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L’onomastica dell’Italia antica: aspetti linguistici, storici, culturali, tipologici e classificatori PDF

749 Pages·2009·2.715 MB·Italian
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COLLECTION DE L’ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME - 413 L’ONOMASTICA DELL’ITALIA ANTICA ASPETTI LINGUISTICI, STORICI, CULTURALI, TIPOLOGICI E CLASSIFICATORI a cura di Paolo P OCCETTI L’ONOMASTICA DELL’ITALIA ANTICA . COLLECTION DE L’ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME 413 L’ONOMASTICA DELL’ITALIA ANTICA ASPETTI LINGUISTICI, STORICI, CULTURALI, TIPOLOGICI E CLASSIFICATORI a cura di Paolo POCCETTI ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME 2009 . I testi qui raccolti costituiscono gli atti del convegno organizzato a Roma, il 13-16 novembre 2002, dall’École française de Rome, l’Università di Roma 2 «Tor Vergata» e l’Institutum Romanum Finlandiae L’onomastica dell’Italia antica: aspetti linguistici, storici, culturali, tipologici e classificatori / a cura di Paolo Poccetti Rome: École française de Rome, 2009 (Collection de l’École française de Rome, ISSN 0223-5099; 413) ISBN 978-2-7283-0799-9 (br.) 1.Onomastique -- Italie -- Antiquité -- Congrès 2.Italien (langue) -- Étymologie -- Noms -- Congrès I.Poccetti, Paolo CIP – Bibliothèque de l’École française de Rome  - École française de Rome - 2009 ISSN 0223-5099 ISBN 978-2-7283-0799-9 . PAOLO POCCETTI INTRODUZIONE In un clima scientifico in cui la ricerca è sempre più mirata a concentrarsi verso temi specifici e ad orientarsi in senso sempre più specialistico proporre per un congresso un tema di così ampio respi- ro come l’onomastica dell’Italia antica nell’ampiezza dei suoi ambiti, delle sue pertinenze linguistiche, delle sue interconnessioni e dei suoi sviluppi diacronici può apparire un atto di sfida o di provoca- zione o di reazione. In realtà, l’idea della realizzazione dell’incontro scientifico, svoltosi a Roma dal 13 al 16 novembre 2002, di cui qui si raccolgono gli atti, è scaturita proprio dalla consapevolezza della settorialità e della specializzazione alla quale ormai anche l’onoma- stica di uno spazio geografico e cronologico relativamente ristretto, quale appunto è l’Italia antica, è assoggettata. In questo quadro la formula del convegno è stata dettata dall’esigenza di un confronto di metodi, di approcci, di competenze diverse tra quanti all’inizio del XXI secolo si sono occupati di temi legati all’onomastica dell’Italia preromana e romana, temi, che si intrecciano e confluiscono inevi- tabilmente nel mondo romano e nel patrimonio linguistico della la- tinità. Tale confronto, che è alla base stessa della proposizione del te- ma dell’incontro scientifico, di cui qui si raccolgono gli atti, è matu- rato prima in clima di contatti e di collaborazione a livello interna- zionale : a questo contesto si devono il suo concepimento, la formu- lazione e la sua organizzazione. Infatti, anche sul piano concreto il convegno è stato realizzato con la sinergia internazionale di tre istituzioni presenti a Roma, l’Università di Roma 2 «Tor Vergata», l’École française de Rome e l’Institutum Romanum Finlandiae, le quali hanno generosamente messo a disposizione le rispettive sedi e le risorse finanziarie per lo svolgimento dei lavori. Ed è a queste istituzioni che, per le suddette ragioni, va espressa la gratitudine più profonda. Invece, per quanto riguarda l’impegno personale sul piano or- ganizzativo e per lo svolgimento sereno dei lavori occorre tributare un riconoscimento particolare a Francesca Dragotto (per l’Universi- tà di Roma 2 «Tor Vergata») e a Stéphane Verger e a Véronique Sejournet (per l’École française de Rome). Naturalmente è a tutti coloro che hanno partecipato al convegno ed hanno inviato il loro . 