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Lotus International - People in Motion PDF

68 Pages·2015·24.877 MB·English
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People in motion 129 Lotus international 158 Artemide supports Editoriale Lotus Editoriale Lotus srl Lotus international Lotus international Direttore/Editor in Chief Via Santa Marta 19/a Rivista trimestrale di architettura Quarterly Architectural Review Pierluigi Nicolin 20123 Milano fondata nel 1963 Founded 1963 Sped. abb. post. - 45% Chief Editor Pierluigi Nicolin Redazione/Editorial Staff art. 2 comma 20/b Redazione/Editorial Staff tel. +39 02 45475745 Legge 662/96 - Milano Sole Agent for Distribution fax +39 02 45475746 Registrata al Tribunale di Milano and Subscriptions Abroad: Nina Bassoli [email protected] al n. 493 del 13 giugno 1989 A.I.E - Agenzia Italiana Michele Nastasi Dir. resp. Pierluigi Nicolin di Esportazione spa Abbonamenti/Subscriptions: Via Manzoni 12 Collaboratori/Collaborators Arretrati/Back Issues: Prezzo di copertina: euro 27,00 (in Italia) 20089 Rozzano, Milan Maite García Sanchis Amministrazione/Administration: Abbonamento annuo Italia tel. +39 02 5753911 tel. +39 02 45475744 (4 numeri): euro 86,00 fax +39 02 57512606 fax +39 02 45475746 [email protected] Coordinamento redazionale [email protected] Gli abbonamenti possono iniziare dal primo Coordination numero raggiungibile in qualsiasi momento Foreign subscription one year dell’anno. (4 issues) Gaia Piccarolo Il pagamento può essere effettuato tramite Priority Mail: bonifico bancario oppure tramite c/c postale n. Europe: euro 160,00 17804428 intestato a EDITORIALE LOTUS SRL. America: euro 165,00 Layout Per maggiori informazioni contattare il servizio Other Countries: euro 170,00 Lotus Studio clienti [email protected] Oceania: euro 195,00 www.editorialelotus.it Garanzia di riservatezza per gli abbonati. Art Consultant L’Editore garantisce la massima Studio Cerri & Associati riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica con/with o cancellazione scrivendo a: Roberto Libanori Responsabile Dati, Editoriale Lotus srl [email protected] Editing Pubblicità: Copertina/Cover: Edizione italiana/Italian Edition Editoriale Lotus srl Alcuni rifugiati ripiantano la loro tenda dopo Settore pubblicità una tempesta di sabbia nel campo di Oure Francesco Repishti via Santa Marta 19/a Cassoni, Ciad orientale, 2004 / Refugees set up Edizione inglese/English Edition 20123 Milano their tent again after it was blown down in a tel. +39 02 45475744 sandstorm in the Oure Cassoni camp, Eastern Barclay Gail Swerling fax +39 02 45475746 Chad, 2004. © UNHCR / Eduardo Cue Traduzioni/Translations Librerie: Joo Distribuzione Huw Evans via Argelati 35, 20143 Milano Gaia Piccarolo tel. +39 02 8375671 fax +39 02 58112324 Language Consulting [email protected] Stampa: Arti Grafiche Fiorin, Sesto Ulteriano (MI) Finito di stampare nel mese di settembre 2015 © Copyright 2015 by Editoriale Lotus srl Lotus international 158 People in motion 04_Mappe 50_Refugee 04_Alighiero Boetti 52_Manuel Herz Mappe / Maps I campi per rifugiati del Sahara Occidentale 13_Nina Bassoli The Refugee Camps of the Western Sahara Alighiero Boetti. Mappe e immaginario / 62_La transizione da campo a città / From Camp to City Maps and Imagery 64_Nuove abitazioni / New Housing 68_Tipologie per il commercio / Typologies for Commerce 16_Shelter 70_Jan Rothuizen, Martijn van Tol, Dirk-Jan Visser, Aart Jan van der Linden 18_Selgascano, Ignacio Peydro Un racconto visivo / A Visual Account and UNmaterial Studio MIT Refugee Republic, Domiz, Iraq, 2014 Konokono Vaccination and Educational Center, 76_Mapping Domiz, Iraq Kokuselei, Turkana, Kenya, 2014 78_Mapping Zaatari, Jordan 22_Olivier Ottevaere, John Lin The University of Hong Kong The Pinch, The Sweep, The Warp, 2012-15 80_Flows Shuanghe Village, Yunnan Province, China 84_In rotta per l’Europa / The Route to Europe 26_TYIN tegnestue Architects Cassia Coop Training Center, Sungai Penuh, 88_Ugo Fabietti Sumatra, Indonesia, 2011 Nel traffico delle culture / In the Traffic of Cultures 30_Toshiko Mori Architect THREAD, New Artist Residency and Cultural Center, 100_Ground Sinthian Village, Senegal, 2015 102_Joseph Rykwert 34_Shigeru Ban Architects Imparare dalla strada / Learning from the Street Nepal Project, Nepal, 2015 116_Brasilia / Mykonos 36_CatalyticAction 118_Asphalt / Kolam Playground for Syrian Refugee Children, Bar Elias, Lebanon, 2015 120_England / Lens 122_Stratum / Depression 38_Building Trust International Sustainable Housing, Phnom Penh, Cambodia, 2013-14 124_Gaia Piccarolo Moving School, Mae Sot, Thailand, 