STUDIA EPHEMERIDIS "AUGUSTINIANUM" CURA INSTITUTI PATRISTICI "AUGUSTINIANUM" EDITA 1. K. Nolan, OSB., The immortality o/lhe soul and lhe resUlTection O/ lite body according lo Giles o/ Rnme, 1967, xxiv-147 pp. 2. F. Szab6, S]., Le Chrisl créateur chez saint AmlJroise, 1969, vii-167 pp. 3. V. Grossi, OSA, Baio e Bel/armino in te/preti di Agostino nelle questioni del soprannaturale, 1968, \~i-268 pp. 4. R). DeSimone, OSA, The treatise o/ Novatian the Roman frres!Jyter on the Trinity. A study o/ the text and the doctrine, 1970, 197 pp. 5. A Dlez Macho, MSC., Manuscritos helJreos y aramP.os de la Biblia. Contrilmci6n al estudio d« 1m diversas tradiciones dellexto del Antigzw Testamento, 1971,313 pp., 39 tav. Esaurito. 6. C. Alonso, OSA, Angel Maria Cittadini OP., Anobispo di Naxiwan (1629). Una iniciativa de Propaganda Fide en /avor de Armenia, 1970, xxi-243 pp. 7. V. Grossi, OSA, La liturgia battesimale in S.Agostino. Studio sulla catechesi del peccato originale negli anni 393-412, 1970, xvi-120 pp. Nuova ed. n. 39. 8. Conferenze patristiche in occasione dell'inaugurazione dell'Istituto Patristico Augustinianum, 1971, 67 pp. 9. G). Kuiper, The Pseudo-jonathan Targum and its relationship to Targum Onkelos, 1972, 181 pp. lO. Conferenze patristiche lI. Aspetti della tradizirme. Contributi di]. Daniélou, A Orbe, M. Simo- netti, C.P. Mayer, 1972,78 pp. Il. M. Simonetti, La crisi ariana nel IV secolo, 1975, vii-598 pp. 12. L. Dattrino, Il "De Trinitate" pseudoatanasiano, 1976, 132 pp. 13. Ricerche su Ippolito. Contributi di V. Loi, M. Guarducci, E. Follieri, P. Testini, C. Curti, P. Meloni,]. Frickel e M. Simonetti, 1977, 164 pp., 2 laV. 14. G.M. Vian, Testi inediti del commento ai salmi di S. Atanasio, 1978,84 pp. 15. G. Filoramo, Luce e gnosi. Saggio sull'illuminazione nello gnosticismo, 1980, 170 pp. 16. P.C. Burns, TIte christology in Hilary o/P oitiers' Commentary on Matthew, 1981, 149 pp. 17. V.R. Vasey, The sonai ideas in the works o/St. AmlJrose. A study onDe Nalntthe, 1982. 250 pp. 18. A Bonato, La dottrina trinitaria di Cirillo di Gentsalemme, 1983,166 pp. 19. C. Nardi, Il battesimo in Clemente Alessandrino, 1984,270 pp. 20. G. Sfameni Gasparro, Enkrate/'a e antropologia, 1984, 270 pp. 21. E. Prinzivalli, L'esegesi biblica di Metodio di Olimpo, 1985, 138 pp. 22. G. Corcoran, OSA, Saint Augustine on slavery, 1985, 102 pp. 23. M. Simonetti, Lettera elo allegoria. Un contributo alla storia dell'esegesi patristica, 1985,386 pp. 24-26. Congresso InterMzionale su S. Agostino nel XVI centenario della conversione (RniM 15-20 setto 1986). Atti, 1987,3 v. 27. MénwrialDomjean Grihomont OSB, 1988,642 pp. 28. H. Pietras, SJ, L'amore in Origene, 1988,192 pp. 29. L. Fatica, I commentari (t Giovanni di Teodoro di Mopsuestia e di Cirillo di Alessandria, 1988, 232 pp. 30. Nuove ricerche su Ippolilo. Contributi di P. Testini,]. Frickel, V. Saxer, M. Guarducci, M. Simonetti, E. Follieri, SJ. Voicu, 1989, 151 pp. 31. La tradizione: forme e modi. XVIII Incontro di studiosi dell'antichità cristiana, 1990,466 pp. 32. Interiorità e intenzionali/à in S. Agostino. Atti del l° e IlO Seminario Internazionale del Centro di Studi Agostiniani di Perugia, 1990,207 pp. 33-34. Gregorio Magno e il suo le/1Ipo. XIX Incontro di studiosi dell'antichità cristiana, 1991, 2 V. 35. Interiorità e intenzionalità nel "De civitate Dei" di Sant'Agostino. Atti del IliO Seminario Inter nazionale del Centro di Studi Agostiniani di Perugia, 1991,212 pp. 36. R. Pouchet, OSB, Basile le Gmnd et son univers d'amis d'après sa corresjJOndanre, 1992,803 pp. Studia Ephemeridis Augustinianum 82 Emanuela Prinzivalli MAGISTER ECCLESIAE I I IL DIBATTITO SU ORIGENE FRA III E IV SECOLO i Institutum Patristicum Augustinianum Via Paolo VI, 25 - 00193 Roma ISBN: 88-7961-011-2 2002 PREFAZIONE Intorno all'opera di Origene, l'autore, insieme con Agostino, più im portante ai fini della formazione del pensiero cristiano, si è sviluppato un lunghissimo dibattito che, in svariate forme e con diversa intensità, per vie dirette o per strade traverse a seconda dei periodi storici e degli ambienti toccati dalle dispute, si protrae fino ai nostri giorni. Difatti non solo la ripresa dell'interesse per Origene nella seconda metà del '900, ma anche taluni esiti in apparenza esclusivamente scientifici degli studi attualmente condotti su di lui possono essere a buon diritto inseriti nella storia della controversia origeniana, essendo a loro volta interpretabili come segno dell'identificazione di Origene con un nodo problematico irrisolto e forse irresolubile nella ricerca teologica e della persistente attrazione per un personaggio le cui scelte dottrinali vanno a comporre il più articolato sistema di riferimento ideologico alternativo all'opposta opzione agosti niana. Di questa lunga storia, in parte ancora da scrivere, il segmento più abbondante di fonti e quindi più frequentato dagli storici è quello com preso fra l'entrata in scena di Epifanio, con la duplice azione svolta prima sul versante propagandistico-letterario, con il Pananon, composto fra il 374 e il 377, e poi sul versante pratico, con l'attività inquisitoria in Palestina, e le condanne comminate alla memoria di Origene dall'imperatore Giusti niano nel 543 e nel 553. Certo, i motivi per sottolineare l'importanza del Opera pubblicata con il contributo del Dipartimento di Studi suddetto periodo non mancano, a partire dal fatto, incontestabile, che Storico-Religiosi dell'Università di Roma La Sapienza solo con Epifanio viene apertamente mossa a Origene l'accusa di eresia. Questo provoca una serie di conseguenze, fra cui, primaria e nefasta per la conoscenza di Origene, il lavorìo di rimaneggiamento dei suoi testi mediante tagli e modifiche di cui i traduttori, in particolare Rufino a scopo difensivo, si resero protagonisti. E' un dato di fatto che I Principi, l'opera che a torto o a ragione fu quella intorno alla quale si incentrarono fin dalla prima ora le polemiche, attualmente presenta l'Origene rufi niano, a prescindere da ogni valutazione di dettaglio sulla traduzione. Ma, riguardo la trasmissione delle opere origeniane, già in precedenza era cominciata la loro antologizzazione, a scopo pratico (raccolte di ome lie) oppure a scopo offensivo o difensivo. Ciò significa che al tempo di Epi fanio, di Teofilo di Alessandria, di Girolamo