ebook img

L'uomo col magnetofono PDF

98 Pages·1978·13.504 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview L'uomo col magnetofono

col L'uomo magnetofono -BILI BOMPIANI 149 I - - DOCUMENTI E TESTIMONIANZE FO RLI' I BIBLIOTECA MODE.R-NA I - i'b ---------------------- 101.6, I Direttore Oreste del Buono J.J. Abrahams L'UOMO COL MAGNETOFONO -TAICARJ llOllPIAlll- Il termine magnetofono è stato depositato dalla Magnetofoni Castelli S.p.A. il 30 agosto 1948. © 1976 Editions Le Sagittaire Paris Traduzione dal francese di Silvia Pizzorno © 1979, Casa editrice Valentino Bompiani & C. S.p.A. Via Mecenate, 8716 - Milano I Edizione nei "Tascabili Bompiani" Aprile 1979 292029 IL CASO ABRAHAMS L'uomo col magnetofono J di ean-Paul Sartre Il testo di Abrahams ci Ea prof~it..damente divisi. In BIBLIOTECA seguito ci siamo rappacificati sulla base di un compromes A. SAFFI so che spero durerà: io dirò perèh~~ fin dal primo giorno, FORI.I' sono stato dell'idea che bisognava pubblicarlo; Pontalis e Pingaud, che sono dell'idea contraria, diranno i moti M.DEP vi della loro opposizione. La testimonianza di Abrahams sta in mezzo ai due nostri articoli. 23016 Prima di tutto alcune parole per evitare un probabile l---~=2=30=1=6====-:-- malinteso: non sono un "falso amico" della psicanalisi. . ma un compagno di strada critico e non ho nessuna vo glia - e d'altra parte nessun mezzo - per ridicolizzar la. Questo dialogo farà sorridere.: a tutti piace vedere il burattino che picchia il carabiniere. Personalmente non lo trovo divertente, né per l'analista, né per l'ex analizzato. Evidentemente costui ha la parte più bella e dirò do TASCABILI BOMPIANI po perché la trovo eccezionale; l'analista, dopo tutto, se Periodico settimanale anno IV numero 149 -1913/79 la cava senza gloria (chi riuscirebbe a far di meglio senza Registr. Tribunale di Milano n. 133 del 2/4/1976 saper fare judo?) ma neppure disastrosamente: non ha Direttore responsabile: Oreste del Buono parlato. Inoltre ammetto volentieri che l'incontro avvie Finito di stampare nel marzo 1979 presso ne nell'ambito di una relazione analitica: ciò che è in gio I.LE s.r.l. -SOLARO (Ml) co, in primo luogo, sembra essere una certa interpreta zione che, secondo Abrahams, il dottor Van Nypelseer Printed in ltaly V avrebbe imposto per anni al suo paziente e rinnegato sto modo coloro che gli analisti ritengono malati, '!'a non poi bruscamente (va da sé che non ci pronunceremo né coloro che essi hanno resi tali. Abrahams dice: let ha ag sull'interpretazione, né sulla palinodia, poiché il magneto oravato il mio caso. Dunque non si presenta come un fono non ha registrato l'inizio della conversazione). D'al ;o,ggetto perfettamente libero e s.ano -;; ~ chi l~, è? - tra parte Abrahams è il primo a riconoscerlo intitolando oppure come quelli che Jones chiama glz ad~ltt '. paro~ questa testimonianza: Dialogo psicoanalitico. Titolo iro ltt terribile se si pensa che la signora Freud at suoi occhi nico: esso ci vuole far intendere che "spesso, come dice era un'adulta e che Freud non lo era, ma come un sog Merlino, chi crede di analizzare gli altri analizza se stes getto ferito, o se si preferisce come il ~ogget_to della P~o_­ so". Il dottor Van Nypelseer avrebbe proiettato su Abra pria jerita, come l'unità tor1!1ent~ta_ d~ gravi problemi t hams i propri "problemi d'infanzia". Questa concezione nafferrabili di cui chiede aglt altri di aiutarlo a trovare la impegna soltanto Abrahams e d'altra parte non è ciò che soluzione. Detto questo, che cosa rimprovera Abrahams al ci interessa: se la sottolineo è perché essa mostra