2013 Tracce a terra / Traces on the Ground 44_a.gor.a architects Temporary Dormitories for CDC School, Mae Sot, Tak, Thailand, 2012 Kwel Ka Baung Migrant Learning Center, Mae Sot, Tak, Thailand, 2014 48_ARCò, Mario Cucinella Architects Centro per l’infanzia Terra dei bambini, Um al Nasser, Gaza, Palestine, 2011 Mappe I soggiorni di Alighiero Boetti a Kabul durante gli anni Settanta, e le celebri Mappe realizzate impiegando le tecniche tradizionali della tessitura e del ricamo, sono al centro di un fitto lavoro di scambio e collaborazione tra l’artista e l’Afghanistan – un mondo diverso a cui tornare, accogliente ed estraneo al tempo stesso. Così come le mappe descrivono un mondo cangiante, i cui confini hanno bisogno di essere perpetuamente ridisegnati, i continui viaggi di Boetti rappresentano il modo attraverso cui destrutturare e ricostruire la propria identità. Alighiero Boetti’s stays in Kabul in the seventies, and the celebrated Maps made using traditional techniques of weaving and embroidery, were at the center of an intense program of exchange and collaboration between the artist and Afghanistan— a different world to go back to, at once welcoming and alien. Just as the maps describe a changing world, whose borders have to be redrawn incessantly, Boetti’s continual journeys represented a way of destructuring and reconstructing his identity. Madrid Arte Reina Sofía, 4 Salvo dove diversamente specifi cato, le immagini Centro de 5 sAscotolainugtoerhtd eise,ot rapoute seerl ym gB geiosrnesatitnoitlmtin,e eRdtono b tmueys acte ho /t enEh cxFeeco sienmspdeat a dgwzaeiohlsl neahr eFae osA o nbltidgheaheeznireiwo ronis eee Museo Nacional BAo deettsit,r Ra o/ mRieg.ht: Alighiero Boetti, Senza titolo, 1969 Courtesy Malkin Steinberger Malkin Steinberger Randi Randi Il fascino di una carta geografica è un fascino che colpisce tutti. Così come le bandiere, un altro elemento estremamente popolare, estremamente estetico. Ho mischiato questi due elementi e ho cercato di dare anche una soluzione pratica con i ricami in Afghanistan, che aggiungono una bellezza estetica tipica della materia, di questo filo ricamato, della manualità, di questi milioni di punti, di questo tempo. Soprattutto di questo tempo passato a produrre questo oggetto. Tutti gli “arazzi”, come Mappa e Tutto sono ricamati da gruppi di donne all’interno di ambienti domestici, mentre i kilim, come Alternando da uno The fascination of a map is something that appeals to everyone. As do flags, another extremely a cento e viceversa, sono tessuti a telaio a turno da 6 circa un centinaio di tessitori in laboratorio. popular, extremely attractive element. I’ve mixed up these two elements and also tried to come 7 All the “tapestries,” like Mappa [Map] and Tutto [Everything] were embroidered by groups of women up with a practical solution with the embroidery in Afghanistan, which adds an aesthetic beauty working from home, while the kilims, such as Alternando da uno a cento e viceversa [Alternating typical of the material, of this embroidered thread, of the manual character, of these millions from One to One Hundred and Vice Versa], were Alighiero Boetti, Tutto,1989 woven in turns on a loom by around a hundred Alighiero Boetti, Alternandosi e dividendosi... Nella of stitches, of this time. Especially of the time taken to produce this object. weavers in a workshop. primavera dell’anno mille novecento ottanta nove, 1989 Mi affascinava il deserto, e non soltanto il deserto naturale. In una casa afgana, per esempio, non c’è niente: non un mobile, e dunque nessun oggetto che si mette abitualmente sui mobili. Soltanto tappeti e piccoli materassi [...]. Ciò che mi attirava di più era l’azzeramento, la civiltà del deserto. I was fascinated by the desert, and not just the natural desert. In an Afghan house, for example, there is nothing: not a stick of furniture, and so none of the objects that are usually placed on furniture. Only carpets and small mattresses [...]