e del suo circolo romano, per 6 E. PRINZNALLI PREFAZIONE 7 menzionare qualche protagonista della controversia alla fine del IV secolo, in esame riguardo alla visione antropologica ed escatologica, ma non, se era ormai andata perduta una parte dell'opera di Origene e ci si trovava a non per rapidi cenni, riguardo alla cosmologia. In realtà, a parte il deside discutere, per alcuni versi, a partire da immagini precostituite. Il che rio di dare una struttura organica, sia pure ancora suscettibile di arricchi comporta un'ovvia conclusione: la necessità di risalire all'indietro, per menti, allo studio iniziato dieci anni fa, più che perseguire una mera com ricercare le ragioni remote della crisi. Per sottolineare l'importanza della pletezza tematica, ho inteso costruire il volume intorno ad argomenti di fase in cui cominciano a essere proposte interpretazioni e immagini forte valenza metodologica: così, ad esempio, nel trattare degli elementi diverse di Origene, che influenzeranno gli sviluppi ulteriori, ho scelto comuni agli awersari di Origene (capitolo I), pongo il problema del valore come titolo un'espressione elogiativa di Panfilo nei confronti di Origene e da assegnare al giudizio dello storico antico ai fini di una moderna valuta insieme rivendicativa del ruolo fondamentale da lui avuto nel passato e zione storiografica; nel capitolo riguardante la scuola alessandrina (cap. che rischiava di essere allora misconosciuto, a causa di alcuni malevoli. II) affronto la questione della fondatezza metodica di un atteggiamento Nella traduzione latina di Rufino la frase suona: in tantum autem horum, de programmaticamente scettico verso le fonti antiche; nel capitolo III quibus supra diximus, progressa malitia est, ut quidam etiam conscribere adversus rivendico la preminenza della questione escatologica discutendo alcune eum ausi sint, et libellis editis derogare ei viro, qui per tot annos magister Ecclesiae valutazioni contemporanee delle fonti di inizio IV secolo; nel parlare della fuit, qui in Ecclesia catholica senuit ... (Panfilo, Apologia pro Origene, praef., PC critica di Eustazio ad alcuni interpretazioni di Origene, mi interrogo sul 17,547; cfr. SCh 464,54).1 peso da assegnare al fondamento ideologico dell'esegesi negli interpreti Il presente volume intende indagare precisamente questo primo fon antichi (capitolo IV). Nei capitoli V, VI e VII ritorno, a vario titolo, sul damentale periodo, mettendo a punto alcune traiettorie riguardanti le vi trattamento storiografico delle informazioni derivanti da fonti awerse a un cende sviluppatesi intorno a Origene, dal momento in cui si manifestano, determinato autore. Il motivo dell'attenzione al metodo sta nella all'interno dell'ambiente alessandrino, segni di inquietudine sul suo inse constatazione che le fonti sul periodo in questione sono largamente gnamento fino alle tensioni che, dopo la sua morte, attraversano la secon frammentarie sì che la trama complessiva, una volta portata alla luce, da metà del III secolo, periodo sul quale poco ci soccorre la Storia ecclesia presenta comunque vistose lacerazioni o pezzi mancanti: se questo, da un stica di Eusebio, e larga parte del IV secolo, dominato sì dalla controversia lato, incrementa il tasso di ipoteticità di ogni conclusione, rende dall'altro ariana ma non esauribile in essa, anche se la controversia modificò in più acuta l'esigenza di un trattamento delle fonti rispettoso ma insieme modo irreversibile i toni, gli atteggiamenti e i ruoli (basti pensare a quello non rinunciatario: acritica fiducia e programmatico scetticismo sono in assunto dall'imperatore) nelle dispute interne alla religione cristiana. proposito due estremi che si toccano e, in definitiva, rappresentano Alcuni fra i protagonisti della prima ora nella controversia ariana (si pensi entrambi una scorciatoia negli studi. a Marcello di Ancira e a Eustazio, mentre sul fronte opposto si colloca Per quanto riguarda la struttura, il lavoro si divide in tre nuclei temati Eusebio di Cesarea) intervengono, a vario titolo e in vario modo, nelle ci: il primo (capitoli I e II) è in sostanza una riflessione sulla continuità e dispute su Origene, discutendo circa l'interpretazione di punti della sua discontinuità di Origene rispetto alla tradizione alessandrina in cui il suo eredità che ebbero incidenza sulla controversia medesima sia su punti pensiero si inserisce. Il secondo (capitoli III IV V) inquadra, da vari punti inerenti a questioni ad essa estranee. In altre parole, il ventaglio di di vista, la problematica escatologica, questione centrale, fin dalla prima problematiche sollevato da Origene va ben oltre quelle di carattere ora, nelle polemiche suscitate da Origene. Il terzo (capitoli VI e VII) con strettamente teologico inerenti alla crisi ariana. Un'ampiezza che questo volume non ha l'ambizione di esaurire: per fare un esempio, Metodio di Olimpo, una delle voci di maggior rilievo del dissenso su Origene della quale mi occupo da tempo e su cui, di recente, Washington 1997; K Bracht, Vol/JlOmmenheil und Vollendung. Zur AnlhropolJ)gie des Melhodius von due monografie hanno riportato l'interesse anche all'estero,2 viene preso Olympus, Tiibingen 1999. Desidero segnalare in particolare questo secondo volume, pubbli cato quando avevo già ultimato le parti riguardanti Metodio, perché segna, a mio avviso, un momento importante negli studi su tale autore per la cura e completezza della documen l Quando il presente lavoro era già in bozze, ho preso visione del volume Pamphile et tazione, sostenuta dalla conoscenza della lingua paleoslava in cui è stata conservata tanta Eusèbe de Césarée, Apowgie pour Origène, suivi de Rufin d'Aquilée, Sur la falsificalion des livres parte dell'opera metodiana. La tensione escatologica nella costruzione della visione d'Origène, texte critique, traduction et notes par R. Amacker et E. Junod, [SCh 464], Paris dell'uomo da parte di Metodio e il suo ideale di perfezione comunitariamente atteggiato 2002, ai cui ho tenuto conto nell'ultima revisione. sono ben approfonditi a evidenziarne l'originalità e la consapevole rielaborazione delle tra 2 L. G. Patterson, Melhodius of Olympus: divine sovereignty, human freedom, and life in Chrisl, dizioni precedenti. 