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L'uomo. Una questione aperta PDF

112 Pages·2007·0.344 MB·Italian
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LE PAROLE E LE COSE Collana diretta da Tonino Griffero Helmuth Plessner L’uomo: una questione aperta Introduzione di Hans-Peter Krüger ARMANDO EDITORE PLESSNER, Helmuth ; a cura di M. Boccignone L’uomo: una questione aperta; introd. di Hans-Peter Krüger Roma : Armando, © 2007 112 p. ; 17 cm. (Le parole e le cose) ISBN: 978-88-6081-187-5 1. Antropologia filosofica 2. Filosofia e valore dell’uomo 3. Storia del pensiero CDD 184 Titoli originali: Die Aufgabe der philosophischen Anthropologie, Über einige Motive der philosophischen Anthropologie,Immer noch philosophische Anthropolo- gie?,in Gesammelte Schriften VIII, Frankfurt am Main, Surkamp, 1983. Traduzione e cura di Martino Boccignone © 2007 Armando Armando s.r.l. Viale Trastevere, 236 - 00153 Roma Direzione - Ufficio Stampa 06/5894525 Direzione editoriale e Redazione 06/5817245 Amministrazione - Ufficio Abbonamenti 06/5806420 Fax 06/5818564 Internet: http://www.armando.it E-Mail: [email protected] ; [email protected] 18-16-001 I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o par- ziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostati- che), in lingua italiana, sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro paga- mento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avve- nire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente vo- lume/fascicolo, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Via delle Erbe, n. 2, 20121 Milano, telefax 02 809506, e-mail [email protected] Sommario Introduzione 7 (Hans-Peter Krüger) Nota al testo 33 L’uomo: una questione aperta 35 (Helmuth Plessner) 1. Il compito dell’Antropologia Filosofica (1937) 37 2. Circa alcuni motivi dell’Antropologia Filosofica (1956) 63 3. Ancora dell’Antropologia Filosofica? (1963) 89 Nota biografica 105 Nota bibliografica 109 Introduzione di Hans-Peter Krüger Nel 1931 Helmuth Plessner (1892-1985) esprime la speranza che l’atteggiamento filosofico successivo «non sia più soltanto affare per eruditi, ma oggetto dell’intera vita spirituale e pubblica in Europa: colle- gare la rinuncia alla supremazia del proprio sistema di valori e di categorie con la salda convinzione che esso possa avere un avvenire»1. La Germania nazio- nalsocialista dal 1933 al 1945 prende proprio la dire- zione opposta. La cortina di fumo della guerra calda e della guerra fredda si è appena dileguata in Euro- pa centrale e in Italia, quando, negli anni Novanta, comincia per la prima volta una lettura completa de- gli scritti di Plessner in ambito filosofico, sociologico e storiografico2. Certamente, anche prima del bien- nio 1989-1990 egli vale come il coniatore concettua- le, divenuto anonimo, della locuzione “nazione in ri- tardo” per i tedeschi rispetto agli europei occidenta- li, e come una sorta di cenno per conoscitori, quan- do si tratta di comprendere l’uomo come “doppio” o “sosia” [Doppelgänger], come “eccentrico” e “homo absconditus”, cioè come l’essere insondabile. Però la prima edizione delle sue Gesammelte Schriften in dieci volumi (1980-1985) viene esaurita solo alla fine degli anni Novanta e, a partire dalla metà di questo 7 Introduzione decennio, è integrata da volumi contenenti scritti mi- nori, lezioni universitarie scelte e carteggi contenuti- sticamente significativi3, la cui pubblicazione richie- derà in futuro ulteriori volumi4. Lentamente viene alla luce un’opera filosofica fondamentale che non si adatta a nessuno degli usuali scompartimenti concettuali e che, all’ombra di grandi nomi, non solo da Martin Heidegger sino a Carl Schmitt, ma anche, tra gli emigranti, da Ernst Cassirer a Theodor W. Adorno e, tra i francesi, da Jean-Paul Sartre a Maurice Merleau-Ponty, non è sta- ta riconosciuta nel suo valore. Forse qualcuno, tro- vandosi tra tutte le possibili cattedre e tra i vari fron- ti accademici, ha pensato qualcosa di diverso, maga- ri qualcosa di meglio, qualcosa che può trovare una più ampia risonanza solo tra i successori, liberatisi ormai delle alternative troppo nette e bellicose. Tut- ti questi grandi nomi volevano far valere l’Antropo- logia Filosofica, nel migliore dei casi, come una sot- todisciplina della