. What attracted me most was the bareness, the civilization of the desert. Alighiero Boetti, Lavoro postale (permutazione), 24 buste affrancate e timbrate e 24 disegni / 24 stamped and postmarked envelopes and 24 drawings, 1973 Alighiero Boetti, Lavoro postale (permutazione), 6 buste affrancate e timbrate / 6 stamped and postmarked envelopes, 1971 «Alighiero mi disse che mi avrebbe dato 20.000 Afghanis 8 per scrivere 720 lettere come questa. Mi rese così felice, 9 dal momento che vivo una vita diffi cile senza soldi né lavoro. Vista dalla strada del One Hotel, aperto insieme Possa Dio non rendere la vita di nessun essere umano dura al socio e amico Dastaghir Gholam nel quartiere e infelice». Sharanaw a Kabul. “Alighiero told me he would give me 20,000 Afghanis to write View from the street of the One Hotel, opened with 720 letters like this. It made me so happy since I am living his partner and friend Dastaghir Gholam a diffi cult life with no money or job. May God make the life in the Share Naw district of Kabul. of no human being miserable and hard.” Alighiero Boetti, Lavoro postale (permutazione), 1973; dettaglio/detail Gavirate. Per gentile concessione degli eredi mune di Co Courtesy BCahmildbrienni mcoelnotrrine gc oFlaocrcainnoe [FLaitctclein Fea, c1e9s7],9 1 979 Alighiero Boetti, Faccine, 1979 Alighiero Boetti, Dama, 1968 Alighiero Boetti ha creato un modello di base, in cui il gioco produce una conoscenza fondamentale: una consapevolezza di sé meditativa, gioiosa, comunicativa e orientata all’azione. [...] Ha sempre lavorato per una conciliazione degli opposti in vista di un’armonia produttiva, [...] ha ancorato il gioco al suo concetto di accessibilità transculturale. Alighiero Boetti has created a basic model, in which play produces a fundamental understanding: a meditative, joyful and communicative self-awareness oriented toward 10 11 action. [...] He has always worked for a reconciliation of opposites in view of a productive harmony, [...] he has anchored play to his concept of transcultural accessibility. Jean-Christophe Ammann Alighiero Boetti, Alternando da uno a cento e viceversa, 1993 Alighiero Boetti. Mappe e immaginario / Maps and Imagery Nina Bassoli Il 15 marzo del 1971 Alighiero Boetti parte per quello afgano, di fenomeni di costume, di attualità, del proprio dalle bandiere e dall’altro quelle dettate dalle tecniche di che sarà il primo dei suoi numerosi soggiorni in Afghani- lavoro, delle difficoltà economiche e dei rapporti con Alì ricamo e tessitura. Boetti spinge questo tipo di intreccio: stan, in parte sulle tracce di un leggendario antenato, Ghiero, componendo una sorta di diario personale che lo considera parte delle regole del gioco, stabilito dal suo Giovan Battista Boetti, missionario domenicano e avven- né i destinatari delle lettere né gli utenti finali dell’opera ordine concettuale, ma per forza di cose contaminato e turiero errabondo del XVIII secolo, che, convertitosi al (i visitatori dei musei) saranno mai in grado di decifrare modificato dalla sensibilità e dalla manualità delle esecu- sufismo con il nome di profeta Mansur, aveva fondato nei contenuti, ma soltanto in un senso di intimità e stra- trici. Così come i visitatori delle gallerie torinesi e america- una nuova religione sincretica tra Cristianesimo e Islam. niamento, di inadeguatezza a comprendere un linguag- ne non potevano decifrare le lettere scritte da Dastaghir, Da quel primo viaggio Alì Ghiero (come lo chiamano gli gio diverso, appartenente a una cultura lontana. le ricamatrici non conoscevano la rappresentazione del amici afgani) torna a Kabul almeno due volte all’anno Dopo il primo viaggio, nel settembre del 1971, Boetti tor- mondo attraverso il planisfero: i disegni dei confini sono per soggiorni più o meno lunghi, fino all’invasione russa na a Kabul con la moglie Anne Marie Sauzeau. Nella vali- per loro forme astratte e colori puri. Sebbene siano chia- del 1979. L’Afghanistan diventa una seconda casa – uno gia ha portato una tela di lino bianco su cui sono indicati i mate a eseguire un lavoro già stabilito interamente, il di- dei tanti sdoppiamenti operati attraverso cui destruttura- tracciati del planisfero e i colori delle bandiere all’interno segno astratto lascia alle donne la libertà di esprimersi e re e costruire l’identità –, un mondo diverso a cui torna- dei confini nazionali secondo lo schema del Planisfero po- ricamare seguendo la propria sensibilità cromatica e adot- re, accogliente ed estraneo al tempo stesso. Consapevo- litico (1969-70) di un paio di anni prima. Il progetto preve- tando diversi punti sulla scorta della loro esperienza, della le dell’irriducibile distanza, Boetti non desidera in alcun de che l’intera tela sia ricamata a mano da donne del luo- loro manualità e della loro cultura. Boetti è sorpreso quan- modo rappresentare l’Afghanistan, o assimilarne la cul- go esperte in questa tecnica tradizionale, mentre intorno do vede arrivare nel suo studio una mappa il cui mare è tura e i linguaggi, ma al contrario imposta fin da subito all’immagine, un bordo dallo spessore regolare, ideale stato ricamato nel colore rosa: nessuno aveva riconosciu- un lavoro di scambio e collaborazione all’interno del cornice che separa il quadro dal muro, o tradizionalmente to l’oggetto della rappresentazione