8 E. PRINZNALLI cerne l'impostazione difensiva e quella offensiva degli ammiratori e dei cri tici di Origene. I capitoli IV V VI VII del volume sono già stati pubblicati come saggi separati. I primi due, destinati rispettivamente alla Miscellanea in memoria di Sandro Leanza e agli Origeniana octava, sono in corso di stampa. I L'attuale capitolo III è frutto della fusione e dell'ampliamento di due articoli apparsi nel 1995 e nel 2000 sugli Annali di storia dell'esegesi: si tratta I CONFLITTI INTORNO ALL'EREDITA' DI ORI GENE quindi di una nuova stesura che sostituisce le precedenti. Tutti i saggi sono FRA III E IV SECOL01 stati rivisti e aggiornati, nonché sfoltiti delle ripetizioni, in vista dell'attuale pubblicazione, in modo da rendere più evidente il disegno unitario in vista del quale erano stati concepiti. Essi costituiscono anche l'attestazione di l. Un periodo decisivo un'attività di ricerca da me svolta in questi anni prevalentemente nell'ambito di due gruppi di ricerca, il Consorzio interuniversitario di Una consapevolezza storiografica sempre più diffusa2 considera deci Storia dell'esegesi cristiana e giudaica antica e il Gruppo italiano di ricerca su sivo, ai fini della partita che si giocò intorno all'eredità di Origene, il pe Origene e la tradizione alessandrina. Alcune delle parti del volume sono state riodo precedente l'insorgere della cosiddetta prima controversia orige oggetto di fruttuose discussioni fra amici, prima ancora che colleghi, e niana, cioè il lungo arco temporale che va dagli anni Trenta del III secolo, sono state occasione di ulteriori sviluppi.3 poco prima dunque del trasferimento di Origene a Cesarea, all'inizio A suo tempo lo studio della controversia origeniana mi fu suggerito dal dell'attività inquisitori aie di Epifanio (393 d.C.). Dopo una stagione di Prof. Manlio Simonetti, come naturale sbocco delle mie precedenti ricer studi in cui si è sottolineato soprattutto lo stacco fra Origene e l'origeni che. A ben riflettere, il filo rosso che unifica queste pagine è il costante smo dell'ultimo quarto del IV secolo, si è meglio compreso, negli ultimi dialogo, confronto, talvolta anche dissenso con le Sue posizioni. Valgano dieci anni, che lo straordinario spessore del pensiero origeniano, originale dunque come riconoscimento da parte mia di un debito non estinto. e innovativo ancorché radicato in una tradizione unitaria come quella ales Ringrazio i Padri Agostiniani, e in modo particolare Padre Vittorino sandrina, sollecitava, una volta acquistata visibilità e autorevolezza ad am Grossi, per aver accolto, per la seconda volta, un mio lavoro nella loro pio raggio, prese di posizione immediate sia interne sia esterne a tale tra Collana. dizione.3 I PrinciPi, l'opera che giocò il ruolo maggiore nella ricezione di La dedica, infine, è per Attilio Bartoli Langeli, valoroso storico del me Origene - a prescindere dal problema, tutt'affatto diverso, se sia da consi dioevo e protagonista dell'attuale rinnovamento degli studi paleografici: il derarsi quella più rappresentativa dell'attività origeniana - reca chiari Suo sostegno negli anni trascorsi insieme all'Università di Perugia è stato segni, nella sua struttura,4 di un dibattito in corso assai vivace con una plu un dono prezioso, ma più preziosa è l'amicizia, che resta. ralità di interlocutori. Del resto la semplice constatazione di uno squilibrio, m termini quan ti tativi , fra la parte complessivamente più ampia dedicata E. P. I In corso di stampa nella Miscellanea in memoria di Sandro Leanza. E' la versione aggiornata e in lingua italiana del paper presentato al Colloquium Origenianum Septimum, Hof~eismar-Marburg, 25-29 agosto 1997. Già suggerita da A. Guillaumont, Les 'Képhalaia gnostica' d'Evagre le Pontique et t'histoire de l'origénisme chez les Crees et chez les Syriens, [Patristica Sorbonensia 5], Paris 1962, p. 87. Cfr. M. Simonetti, La controversia origeniana: caratteri e significato, in Augustinianum 26 (1986), pp. 7-31; R. Wìlliams, Arius: heresy and tradition, London 2001, 2nd ed., pp. 117-174;]. F. Dechow, Dogma and mysticism in early Christianity, Macon 1988, pp. 108 ss. 3 Per-un bilancio critico: E. Junod, L'Apologie pour Origène de PamPhile et la naissance de l'origénisme, in Studia Patristica XXVI, Leuven 1993, pp. 267-286, spec. p. 269. 4 La presenza nei Princi/li di ripetizioni e approfondimenti a varie riprese dello stesso tema lo prova. Cfr. i due articoli di C. Kannengiesser dai quali si ricava molta precedente 3 Cfr. il corposo studio di L. Perrone, Der formale Aspekt der origeneischen Argumentation in bibliografia: Origen systematician in de principiis, in Origeniana quinta, Leuven 1992, pp. 395- den Auseinandersetzungen des 4. jahrhunderts, in Origeniana septima, Leuven 1999, pp. 119-134. 405; Id., Ecriture et théologie trinitaire d'Origène, in Origeniana sexta, Leuven 1995, pp. 351-364. lO E. PRINZNA LLI 1. CONFLITrI INTORNO ALL'EREDITÀ DI ORIGENE 11 nell'opera al problema della creazione rispetto a quella riguardante Dio è sollevato ripetutamente, anche se a mio avviso con sospetto eccessivo, il un indice delle difficoltà che Origene affrontava. problema di manipolazioni o interventi del traduttore Rufino. IO Dopo la sua morte, la riflessione di Origene, letta nelle opere diffuse E' necessario allora affiancare l'ulteriore criterio, banale, se si vuole, ma secondo i percorsi ardui e frantumati dei processi editoriali antichi, e so oggettivo, della percezione delle antiche fonti, così enunciabile: gli autori prattutto viva nella prosecuzione del suo insegnamento presso gli allievi, cònsiderati anti-origeniani dalle più antiche fonti filo-origeniane vanno costituì un 'eredità preziosa e difficile per amici e nemici della sua imposta esaminati con particolare attenzione; non certo per recepirne in modo zione culturale. Ma chi furono gli uni e chi gli altri? passivo il giudizio, ma perché esse ci forniscono parametri valutativi più prossimi agli eventi indagati. Certo, è sempre rischioso adoperare la testi 2. Amici e nemici di Oligene nella percezione delle antiche fonti monianza della parte in causa circa i personali nemici: il fatto però che L'analisi delle forze in campo deve partire dal riconoscimento che l'in siano menzionati come nemici, esplicitando la percezione che si ha di segnamento di Origene costituisce "un ensemble structuré et clairement loro, permette di avere una base di partenza