Maigret procedeva con estrema cautela e aveva l’impressione di camminare sulle sabbie mobili. Non poteva andare troppo in fretta. Una parola sbagliata e il ragazzino si sarebbe irrigidito, e a quel punto non gli avrebbe più cavato fuori niente.«Soffri perché non sei come gli altri?».«E perché sarei diverso dagli altri? Chi gliel’ha detto?».«Immagina che io abbia un figlio che va a scuola, che gioca per le strade del quartiere. I suoi compagni direbbero:«“È il figlio del commissario!”.«E lo tratterebbero in modo diverso dagli altri. Mi capisci?«Tu sei il figlio del maestro».Il ragazzino lo guardò più a lungo, con maggiore insistenza. (Le inchieste di Maigret 41 di 75)