap porti sia reciproci sia con la sfera umana è continua e coin volgente. È il modo tutto proprio di Marziale di leggere, di appropriarsi del reale. I.:esigenza di un'arte concreta è adeguatamente documen tata dalla poetica 'programmatica' di Marziale, un'arte che nell'arco di un carme breve e vivace (12, 61, I) facesse sentire il sapore stesso della vita umana (IO, 4, 10) e la stessa esisten za vi si specchiasse e vi si riconoscesse (8, 3, 20), con una spre giudicatezza espressiva indispensabile per un ritratto vivido e colorito della realtà (1, praef.>. E tuttavia la poetica 'programmatica' non documenta la caratteristica precipua del mondo poetico di Marziale, la sua attenzione assorbente nei confronti dei dettagli del reale, delle cose che egli ama avvertire, sentire, quasi toccare, ali' occasio ne stravolgere proprio quando il lettore meno se lo aspetta. Marziale non possiede una visione, per cosl dire, 'totale' della realtà, che predilige invece cogliere nei suoi particolari, dai 5 quali è conquistato e spesso come ossessionato: nel rievocarli, nel nominarli, nel comporli tra loro per poi scomporli. In questo senso, la sua è una 'poetica degli oggetti', per ripren dere una formula da me adoperata nel 1976, una poetica agente a livello interno, una poetica 'operante' (nella efficace terminologia di Luigi Pareyson). E forse, di tale poetica 'operante' il migliore documento resta quella prefazione al libro XII che già destò l'attenzione di Erich Auerbach. Scrivendo ali'a mico Prisco dal suo ritiro di Bilbili, il poeta rimpiange il suo pubblico di Roma, il vero ispiratore della sua opera; gli mancano le biblioteche, i teatri, gli mancano i contatti umani, i contatti con le cose, con quel la variegata realtà che già recava in sé l'ispirazione: si quid est enim quod in libellism eisp laceat,d ictavita uditor:i llam iudi ciorums ubtilitatem,i l/ud materiarumi ngenium, bibliothecas, theatra,c onvictusi,n quibuss tuderes e voluptatesn on sentiunt, ad summam omnium il/a quae delicatir eliquimusd esideramus quasid estituti.F u il mondo che lo circondava, furono le stra de e i vicoli di Roma, furono le cose, gli oggetti anche i più splendidamente inutili a sollecitare la sua fantasia e a costitui re il suo più autentico mondo poetico. I ALLEO RIGINI DELLAP OESIA DI MARZIALE La poesia di Marziale è fatta di cose, di oggetti che si pro pongono alla sua memoria e che vengono da lui elencati, caratterizzati sin nelle minuzie. I..:arted i Marziale non cono sce gli approfondimenti psicologici, le ricostruzioni ambien tali, le rievocazioni umane; non conosce personaggi nel senso compiuto del termine. Egli ritrae l'uomo, la natura, persino i sentimenti e gli stati d'animo non in maniera diretta, ma elen 1 cando, talora affastellando, un oggetto dopo l'altro Tali • oggetti o si esauriscono nella boutaden, ella battuta a sorpresa che li capovolge, li estrania dalla loro realtà originaria (for nendo un'interpretazione del reale grottesca e caricaturale) o invece (ma spesso queste due possibilità si intersecano e si combinano insieme) acquistano valenze connotative, nel senso che la loro p r e s e n z a designa una situazione, rie voca un personaggio o una realtà psicologica o ambientale. 1 Il riferimento è a quella che già nel 1976 definivo 'poetica degli oggetti' (Marzialet la poeticae kg/i oggetti"S. truttura dell'epigramma di Marziale, Napoli 1976). Di una «poétique du réel»,d i un «matérialismep oétique» parla P. I..AURENSn ella sua egregia, meditata opera su Marziale e sulla storia dell'e pigramma (L'abtilltd ans /'ambre.C élébration de l'é pigramme de l'é poque alexandrine à la fin de la Renaissance,P aris 1989, pp. 229 s.). 7 l Un esempio, fra tanti: in 11, 32 Marziale prende di mira un certo Nestore che ama fregiarsi del titolo di povero quando in r realtà è un autentico miserabile. Come esprimere lo squallore di Nestore? Marziale non divaga sul suo carattere psicologico, t .· sulle vicende della sua vita. A denunciare l'effettiva miseria di Nestore sarà un elenco di oggetti (vv. 1-4): Nec toga nec focus est nec tritus cimice lectus nec tibi de bibula sarta palude teges, nec puer aut senior, nulla est ancilla nec infans, nec sera nec clavis nec canis atque calix. È quasi una libido, un esasperato nominalismo che spin ge il poeta a evocare, a nominare, uno dopo l'altro, i suoi e oggetti nelle situazioni e nei casi più diversi (alcuni esempi: I 1,41;2, 14;3,20;62;77;82;93;4,4;46;5,37;6,89;93; 8, 23; 9, 57; 10, 90; 11, 8; 18; 21; 31; 52; 98; 12, 32; 57; 61; 77; 85). Ma l'oggetto, in Marziale, non ricorre solo negli e elenchi; si può anzi dire che, nella sua varietà e complessità, . è al centro di ogni epigramma, ne costituisce il fulcro cen trale intorno a cui ruota l'intera struttura del componimen r to. La presenza degli oggetti è in Marziale centrale e caratte l• r; rizza la sua poesia sin dai suoi primi tentativi, sin dalle rac- colte di Xenia e Apophoretad, ai libri XIII e XIV2 In questi • due libri l'oggetto è 'schedato', analizzato; talora presenta già la boutade,i l gioco di parole; ma è ancora visto nella sua ,, individualità, non è ancora entrato entro un 'circuito'. 