Quaderni dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara n. 4 (2016) LORENZO BARBIROLLI (1798-1867) UN MUSICISTA TRA DUE PATRIE a cura di Nicola Badolato, Corinna Mezzetti e Antonietta Molinari FERRARA 2016 Redazione: Nicola Badolato Elaborazione delle immagini: Stefania Ricci Frabattista Il volume è stato stampato con il contributo di Autorizzazione alla pubblicazione delle immagini rilasciate dall’Accademia dei Concordi di Rovigo (prot. 18/2016) e dal Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara (in data 9 febbraio 2016). In copertina: Bozzetto del sipario del Teatro Comunale di Ferrara, realizzato da Francesco Migliari nel 1850 (Archivio Storico Comunale di Ferrara, Commissione pubblici spettacoli, b. 68). Rielaborazione grafica di Stefania Ricci Frabattista. SOMMARIO Prefazione Enrico Spinelli p. V Presentazione Antonietta Molinari p. VII Lorenzo Barbirolli: un musicista tra due patrie Antonietta Molinari e Nicola Badolato p. 1 Musiche di Barbirolli nell’Archivio del Capitolo di Ferrara Nicola Badolato p. 39 Barbirolli compositore: appunti per un catalogo Nicola Badolato p. 51 ILLUSTRAZIONI p. 63 APPENDICI 1. Fondi archivistici e documenti tra Archivio Storico Comunale e Biblioteca Ariostea per la storia dei teatri di Ferrara nell’Ottocento Corinna Mezzetti p. 95 2. Lorenzo Barbirolli nelle carte dell’Archivio Storico Comunale di Ferrara Corinna Mezzetti p. 102 3. Lorenzo Barbirolli, “Tu es Petrus” (trascrizione di Nicola Badolato) p. 147 Sigle bibliografiche p. 175 Elenco delle illustrazioni p. 177 Indice dei nomi di persona e di luogo p. 181 Indice delle opere p. 188 Prefazione Un viaggio archivistico – progettato e condotto da Badolato, Mezzetti e Molinari – si tinge dei colori della Musica, con una storia inedita, certamente meritevole dell’indagine, della scrittura, della conoscenza. È l’incontro con un personaggio, Lorenzo Barbirolli (1798-1867), nativo del vicino Polesine, attivo artisticamente a Ferrara per 25 anni, del quale era svanito ormai il ricordo. I documenti – quelli dell’Archivio Storico Comunale e dell’Archivio del Capitolo di Ferrara - hanno consentito di recuperare la memoria di una vicenda umana e familiare, restituendo un profilo artistico, un corpus di opere di un musicista che ebbe un ruolo certamente di rilievo nella Ferrara della metà dell’Ottocento, dal 1840 al 1865, essendo impegnato ora come Maestro comunale di musica nonché Concer- tatore del Teatro cittadino, ora come Direttore della Cappella del Duomo. Barbirolli, un artista serio e stimato, attivo tra Rovigo e Ferrara, nei confini delle quali segnò sostanzialmente il suo percorso professionale, dividendosi in un ideale contrappunto tra profano e sacro, ora dedicandosi al Teatro ora al Duomo, da un lato impe- gnandosi nel repertorio operistico alla moda in quel tempo e, dall’altro, componendo severa musica sacra. Al servizio prima di un datore di lavoro e poi di un altro: qui il Pubblico (cioè il Comune di Ferrara) e lì la Chiesa, in una divaricazione istituzionale che – con le vicende del Risorgimento, dell’Unità nazionale e con i delicatissimi rapporti tra Stato e Chiesa - dovette pure creare al bifronte Maestro qualche problema d’orientamento politico, a volte un’incertezza, qualche dubbio. Insomma, Barbirolli fece evidentemente una scelta di conciliazione: in Teatro guardava a Verdi e ai grandi operisti dell’epoca, per la Cappella musicava sonetti celebrativi per Pio IX. Dissonanze? Vita difficile quella del musicista che, avendo il carico della fami- glia, non trascurò di percorrere tutte le strade che gli consentissero di vivere onestamente, con borghese decoro, onorando Trono e Altare, praticando in equilibrio due