l'aspetto dottor Van Nypelseer? Lasciamolo parlare: . . problematico del dialogo. Abrahams si riferisce a Freud "Non si può guarire così (con un cenno del capo melica due volte con sincero rispetto; egli lascia indeciso se la il divano dell'analista). È impossibile! Lei stesso. non pratica analitica in quanto tale ha fallito, o se un analista è guarito perché ha passato troppi anni là sopra. L~t ~on migliore lo avrebbe guarito. In ogni caso, per noi questo osa guardare la gente in faccia. Poco fa aveva com111c1ato. non è il problema: anche se un errore è stato commesso a dirmi di 'guardare in faccia i miei fanta~mi'. No~ avret capiamo bene che Abrahams, che ne ha sofferto, possa in mai potuto guardare in faccia nulla! Lei mt ha .obbligato a dignarsi, ma ai PJstri occhi la psicoanalisi non può essere voltarle le spalle, e non è così che si può guarire la gente. rimessa in causa da un caso isolato, così come il crimine È impossibile perché ... vivere con gli altri sig~ific~ sape~­ di Uruffe non mette la Chiesa in pericolo di fronte agli li guardare in faccia." Si contesta il metodo, tl ~tv~n?, tl occhi di un credente: l'analisi è una disciplina che mira mutismo diligente dei grandi ascoltatori profess1~mst1? al rigore e il cui scopo è di guarire; per il resto non è un Sì e no: per anni Abrahams ha messo tut~o il .su? ze corpo unico, ma molteplice. Quando si sollevano delle lo a esprimersi, a esporsi, senza ignorare eh.e t suoi discor obiezioni - che d'altra parte non vertono sui principi, si apparentemente liberi e casuali, rimandavano a un te ma su certi aspetti della pratica - bisognerebbe essere s/o oscuro e nascosto che andava costruito piuttosto che tanto rigorosi nella discussione quanto i medici che la ri scoperto e che era contenuto nella parola dett~, nel senso vendicano lo sono nella pratica clinica e terapeutica. in cui Eluard dice: "Vi è un altro mondo ed e contenuto Perché allora questo dialogo mi ha affascinato? Perché in questo. 11 Ciò che colpisce in questo breve frammento: mette in luce, con abbagliante evidenza, l'irruzione del "guardare in faccia... voltare le spalle", ci confida ,~a s.u~ soggetto nello studio dell'analista, o meglio il capovolgi esperienza profonda: attraverso la sofa presenza, l tnvts~­ mento del rapporto univoco che lega il soggetto all' ogget bile e silenzioso testimone del suo discorso - vale a di to. E per soggetto qui non intendo l'Io o l'Ego, questo re, di ciò che egli dice e di ciò che si fa dire attraverso quasi-oggetto della riflessione, ma l'agente: in questa breve l'indispensabile mediazione di un soggetto - trasforma avventura Abrahams è soggetto nel senso in cui Marx nella bocca stessa del paziente la parola in oggetto per la dice del proletariato che è soggetto della storia. I ntendia semplice ragione che non ci può essere, tra le spalle volt~­ moci: Abrahams riconosce che aveva ."bisogno d'aiuto", te e l'uomo seduto, invisibile, inafferrabile, alcuna reci e rimprovera al dottor Van Nypelseer di "non averlo gua rito", di averlo tenuto in stato di dipendenza "prometten· procità. Lo so: il " malato" deve emanciparsi da solo~ dogli" di dargli un giorno "l'autorizzazione" a ritornare deve scoprirsi poco a poco. La noia, ci dice Abrahams, e sano. Abrahams parla dei clienti del dottor Van Nypel che è chiaro sin dall'inizio che egli si scoprirà come una seer come di "malati", tra virgolette, intendendo in que- passività, attraverso quello sguardo che non ·può captare VI VII e che lo valuta. L1uomo con il magnetofono è convinto sidera che la situazione, l'abdicazione settimanale o biset