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L’uomo senza inconscio. Figure della nuova clinica psicoanalitica PDF

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Massimo Recalcati L'UOMO SENZA INCONSCIO Figure della nuova clinica psicoanalitica Raffaello Cortina Editore www.raffaellocortina.it ISBN 978-88-6030-302-8 © 2010 Raffaello Cortina Editore Milano, via Rossini 4 Prima edizione: 2010 Stampato da Consorzio Artigiano LVG, Azzate (Varese) per conto di Raffaello Cortina Editore Ristampe 1 2 3 4 5 6 7 2010 2011 2012 2013 2014 2015 INDICE Introduzione Parte prima Il disagio della Civiltà ipermoderna Capitolo I Estinzione dell'inconscio? Una recente mutazione antropologica Capitolo II Evaporazione del Padre e discorso del capitalista Capitolo III L'ideologia ipermoderna del benessere: l'ideale della salute o il reale del sintomo? Parte seconda Anoressie Capitolo IV Separazione e rifiuto: considerazioni sulla scelta dell'anoressia Capitolo V L'icona anoressica del corpo magro Capitolo VI Corpo, angoscia e anoressia Capitolo VII Panico e anoressia Parte terza Sintomi contemporanei Capitolo Vili Le nuove forme del sintomo: considerazioni metapsicologiche e cliniche 141 Capitolo IX Il corpo alla moda: intorno ad alcuni nuovi sintomi femminili 161 Capitolo X La clinica della maschera e le nuove patologie dell'identificazione 177 Capitolo XI L'impero della sostanza: note sul soggetto tossicomane 195 Capitolo XII Depressioni contemporanee 219 Capitolo XIII Paranoia e ambivalenza: il lavoro paranoico come antilutto 237 Capitolo XIV Alopecia della parola. Osservazioni su un caso di fenomeno psicosomatico 263 Capitolo XV Il trattamento psicoanalitico di fronte alle nuove forme del sintomo 275 Appendici Meditazioni sulla pulsione di morte 291 L'eclissi del desiderio e il totalitarismo postideologico 305 Bibliografia 327 Indice dei nomi 335 Ai miei amici e colleghi dell'i. R.P.A., ai nostri allievi, a una visione di fine estate sulla spiaggia di Grottammare L'avvenire della psicoanalisi dipende da quello che avverrà di questo reale, cioè se i gadget, per esempio, vinceranno vera- mente la partita, se noi stessi giungeremo a essere veramente animati dai gadget. J. LACAN, La terza INTRODUZIONE È un errore considerare il soggetto dell'inconscio come un dato di natura, o peggio come un'essenza sovrastorica immune dalle trasfor- mazioni sociali. E un errore anche pensare che la sua esistenza sia ga- rantita in quanto espressione ontologica della realtà umana. Di conse- guenza è, a mio giudizio, un grave errore non contemplare la possibilità disastrosa che il soggetto dell'inconscio possa declinare, eclissarsi, per- sino estinguersi. Anche per questa ragione Jacques Lacan ha sempre insistito sulla necessità di evitare di attribuire all'inconscio uno statuto ontologico mostrandone invece la valenza eminentemente etica o, co- me si esprime in apertura del Seminario XI, "preontologica".1 Perché il soggetto dell'inconscio preservi la sua forma specifica di esistenza è ne- cessario che la psicoanalisi installi la condizione della sua operatività. Non c'è soggetto possibile dell'inconscio se non attraverso l'esperienza della psicoanalisi. Per questa ragione Lacan poteva affermare, non sen- za un certo gusto per il paradosso, che lo psicoanalista è parte integran- te del concetto di inconscio.2 In questo libro avremo modo di studiare le condizioni cliniche e so- ciali che disattivano (tendenzialmente) il funzionamento del soggetto dell'inconscio. Le forme attuali della psicopatologia (dipendenze pato- logiche, anoressie, depressioni, somatizzazioni, attacchi di panico) sem- bra confermino, con una virulenza drammatica, questa possibilità di una estinzione del soggetto dell'inconscio, di una sua progressiva abrogazio- ne. La psicopatologia tradizionale ci aveva già confrontati con forme ra- 1. Vedi J. Lacan, Il Seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi (1964), tr. it. Einaudi, Torino 1979, p. 30. 2. "Gli psicoanalisti fanno parte del concetto di inconscio perché ne costituiscono la destina- zione "; vedi J. Lacan, Posizione dell'inconscio, tr. it. in Scritti, Einaudi, Torino 1976, p. 835. IX dicali di rifiuto del soggetto dell'inconscio: il lavoro della paranoia e quello della melanconia vengono descritti da Freud e da Lacan come la- vori antagonisti al lavoro del soggetto dell'inconscio. Nell'attualità que- sto antagonismo al soggetto dell'inconscio sembra informare tutte le for- me prevalenti della psicopatologia. Se il grande passo di Freud è stato quello di mostrare che il soggetto dell'inconscio era l'artefice di tutte quelle manifestazioni della realtà umana che sfuggivano al dominio in- tenzionale della coscienza (sogni, sintomi, lapsus, sbadataggini, dimenti- canze, motti di spirito, coazioni a ripetere) e che avevano il potere di im- primere alla sofferenza sintomatica il carattere metaforico di un messag- gio cifrato, di un discorso singolare, eccentrico a ogni discorso comune già stabilito, il quale esigeva di essere ascoltato e interpretato, l'attualità della clinica ci confronta sempre più frequentemente con forme della sofferenza che sembrano aver interrotto ogni contatto con l'inconscio, che, più radicalmente, sembrano decretare in primis non tanto e non so- lo la morte della psicoanalisi, come si sente frequentemente dire, ma la morte, assai più grave, del soggetto stesso dell'inconscio. Cosa ci insegnano le nuove forme sintomatiche della clinica contem- poranea? Ci insegnano che in esse non è più in gioco primariamente il de- siderio del soggetto come manifestazione principe del soggetto dell'in- conscio, ma il suo annullamento nichilistico. E ci insegnano pure che que- sto annullamento tende a manifestarsi secondo due direttrici fondamen- tali: come rafforzamento narcisistico dell'Io che dà luogo a identificazioni solide che irrigidiscono sterilmente l'identità soggettiva o come un'esi- genza imperiosa di godimento che travalica ogni principio di mediazione simbolica per imporsi come un comandamento tanto assoluto quanto mortifero. E così che in questo libro propongo di differenziare in due grandi capitoli la nuova clinica psicoanalitica: il capitolo della clinica delle identificazioni solide e il capitolo della clinica dello strapotere dell'Es. L'"evaporazione del Padre", per usare una felice espressione di La- can3 sulla quale ritorneremo frequentemente, costituisce lo sfondo so- ciale delle profonde trasformazioni che hanno investito la psicopatolo- gia. Soggetti spaesati, alla deriva, vuoti, privi di punti di riferimento ideali, ingessati in identificazioni conformistiche, indifferenti, chiusi monadicamente nelle loro nicchie narcisistiche, prigionieri delle loro pratiche di godimento dove l'Altro è assente; legami liquidi, sbriciolati dalla potenza idolatrica dell'oggetto di godimento offerto illimitata- mente dal sistema globale del mercato, sempre a disposizione, conti- 3. Vedi J. Lacan, "Nota sul padre e l'universalismo", tr. it. in La psicoanalisi, 33,2003, p. 9.

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