repertori e generi tra loro diversi; la bacchetta si alzava a concertare cori verdiani, mentre poi la penna componeva inni sacri, come il Tu es Petrus, graduale a tre V voci per l’onomastico dell’Apostolo: immaginabili tensioni ideali dovettero essere risolte ricorrendo agli artifici dell’Armonia. Così l’attività di Maestro concertatore fu rilevante nell’àmbito teatrale, come l’attività di compositore fu preminente nell’area ecclesiastica: la duplice faccia artistica trova speculare riscontro nella docu- mentazione che offre materia per questa ricerca: le fonti, infatti, sono localizzate adesso nell’Archivio Storico comunale e adesso in quello del Capitolo, tuttavia integrandosi vicendevolmente e restituendo così un compiuto e unitario profilo, umano e artistico di Barbirolli. Questo mi pare il pregio del lavoro svolto dai tre autori, ben integrati tra loro sul piano del metodo e nel giuoco delle diverse competenze individuali. Musicologia, Archivistica e Storiografia si incontrano in una simbolica triade e insieme offrono un concreto e originale risultato; compare, infatti, un primo strumento descrittivo della produzione del Barbirolli e ne viene proposta l’edizione del Tu es Petrus; c’è poi il lavoro sulle fonti archivistiche, con la storia istituzionale del Teatro comunale e con elaborazione di puntuali regesti di documenti; c’è la visione di sintesi, quella della Storia, considerata nel duplice registro dialogante tra la piccola e la grande Patria, cioè tra Ferrara-Rovigo e l’Italia, pre e post unitarie. È l’ideale partitura entro la quale la vicenda umana e l’esperienza artistica di Barbirolli si svolsero: esse sono oggi utilmente riproposte all’attenzione degli studiosi, dopo circa centocinquant’anni dalla morte del Musicista, nell’utile apporto alla valorizzazione delle fonti documentarie e alla Storia di Ferrara. Enrico Spinelli VI Presentazione Le strade della ricerca sono così contorte e complesse che molto spesso portano nelle direzioni più impensabili rispetto al punto di partenza. La professoressa Rita Castaldi ed io ci trovavamo un gior- no a casa della signora Germana Brondi per parlare di un suo antenato, Giovan Battista Brondi, un vetraio altarese che aveva condotto a Ferrara, in via del Carbone, un’importante produzione di vetro per poi diventare uno dei più intraprendenti commercianti dell’800 ferrarese e su cui avevamo intenzione di scrivere qualcosa. La nostra conversazione virò ad un certo punto sugli interessi culturali della famiglia Brondi, orientati sia al mondo artistico sia soprattutto a quello musicale, quando la signora Germana ci fece leggere l’elogio funebre di un suo lontano parente, Lorenzo Barbi- rolli, che aveva ricoperto l’incarico di maestro concertatore del Teatro Comunale di Ferrara nella prima metà dell’800. Ovviamente il cognome Barbirolli richiamò subito alla mente il famoso direttore d’orchestra, sir John, trasferitosi in Inghilterra ai primi del ’900, dove ottenne successi strepitosi. Nacque così la curiosità di approfondire la conoscenza di Lorenzo Barbirolli, la cui nipote aveva sposato Luigi Brondi, nonno della signora Germana, per sapere se esistessero legami tra i due Barbirolli e per conoscere la vita di un maestro concertatore vissuto a Ferrara e operante nel Tea- tro Comunale per un venticinquennio, quando il melodramma era diventato lo spettacolo preferito di nobili e borghesi e si andava affermando l’astro di Giuseppe Verdi. Si pensò inizialmente di rea- lizzare una mostra presso la Biblioteca Ariostea, ma il progetto non ebbe purtroppo seguito. Di recente ho ritenuto però opportuno ri- prendere l’argomento, che mi sembrava di interesse storico-musicale per la nostra città. Le