che la strada che porta all'indipendenza (guardare in fac timanale dell'analizzato a favare dell'analista diviene un cia i suoi fantasmi, gli uomini) non può passare attraverso bisogno sempre più imperioso; questo significa che la la dipendenza assoluta (trans/ ert e frustrazione, promessa condizione d'oggetto ha i suoi vantaggi; la violenza è o tacita - io vi guarirò - attesa di un ''permesso"). Abra vunque latente, insinuante: essere soggetto è così faticoso hams è deluso, è vero, risentito nei confronti del medico e sul divano tutto invita a sostituire l'angosciante respon e alcuni parleranno di trans/e rt mal liquidato, ma che cosa sabilità di ,essere uno solo con la società anonima delle rispondergli se ci dice che la guarigione del "malato" de pulsioni. ve incominciare dal guardarsi in faccia e divenire una im Il capovolgimento della prassi dimostra chiaramente presa comune dove ciascuno accetta i propri rischi e si che la reazione analitica è di per se stessa violenta, qua assume le proprie responsabilità? Lo si è castrato? Sia lunque sia la coppia medico-paziente che consideriamo. Di pure, ma vuole che glielo si dica guardandolo negli occhi. fatto, quando la violenza capovolge la situazione, l'a nali Che si proponga a lui, Abrahams, questa interpretazione, sta diviene immediatamente analizzato o piuttosto analiz nel corso di una lunga avventura a due, nell'interiorità, e zabile: in questa situazione il colpo di mano e la sua non che gli ''accada", anonima, impersonale, come una pa impotenza lo mettono artificialmente in una situazione di rola di pietra. Questo soggetto desidera comprendersi in nevrosi. Abrahams aveva calcolato giusto durante i tre an quanto soggetto ferito, deviato; in assenza di una colla ni in cui rimuginava il colpo. Ascoltatelo: "Fino a oggi borazione in terso ggettiva, ''passa all'atto", per parlare co lei aveva l'abitudine di controllare completamente la si me gli analisti: questo significa capovolgere la prassi e tuazione e bruscamente, ecco l'estraneità che si introduce nello stesso tempo la situazione. Nel Dialogo psicanaliti e si installa qui da lei ... " E la risposta dell'analista prova co, i ruoli si capovolgono e l'analista diventa oggetto. Per che è divenuto d'un tratto paziente. Il suo discorso val la la seconda volta l'appuntamento dell'uomo con l'uomo pena di essere decifrato: "Non sono abituato alla violenza è mancato. Questa storia che alcuni giudicheranno buffa fisica". Che frase strana, perché non dire semplicemente, è la tragedia dell'impossibile reciprocità. allora: non sono abituato alla violenza. Alla violenza mo Vi è violenza, dice il dottor Van Nypelseer, e ciò è fuo rale ha dunque l'abitudine? E come mai per dare un esem ri dubbio. Ma non è piuttosto una controviolenza? Abra pio di violenza fisica cita il fatto di "tirar fuori adesso hams pone ammirevolmente il problema: questa '' intermi questo registratore"? Non voglio fare un processo a qual nabile relazione psicoanalitica", questa dipendenza, que che parola pronunciata in un momento di turbamento, del sto transfert scontato, provocato, questa feudalità, questo tutto legittimo: voglio solo far capire che la violenza spez lungo parto dell'uomo prostrato sul divano, rimandato ai za il discorso e che ogni parola diventa oltremodo signi balbettamenti infantili, senza calzoni, non è forse questa ficante a questo punto, perché significa troppo o troppo la prima forma di violenza? So quello che il dottor Van poco. La trasformazione brusca del dottor Van Nypelseer, Nypelseer gli risponderebbe - gli avrebbe risposto sen soggetto