Una macchina anni Cinquanta, una coppia sull’orlo della crisi, New York che si allontana nel retrovisore, il neon azzurro e rosso delle insegne dei bar, il whisky, l’asfalto, la musica jazz in sottofondo, la minaccia incombente della violenza: Simenon utilizza tutti gli elementi canonici del noir americano rinnovandoli e rivivificandoli come lui solo sa fare. «... può essere visto, alla luce della storia della letteratura passata e di quella del cinema successivo, come una moderna, schnitzleriana Traumnovelle trasferita nell’incubo di un weekend in cui in America si muovono quarantacinque milioni di auto, o come un godardiano Week End, o come un’anticipazione di Lost Highway di Lynch. Un incubo on the road». Irene Bignardi
(fonte: adelphi)