per indagare sui motivi che identifiable,,5 (Junod) tale da poter essere ripreso, sviluppato, respinto. In tale percezione hanno indotto. questo senso l'origenismo comincia da Origene stesso. A questo riguardo, per le fonti appartenenti al periodo preso in esame, Costituisce però un problema stabilire concettualmente in modo uni abbiamo la testimonianza di Eusebio di Cesarea su Metodio di Olimpo, ri voco e soddisfacente (quasi con un'operazione a Priori) quali dovrebbero portata da Girolamo nel Contra Rufinum, I I Ancora Eusebio nomina Mar essere, per usare ancora un'espressione di Junod, gli "éléments majeurs" 'celio di Ancira, anche se, stando alla concreta argomentazione riportata da dell'eredità origeniana:6 è chiaro difatti che la scelta potrebbe essere mi Eusebio, questo appare più nemico di Paolino di Tiro che di Origene.12 nimalista o massimalista, allargando o restringendo di conseguenza il Una testimonianza in particolare merita di essere valorizzata: ci viene campo degli awersari e degli amici. Procedendo su questa via risulterebbe da un origenista convinto, Socrate Scolastico.13 Egli, che si colloca appena incerta la collocazione di personaggi come Dionigi o Pietro di Alessandria, fuori del nostro periodo, recepisce i dati in qualche modo già organizzati e che respinsero alcuni punti del pensiero origeniano. decantati della tradizione precedente e ne tenta l'interpretazione: i prin L'attenta ricerca condotta in sede storiografica negli ultimi anni (penso cipali nemici, anzi "calunniatori", di Origene per lui sono Metodio di soprattutto ai nomi di Dechow e di Elizabeth A. Clark7) 'Per individuare il Olimpo, Eustazio di Antiochia, Apollinare di Laodicea, e Teofilo di Ales percorso delle controversie origeniane sulla base delle liste di accuse a noi sandria. Tre su quattro di questi nomi rientrano nel periodo che ci inte giunte8 è stata molto utile per distinguere le diverse fasi storiche, le tra ressa. Socrate, coinvolto nella polemica, si esprime sprezzantemente sulla sformazioni e gli ambienti più o meno ristretti che videro la formulazione loro personale bassezza e sulle reciproche contraddizioni. Messo da parte delle accuse.9 Tuttavia non è sempre facile discernere nelle liste le vere il giudizio in termini moralisticiH dello storico antico, possiamo invece, per emergenze storiche e il peso maggiore o minore delle singole accuse. Oltre tutto, a proposito dell'Apologia più antica, quella di Panfilo, è stato IO L'ipotesi di P. Nautin (Oligène. Sa vie et san oeuvre, Paris 1977, pp. 106-114) circa 5 E.]unod, L'Apologie pour Origène de PmnPhile, p. 269. Egli giustamente osserva che non è l'originaria struttura dell'AjiOlogia di Panfilo è stata variamente considerata inaccettabile. R. di moda parlare del sistema di Origene: ciononostante sarebbe fargli torto non riconoscere Williams sostiene la rielaborazione da parte rufiniana dell'argomentazione dell'Apologia di le linee maestre del suo pensiero. Cfr. le autorevoli osservazioni in tal senso di E. von Ivanka, Panfilo mediante alcuni spostamenti di brani e aggiunte di altri che consentano di parare le espresse già anni prima: Pia/o Christianus. Ubernalllne und Umges/altung des Pla/onismus durl'h accuse in materia trinitaria dei tempi di Rufina: Damnosa haeredi/as: PamPhilus' Aj){)logy (/1Jd (he die Vii/er, Einsiedeln 1964 (tr, il. Milano 1992, pp. 73 ss.), repulfltion ofOligen, in Logos. FeslschriJì Jl1r Luise Abmmowsld, Berlin 1993, pp. 151-169. 6 E' il problema sollevato a suo tempo anche da R. Williams, Arius, p. 149. Il C. Rufin. l,I l, CCL 79,9,4-6 (quomodo ausus est Me/hodius nune con/m Oligenem l'cri bere, qui 7 E. A. Clark, The Origenist controversy: the wl/ural construction of an early Christian dehate, Ililec et haec de Origenis dogma/ibus p.st lowtus?). La notizia dell'opposizione di Metodio a Princeton 1992. Origene è anticipata da Girolamo stesso nel precedente scritto Viro ili . 83, tributario della 8 Quelle di Panfilo, dell'Apologia anonima segnalata da Fazio in Bibl. 117, di Epifanio, di stessa fonte eusebiana. Girolamo confrontato con Rufina, di Teofilo di Alessandria. 12 C. Marcell. 1,4, GCS, Eusebius Werke IV,17,30-18,4. 9 Molto ristretto, per esempio, è l'ambiente in cui sorse l'accusa a Origene di negare la 13 HEVI,13, GCS, n. s. l, p. 334. Per la traduzione italiana di questo testo cfr. infm, p. 86, preghiera al Figlio: E. Prinzivalli, La ricezione del n€pì l€Ìxfjç nel dibattito origeniano del N-V nota 105 secolo, in Il dono e la sua ombra. Ricerche sul n€pì I€ÌXiiç di Origene, a cura di F. Cocchini, [SEA 14 Consueti nella polemica che tende sempre ad abbassare la figura morale dell'avver 57], Roma 1997, pp. 139-158 [qui pp. 201-218]. sario. 12 E. PRINZIVALLl I. CONFLlTTlINTORNO ALL'EREDITÀ DI ORIGENE 13 19 quanto riguarda i primi tre, identificare immediatamente un mInImO rea. Tutto CIO implica, per quanto riguarda la protologia, l'interpreta comun denominatore e una serie di presupposti specifici in comune.15 zione letterale dei primi tre capitoli della Genesi, per la convinzione che l'uomo fatto a somiglianza (Cen. 1,26) e l'uomo plasmato dal fango (Cen. 3. Due tradizioni culturali a confronto: l/asiatica e l/alessandrina 2,7) individuano il medesimo soggetto, mentre, nell'escatologia, il millena Il minimo comun denominatore, dico subito anticipando la dimostra rismo rappresenta una dottrina diffusa e prevale la convinzione che il zione successiva (cfr. infra par. 5) è rappresentato dall'appartenenza dei cosmo in cui l'uomo vive rimarrà per sempre, in seguito alla sua trasforma- zl.O ne gl o'no sa. 20 tre, con diverse sfumature, alla tradizione asiatica. Questa importante cate goria storiografica, introdotta e promossa da Manlio Simonetti ormai quasi Di contro a questa larga diffusione della cultura asiatica, marcata da trent'anni fa,IG individua una serie di elementi ideologici comuni che carat una certa molteplicità di manifestazioni in un orizzonte mentale tenden terizzano autori situati in diverse aree geografiche, ma legati da reciproci zialmente unitario, l'alessandrinismo si presenta come una cultura nel influssi. Il centro propulsore della cultura asiatica è, nel Il secolo, l'Asia complesso compatta, elitaria e geograficamente, all'inizio, molto circo 2l romana. In essa si formano personaggi come Melitone, Ireneo, Giustino, scritta. Da