dell'analisi, agente della terapia, in oggetto gli za la presenza del magnetofono: "Non facciamo mai uso crea una crisi d'identificazione: come riconoscersi? della costrizione, ognuno viene e se ne va quando vuole; È il motivo dell'estraneità - "estrangement" direbbe quando un paziente vuole lasciarci ci capita di dissuaderlo, Lacan, traducendo il termine freudiano "Unheimlichkeit" sappiamo che questa rottura gli è dannosa, ma se insiste - provata di colpo e della resistenza disperata che op ci inchiniamo; la prova è che io vi ho lasciato andare a pone ad Abrahams il dottor Van Nypelseer: non parlerà malincuore, tre anni fa." È vero e secondo me gli anali davanti al registratore. Il motivo bisogna cercarlo prima sti non sono in causa. Ma Abrahams non si riterrebbe bat di tutto nella deontologia professionale. Ma basta questa "futo; -ce lo dice: se si scartano gli uomini e non si con- a dare l'idea dell'orrore che prova davanti al 'registratore? VIII IX Non scopre forse, come l'oggetto di una analisi, che le peramento di questo processo mediante un gesto? Non sue parole, di cui era così avaro e che si perdevano tal metto in dubbio che ogni sua parola e comportamento volta così leggermente nel silenzio dello studio - un possa essere interpretato analiticamente, a patto di ricon 11 malato" non è un testimone - vanno a imprimersi, a durlo al suo statuto di oggetto analitico. Ciò che scompa- essere inscritte per sempre: non erano che l'allegro mor ·rirà con il soggetto è la qualità inimitabile e singolare del morio del suo pensiero sovrano, ora rischiano di diven la scena: la sua organizzazione sintetica, detto altrimenti tarne la pietrificazione. Inerti, porteranno testimonianza. l'azione in quanto tale. E non mi si venga a dire che è un Questo registratore fa arrabbiare le persone più dolci poi «malato" che l'organizza: ne convengo, convengo che la ché corrisponde ali' avvertimento della giustizia inglese organizza come malato. Ciò non impedisce che l'organiz verso gli accusati: a partire da questo momento, tutto ciò zi. Gli analisti possono dare le motivazioni del "passaggio che voi dite può essere usato contro di voi. Il dottor all'atto", ma l'atto, che interiorizza, supera e conserva le Van Nypelseer tenta un'ultima volta di intimidire Abra motivazioni morbose nell'unità di una tattica, l'atto che hams trattandolo come un oggetto, ricordandogli la sua dà un senso al senso che a noi è giunto, gli analisti non si dipendenza: "Lei è pericoloso perché misconosce la real sono preoccupati finora di rendercene conto. tà". Ma si attira questa risposta geniale: "La 'realtà', che Bisognerebbe infatti reintrodurre la nozione di sogget cos'è?" Sì: che cos'è la realtà quando analista e paziente to. In Inghilterra, in Italia, Abrahams, soggetto incon si trovano a guardarsi in faccia, quando, con l'aiuto della testabile di questa breve storia, troverebbe dei validi in: violenza, l'analista non può più decidere solo e sovrana terlocutori: una nuova generazione di psichiatri cerca dt mente di ciò che è il reale, e cioè privilegiare una certa stabilire con le persone che cura un legame' di reciprocità. concezione del mondo? Che cos'è la realtà quando ormai Senza rinunciare all'immenso apporto psicoanalitico, que il paziente rifiuta di andarsene? Quando in un comico mo sti psichiatri rispettano prima di tutto in ogni malato l' a vimento di reciprocità antagonistica ognuno dei due fa la gente, il soggetto, la libertà deviata di agire.1 Non mi psicoanalisi del/' altro o meglio quando si applicano uno sembra impossibile che un giorno gli psicoanalisti di