e per questo era stato quale gli abitanti locali possano articolare le proprie co- il tappeto dal pavimento, contiene informazioni sulla pro- considerato semplicemente uno sfondo, da completare a noscenze e preoccupazioni al pari di lui. Sempre vestito duzione e messaggi poetici in italiano, inglese e persiano. piacimento. Divertito dal malinteso accetta di buon grado dei propri abiti occidentali, per uscire dalla dimensione di Sauzeau ha preso contatti con la Royal School of Embroi- l’errore, incorporandolo nel nuovo linguaggio ibrido delle passaggio del viaggiatore turista (il «mediocre spettato- dery di Kabul, dove le studentesse ricamatrici iniziano un Mappe e accettando variazioni cromatiche del mare an- re», lo definirebbe Victor Segalen), Boetti decide fin dal rigoroso lavoro applicando il sofisticato punto di Bukhara. che per le produzioni successive. Il passaggio di consegne, primo viaggio di aprire un’attività, One Hotel, un’opera- La meticolosità del lavoro effettuato nella scuola determi- lo scambio di informazioni tra le diverse persone e gli ine- performance ma anche un vero e proprio albergo di un- na tempi di lavorazione troppo lunghi, e Boetti decide di vitabili fraintendimenti tra le traduzioni e i diversi linguag- dici stanze gestito con il socio e amico Dastaghir Gho- spostare la produzione e di proseguire con un sistema più gi fanno parte del sistema ancora più delle sue regole ini- lam. Per approfondire i temi dello scambio e della delo- versatile sotto il coordinamento di Dastaghir che riferisce ziali, ma generano al contempo una nuova struttura nar- Madrid calizzazione, Boetti si cimenta in alcuni “lavori postali”. le indicazioni dell’artista a due donne – Fatimah e Habi- rativa ed estetica che prende il sopravvento su quella pu- Arte Reina Sofía, Cmlitoeam dchaele lg’ aaruagntiso cproean raot ep a rdilole’irini stpueerorn ip oloa dvi ios uvriinl,u asp ig ptrraiagrtsltiia aa duditi o roenpgoeomrleea -smstiasetbnei--- bcaolatmrhe e –d ,Do ana nslotear goe h avilrot,r lait aglt rraui upcopampi doiin ldia ifv agorrrauantpnrpiocii ,dd dai a rinincdtaeomr mvaitteardi caiai .pr iCi ùpo edsriì rPpaeemr è qe iunl etreiss tucaol trnaactgoeio tdtnui eau,ln eca oo ss sìe tcrroiuemt dtuei rslaacl airserttaai l.ei z zmaaziloinntee sdi,e allne cMhea pla- Centro de tseta ilni, Luan Mteomlep Ao nptioùn leulnliagnoa. T(1ra9 7i p0r),im pri eVvieadgeg il ae s Lpaevdoizrii opnoe- csoenptroattttuantttoa am Kaapbpuel per,o ddoopttoe ln’eeslill’iaor cdoe ld 1i 9o7ltr9e, vneeni tc’aamnnpi,i lsotaro a rmicebzigiouniteà i.n Bizoiaelmttie snttees sèo c oranctrcoovnetras,a ian cuanu’sian tdeir qviustea- Nacional a indirizzi di amici in Italia di una cartolina con il monu- profughi di Peshawar, in Pakistan. Considerate nel loro con Nicolas Bourriaud, come le prime reazioni del pubbli- Courtesy Museo mcnoisemtnaetno .S Ittnao trqii nuUeenssiettoi ,d mMa oatudrototc,i c aio nl,u zGoicguhhaéit eavmpispiatraloat,pi Eirnita iorqspui iedali eps oeAurfivogedhnoair-, iccnoosnnietfiminnuie a,m mleu etmnevtaeop,l pic,e oc mdheees uchrnaiv mobniosotoo gu pnneo rm pdeoi tneudsoos ea crl eate nrmgidipaisone tsgetn,e asdstaooi c1coe9t 7etu2 da «elmflluaer oncrntieto iic ntaef raarslilbtaiid lpii.t reLime. Apal elMorsraoap nppeoa ec hrriaip naoorrt tiiasnttfiaa a savt eiRdvoiatmen,o ac fonanet--l o immagini tipizzate, Boetti porta in giro se stesso attra- inutile e necessario. Attraverso le numerose mappe si pos- to eseguire i loro pezzi da artigiani. Era, per il pubblico Alighiero Boetti, Mappa, 1971-72 verso l’icona della propria città, contaminata solamente sono leggere i cambiamenti geopolitici del mondo in mol- dell’epoca, insieme imbarazzante da un punto di vista dall’accostamento a essa dei francobolli locali. Anche il ti segni: non solo nelle differenze nei tracciati dei confini concettuale e troppo “graziosa”». One Hotel è il centro di una serie di lavori postali: in Lavo- nazionali o nella comparsa di alcune nuove bandiere, ma In effetti, la Mappa, non è intesa né in termini pretta- ro postale (permutazione) del 1973 e Lavoro postale anche negli errori dei disegni, nelle caratteristiche della mente astratti e concettuali né attraverso un’interpreta- (720 lettere dall’Afghanistan) del 1974 in cui rispettiva- produzione o nei messaggi scritti come dediche sui bordi zione emotiva di tipo situazionista, ma in un modo del 12 13 mente quattro e sei paia di francobolli colorati sono di- che raccontano del periodo dell’invasione russa, delle dif- tutto nuovo, che tende piuttosto a lasciarsi contaminare sposti sulle buste in tutte le combinazioni possibili. Ogni ficoltà di