Filone a Valentino a Clemente a Origene, per dirne gli espo Ippolito. Con Ireneo stesso questa tradizione si acclimata in occidente nenti massimi, appartenenti ai tre diversi versanti del giudaismo, dell'ete (Gallia) e con Giustino e Ippolito (o con lo ps. Ippolito?)17 a Roma, 'con rodossia gnostica e dell'ortodossia, la componente platonica ne è l'aspetto Tertulliano in Mrica, con Teofilo ad Antiochia. Pur non presentando una filosoficamente dominante,22 con la distinzione fra un livello di realtà intel compattezza ideologica pari a quella della tradizione alessandrina, proprio legibile e uno corporeo.23 Origene concepisce dunque le sue soluzioni il confronto con quest'ultima lascia scorgere alcune tendenze di fondo sue all'interno di un comune sentire, e l'interlocutore di questo partecipe ri proprie. L'influsso del giudaismo e della filosofia stoica è forte; è estranea trova in quelle un'affinità di fondo a prescindere dall'eventuale assenso quindi a questa facies culturale la distinzione platonica della realtà a due dato all'una o all'altra. Tanto più che, con Clemente e con Origene,24 livelli, in favore di una visione unitaria del reale. In teologia una tendenza quella alessandrina si precisa come una cultura scolastica, nel senso che monarchianal8 affianca manifestazioni di Logostheologi.e, in cristologia si prevede la presentazione di problematiche più ardite e ardue e una tende a valorizzare l'umanità di Cristo, e comunque ne viene sottolineata pluralità di soluzioni per una stessa quaestio a livello esoterico. la componente sarchica. Uguale valorizzazione della corporeità avviene in antropologia dove corpo e anima sono considerati, alla maniera aristote 19 Ireneo, adv. haer. V,7,1, SCh 153,84,20: numquidnam animae? Sed incorpora/es animae, lica, parti incomplete di una sintesi, e anche l'anima è considerata corpo- quantum ad comparalionem mortalium corpOlum. Sull'incorporeità relativa dell'anima secondo Ireneo cfr. A. Orbe, Teologia de San Ireneo, I. Comenlario al Libro V del Adversus haereses, Madrid 1985, p. 329. L'autore del Sull'universo (cfr. il frammento riportato da Fozio, Bibl. 48, ed. R. 15 Un problema a parte è quello della mancata menzione di Epifanio: J. F. Dechow, Henry, p. 34,25-31) presenta una visione antropologica nella quale ben si distingue il carat Dogma {Jnd mystirism, p. 71 n. 80. tere materiale (sia pure di una materialità, "lo spirito", estremamente rarefatta) dell'anima. 16 M. Simonetti, Alle origini di una 11dtura mstiana in Gallia, in La Gallia romana, [Acca Cfr. anche Tertulliano, de anima 8-9. demia Nazionale dei Lincei, quaderno 158], Roma 1973, pp. 117-129; Id., Teologia alessandrina 2°Ireneo (adv. haer. V,35,1). Ippolito (Ben. Mais., PO 27, 197-199) e il Sull'universo, ed. K. e teologia asiatica al wncilio di Nicea, in Auguslinianum 13 (1973), pp. 369-398. Per una più Holl, TU 20/2, pp. 142-143 .. recente messa a punto: Id., Modelli culturali nella crislianilà orienlale del II-III secolo, in De 21 Tale tradizione non va identificata con la cultura cristiana del territorio d'Egitto, né Tertullien au.": Mozarabes, l. Anliquilé lardive el Christianisme ancien (IIf-Vf siècles). Mélanges oJJerts taut caurt con quella presente in Alessandria stessa: cfr. M. Simonetti, Jl millenarismo in oriente àJac~uesFonlaine, Paris 1992, pp. 381-392. da Origene (t Melodio, in Corona Gratimum. Miscellanea patristica, hislorica et liturgica Eligio Dekkers 1 Faccio riferimento al problema del corpus ippoliteo, e della sua eventuale attribuzione O.S.B. XII lustra compienti oh/ala, I, Brugge-s'Gravenhage 1975, p. 53; A. M. Ritter, De Polycarpe a a due o più autori: l'autore della Confitlazione di tutte le eresie (RRfutalio) e del Sull'universo, che Clément: aux origines d'Alexandrie chrétienne, in 'AÀ€~avoplva. Hel/énisme, judaisme el chrislianisme risiedette a Roma, nell'ipotesi divisiva, è figura nebulosa dal nome incerto. Cfr. Ricerche su à Alexandrie. Mélanges oJJerts au P. Claude Mondésert, Paris 1987, pp. 151-172. Ippolilo, [SEA 13], Roma 1977; Nuove ricerche su Ippolito, [SEA 30], Roma 1989; A. Brent, 22 M. Simonetti, Modelli culturali nella mslianilà orienlale, p. 390; Id., Teologia e mstologia Hippolytus {(nd the Roman Church in the third cenlury. Communilies in tension bejòre Ihe emergence oJ nell'Egitto msti(l1!o, in L'Egitto msliano. Aspetti e problemi in elà tardo-anlica, a cura di A. Ca m {( monarch-bislwp, [Supplements to Vigiliae Christianae 31), Leiden 1995; M. Simonetti, Una plani, [SEA56). Roma 1997, pp. 11-38. nuova proposta su Ippolito, in Augustinianum 36 (1996), pp. 13-45; E. Prinzivalli, Ippolilo, anli 23 Per le singole soluzioni conseguenti a questo assunto cfr. i due articoli citati alla nota papa, santo, in Encicbpedia dei PaPi I, Roma 2000, pp. 246-258; Ippolito. Contro Noelo, a cura di M. precedente. Simonetti, [Biblioteca Patristica 35], Bologna 2000, pp. 109-146. 24 Pur non ipotizzando necessariamente una diretta continuità fra i due. Cfr. R. van den 18 Da riferire in ultima analisi alla persistente fondamentale istanza monoteistica giudai Broek, The Christian IIschoolll oJ Alexandria in Iile second ant third cenluries, in Id., Studies in ca, laddove la Logostheologie interpreta tale istanza con categorie medioplatoniche. gnosticism & Alexandrian Cilristianity, Leiden 1996, pp. 197-205. 14 E, PRlNZNALLI I. CONFLITII INTORNO ALL'EREDITÀ DI ORiGENE 15 geniana, ClOe la mentalità da lui condivisa con tutto un ambiente, viene Per quanto riguarda Origene, allora, la diversificazione rispetto alla cul fuori sul terreno escatologico-antropologico e su quello scritturistico,29 E tura asiatica si colloca a monte della sua opera. Nessuna prova di questa saranno proprio questi i campi in cui il conflitto esploderà apertamente forte distanza fra tradizione asiatica e alessandrina può avere evidenza con gli esponenti della cultura asiatica, mentre in questi stessi settori i suc maggiore della semplice lettura della prefazione de I PrinciPi. Quando leg cessivi esponenti di quella alessandrina manterranno la sordina sulle even giamo quali sono secondo Origene i punti definiti dalla tradizione aposto tuali differenziazioni, lica e quelli ancora da definire ci accorgiamo che anche i primi, e non solo Una prova ulteriore dell'oggettività di questa distinzione tra lo sfondo i secondi, sono formulati in un modo che marca una netta differenza dalla culturale nel quale si inserisce l'insegnamento origeniano e quello dei suoi tradizione asiatica, E' considerato da Origene un punto definito (praef. 