stret sull'altro gli stessi schemi: lei imita suo padre; no, è il ta osservanza li raggiungano. Aspettando, presénto qui suo; lei fa il bambino; no, è lei. Quando il linguaggio ana questo Dialogo a titolo di scandalo benefico e benigno. litico, sdoppiato, riecheggiato, anonimo, sembra im pazzito? (Da Les Temps Moclernes, aprile 1969) Questa situazione-limite - in cui altri analisti si sono trovati e che costituisce un rischio professionale - per mette di porre il vero problema: si deve scegliere tra /'es sere-soggetto del "malato" e la psicanalisi? Guardate l'uo mo con il magnetofono. Guardate come ha riflettuto in quei tre anni - che si sia sbagliato o no ha poca importanza - guardate come gli è maturato in testa il suo piano, come ha combinato il co!po,. come l'ha eseguito, ascoltatelo parlare, sentite la sua troma e anche la sua angoscia ("Bisogna che abbia una bella faccia tosta per permettermi una cosa simile ... ") I Non voglio misconoscere le difficoltà che incontreranno: la "psicologia del profondo", come dice .Lagache, necessita il ri e la disinvoltura con cui gioca con concetti usati su di lui lassamento, l'abbandono, una certa abdicazione, quindi il di per lungo tempo. Adesso vi domando chi è costui? Chi vano; il guardarsi in faccia esige, al contrario, la vigilanza, l~ è questo Abrahams che parla? Un cieco processo o il su- sovranità, una certa tensione. Ma non si andrà avanti se non s1 prende la catena dc1lle due estremità. X Xl Risposta a Sartre Risposta a Sartre di Jean-Baptiste Pontalis di Bernard Pingaud Tutti comprenderanno spero che non è mia intenzione 1 1 Non essendo né psicanalista né psicanalizzato non mi commen!~r~ i~ "doc~mento 11 c.he Sartre ha preso la re sento obbligato alla stessa riservatezza di Pontalis. Cer sponsabtlita di pubblicare. Aggiungerò solo due parole al cherò quindi di dire perché questo testo ci ha "profon la presentazione che avete appena letta. damente divisi". Chi si limitasse a leggere il prologo di Il fatto che mi interessa è che Sartre ci dica di esser st_qto "affascinato 11 dal resoc1 onto dell'exploit contestatorio Sartre se ne potrebbe stupire. Ma se si legge parallela mente il testo di Abrahams già si misura la distanza che di Abrahams _erge,nt~si a far fr~nte al suo oppressore feu 1 dale. Sartre si fUO riconoscere in questo specchio benché li separa. È del tutto evidente - almeno per me1 che defor~ante. V~ vede proiettate le sue coppie di 1 opposti rivendico qui la mia piena libertà di "soggetto" - che preferite e le ritrova con particolare facilità in quanto A quello che Sartre vede nel dialogo parzialmente trascrit brahams pa~e co_nformarvisi. Ma dedurre da questo fram to da Abrahams non vi compare o vi compare solo in fi 1 m_ento ~ragzcomico che per gli analizzati sia giunta l'ora ligrana. È altrettanto evidente che Sartre non vede quel di seguire la parola d'ordine letta a Censier ''Analysés lo che vi compare o meglio fa come se non lo vedesse. Si I evez-~ous: )) - .a .meno ch e non emigrino in Italia - e' tratta infatti di un colloquio che si svolge "nel quadro per gli psicanalzsti quella di annunciare ai loro pazienti1 del rapporto analitico'' e del quale noi conosciamo sol la buona .no_vdla: 1 "Siete stati castrati" guardandoli nei tanto la fine, "dato che il magnetofono non ha registra loro occhi di ~oggetti1 mi pare una rispo1s ta un po1 avven to l'inizio della conversazione". Non c'è bisogno di esse t~ta. Sottoscriverla equivarrebbe in ogni caso a mio av re grandi esperti di psicanalisi per capire che questo "pas viso) a confessare di misconoscer1 e tutto della 1 