esportazione e dell’esilio. Si tratta di segni leggi- dal contesto culturale in cui opera dislocando la produ- busta contiene un disegno basato su un enigma numeri- bili proprio in quanto eccezioni all’interno di un sistema zione. La mancanza di profondità dell’immagine, il deco- co e alcune righe in persiano che Boetti chiede di com- concettuale aperto, che lascia spazio all’incontro tra diver- rativismo e la forte cromia delle Mappe, ad esempio, porre a Dastaghir. Nelle lettere, l’amico parla dell’inverno si ordini di regole: da un lato quelle stabilite dai confini e sono caratteri che potevano essere condivisi dalla cultura islamica più che da quella dell’avanguardia occidentale On March 15, 1971, Alighiero Boetti set off on what relations with Ali Ghiero, composing a sort of personal weaving. Boetti played on this sort of interaction: he more to do with Boetti’s fascination with the nomadic dell’epoca, così come la scelta di un supporto come il was to be the fi rst of many visits to Afghanistan. In part diary whose contents neither the recipients of the letters considered it part of the rules of the game, laid down by culture of the desert than with the choices of material tappeto era legata alla fascinazione di Boetti per la cul- he was following in the footsteps of a legendary ances- nor the end users of the work (visitors to museums) his conceptual framework, but inevitably infl uenced typical of Arte Povera. Owing to these infl uences, the tura nomade del deserto più che a scelte materiche di tor, Giovan Battista Boetti, a Dominican missionary and would ever be able to decipher. All that they would be and modifi ed by the sensibility and manual skill of the object created is not just a map of the world in the geo- tipo poverista. Sulla base di queste influenze, l’oggetto adventurer of 18th century who, having converted to able to take away from them was a sense of intimacy embroiderers. Just as the visitors to galleries in Turin graphical sense, but also a narrative representation that creato non è solo una mappa del mondo in senso geo- Sufi sm and taken to calling himself the prophet Mansur, and estrangement, of their inability to understand a dif- and America could not decipher the letters written by brings with it the memory of many experiences and grafico, ma anche una raffigurazione narrativa, che por- had founded a new religion, a syncretic blend of Christi- ferent language, of belonging to a faraway culture. Dastaghir, the embroiderers did not understand the many other images—or maps—drawn from the tradi- ta con sé la memoria di molte esperienze e di molte altre anity and Islam. After that fi rst journey Ali Ghiero (as his After that fi rst journey, in the September of 1971, Boetti representation of the world on the map: for them the tion of different cultures. Boetti loved maps, geography raffigurazioni – o mappe – consolidate nella tradizione Afghan friends called him) returned to Kabul at least went back to Kabul with his wife Anne Marie Sauzeau. lines of the borders were abstract shapes and pure col- and cartography, as is evident from the works immedi- delle diverse culture. Boetti ama le mappe, la geografia twice a year for stays of varying length until the Russian In his suitcase he brought a piece of white linen on which ors. Although called on to execute a work whose form ately preceding the Afghan period, like Twelve Forms e la cartografia, ne sono dimostrazione le opere imme- invasion in 1979. Afghanistan became his second were traced the outlines of a map of the world and the was already established in its entirety, the abstract de- from June 1, 1967, and Occupied Territories (1969), the diatamente precedenti al periodo afgano, come Dodici home—one of many splits he made in an effort to de- colors of countries’ fl ags within their national boundar- sign left the women the freedom to express themselves, fi rst piece of geographical embroidery, executed by forme dal 10 giugno 1967 e Territori occupati (1969), il structure and reconstruct his identity—a different world ies in the manner of the Planisfero politico (Political Map following their own feeling for color and choosing dif- Sauzeau, on which the borders of countries at war are primo ricamo geografico, tessuto da Sauzeau, in cui so- to go back to, at once welcoming and alien. Conscious of the World, 1969–70) he had made a couple of years ferent kinds of stitch in accordance with their experi- transcribed, or the large work-cum-research into classifi - no trascritti i confini di paesi in guerra, o la grande ope- of the irreducible distance, Boetti did not in any way de- earlier. The