Le Navi Titolo originale: Petit Breviaire du snobisme © Éditions L’Inventaire I edizione ebook: novembre 2014 © 2007 Alberto Castelvecchi Editore srl Via Isonzo, 25 00198 Roma Tel. 06.8412007 - fax 06.85865742 www.castelvecchieditore.com [email protected] Art Direction: Elisa Passacantilli Traduzione dal francese: Guya Parenzan Revisione e impaginazione: Serena Vischi Cover: Chiara Arnone In copertina: © Getty Images/Laura Ronchi ISBN: 9788868265021 Importante: i dattiloscritti inviati all’attenzione della casa editrice non verranno restituiti Versione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl Antonius Moonen Manuale dello snob Indice Manuale dello snob Nota dell’autore Pagina nera nella vita di uno snob (Estratto dal Diario di uno snob) Antefatto storico PARTE PRIMA LA CREAZIONE DI SÉ 1. Il principio 2. Il nome 3. La giovinezza 4. Il comportamento 5. Passaggi 6. La politica 7. La religione 8. Il lavoro 9. Il denaro 10. Il corpo 11. L’apparenza 12. Il pied-à-terre 13. L’atmosfera 14. Gli animali domestici 15. I domestici 16. La fine PARTE SECONDA DALLA TEORIA ALLA PRATICA I. L’ABC dello snobismo II. La gastronomia Prima colazione, gran classe Il tè Idee per il pic-nic I dessert «vecchia Europa» Il vino Lo champagne III. L’almanacco IV. La lista nera Ringraziamenti Bibliografia non esaustiva Nota dell’autore Prima di iniziare la lettura di questo manuale, e per evitare ogni malinteso, l’autore desidera mettere qualche puntino sulle «i». Suggerisce quindi vivamente a coloro che sperano di trovare in questo libro un elenco di marche o di punti vendita di continuare ad acquistare le riviste destinate al vulgum pecus. Sconsiglia inoltre fortemente la lettura di questo opuscolo ai parvenu, ad altri nuovi ricchi – per i quali il motto di Bismarck Beati possidentes (‘Beati gli abbienti’) sostituisce il savoir-vivre e l’educazione – agli yuppie proprietari di cellulari accessoriati e macchinoni col bisogno di introdursi in circoli che, anche se solo semimondani, sono pur sempre al di là delle loro capacità intellettuali, e alla nobiltà «grande» e «piccola» che, esattamente come un camembert troppo maturo, non sa più mantenere le distanze. Va da sé che anche i seguaci dello stile «perbenino» figurano sulla lista, in quanto assimilati alla più patetica borghesia. Questo manuale si rivolge infatti a un’élite e non a coloro che seguono le mode lanciate dalle riviste. In questo caso, alcune nozioni fondamentali sulla cultura dei prodotti di lusso e una forte personalità sono un requisito minimo. Speriamo quindi che il presente manuale non finisca in mani indesiderate né in una classifica delle vendite. *** La certezza di voler appartenere al meraviglioso mondo degli snob non vi garantisce di per sé una posizione al suo interno: dovrete conquistarla. Anche Pigmalione, però, ebbe bisogno dell’aiuto di Afrodite, e così è a voi, a voi soltanto, che questo libro offre un solido sostegno. Si può nascere snob? Avete qualche possibilità? Non si tratta di una malattia o, meglio, di una frustrazione? Cosa mangia lo snob? Dove fa acquisti? Dove lo si può incontrare e cosa porta con sé quando è in viaggio? Come ha arredato la sua casa, all’interno della quale solo poche amicizie intime saranno, forse, ammesse? Che opinioni politiche ha? È credente? Soffre di paranoia o di inquietudine esistenziale? Le domande sono davvero molte. Eppure, ogni snob è incomparabile e unico. Lo snob ha visto tutto, vissuto tutto, e non ha neppure bisogno di ricordarsene. Essere sempre un’eccezione: ecco la legge dello snobismo. «Non si dovrebbe mai far nulla di cui non si possa parlare dopo cena», scriveva Oscar Wilde. E prima di proseguire nella lettura, tenete a mente che ogni forma d’altruismo è da proscrivere fin d’ora. Quod licet Iovi, non licet bovi (‘Quel che è lecito a Giove, non è lecito al bove’). Così va il mondo. Scrivere un libro è come parlare a tavola, davanti alla servitù. MONTHERLANT Pagina nera nella vita di uno snob (Estratto dal Diario di uno snob) Ieri sera: cena insipida con l’addetta culturale di non so quale Paese. Oggi: giornata di una mediocrità da rendere misantropi. Stamattina dovevo raggiungere Erode nella provincia profonda del Limbourg, dove partecipava al suo ennesimo corso di caccia. Per una ragione che mi rimane sconosciuta, non è ancora riuscito a ottenere il patentino, nonostante le cifre astronomiche che ho versato ai cacciatori bavaresi perché gli insegnassero a riportare la selvaggina come si deve. Il problema è che quei Signori giocano a fare gli incorruttibili ed esigono che mi interessi un minimo alla loro arte. Una volta, uno degli istruttori mi ha addirittura insultato. Sosteneva che non avessi fatto fare a Erode gli esercizi prescritti. Da allora lo mando da solo. È un cane che vive la sua vita. L’immediato futuro dovrebbe essere migliore. In programma c’è qualche giorno tranquillo nella lussuosa dacia che una coppia di amici slavofili ha ristrutturato nella propria foresta privata. Non vedo l’ora di riposarmi davanti al camino, nella sala per ricevimenti tappezzata con gigli su fondo porpora, degustando un tè georgiano, un bicchiere di Sancerre o un qualsiasi Krug, mentre Erode e la muta di spaniel bretoni dei miei amici andranno a spasso insieme a un guardiacaccia locale. Il tassista, che mi aspetta e blocca la strada già da una ventina di minuti, è sempre più nervoso. Sto mettendo distrattamente qualche abito e gli accessori in una graziosa ventiquattrore invecchiata, quando suona il telefono. È l’addetta stampa tedesca della boutique francese di H. che vuole sapere il mio indirizzo. Nella versione tedesca di questo Manuale, in effetti, indicavo i punti vendita in cui è possibile procurarsi gli accessori per cani di questa marca: mantelli, foulard, collari. E l’edizione tedesca di «Vogue» aveva battuto sullo stesso tasto: per giustificare le mie riflessioni sul buon gusto (i tedeschi ne sono talmente privi), la redazione aveva reputato necessario indicare, con l’ausilio di alcune icone a destra e a sinistra della recensione – procedimento per illetterati – quello che è snob e quello che non lo è. Così, fra le cose «di buon gusto» si trovavano