5) avversari è data da un'altra fonte, precedente l'opera di Socrate Scolastico che l'anima substantiam vitamque habens propriam sarà retribuita secondo i (cfr. supra par. 2), questa volta pienamente inserita nel periodo storico che meriti e (N. B, il soggetto è sempre l'anima) sive vitae aetemae ac beatitudinis ci interessa. Si tratta dell'anonima Apologia descritta da Fozio (Bibl. 117).30 hereditate potitura [" ,] sive igni aeterno ac suppliciis mancipanda,25 Questa for L'autor: adduce "come testi a favore di Origene" Dionigi di Alessandria, mulazione presuppone una mentalità per la quale il soggetto umano è Demetno, Clemente, Panfilo ed Eusebio di Cesarea,31 E' interessante no l'anima, appunto, e non l'uomo nella sintesi delle sue componenti, come tare che all'inizio dell'elenco si collocano due personaggi, vescovi per sarebbe stato per gli asiatici. La mentalità asiatica inoltre difficilmente po giunta, per i quali la critica storica ha sottolineato i motivi di dissenso con trebbe accettare una formulazione dell'insegnamento tradizionale secondo Origene, 'dottrinale su punti specifici nel primo caso, personale nel se la quale il mondo sit pro ipsa sui corruptione solvendus (praef. 7) :26 in Ireneo, condo caso, Questa testimonianza ha anche creato perplessità circa la sua per nominarne forse il rappresentante più autorevole, i passi scritturistici affidabilità per la presenza di Clemente, anteriore a Origene,32 Ma proprio sulla dissoluzione (Is, 51,6; Ps. 101,27; Le, 21,33) sono interpretati sistemati un elenco siffatto, che allinea personaggi e attitudini alquanto differen camente alla luce di 1 COT, 7,31 ("passa la figura di questo mondo") ,27 ziate nei confronti di Origene, o, come Clemente, anteriori al suo inse Rispetto all'ispirazione della Scrittura un dottore asiatico poi non avrebbe gnamento, dimostra che per l'anonimo apologista l'elemento di unione, detto che la legge è spirituale in quanto presenta un duplice senso (praej qualunque esso sia,33 è qualcosa di oggettivo, a prescindere dalle posizioni 8), uno chiaro e l'altro nascosto, conoscibile da alcuni esercitati in virtù personali dei singoli verso Origene. dello Spirito.28 Avrebbe affermato piuttosto che la legge è spirituale perché Sulla traccia di questa linea forte di demarcazione tra alessandrini e dettata dallo Spirito che dà la possibilità di distinguere quanto è detto in asiatici seguiamo ora il percorso delle polemiche sull'eredità origeniana fra essa letteralmente e quanto in modo figurato, Insomma già a livello dell' III e IV secolo. . esposizione della regula apostolica (come tende a chiamarla il traduttore Rufino) la peculiarità della mentalità alessandrina, prima ancora che ori- 25 De princ, I, prae! 5, GCS, Origenes Werke V, 12. Na~uralmente Origene intende l'espres sione igni aelernoin maniera diversa dagli asiatici, che vi leggono il giudizio retributivo finale, riferendola in senso cronologicamente determinato a una delle vicende che coinvolgono l'anima in successivi eoni, per cui è ben giustificato che quest'ultima sia il soggetto della 29 D e l tutto ano d"m a mvece, nella prefazione origeniana, la formulazione considerata frase, Il fatto significativo è che questa formulazione, avente l'anima per soggetto, sia consi apostolica dei punti riguardanti Dio creatore e Cristo (pmej 4). derata da Origene un insegnamento acquisito da tutta la Chiesa, 30 Negli ultimi tempi, dopo le ipotesi di Nautin che la considera una parte dell'AJlOlogia di 26 De princ, I,llraej 7, GCS, Origenes Werke V, 14, Cfr. C. Cels, 1,37; IV,9; IV,21; Com, lo, I, Pan!ilo (cfr. sujml nota lO). è stata molto studiata. Cfr. E. Prinzivalli, La ricezione del nr.pì 26,178, EÙXllç, pp. 147-8, qui pp. 201-218. 27 Cioè l'aspetto del mondo corruttibile sarà trasformato. A. Orbe, Inlroducci6n (l la 31 T UttI. appartenenti,, con van, accenti, all'alessandrinismo: per cui si suppone che lui leologia de los siglos II Y III [Analecta Gregoriana 248], Roma 1987, pp, 954-965 (tr. il. Casale stesso fosse di ambito alessandrino, verosimilmente legato al circolo di Didimo, Monferrato 1995, pp. 518-520), • 32 Cfr. l'opinio~e dei Curatori del volume Origène, Trai/é des Principes (peri Archon), a cura 28 Origene, de princ. I, prue! 8, GCS, Origenes Werke V,14: Tum deinde quod Iler ~pirilum dei di M, Harl, G, DOi'lval, A. Le Boulluec, Paris 1976 p 289 sClipturae consCliplae sint el sensum habeant non eum .mlum, qui in manifesto est, sed et alium 33 Altrove ho discusso il perché un autore ,de.l la s.e conda metà del III secolo citi tutti quendam la/en/em quam plurimos, Fonnae enim sunt haec quae desmjlla sunt sacrmnentontm scrittori anteniceni (a parte Eusebio, in realtà citato come coautore dell'AjJOlogi(l) e ho sup quorundam el divinarum rerum imagines, De qua lolius ecdesiaB una senlenlia esi, esse quidem omnem posto che l'elemento unificante addotto a discarico fosse la comune matrice della Logos /egem sjlirila/em, non lamen ea, quae ~jliral /ex, esse omnilms noia nisi hir salir, quiinls gralia ~pirilus Iheologie: cfr. E, Prinzivalli, La rirczionedelnEpì r.ùxiiç, p. 149 [qui, p. 210]. sancii in verbo sapienliae (lC scienliae condona/ur, 16 E. PRINZIVA LLI I. CONFLITTI INTORNO ALL'EREDITÀ DI ORIGENE 17 dati, del nome di Origene, è appunto il seguente: quanto dei fenomeni 4. L'Origene "implicito" nelle polemiche teologiche della seconda metà del III conflittuali della seconda metà del III secolo è dovuto specificamente alla secolo assimilazione dell'orientamento origeniano, e non genericamente all'assi milazione dell'orientamento alessandrino? Non abbiamo notlZla di un coinvolgimento diretto e immediato del nome di Origene nei conflitti dottrinali conosciuti della seconda metà del Partiamo dalla ricezione presso gli stessi alessandrini. La Logostheologie III secolo. Stante l'attuale situazione delle fonti siamo costretti ad ammet di Origene si caratterizza per l'affermazione delle tre ipostasi, per quella dell'incorporeità di Dio e per la generazione eterna del Figlio dal Padre. tere la possibilità che il nome di Origene sia stato taciuto, epperò dob Le