plan was for the whole piece of cloth to be ence, their skill and their culture. Boetti was surprised cation of The Thousand Longest Rivers in the World Un aneddoto: a Peshawar ci sono un milione di rifugiati ra-ricerca sulla classificazione de I mille fiumi più lunghi sire to represent Afghanistan, or assimilate its culture hand-embroidered by local women skilled in this tradi- when a map arrived in his studio in which the sea had (1976–82). It is a representation of the world that re- afgani. Tra questi, diversi artigiani eseguono dei tappeti in uno stile nuovo, con degli elicotteri, dei contenitori, del mondo (1976-82). È una rappresentazione del mon- and languages. On the contrary, he embarked straight- tional technique, while around the image a border of been embroidered in the color pink: no one had recog- fl ects on the two poles of cartography, on the one hand delle parole occidentali, ecc. Un afgano stabilitosi do che riflette sui due poli della cartografia, da un lato la away on a work of exchange and collaboration in which regular thickness, an ideal frame separating the picture nized the subject of the representation and so it had the scientifi c nature of the data, both abstract and un- a Milano, che vende questi tappeti, parla a proposito di uno “stile Boetti” che si sarebbe imposto in Afghanistan! scientificità dei dati, tanto astratti quanto irreali, e the local inhabitants could give expression to their own from the wall, or traditionally the rug from the fl oor, been considered simply a background, to be given real, and on the other the artistic operation, able on the Allora com’è che un torinese come me, che parte per dall’altro l’operazione artistica, in grado al contrario di expertise and concerns in the same way as he could. Al- would contain information on its production and poetic whatever shade looked good. Amused by the misun- contrary to conceive a system of representation. For il centro dell’Asia, arriva ad avere un’infl uenza su una tradizione millenaria [...]. È quasi un motivo per fermarsi. concepire un sistema di rappresentazione. Per molti an- ways wearing Western dress, to avoid the dimension of messages in Italian, English or Persian. Sauzeau made derstanding, he readily accepted the error, incorporat- many years Boetti had on the wall of his studio a post- (A. Boetti, N. Bourriaud, Afghanistan) ni Boetti tiene appesa nel suo studio una cartolina del Lo transformation of the tourist traveler (the “mediocre contact with the Royal School of Embroidery in Kabul, ing it into the new hybrid language of the Maps and card of Jan Vermeer’s The Art of Painting, in which there An anecdote: there are a million Afghan refugees in Peshawar. Among them, a number of artisans are making studio dell’artista di Jan Vermeer in cui compare una spectator” as Victor Segalen would call him), Boetti de- where the students set to work in rigorous fashion, using allowing variations in the color of the sea in subsequent is a map of the Low Countries published by Nicolaes rugs in a new style, with helicopters, containers, words mappa cartografica di Nicolaes Visscher che riproduce i cided from the very fi rst visit to open a business. Called the sophisticated Bokhara stitch. The work done at the production as well. The handover of the work and ex- Visscher, an emblematic image of that period in Flemish in Western languages, etc... An Afghan living in Milan, who sells these rugs, talks about a “Boetti style” that has Paesi Bassi, immagine emblema di quel periodo dell’arte One Hotel, it was a work-performance, but also a real school was so meticulous that it took too long, and Boet- change of information between different people and art in which cartographers and landscape painters infl u- caught on in Afghanistan! So how is it that someone from fiamminga in cui cartografi e pittori del paesaggio si hotel managed in partnership with his friend Dastaghir ti decided to shift production elsewhere and carry on the inevitable misunderstandings that arose out of enced one another. Both of them contributed to the Turin like me, who sets off for the center of Asia, comes to have an infl uence on an age-old tradition? It’s almost confondevano e si influenzavano a vicenda, contribuen- Gholam. To investigate the themes of exchange and de- with a more versatile system under the supervision of translation between the different languages were even defi nition of a conception of the world that was descrip- enough to make me stop. (A. Boetti and N. Bourriaud, do insieme a definire una concezione del mondo de- localization, Boetti created a number of what he called