psicanalisi. saggio all'atto" fa parte di quella stessa cura che si suppo Come se ne potrebbe_ riconoscere "l'immenso apporto" e ne contesti radicalmente e che pubblicandolo qui inter 1 nello stesso tempo) rifiutare la relazione analitica nel suo1 veniamo con molta leggerezza ir.l un rapporto tra "medi stesso prin~ipio? Non si tratta forse qui come altrove, co" e "malato" di cui non sappiamo nulla o quasi. La dell~ prassi c~e ren4e possibile l'em1 ergere dell'oggetto prima domanda che ci dovev,amo porre era dunque que teorico~ Un gzorno b_zsognerà scrivere la storia del rappor sta: "A chi e a che cosa servirà la pubblicazione di que to ambiguo) fatto dz un1attrazione e di una reticenza u sto colloquio?" La risposta mi· pare a dir poco incerta. 1 1 gualmente profonde) che Sartre mantiene da trent'anni Vediamo ora il contenuto. Ammettiamo pure che Sar con la psica~alisi1 e magari rileggere la sua opera in que tre non abbia nulla contro la psicanalisi. Ma che cos1 altro . sta prospettiva. f a dopo aver affermato le sue buone intenzioni, se non 1 Quanto. al~e virtù salvifiche del dialogo credo di non denunciare non soltanto la pratica psicanalitica ma an 1 1 aver~e ma~ viste celebrare da Sartre - ed è una fortuna! che la teoria sulla quale questa si fonda? Sostenere che Altrimenti) non avrebbe saputo dar testimonianza, come il rifiuto del faccia-a-faccia equivale a trasf armare il pa ha fatto) dello scacco di ogni reciprocità né conferire a ziente in oggetto è un argomento troppo grossolano e que~le eh~ ha definito "si~uazioni limite" - tra le altre, la troppo logoro perché Sartre stesso non vi risponda subi follia_ - tl ~oro valore esemplare. Ricordiamoci di A por to: "Lo so: il malato deve emanciparsi da sé, spetta a te chmse, di La Stanza e soprattutto in questa occasione lui scoprirsi poco a poco. 11 Ma leggiamo quel che segue: 1 d~l protagonista di I sequestrati di Altona, dramma mira~ ·'"La noia' ci dice Abrahams 'è che è chiaro sin dal bile _nel quale su di un altro teatro un magnetofono gÙ 1 1 serviva a fissa1r e le tracce di un "dia1l ogo interiore. 11 lq'iuneilzlioo scghuea redgoli cshie sncoopnr ipruàò c coampeta ruen ae cphaes sliov ivtàa1 luattatr"a'.v eArmso (Da Les Temps Modernes, aprile 1969) miro quel "ci dice Abrahams" e mi piacerebbe proprio sa- XII XIII pere se bisogna intenderlo come un «ci dice Sartre" Per condizione stessa della scoperta o della ricostituzione di ché ci sono due possibilità: o Sartre fa propria la t~si di un "essere-soggetto" compromesso, oscurato, "aliena Abrahams,_ e c! propone quindi un'altra psicanalisi, fon to" da quel che chiamiamo malattia. E che il rapporto non dat~ su dz .un altra ~o':'cezione dell'uomo, che impieghi possa mai essere paritario, reciproco, se non nel momento alt~z "!~to~t t.era~euttct, quelli, a esempio, di quegli psi in cui cessa - quel momento ideale che chiamiamo, inve chiatri ttalzanz o inglesi che "cercano di instaurare con le ce, "guarigione". Questo non privilegia affatto lo psica persone eh~ curano un rapporto di reciprocità". Oppure nalista in quanto individuo. Questo privilegia l'Altro per Sartre lascia ad Abrahams la responsabilità della sua in mezzo del quale si effettua quel riassestamento che, in terpret~z~one, e il problema è quello di sapere che cosa si certo modo, viene sempre troppo tardi, o, come diceva gmfchz, zn una cura, questo tipo di interpretazione, per Freud, "nachtraglich", a posteriori. Non c'è dunque con ~he nasca, se. perché la cur~ era controindicata o perché traddizione né necessità di scegliere tra "l'essere soggetto e stata mal diretta - o