ebook img

L'utopia. Immaginazione sociale e rappresentazioni utopiche nell'età dell'illuminismo PDF

471 Pages·1979·15.517 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview L'utopia. Immaginazione sociale e rappresentazioni utopiche nell'età dell'illuminismo

Titolo originale Lumières de l’utopie Copyright © 1578 Payot, Paris Copyright © 1579 Giulio Einaudi editore s.p, a,, Tarino Traduzione di Margherita Botto e Dario Gibelli Bronislaw Baczko L’utopia Immaginazione sodale e rappresentazioni utopiche nell’età delPilIuminismo Indice p. ix Prefazione L’utopia X. Immaginatone sodale e rappresentazioni utopistiche 3 i. I concetti e i sensi deli’« utopia » 19 2. L’ambito deU’utopia e le sue frontiere 31 3. Utopie, utopisti, riformatori 11. Utopia e politica: un «viaggio immaginario» di Rousseau 66 1. « Indicare vie sconosciute ai moderni... » j6 2. «Se sragiono...» 89 3. «È necessario che in Polonia ci si diverta...» in. Utopia e metafisica: dom Deschamps 109 1. Critica sodale e contestazione della storia 129 2. II mondo della verità realizzata 140 3. L’utopia e la sete di assoluto iv. L’utopia e l’idea della storia-progresso 1. La storia, promessa dell’utopia 159 La storia insulare e le storie alternative X70 II progresso in Utopia 179 2. L’utopia, promessa^della storia 181 La storia come pretesto per l’utopia: l’abate di Saint-Pierre 202 Condorcet: l’utopia come realizzazione della storia 223 3. «Il tempo apre alla storia un nuovo libro...» L’utopia e il calendario rivoluzionario VI INDICE v. L’utopia e le feste p. 252 1. Le feste in Utopia e l’utopia della festa 266 2, L’utopia nella festa rivoluzionaria 278 3. Dal grande affresco all’atto di autopsia 297 4. Modelli di feste e sensibilità ciarliera vi. «Una città chiamata Libertà»: l’utopia e la città 309 1. La città in Utopia 327 2. «Considerare la città da filosofo...» 350 3, Un’architettura per l’utopia 395 4. «Dalla piazza della Rivoluzione a quella della Felicità»: la Parigi immaginaria della rivoluzione vii. L’uomo volante 443 Elenco delle illustrazioni tra le pp. 308-9: Boullée, Circo (Cliché Roger-Viollet), Boullée, Palazzo Nazionale, facciata (Parigi, Bibliothèque Natìo- nale, Estampes). Ledoux, Vista generale della città di Chaux (Cliché Lauros-Girau- don). Ledoux, Tempio dedicato all’amore (Oìkema): vista prospettica e pianta (Parigi, Bibliothèque Nationale, Estampes). Prefazione Che cosa illuminano le utopie con le loro lud scintillanti e cosa nascondono dietro la trasparenza abbagliante della Città Nuova, immaginata e desiderata? Utopia e storia: un insieme di rapporti complessi che que­ sto lavoro si propone di individuare attraverso lo studio del­ l’immaginazione sodale nel xvm secolo e, in particolare, du­ rante il periodo rivoluzionario. Lumi dell’utopia... Allorché i sogni utopistid si accendo­ no all’orizzonte, orizzonte di attese e di speranze, collettive o individuali, conferiscono una luce nuova al paesaggio so­ dale. Uomini e cose sembrano quasi prigionieri nello splen­ dore di questi lumi. Di intensità variabile, il loro effetto ri­ mane identico. Le rappresentazioni utopistiche organizzano e distribuiscono in modo diverso il bianco e il nero, l’opa­ co e il trasparente, il visibile e l’invisibile. Modificare l’il­ luminazione, significa anche orientare in modo diverso gli sguardi, far vedere in modo diverso il possibile e l’impossi­ bile, il passato e l’avvenire, dò che è reale e ciò che si desi­ dera. Affascinati dalle fiaccole dell’utopia, gli sguardi si vol­ gono verso le visioni di una società diversa, contrapposta a quella esistente in quanto riconciliata con la ragione, la sto­ ria, la felidtà... Immaginare la Città Nuova non significa ne- * cessariamente abbandonarsi