2 PAOLO POCCETTI testo per la pubblicazione che va il merito sostanziale della riuscita dell’iniziativa e della validità scientifica degli atti che si commenta da sé. Il congresso è stato concepito in una dimensione marcatamente interdisciplinare, avendo riunito linguisti – per la maggior parte, da- to che, per ovvie ragioni, la linguistica è l’ambito di ricaduta prima- ria dell’onomastica – ma anche storici, filologi, epigrafisti di ambiti diversi e, più in generale, antichisti. Per riunire competenze ed interessi così diversi non si poteva che ricorrere al comune denominatore di un titolo generico, all’in- terno del quale sono stati ricavati percorsi tematici, nei quali ap- punto sono stati associati esperti di discipline diverse oppure, vice- versa, specialisti della stessa disciplina sono stati assegnati a sezio- ni diverse in ragione del taglio o dell’oggetto del loro contributo. Pertanto la distribuzione tematica del presente volume rispecchia fedelmente quella delineata al momento dello svolgimento del con- vegno stesso. La diversità delle competenze e degli approcci ha fornito spunti e stimoli interessanti non solo in sede di discussione delle singole re- lazioni (discussione della quale per ragioni tecniche non è stato pos- sibile raccogliere i testi), ma anche per le suggestioni e l’orientamen- to delle ricerche future. Infine, non è inopportuno ricordare che uno dei risultati più fruttuosi dell’impulso dato dal convegno è stata la collaborazione italo-francese nella realizzazione periodica di incontri più ristretti, dedicati a temi specifici dell’onomastica dell’Italia antica. Due di questi incontri si sono nel frattempo già svolti presso l’Università di Lyon 2 : di questi sono in corso di stampa gli atti. Il presente volume che raccoglie gli atti del congresso di cui reca il titolo esce con un ritardo più lungo del consueto rispetto alla data di svolgimento del congresso medesimo. Chi scrive ne ha la respon- sabilità primaria, forse, in parte, attenuata, oltre che da esigenze tec- niche, dalla volontà pervicace di attendere l’invio del testo da parte di tutti coloro che si erano iscritti a parlare, nella convinzione che l’apporto prezioso di ciascuno – nelle proprie competenze e nel pro- prio taglio metodico – non poteva mancare nel compimento finale e nella memoria del congresso. Credo di interpretare il sentimento comune di tutti i partecipan- ti nel dedicare questi atti a due figure di studiosi che hanno consa- crato larga parte della loro attività scientifica all’onomastica del- l’Italia antica. La prima dedica è purtroppo alla memoria, quella di Helmut Rix, al quale le more – già allora troppo lunghe – di stampa hanno impedito di vedere la pubblicazione del volume, essendo de- ceduto il 6 dicembre del 2004. L’altra figura di studioso, a cui è caro dedicare il volume, è Jürgen Untermann, il quale, pur essendo stato . INTRODUZIONE 3 impedito dalle sue condizioni di salute di partecipare al congresso, ha inviato ugualmente il testo del suo intervento di cui è stata data lettura ed ha successivamente acconsentito alla pubblicazione, così come era stato redatto, nell’impossibilità di curare una redazione definitiva. Paolo POCCETTI . MARIA GIULIA AMADASI GUZZO NOTE DI TOPONOMASTICA DEGLI INSEDIAMENTI FENICI IN ITALIA* Per le loro nuove basi d’occidente i Fenici hanno scelto postazio- ni del tipo già sperimentato in oriente, con poche eccezioni1. Anche per i nomi hanno spesso attinto alla loro lingua. I nuovi abitati a vol- te prendono il nome dal paesaggio (un capo, un’isola contrassegnate da elementi specifici), a volte invece lo derivano da caratteristiche della nuova costruzione o dal rapporto rispetto a un centro prece- dente : si hanno così toponimi come «cinta muraria/fortificazione» (GDR), «città nuova» (QRTHDSˇT) o «luogo nuovo» (MQMHDSˇ). ˙ ˙ La prima serie di nomi ha origine dall’impressione che le nuove terre esplorate fanno sui navigatori : la vegetazione, gli animali tipi- ci di un’isola possono offrire – per motivi di vario tipo – la designa- zione