Dastaghir, who passed on the artist’s instructions to two more part of the system than its initial rules, but at the tive and more interested in the landscape than in per- Afghanistan) scrittiva, paesaggistica e antiprospettica, che Boetti ve- “postal works.” Like many of his creations, these were a women—Fatimah and Habibah—who passed it on in same time generated a new narrative and aesthetic spective and one which Boetti saw as a useful antidote In alto: tappeto artigianale afgano, anni Novanta Top: artigianal Afghan carpet, nineties deva come un fertile antidoto alla teoria teleologica system of works that acted within a framework of rules turn to groups of embroiderers. Like Dastaghir, other structure that gained the upper hand over the purely to the teleological theory of the Italian tradition. But the della tradizione italiana. Ma anche la storia del tappeto laid down by the artist a priori and were then allowed to men would act as intermediaries for other women and conceptual or structuralist one. history of the carpet is also a history of maps, beginning stesso è una storia di mappe, a partire dalle prime cele- develop autonomously over a longer period of time. other groups of embroiderers, so that around two hun- Since the Maps were the product of a series of deviations with the celebrated early works of the Safavid period bri opere del periodo Safavide su cui erano raffigurati, Among the fi rst Viaggi (Journeys) and Lavori postali dred maps were produced over the course of more than and misunderstandings, the resulting ambiguity meant which represented, as an allusion to a perfect world, ad alludere a un mondo perfetto, le geografie degli (Postal Works), La Mole Antonelliana (1970) entailed twenty years, mostly in Kabul and, after the invasion of that their reception was initially controversial. Boetti plans of splendid Persian gardens with their arrange- splendidi giardini persiani con le loro composizioni di sending a postcard of the monument in Turin to the ad- 1979, in the refugee camps of Peshawar, in Pakistan. himself told Nicolas Bourriaud in an interview that the ments of trees, watercourses, hedges, fl owers and foun- alberi, corsi d’acqua, siepi, fiori e fontane. Questi e mol- dresses of friends in Italy from all the places he visited in Taken as a whole, the maps describe a changing world, immediate reactions of the public and the critics to the tains. These and many other references can undoubt- ti altri riferimenti sono senz’altro riconoscibili all’interno that period, such as the United States, Morocco, Guate- with shifting borders, that has to be redrawn continually, fi rst Map brought back to Rome in 1972 “were terrible. edly be recognized in the worlds of the Maps. Riferimenti bibliografici / Bibliographical References: dei mondi delle Mappe. mala, Ethiopia and Afghanistan. In this way, instead of a kind of perpetual motion that is at once pointless and People were irritated, conceptually annoyed. At the time In this connection we might cite Kim Levin’s observation J.-C. Ammann, Transculturalità e gioco, in Alighiero Boetti. Catalogo generale, a cura di J.-C. Ammann, Electa, Milano, 2015 / J.-C. Ammann, “The Transcul- A questo proposito potremmo dire che come ha osser- appropriating souvenirs or standardized images, Boetti necessary. In the numerous maps there are many signs few artists had had their pieces executed by artisans. It that if, as Rosalind Krauss famously claimed, the grid was tural Perspective and Play,” in Alighiero Boetti. General Catalogue, vol. 3/1, ed. J.-C. Ammann (Milan: Electa, 2015) vato Kim Levin, se la griglia rappresentava l’emblema carried himself around by means of the symbol of his that refl ect the geopolitical changes in the world: not was, for the public of the day, at once embarrassing from the emblem of modernism, then the map could be seen N. Bourriaud, Afghanistan, “Documents”, 1, 1992, pp. 49-54 del modernismo, secondo la celebre intuizione di Rosa- own city, contaminated solely by having one of the local just the differences in the position of national borders or a conceptual viewpoint and too ‘pretty.’” as the emblem of postmodernism, or of a new and inclu- L. Cerizza, Le mappe di Alighiero e Boetti, Electa, Milano, 2009 M. Godfrey, Boetti and Afghanistan, in L. Cooke, M. Godfrey, C. Rattemeyer, lind Krauss, la mappa potrebbe forse essere un emble- stamps stuck on it. The One Hotel is also at the center of the appearance of some new fl ags, but also the mistakes In fact the Map was not intended to be seen either in sive dimension open to exchange and fusion. In fact the Alighiero Boetti: Game Plan, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Mu- ma del postmodernismo, o di una nuova dimensione a series of postal works, Postal Work (Permutation) of made in the drawings, the characteristics of the produc- strictly abstract and conceptual terms or through an imagery of the map, something that was widely explored seo Nacional centro de Arte Reina Sofia, Madrid, 2011-12; Tate Modern, Lon- don, 2012; Museum of Modern Art, New York, 2012), Tate Publishing, London, inclusiva aperta allo scambio e alla contaminazione. 