a un sonno popolato di sogni. La produzione dei sogni sodali può divenire una pratica in­ tellettuale specifica che impone esigenze imprescrittibili. Una volta prodotte e diffuse, le idee-immagini utopistiche pene­ trano nei circuiti di rappresentazioni simboliche. È in que­ sto modo che si offrono loro delle possibilità storicamente variabili di intervenire in conflitti e strategie la cui posta è il potere simbolico sull’immaginazione sodale. Quest’opera PREFAZIONE si propone appunto di mostrare come, durante il xvm se­ colo si accendano e si esauriscano le luci dell’utopia. La sto­ ria delle utopie e, in particolare, di quelle del secolo dei lumi, non è certo un argomento nuovo: ci è sembrato tuttavia pos­ sibile affrontarlo in modo nuovo. Non abbiamo seguito il metodo sistematico che avrebbe rischiato di rinchiudere le rappresentazioni utopistiche in questa o quella formula cer­ cando quindi di individuarne la continuità, o addirittura im­ ponendola. La discontinuità di questo lavoro non deriva sol­ tanto dalla nostra decisione di non essere esaustivi; essa è deliberata, voluta per ragioni di metodo. Abbiamo proce­ duto per tagli e sondaggi tematici, cercando cosi di mettere in evidenza come la storia dei sogni sociali sia costituita da discontinuità e da rotture dietro le quali soltanto è possibile ritrovare talune costanti che rivelano le varie mentalità del­ l’epoca. Dal punto di vista sociologico, gli utopisti costitui­ scono un gruppo particolarmente eterogeneo e sulle strade dell’utopia si incontrano i personaggi pili diversi. Le fron­ tiere dell’utopia sono mobili ed è proprio sul loro sposta­ mento che si è maggiormente accentrata la nostra attenzio­ ne. Il discorso utopistico non è mai chiuso su se stesso: at­ tinge alle profondità dell’immagmario collettivo, sfruttando i vecchi miti; si istalla negli ambiti del sapere e dell’ideolo­ gia creandosi uno spazio-tempo immaginario- Il discorso uto­ pistico si appropria facilmente del linguaggio filosofico e po­ litico come di quello storico, di quello delle scienze e dell’ar­ chitettura. Non si può tuttavia limitarlo o considerarlo esau­ rito in una semplice questione di linguaggio. Praticare il di­ scorso utopistico significa anche realizzare una certa prassi: in particolare quella in cui si sono inserite le rappresenta­ zioni della Città Nuova. Ma cercando i bagliori dell’utopia laddove essi riescono a brillare, lo storico incontra inevita­ bilmente anche i frantumi dell’utopia, i sogni infranti. Nelle modalità che gli sono proprie, l’immaginario utopistico non riproduce forse il divenire storico da cui emerge e da cui è inghiottito? Lumi dell’utopia, utopia dei lumi... I bagliori dei sogni e il sogno in frantumi che abbiamo ricercato appartengono a un’epoca che, per definirsi, si valeva del simbolismo della lu­ ce. Simbolismo, certo, secolare, ma cui le utopie conferisco­ no significati nuovi. Definendo la loro epoca come «il nostro PREFAZIONE XI secolo illuminato», i contemporanei k contrapponevano alle tenebre in cui il passato era rimasto troppo a lungo immer­ so. D’altra parte il simbolo dei lumi si contrapponeva anche, se non principalmente, a ogni società opaca che dissimula il proprio funzionamento e i propri meccanismi. I molteplici sogni utopistici di questo «secolo illuminato» si sovrappon­ gono nella rappresentazione della Città che dovrebbe costi­ tuire, almeno virtualmente, un tutto trasparente perfetta­ mente percepibile in ognuna delle sue parti. Ma, al tempo stesso, nessun aspetto della vita sociale immaginata dovreb­ be sfuggire allo sguardo totalizzante. Paradossalmente, que­ sta trasparenza radiosa proietta un’ombra; dissimula nella stessa misura in cui rivela. Quest’ombra, che