filosofia. Dopo la morte improvvi- sa di Max Scheler nel 1928, Plessner è l’unico pen- satore di rilievo ad elaborare l’Antropologia Filosofi- ca in modo interdisciplinare e al tempo stesso come philosophia prima: «Perché il concetto dell’uomo non è nient’altro che il “mezzo” mediante il quale, e nel quale, viene compiuta quella equiparazione valorial- mente democratica di tutte le culture nella loro re- troazione su un creativo fondamento vitale»5. Mentre l’Europa sembra essere improvvisamente liberata e recidiva solo nei Balcani, essa deve anche già affrettarsi nuovamente nella sua integrazione, perché nella globalizzazione, a confronto con gli USA, minaccia di diventare il continente “in ritardo”. 8 Hans-Peter Krüger Cosa può sensatamente rappresentare la nuova Eu- ropa, un’Europa che non voglia ripetere i suoi vec- chi errori, per se stessa e per gli altri nella futura sto- ria mondiale? Intorno a questa domanda si collegano come in una rete tanti piccoli circoli, che già prece- dentemente si sono occupati di riflessioni plessneria- ne, nel primo decennio dopo la caduta del muro di Berlino, da Napoli, Firenze e Zagabria sino a Gro- ningen e Amsterdam, Varsavia e Cracovia, da Fribur- go, Würzburg e Gottinga nell’Ovest della Germania sino a Potsdam, Berlino e Dresda nell’Est della Ger- mania. I polacchi e gli italiani sono tra i primi in mol- te discussioni e nelle traduzioni, e certo non per ca- so, perché anche essi hanno conosciuto il ritardo comparativo come problema e come opportunità per sé in Europa e nel mondo. Con il volgere del mil- lennio si aggiungono discussioni e traduzioni delle opere plessneriane in America, Francia e Cina, e non solo. Con la problematica di portata storica globale circa il compito futuro dell’Europa cresce anche e so- prattutto la sfida delle nuove scienze della vita di ca- rattere biomedico, incluse le loro conseguenze negli ambiti dell’autoconoscenza e dell’autocomprensione, sui mercati economici e nelle pratiche degli esseri viventi di carattere personale [personale Lebewesen]. Ora, forse, minaccia di presentarsi un nuovo biolo- gismo, improntato alla libertà di mercato, che, come compensazione, potrebbe provocare un nuovo ro- manticismo della vita. Tornerebbero dunque, nella nuova forma della globalizzazione, proprio i due fe- nomeni contro i quali Plessner già tra le due Guerre Mondiali aveva abbozzato una via d’uscita? Così si moltiplicano le ricezioni di Plessner da parte di cor- 9 Introduzione renti sinora contrapposte, dalla filosofia a sfondo cat- tolico sino alla filosofia della comunicazione lingui- stica proveniente da un protestantesimo secolarizza- to6. Con la fondazione plessneriana delle scienze della natura e delle scienze della cultura, condotta per mezzo di una filosofia della natura, forse, si può trovare una risposta anche alla sfida delle life scien- ces, incluse le loro conseguenze pratiche. L’Antropologia Filosofica plessneriana, dunque, potrebbe condurre fuori dal dualismo, e questo non solo, sul piano politico, tra il radicalismo di destra e il radicalismo di sinistra, come egli aveva richiesto sin dalle sue Grenzen der Gemeinschaft. Zur Kritik des sozialen Radikalismus(1924), rivolte sia contro il bol- scevismo sia contro il fascismo, a favore del mondo civile rappresentato dall’Europa occidentale7. Forse la sua Antropologia Filosofica può condurre fuori anche dall’altra falsa contraddizione, quella tra il dover spie- gare e dominare tutto e il dover comprendere e per- donare tutto. In tal caso, infatti, cosa rimarrebbe per noi uomini di non arbitrario e indifferente, visto che ci sarebbe un meccanismo a fare e decidere già tutto per noi? Plessner, come nessun altro filosofo del XX secolo, amplia sia le possibilità della spiegazione del- l’uomo (anche nelle scienze della società e della cul- tura) sia le possibilità della sua comprensione (pro- prio nelle scienze della natura), considerando come fondamentalmente errata l’intera scissione tra le scienze naturali solo esplicative e le scienze dello spi- rito solo comprendenti. Con questa doppia strategia incrociata, consistente nello svelamento delle pre- messe di carattere comprendente della spiegazione e delle possibilità di carattere esplicativo della com- 10

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