se zl rovesciamento del rapporto del malato" e la psicanalisi: in un certo senso, il sogget non faccia sempre parte, in un momento o nell'altro, del to è sempre presente, in un altro è sempre da conquistare. la cura stessa. Parlo qui da profano e quindi eviterò di L'uomo più "malato", è vero, "organizza" la propria ma dare risposte decisive. Ma leggendo il testo di Sartre ve lattia. La psicanalisi quindi non gli fornisce il modo di or d.endo in quali termini descrive quella "abdicazione' set ganizzarsi. Ma neppure glielo toglie. Essa può soltanto, timanale o bisettiman_ale" che paragona a una droga, non quando ha successo, aiutarlo a modificare una situazione i:osso fare a meno dt pensare che egli chiami in causa la in cui egli si aliena. Ed è proprio il soggetto stesso a mo intera psicanalisi, in nome della sua personale concezione dificarla «scoprendo se stesso" attraverso il rapporto ana . del soggetto. È normale, d'altronde, che il dibattito verta litico. su questo punto, dato che la scoperta essenziale di Freud È facile per Sartre criticare la concezione di Freud in non è stata, come alcuni affermano un po' frettolosamen nome di un'altra, e opporre una terapeutica della recipro te, quella di negare l'esistenza del soggetto, ma quella di cità a una terapeutica della ~violenza". Ma a questo pun spostarlo, d~ «decentrarlo", Jacendo apparire il non sog to bisognerebbe impegnarsi in un dibattito a fondo. Il getto a partzre dal quale esso si costituisce in una posizio principale merito del "compromesso" a cui siamo perve ne sempre derivata. n problema è soltanto. quello di-sa nuti, in questa faccenda, sarà stato quello di averci con pere se il colloquio trascritto da Abrahams si presti a un dotti a porre il problema. I o continuo tuttavia a pensare simile dibattito. che il testo di Abrahams, proprio perché non va oltre il . Per parte mia non lo credo. Anche supponendo che se "passaggio all'atto", sia stato, a questo scopo, il più mal ne possa trarre la lezione che ne trae Sartre (come se si scelto dei pretesti. tra~t~sse effettivamente di una messa in causa della psica (Da I.es Temps Modemes, aprile 1969) nalm .. e n~n .di una. messa in causa dell'analista), è una semplificazione abusiva delle cose il decretare che nella cura, il pazie.>tte è ridotto a una passività totale e ;he l'a nalista «decide, da solo ·e sovranamente, di quel che è il reale": ~o'! sar~bbe ~nfatti difficile far comparire qui una q~nttl~ dz. testzmom che potrebbero affermare il contra rio, e dzre tn che modo questa alienazione iniziale li abbia prec~sam.ente aiutati a diventare, in misura maggiore,. sog gfttt. Mz sembra che la non-reciprocità criticata da Sartre ...._e che l'analista stesso· ha subito a suo tempo - sia la XIV xv La parola contaminata uesta forza, che spedisce alla persona giusta, in grado di di Elvio Facchinelli ubblicarlo, ebbene bisogna pur ammettere che in questa rsona è avvenuto uno scatto, una invenzione nella real Leggendo i commenti preposti (nell'edizione otiginale ta che dovrebbe porre seri interrogativi a un analista. In- di Les Temps Modernes, 1969), al testo di Abrahams, si ece Pontalis, evidentemente preoccupato di difen~ere il ha ora il senso di una curiosa immobilità. Sartre pone una principio" dell'analisi, diventa cieco di fronte .a. czò cte. domanda, parziale se si vuole, ma pungente: quella della i pare un "documento" [tra virgolette, addirittura. ] , violenza (o del potere) che sta dentro la relazione psicana n "frammento tragicomico", senza nessun significato rea- litica; Pontalis e Pingaud rispondono -in modo generale