la trasparenza proietta, sfuma le differenze fra i sogni sociali, ovvero i più diversi fantasmi, rendendo al tempo stesso difficile percepire le molteplici funzioni assunte da questi sogni per le menta­ lità dell’epoca. La Città trasparente che, nelle utopie, costi­ tuisce la tappa finale di un itinerario da percorrere, non è che un crocevia cui conducono i sentieri più sinuosi e da cui partono parecchie strade orientate in direzioni socialmente e ideologicamente opposte. Ciò appare particolarmente evi­ dente durante il periodo della rivoluzione, i cui tempi forti sono scanditi dalla sua utopia vittoriosa. Pertanto le utopie si iscrivono pili o meno durevolmente nelle mentalità e nelle ideologie. Si impongono come immagini-guida e idee-forza che orientano le speranze e mobilitano le energie collettive. Il periodo rivoluzionario eredita numerose utopie e ne pro­ duce in abbondanza. Una volta avviata, la realtà della rivo­ luzione imprime uno slancio particolare all’immaginazione utopistica. Essa influisce soprattutto sui modi di produrre e di diffondere i sogni sociali, se non addirittura di imporli. Nell’ombra proiettata dalle rappresentazioni della Qttà tra­ sparente, la potenza del sogno non è messa forse al servizio della macchina del potere e l’energia di questo sogno non è convertita forse nella greve inerzia di un discorso di oppres­ sione? L’utopia è una vera luce o soltanto una fiammella? Que­ sto problema non è mai stato tanto aspramente dibattuto quanto ai giorni nostri, in un’epoca che non può né vivere con le sue utopie né fame a meno, che ne sollecita di nuove pur diffidando in anticipo dei pericoli e dei rischi che esse XII PREFAZIONE comportano. Lo storico delle utopie non può coltivare l’illu­ sione di riuscire a sfuggire completamente alle difficoltà di questo dibattito, anche se non ne accetta i termini. Esso vor­ rebbe tuttavia sottrarsi, nella misura del possibile, ai vincoli che esso impone. Luci autentiche o fuochi fatui, Ì lumi dell’u­ topia rivelano, come altrettanti riflettori, allo sguardo del­ lo storico, gli uommi dì una certa epoca nell’atto di produrre i loro sogni e alle prese con essi. Fare la storia delle utopie di questo «secolo illuminato», significa, in fin dei conti, con­ statare che esso non poteva farne a meno. Il posto che gli spetta nella storia è relativo anche alla sua produzione im­ maginaria. I sogni sociali costituirono al tempo stesso i risul­ tati e le condizioni di parecchie importanti scelte attuate du­ rante quell’epoca decisiva. Attraverso tali scelte essi inter­ venivano anche nella realizzazione di una delle storie possi­ bili. Sia essa la migliore o la peggiore, quel secolo ce l’ha tra­ mandata ed è divenuta la nostra. Redigere una prefazione è sempre un’impresa per certi versi ambigua, e questa non sfugge alla regola. Non viene forse stesa al momento in cui il libro è già terminato, con l’intenzione tuttavia di premetterla a esso? Non propone forse un itinerario da seguire, mentre l’ha già percorso e ripercorso smarrendosi numerose volte? Non insiste forse troppo sullo sforzo compiuto e non abbastanza sull’enorme lavoro che resta da fare per restituire ai sogni sodali la ric­ chezza della loro storia? È quindi con sollievo che l’autore abbandona le sabbie mobili per toccare quella terra ferma da cui può esprimersi con la massima sicurezza. Di qui rivolgo Ì miei ringraziamenti più calorosi agli amici Jean Ehrard, Krzysztof Pomian e Paul Viallaneix dai quali ho ricevuto, nel corso del mio lavoro, un aiuto sempre stimolante quanto fedele ed efficace. Il libro è dedicato alla mia amica di sem­ pre, fidata e generosa, mia moglie. L’utopia

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.