prime due proposizioni ebbero immediato successo: le tre ipostasi pro biamo anche ipotizzare che, se veramente Origene fosse entrato esplicita seguivano in senso trinitario la linea dell'individuazione di due sussistenze mente come oggetto del contendere, le fonti posteriori, spesso a lui av nel Padre e nel Figlio.38 L'innovazione, la cui importanza teorica fu subito verse, ne avrebbero fatto qualche cenno. Implicitamente invece vi entrò percepita, portò a corrispondente modifica nel fronte avverso, quello mo- senz'altro, se l'Apologia di Panfilo reca traccia di accuse a Origene che si 34 narch l· ano, 39 e d'I venne un caposaldo della teologia alessandrina durante la riallacciano a quelle polemiche e se, come sembra plausibile, dobbiamo crisi ariana. Quanto all'incorporeità di Dio, non faceva difficoltà a una apprezzare una serie di episodi disparati "globalmente in modo unitario linea di pensiero platonica. In realtà era già stata sostenuta da Filone e come momenti diversi della laboriosa e contrastata diffusione della cultura Clemente: Origene ne fornisce un approfondimento teorico. alessandrina fuori d'Alessandria".35 Di questi fatti, tre riguardano polemi Meno agevole e meno lineare fu, nel fronte alessandrino, l'accettazione che teo-logiche o cristologiche (l'episodio dei due Dionigi, la deposizione di Paolo di Samosata e la condanna di Luciano di Antiochia), uno una po della teoria della generazione ab aeterno del Figlio. Clemente, iO sulla scia degli apologisti, distingueva ancora due momenti nella vita intradivina: lemica in materia escatologica (il dibattito fra Dionigi di Alessandria e i prima il Logos è immanente eternamente nel Padre, poi procede da lui millenaristi di Arsinoe: cfr. paragrafo seguente). come entità sussistente in vista della creazione.il In questo caso l'appro La diffusione fuori Alessandria della tradizione alessandrina è antece fondimento origeniano apportava un sensibile correttivo rispetto a una dente Origene. Si pensi alla funzione ricoperta in questo senso da una linea di tendenza che distaccava molto il Figlio dal Padre al momento della figura come Alessandro di Gerusalemme, il quale prima di essere sosteni processione e che lo ricongiungeva al Padre mediante la subordinazione. tore di Origene, lo era stato di Clemente. A parte l'ordinazione sacerdotale Precisare come solo ontologica e non come anche cronologica l' àP;Ol del di Origene, è la sua opera di predicatore che egli si assicura: sappiamo che Figlio si prestava a fraintendimenti, potendo indurre, in chi si era formato una volta mise a predicare Origene sull'episodio della pitonessa, una que alla u'adizionale impostazione della Logostheologie, il timore che si conside stione esegetica tormentata e già investigata, per quanto a noi consta, da 36 rasse il Figlio come un secondo ingenerato. Per cui si constata nelle situa un rappresentante almeno della cultura asiatica, Ippolito. La stessa cosa zioni conflittuali della seconda metà del III secolo un uso alternato ancora Alessandro aveva fatto con Clemente, quando gli aveva richiesto uno sforzo 37 incerto direi, del concetto origeniano di generazione eterna, Il' diverso intellettuale contro i giudaizzanti. In entrambi i casi si trattava di opporre atteggiamento tenuto da Dionigi di Alessandria nel contrasto coi sabelliani la scienza alessandrina ad altre impostazioni esegetiche o dottrinali consi della Pentapoli libica e in quello con. Dionigi di Roma non è indice di un derate insoddisfacenti. Ora, il problema, in assenza di esplicita menzione, nei fatti sopra ricor- 38 Per la distinzione in ipostasi diverse cfr. Origene, Com. lo. II,2; X,21. 3' La prima (prima i/la est quod dicunt eum innatum dicereFiliumDei) e la terza accusa (terlia, 39 M. Simonetti, Sabellio e il sabellianismo, in Studi storico-religiosi 4 (1980), pp. 7·28, ripubbli. quae his omnibus valde contraria esi, quod dicunt eum secundum Arteman et Paulum Samosaleulll cato in Id., Studi SUll11 cristologia del II e 111 secolo, [SEA 44), Roma 1993, pp. 217·238, spec. pp. 231·232. purum hominem, id est non eliam Deum, dicere Chris/um Filium Del) sembrano derivare dal con· testo polemico degli anni posteriori alla crisi di Paolo di Samosata: R. Williams, DamnoSfl .0 Nella dottrina del Logos come principio metafisico, Clemente in accordo con Filone dice che il Logos è dapprima una stessa cosa con la ragione di Dio e solo dopo diventa un Iweredilas, pp. 153 ss. essere distinto, una seconda ipostasi (Strom. V;16,3,5). Su Dio Clemente moslTa una teoria 3~ M. Simonetti, La controversia origeniana: camilen e significato, p. IO. dell'assoluta ITascendenza che comprende al primo punto la sua in corporeità e mancanza di 36 Girolamo reca nell'elenco delle opere di Ippolito un de Smd et pylonissa (Vir. ili. 61). Il montante destro della statua detta "d'Ippolito" ha fra gli altri inciso un titolo EÌç Èyyao'tpi· forma: Strom. V,68,3: cfr. Filone, de Stu.T. Ab. et C"in 96; S. Lilla, Clement oj Alexandria. A study in Christirlll Plalonism (md gnosticism, Oxford 1971, pp. 203·221. IlIJSov. E' incerto però se i due titoli individuano la stessa opera e lo stesso autore. .1 Per gli apologisti: Giustino, Dial. 56,4; Ippolito, C. Noet. 15; Ps. Ippolito, Relitt. 10,33,15. 37 Eusebio, HEVI,13,3: cfr. P. Nautin, Leilres et écrivains rhrétiens des II· III sièdes, Paris 1961, Per Clemente: Strom. V,16,3. pp. 117·118. 