Description:Harris Stuyvesant arriva a Londra nell’aprile del 1926. È un gigante tutto muscoli che dal 1911, dall’età, cioè, di ventidue anni, lavora per l’U.S. Bureau of Investigation, l’antesignano dell’FBI. Stuyvesant ha con sé una documentazione a dir poco scottante: un verbale dei servizi segreti in cui si avanza l’incredibile ipotesi che i tre attentati a sfondo politico - tre esplosioni, una di nitroglicerina, due incendiarie, tutt’e tre confezionate con cura - avvenuti a poca distanza l’uno dall’altro a Chicago, in Pennsylvania e a New York, siano non solo strettamente connessi, ma abbiano le loro radici lì, in terra britannica. E che radici! In almeno due casi, i testimoni hanno riconosciuto un inglese che stazionava in zona, un tipo magrolino, capelli scuri, lenti affumicate e baffetti.
Stuyvesant ha con sé una foto che ritrae l’uomo in mezzo ai viaggiatori raccolti sulla tolda di una nave a New York, e delle fotocopie della lista dei passeggeri di tre imbarchi in cui il nominativo dell’uomo è cerchiato in nero. Quando, negli incontri ufficiosi coi suoi colleghi dello spionaggio inglese, sbandiera foto e nome, i suoi interlocutori sbiancano puntualmente in volto e scuotono la testa in segno di diniego.
Richard Bunsen, la star del partito laburista, il nuovo genio della sinistra britannica, l’amante di Lady Laura Hurleigh, del potente clan degli Hurleigh, l’aristocrazia che spadroneggia a corte e al governo e dice la sua persino nella nomina degli ambasciatori, Bunsen, il moderato, brillante dirigente sindacale attentatore sull’altra sponda dell’Atlantico? Ridicolo!
Stuyvesant raccoglierebbe soltanto scherno e divertite reazioni se non incontrasse Aldous Carstairs, un maggiore del controspionaggio con una bocca da depravato e una stretta di mano disgustosa, che non solo resta imperturbabile dinanzi alle sue carte, ma si mostra perfettamente al corrente del passato sovversivo e del complicato presente di Bunsen e, per misteriose ragioni, dispensa a Stuyvesant preziosi consigli. Lo indirizza a un uomo che vive in Cornovaglia, il capitano Bennett Grey, tornato dalla Grande Guerra col sistema nervoso a pezzi e una dote eccezionale: la capacità di leggere nella mente delle persone e di poter «distinguere l’oro da una patacca».
Romanzo ricco di colpi di scena, di passioni, di intrighi e trame oscure, di dame dell’aristocrazia impegnate nella liberazione del proletariato, L’uomo della verità ritrae impeccabilmente un’Inghilterra attraversata da rivolta e idealismo sociale e sorretta come sempre da quella sottile arte dell’apparenza in cui nulla è come sembra.