all’insediamento2, così anche il promontorio dove ci si stabili- sce, magari dedicato a un dio protettore. In varie regioni del Mediterraneo, tuttavia, gli abitanti della co- stiera Canaan, non trovano terre incolte, ma culture sviluppate e genti con lunghe tradizioni di vita associata. Così i nuovi venuti pos- sono adottare toponimi locali; altrimenti i nomi nuovi si possono giustapporre a quelli locali (in alcuni casi traducendone il significa- to nella propria lingua), o possono assumere suffissi «locali» (v. in seguito)3. La toponomastica degli insediamenti fenici d’occidente non è stata oggetto di studi approfonditi d’insieme; esistono tuttavia due lavori di base di carattere classificatorio ad opera di M. Sznycer4 ed *Su questi argomenti ho discusso e scambiato pareri con Sergio Frau. Glie- ne sono molto grata così come lo ringrazio per aver riletto l’intero testo. 1Il caso di Malta, dove la città fenicia principale era situata al centro del- l’isola (attuale Rabat) è particolare, almeno in base alle nostre conoscenze attua- li; cf. Ciasca 1982, p.132-154. 2Cf. in proposito le osservazioni di Poccetti 1996, p.47-48. 3Cf. Poccetti 1996, p.54. Per alcuni esempi nella toponomastica sarda, al di fuori del problema della colonizzazione fenicia, cf. anche ad es. Blasco Ferrer 1993, p.180-181. 4Sznycer 1977, p.163-175. . 8 MARIA GIULIA AMADASI GUZZO E. Lipin´ski5. I due studiosi sono concordi nell’indicare come perti- nenti alla lingua fenicia i nomi composti con vocaboli che indichino un’«isola» (}Y); un promontorio (R}Sˇ); un «luogo» (MQM); una «città» (QRT). Invece, l’origine di altri nomi di luogo citati in iscri- zioni e legende di monete o nelle fonti letterarie antiche (opere geo- grafiche, peripli, ecc.) è discussa e non sempre assicurata. In questa esposizione sono esaminati i toponimi di pertinenza linguistica semitica nord-occidentale attestati dalle iscrizioni e le- gende di monete fenicie e puniche che provengono dalla Sardegna e dalla Sicilia; si lasciano perciò da parte i problemi che riguardano i nomi TRSˇSˇ e SˇRDN attestati sulla stele di Nora (CIS I 144 = KAI 46)6. Sono inoltre citati toponimi formati con macom- come primo elemento, attestati dalle fonti o tuttora esistenti. L’incompe- tenza specifica non mi permette se non di elencare alcuni nomi di origine non semitica presenti in iscrizioni, affrontando eventual- mente qualche problema particolare. Come osservazione generale, ricordo che i toponimi fenici sono a volte resi tal quali in greco e in latino, a volte sono tradotti (i due sistemi si verificano per l’isola di S. Pietro; v. sotto), a volte al nome fenicio ne corrisponde un altro usato in greco e in latino che appare del tutto diverso. Il significato da attribuire a queste differenze nel nominare un medesimo sito non è sempre evidente. 1. «Isola» e «Capo» a)}Y «isola». I nomi composti con }Y «isola» e R}Sˇ «capo», pro- montorio» sono del tutto comuni e sono – come è stato mostrato nell’ambito della toponomastica greca – legati alla navigazione7. Si trovano in tutta l’ampia regione dove si sono stabilite colonie feni- cie; non sono invece caratteristici della toponomastica dell’area orientale; solo il sostantivo R}Sˇ «capo» è usato, come dovunque, in funzione di elemento toponomastico8. Nei nomi di luogo formati con }Y «isola», questo sostantivo si trova sempre (come è naturale) al primo posto ed è seguito da un complemento di specificazione generalmente al plurale. L’esempio più caratteristico è il nome }YNSM, presente su un’iscrizione da Ca- ˙ 5Lipin´ski 1992, s.v. Toponymie, p.465-466 (Sources phéniciennes). 6Ultime trattazioni: Ahlström 1991, p.41-50; Zuckermann 1991, p.269-302; Shea 1991, p.241-245; Frendo 1996-1997, p.8-11. 7Cf. in particolare Poccetti 1996, p.37-73. 8Lipin´ski 1992, s.v. Baal-râsh/rôsh, p.60, con citazione di Lipin´ski 1971; Elayi 1981, p.331-341. .

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