18 E. PRlNZNALLI I. CONFLITn INTORNO ALL'EREDITÀ DI ORIGENE 19 nel quale si sviluppò l'insegnamento di Luciano, maestro di Ario, a sua tatticismo diplomatico o, peggio, insincero, ma della tensione indotta, 46 volta collocato al polo opposto rispetto a Paolo. C'è indubbia continuità all'interno del suo pensiero, fra stratificazioni dottrinali successive delle ideologica, nell'arco di circa sessant'anni, fra 1) l'insistenza posta dalla let quali quella origeniana è la più recente. Quando egli si trova in fase offen tera dei sei vescovi,47 alcuni dei quali discepoli di Origene, sull'àyÉvvrrcoç siva rispetto ai monarchiani, per affermare la distinzione personale fra Pa come primo titolo di Dio Padre; 2) l'accusa mossa a Origene, secondo dre e Figlio salvaguardando nello stesso tempo l'unità di Dio sulla base l'Apolog;ia di Panfilo di considerare il Figlio innato,48 e 3) la categorica della tradizionale impostazione della Logostheolog;ie,42 tende ad abbando affermazione di Eusebio di Nicomedia, discepolo, come Ario, di Luciano, il nare la dottrina della coeternità (cioè a rafforzare il predominio dell' àP;Ol quale scrive nel 320 ca. a Paolino di Tiro: "noi non abbiamo udito parlare del Padre, sommando àpxi] ontologica e cronologica). CosÌ attesta un di due ingenerati".49 La continuità sta nella determinazione a non confon frammento conservato dall'ariano Atanasio di Anazarbo in cui Dionigi afferma del Figlio: non quia erat, sed quia factus est.43 Quando invece si trova, dere le prerogative del Padre e del Figlio, evitando il sospetto di una inna tività di quest'ultimo ed abbandonando o trascurando di conseguenza la con Dionigi di Roma, in posizione difensiva, e deve sfumare lo iato fra sé e teoria dell'eterna generazione del Logos. l'interlocutore, recupera proprio la dottrina origeniana della coeternità 44 Si deve quindi concludere che l'origenismo è rimesso in forma da una del Figlio. Il versan te subordinazionista (o meglio verticale) e quello ten parte almeno dei suoi eredi5l e ritagliato sulle precedenti posizioni della denzialmente orizzontale della posizione te o-logica origeniana, costituito } tradizione alessandrina. A uno di questi eredi origeniani, il filo-ariano Pao quest'ultimo dalla riflessione sulla coeternità del Figlio, convivono ancora, lino di Tiro, devotissimo alla memoria di Origene, capitò di essere accu come poli di una potenziale tensione, per quello che si può ricostruire dai sato da Marcello di Ancira, esponente di punta del monarchianesimo asia pochi frammenti e testimonianze superstiti, nel suo fedele seguace ales tico del IV secolo, di ricordare dell'opera origeniana solo quanto gli faceva sandrino, Teognosto, maestro del OlouoKuÀ.elov nella seconda metà del III 45 comodo. Nel caso specifico Marcello gli rimprovera di aver trascurato pro secolo, in contemporanea appunto all'episcopato di Dionigi. prio un passo riguardante la teoria della generazione eterna.51 E' significa La tendenza a ripiegare, come su un terreno solido, sulla parte più tra tivo, a questo riguardo, che Eusebio di Cesarea, confutando a sua volta dizionale della teologia alessandrina dovette manifestarsi di nuovo nelle Marcello, intenda il passo origeniano in discussione nel senso di una gene convulsioni dei conflitti ad Antiochia intorno a Paolo di Samosata, periodo razione senza tempo del Figlio, cioè, in parole povere, non come genera zione eterna, ma in modo compatibile con l'impostazione ariana.52 Le due 42 Fondata sul predominio dell' ùPX~ del Padre. Dionigi si pone in questo sulla scia degli apologisti, con la tradizionale distinzione fra Logos immanente e proferito. Cfr. A. Orbe, Rada In !trimem teologia de la procesi6n del Verbo, Roma 1958, p. 620. 46 M. Simonetti, Le origini deil'arianesimo, in Rivista di storia e letteratura religiosa 7 (1971), pp. 318-330, spec. p. 327. . neute43s tDam. denet lBicrhuey nWei,s sDeneuscxl wlefltt re2s7 in(c1o9n2n8u),e sp dpe. T1h0e6o-g11n2iu, ss pl'éevci.iq upe. a1r1ie0n; dMe . NSiciéme, oinne Ztteii,t sAchsrpieflt tfiu dre dlliae 47 lse'i vescovI. sono I meneo d'I G erusalemme, Teotecno di Cesarea, allievo di Origene, Massimo di Bostra, Teofilo di Tiro, Pro cio e Bolano: figurano tutti e sei nella lettera enciclica cristologia alessandlùw del III secolo: Dionigi di Alessandria, in Bessmione. Quaderno 7, Roma da Antiochia; Eusebio, HEVII,30. Per la loro lettera cfr. il testo in G. Bardy, Paul de Samosate. 1989, pp. 37-65, ripubblicato in Id., Studi sulla C1istologia, pp. 273-297, spec. p. 282 e nota. Etude historique, [Spicilegium sacrum Lovaniense 4], 2. ed., Louvain 1929, pp. 13-14. Sul 44 Dionigi Al., Confutazione e apologia, fr. 3, ed. Feltoe, Cambridge 1904, p. 186. L'auten termine ayÉvvrl"coç non scritturistico (come fa notare Atanasio, Omt. c. Ar. 1,30;34) e appar ticità dei frammenti è stata contestata da L. Abramowski, Dionys von Rom (t 268) und Dionys tenente al bagaglio tradizionale dell'apologetica cfr. J. Lebreton, Histoire du dogme de la von Alexandrien (t 264/5) in den arianisch,en Streitigkeiten des 4. fahrhunderts, in Zeitschrifl fur Trinité, II, Paris 1928, pp. 635-647. Kirclzengeschichte 93 (1982), pp. 240-272, che li considera una complessa falsificazione prodotta intorno al 339/41, prima di Serdica, con intenti di compromesso e a sua volta interpolata; 4" R. Williams, Damnosa haereditas, p. 153. rivendica l'autenticità M. Simonetti in Aspetti delln 17istologia alessandrina, citato alla nota 49 Lettem di Eusebio di Nicomedia a Paolino di Tiro, Athanasrus Werke III, p. 16, I. 1. precedente. Contro l'autenticità è il recente volume di U. Heil, Athanasius von Ale.wmdria. De 50 Non dobbiamo infatti dimenticare la biforcazione dell'eredità origeniana. Una parte di essa si mantiene strettamente fedele all'innovazione origeniana in merito alla coeternità sententia Dionysii. Einleitung, Ubersetzung und Kommentar, Berlin 1999 sul quale cfr. la recen del Figlio: è il caso di Alessandro di Alessandria. sione di M. Simonetti, in Augustinianum41 (2001), pp. 345-348. 45 Anche in lui ci sono passi che si prestano all'accusa di considerare (come i successivi 51 Fr. 39, GCS, Eusebius Werke IV, 22,8-23. Cfr. E. Prinzivalli, Per un'indagine sull'esegesi del pensiero OIigeniano nel IV secolo, in Annali di storia dell'esegesi 11/2 (1994), pp. 433-460, spec. p. ar.iani) il Figlio una creatura (Fozio, Bibl. 106) o sussistente in vista della creazione (Gregorio 457 [cfr. infm, p. 195]. Dettagliati commenti al frammento (che nella loro numerazione è il Nlsseno, C. Eun. III,2,121) e altri in cui invece egli può essere spiegato nel senso della n.21) forniscono: K. Seibt, Die Tlzeologie des Marhell von Ankym, [Arbeiten zur Kirchenge posteriore ortodossia (Atanasio, de decr. Nic. S)'n. 25). Ciò conferma che comunque le schichte 59], Berlin 1994, pp. 282-292; M. Vinzent, Markell von Anll)'m. Die Fragmente. Der Brief problematiche del III secolo anticiparono la questione di fondo dell'arianesimo: G. Anesi, La anJu/ius von Rom, [Supplements to Vigiliae Christianae 39], Leiden 1997, pp. 135-136. notizia di Fazio sulle Hypotyposeis di Teognosto, in Augustinia/lum 21 (1981), pp. 491-516. Su Teognosto e sulla scuola alessandrina cfr. il capitolo successivo. 52 Cfr. Eusebio, C. Marc.,GCS, Eusebius Werke IV, 22,24-28.