carte dell’Archivio Storico Comunale hanno fornito i dati per ricostruire in modo dettagliato il percorso professionale e, in parte, privato di Lorenzo Barbirolli, uno scrupoloso e prolifico musicista, ma soprattutto un uomo modesto, disponibile e paziente, che amò profondamente Ferrara, nonostante i rapporti talora contrastati con un’Amministrazione parca di riconoscimenti economici, profes- sionali e artistici. Una parallela ricerca condotta nel Fondo musicale VII dell’Archivio del Capitolo di Ferrara ha fatto emergere una cospicua mole di musiche manoscritte autografe, testimonianza viva (ancor- ché muta in assenza di un loro completo recupero critico e di una loro esecuzione) di una fervente attività compositiva del musicista per la Chiesa ferrarese. Sentiti ringraziamenti a Germana Brondi, a don Enrico Peverada, responsabile dell’Archivio diocesano, al dott. Enrico Spinelli, diret- tore della Biblioteca Ariostea di Ferrara, che ha reso possibile questa pubblicazione, alla dott.ssa Paola Margarito, collaboratrice della Se- zione informazioni stampati antichi e moderni della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, alla dott.ssa Michela Marangoni, referente dell’Archivio dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, al dott. Luigi Contegiacomo, direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo, al dott. Franco Casini, Bibliotecario della Fondazione “Giorgio Cini” di Venezia. Si ringrazia inoltre Stefania Ricci Frabattista per il con- tributo nella rielaborazione grafica delle immagini qui pubblicate. Antonietta Molinari VIII ANTONIETTA MOLINARI - NICOLA BADOLATO Lorenzo Barbirolli: un musicista tra due patrie I Barbirolli di Rovigo: una famiglia di musicisti Già nell’Ottocento la famiglia Barbirolli, originaria di Borsea in provincia di Rovigo,1 vantava tra i suoi componenti storici, maestri e musicisti. Luigi Barbirolli (1803-1866), ricordato per una Cronaca rodigina che narrava episodi e personaggi del Polesine sotto l’incalzare degli avvenimenti che precedettero l’Unità d’Italia,2 dedicò tutta la sua vita all’atti- vità educativa come maestro elementare e di musica.3 Sul suo elogio funebre scritto dall’amico editore e tipografo Antonio Minelli si legge: «Profondo nella musica, ne stampò le regole che per lui si assomigliano ai sensi morali, addottrinò da sé in questa bell’arte i propri figlioli Giambattista e Antonio ch’or son riveriti come portenti» (cfr. Fig. 2). L’amore per la musica lo portò a organizzare spesso piccoli concerti nella sua abitazione; ne abbiamo testimonianza anche in un ricordo del 1 Nell’archivio privato della signora Germana Brondi è stato possibile reperire lo stemma della famiglia Barbirolli (cfr. Fig. 1), riprodotto anche nel Blasone bolognese, Arme gentilizie di famiglie bolognesi, nobili, cittadinesche e aggregate, tomo I, Bologna, presso Floriano Canetoli, 1791, p. 11 (cfr. <http://badigit.comune.bologna.it/canetoli/canetoli.aspx?Cod=a1297> consultato il 1° febbraio 2016). 2 Cfr. L. BARBIROLLI, Cronaca rodigina (1 giugno 1848 - 1 gennaio 1853), a cura di L. Lugaresi, Rovigo, Minelliana, 1983 (si tratta dell’edizione com- mentata del ms. n. 235 «Concordiana» dell’Accademia dei Concordi di Rovigo). 3 Tra le pubblicazioni di carattere didattico prodotte da Luigi Barbirolli, tutte stampate presso l’editore Minelli a Rovigo, ricordiamo la Gramatica pedagogica italiana (1836), il Sillabario (1837), il Metodo facile per insegnare a leggere ai fanciulli senza premettere la conoscenza delle lettere e la compitazione (1843), e i Principi di metodica musicale coll’applicazione del metronomo (Rovigo, Minelli, 1857). 1
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