e. Citando altri magnetofoni, appartenenti a una realtà e come di lato: scacco della reciprocità, testimoniato nel ià consacrata come "teatro" (I sequestrati di Altona), l'opera stessa di Sartre (Pontalis); reciprocità come esito egli ripete un rifiuto che per certi aspetti è anche pi~ gr~­ finale, come conquista (Pingaud). Le spade si sono incro e di quello di Van Nypelseer. Non soltanto, co~e e. evt ciate, senza dubbio, ma i duellanti non sono andati oltre ente, perché si pone come istanza di censura scientifica; la prima mossa. E il testo di Abrahams risulterebbe così a perché, se il suo rifiuto di pubblicazione avesse avuto un exploit solitario, fermo come un sdsso nello stomaco esito Abrahams sl sarebbe visto respinto nella realtà quel della psicanalisi - che ne ha digeriti ben altri. Senonché o che è stato, forse, il suo più importante tentativo di alcuni mesi fa è uscita una raccolta di vari scritti di Abra entrarci. Vart Nypelseer rimane interdetto di fronte alla hams (L'homme au magnétophone, Le Sagittaire,. Paris, rruzione nello studio di un elemento imprevisto, il ma 1976) che a mio parere riapre il problema e permette, netofono; Pontalis rimane interdetto di fronte all'irru forse, di far muovere· quel sasso. ::.ione, nella redazione, di un singolare gatto selvatico, que sto testo, uscito improvvisamente dal magnetofono. Q.u~l- I resoconti clinici di Freud, com'è noto, furono para osa che è nato dentro e intorno alla relazione analitica gonati a romanzi. Non. c'è dubbio che, a una lettura im i iene respinto dai due analisti,. i quali in questo modo mediata e disinteressata, il Dialogo psica,nalitico di Abra semplicemente rifiutano il movimento in atto. A questo hams risulterà un testo teatrale. E il suo interesse non è punto, è ovvio che ritorni, insistente, l'inquietante doman limitato, come dice di passaggio Sartre, al piacere di ve da di Abrahams: "Ma che cos'è la realtà?" der bastonare la figura dell'autorità. C'è un movimento j più complesso, un alternarsi di piani che attestano una Si potrebbe obiettare che l'aggettivo teatrale aggiun vera e propria riuscita teatrale. to a questo scritto è in senso stretto arbitrario; dopotu~­ Questa riuscita teatrale - che mi sembra importante to abbiamo di fronte una "registrazione". Strana regi mettere in rilievo, e si vedrà poi perché - si presenta strazione, la cui trascrizione rivela una evidente inten subito come una singolare testimonianza di un altro rifiu ::.ione scenica. (Si consideri, per esempio, l'accuratezza to,. di un secondo rifiuto incontrato da Abrahams nella con cui sono "montati" alcuni momenti in crescendo del sua vicenda psicanalitica, dopo quello del dottor Van Ny Dialogo). E basta leggere con un po' di attenzione p~r pelseer. E precisamente quello di Pontalis, il quale pure, rendersi conto che Abrahams si muove con vero agio per paradosso, si presenta nella sua nota come un attento creativo, tale da farlo risultare chiaramente, nello stesso lettore e spettatore di teatro ... sia pure quello di Sartre. tempo, autore attore e personaggio del testo. Del. resto, Ora., se qualcuno - dopo aver rotto col suo analista, esse non dice forse esplicitamente, quando vuole rassicurar~ re stato ricoverato con la violenza in ospedale psichiatri l'analista che grida "Violenza fisica!": - "Ma no, sz co una settimana dopo, esserne evaso rompendosi una tratta solo di teatro"; risposta ambigua, certo, come è mano -:- se qualcuno se ne viene fuori con un testo di ambigua e paurosa la scena in corso, della eui tensione XVI XVII

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.