2 I due libri si possono leggere con il commento del Lcary:M arciai, Book '· XIII, The Xmia, Tcxt with introduction and commentary by T. J. LF.ARY, '--'L ondon 2001; BookX /li, TheA pophort:taT,c xt with introduction and com- mentary byT. J. LF.ARLYo, ndon 1996. 11, Eppure, l'importanza di Xenia e Apophoretan on si esaurisce solo nel documentare la fase preparatoria del Marziale mag giore. Piuttosto, la loro portata si allarga, se si pensa che è possibile scoprire nelle due raccolte, seppure in nuce,i temi fondamentali della poesia di Marziale, certe movenze espres sive che caratterizzeranno la maturità del suo stile, alcuni spunti poetici che in seguito saranno in pieno sviluppati, ma che in Xenia e Apophoretaf anno la loro prima, significativa comparsa. Gli oggetti di Xmia e Apophoretato rnano nei dodici libri, allora; e non solo, ma con essi ricompaiono stilemi, motivi, nuclei tematici che sono alle origini del fare poetico di Marziale. Il quale aveva dietro di sé - è vero - la poderosa pro duzione epigrammatica greca; aveva dietro di sé Catullo, e poi Virgilio, Orazio, Ovidio; aveva dietro di sé Seneca e il 'nuovo stile' della retorica. Ma sopra tutto aveva le sue pulsioni poe tiche, il suo linguaggio originario, le sue predilezioni e le ten denze del suo stile, la sua visione del mondo, il modo tutto suo di impadronirsi del reale, di creare un nuovo reale attra verso i suoi accostamenti, la sua lettura delle cose. Vorremmo, dunque, attraverso una significativa campio natura, documentare queste 'origini' della poesia di Marziale, privilegiando non tanto gli echi esterni, le imitazioni della poesia precedente, quanto piuttosto gli echi di Marziale, del primo Marziale, in Marziale stesso: il patrimonio originario del poeta che si cala, si storicizzan,e lla concreta sua evoluzio ne letteraria e artistica. Dalle 'schede' in apparenza fredde, neutre, di Xenia e Apophoretaè possibile enucleare, in embrione, alcuni connotati essenziali del mondo poetico di Marziale. 9 1. La suggestiondee ll'epigrammgar ecoI. l gusto di comporre brevi epigrammi per descrivere doni poteva pur provenire, in parte, da alcuni epigrammi greci di carattere votivo3 Cosi, • nell'AntologiaP alatinaè possibile trovare la descrizione di una penna data in dono, di uno stuzzicadenti, di un vasetto india no, di un volume di poesia di Anacreonte (rispettivamente AP 6, 227; 229; 261, tutti di Crinagora); di un cappello, di una candela, di un libro (6, 335; 249; 9,93, tutti di Antipatro di Tessalonica). Elenchi di oggetti sono poi sopra tutto nel gran- 3 Ma non tralascerei del tutto, tra le eventuali suggestioni che potevano sollecitare Marziale, il Petronio di 56, 7-10, con i suoi apophoretian trodotti nel corso della cena (vi ha richiamato l'attenzione B. L. ULLMAN, «Apophoretai»n Pm-oniusa nd Martia4 «Class. Philol.» 36, 1941, pp. 346- 355, ma al solo scopo di identificare con precisione la natura degli oggetti menzionati da Petronio). Corrispondenze non mancano, al di là della diffi coltà testuale del brano petroniano (ho presente l'edizione di Emout): pema: 13, 54 (Perna);c ervical1: 4, 146 (Cnvica~;p orri: 13, 18 (Porris ectivi)e 13, 19 (Porri capitati);p mictr. 13, 46 (Pmica praecocia)j;l agellum: 14, 55 (F/agellum);c ultrum: 14, 31 ( Culter venatorius); muscarium: 14, 67 (Muscariump avoninum)e 14, 68 (Muscariumb ubulum);u vam passam:c fr. 10, 22 ( Uvaed uracinae)m; e/ Atticum: 13, 104 (Me/A tticum); cmatorut:c fr. 14, 136 (Cmatoria);k pus: 13, 92 (Lepom); soktr. 14, 65 (Sokae lanatae); murama: 13, 80 (Murmae);fascemb etae.c fr. 13, 17 (Fascisc oliculz)1, 4, 38 (Fascecsa /amorum)e 13, 13 (Betae). Ma un certo qual confronto può pure essere istituito tra passereds i Petronio e gli apophoretad i uccelli in 14, 73 (Psittacus)7;4 (Corvus);7 5 (Luscinia);7 6 (Pica),m entre del passero si fa implicita menzione in 14, 77 ( Caveae boretrS. i tibi talise rit, quakm, dikct11 Catullo/L esbiap, lorabash, ic habitarep otes~.C osl, ancora, si può confrontare acetabulumd i Petronio con l'intero 13, 122 (Acetum:A mphoraN iliaci non sit tibi vilisa ceti:/e ssetc um vinum, viliori l/af ai~. Marziale ha certamente letto Petronio: a lui è vicino non solo per il frequente uso di volgarismi, ma anche per alcuni spunti che egli mostra di tenere presenti (cfr. C. MARCHESI, Pm-onioe Marziak, «Athenaeum» 10, 1922, pp. 278-280); ma è difficile sta bilire in quale misura Petron. 56, 7-1 O abbia influito sul poeta (si tratta, in sostanza, di tematica comune). 10

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