1973, and Postal Work (720 Letters from Afghanistan) of tion or the messages written as dedications on the bor- emotional interpretation of a Situationist kind, but in a in the works of many artists in the sixties and seventies, 2012, pp.155-175 L’immaginario della mappa, particolarmente sondato 1974, in which respectively four and six pairs of colored ders that speak of the period of the Russian invasion, of completely new way, one that tended instead to allow including Marcel Broodthaers, Agnes Denes, Jasper A.M. Sauzeau, “Annullare le distanze Roma Kabul”, le Mappe 1971-1994, Alighiero Boetti. Catalogo generale. Tomo terzo/1, a cura di J.-C. Ammann, 14 nei lavori di molti artisti tra gli anni Sessanta e Settanta, stamps were arranged on the envelopes in all the possi- the diffi culties of export and exile. These signs are legible itself to be contaminated by the cultural context in Johns, Richard Long and Robert Smithson, suggests an Electa, Milano, 2015 / A. M. Sauzeau, “‘Erase the distance between Rome and 15 Kabul’: Maps 1971–1994,” in Alighiero Boetti. General Catalogue, vol. 3/1, ed. come Marcel Broodthaers, Agnes Denes, Jasper Johns, ble combinations. Each envelope contained a drawing precisely because they are exceptions within an open which it was produced. The lack of depth of the image, organization that, unlike the grid, implies not just the J.C. Ammann, (Milan: Electa, 2015) Richard Long, Robert Smithson, ecc, suggerisce, infatti, based on a number puzzle and some lines that Boetti conceptual system that leaves room for the encounter the decorative character and strong coloring of the arbitrariness of rules and borders, but also and above all A.M. Sauzeau, Il tempo degli Ulisse e quello delle Penelope, in Mind the Map. Mappe, diagrammi e dispositivi cartografici, a cura di / ed. L. Pignatti, Postme- un ordinamento che, al contrario della griglia, implica asked Dastaghir to write in Persian. In the letters, his between different kinds of rules: on the one hand those Maps, for example, were characteristics more amena- their transience and mutability. dia, Milano, 2011, pp.155-175 non solo l’arbitrarietà delle regole e dei confini, ma so- friend speaks of the Afghan winter, local customs, cur- established by the borders and the fl ags and on the oth- ble to Islamic culture than to the Western avant-garde of F. Stevanin, Alighiero e Boetti. Ricami e tappeti, Cleup, Padova, 2015 R. Watson, Mapping and Contemporary Art, “The Cartographic Journal”, 46, 4, prattutto la loro labilità e mobilità. rent events, his work, his economic diffi culties and his er those dictated by the techniques of embroidery and the time, just as the choice of a rug as the medium had 2009, pp. 59-69 Shelter Caratteristiche dello shelter, del rifugio provvisorio, sono l’essere dotato di forma e una sostanziale incompletezza. Troviamo queste architetture, spesso realizzate velocemente e con semplici materiali, in situazioni di provvisorietà e in rapida evoluzione, in cui la mancanza di mezzi a disposizione forza l’architettura a una riflessione sul proprio compito primario. Lo shelter è poco più di un tetto sotto cui ripararsi, ma diviene il segno della soprendente capacità di insediarsi e di abitare inediti paesaggi. The characteristics of the shelter, of the temporary refuge, are that it has both a form and an essential incompleteness. We find these structures, often built in haste and out of simple materials, in rapidly changing situations of a provisional character in which the lack of available means forces architecture into a reflection on its primary function. The shelter is little more than a roof over people’s heads, but it becomes a mark of their surprising capacity to settle in and inhabit new landscapes. 16 17 Tenda per celebrazione di matrimoni in un campo per rifugiati nel Sahara Occidentale / Wedding tent in a refugee camp of the Western Sahara. Foto di / Photo by Jonas Wirth Da / from: From Camp to City: Refugee Camps of the Western Sahara, a cura di / ed. M. Herz Lars Müller, Zürich 2013

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