ebook img

L'ombra di Marinetti - Andrea Vitali PDF

152 Pages·2015·1.43 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview L'ombra di Marinetti - Andrea Vitali

Andrea Vitali L’ombra di Marinetti (1995) Introduzione Un'ombra... sul lago I protagonisti di questi racconti suggestivi, patetici e divertenti insieme, sono il notaio Augusto De Libertis, Cavaliere del Regno, Ausilio Grimaldi, redattore oscuro del "Corriere Volante", Andrea Furetti, solerte dipendente delle Regie Poste, Roberto Brevimani, detto il Dente, e tanti altri sconosciuti "comprimari" dell'esistenza. Sono racconti che ritmati da una narrazione gustosa, sapida come un buon vino di cui non è difficile cogliere quel retrogusto amarognolo che ne esalta la fibra, ci conducono attraverso un mondo che è poi sempre uguale a se stesso, tra risate e pianti, invettive e clamori, vittorie e inversamenti. Sin qui tutto bene, ma il Futurista Marinetti? Di Filippo Tommaso Marinetti qui s'insegue l'ombra nascosta tra le pieghe di esistenze anonime, che incrociano per caso o per fortuna, per sorte o malasorte il Vate mai domo della Velocità. Andrea Vitali, scrittore di lago, come ama definirsi, di quel lago di Como sulle cui rive vive, ha -1 - "incontrato" quest'ombra in quella Bellagio, dove Marinetti venne a morire. Le acque del lago ha cullato gli ultimi (tetri?) pensieri del Futurista principe e Vitali ha voluto inseguire quegli istanti definitivi calandosi dentro personaggi che di Marinetti colsero di sfuggita autentici barlumi di esistenza. Lo ha accompagnato, passo passo, verso quel suo ultimo appuntamento proprio lì a Bellagio, sulle rive opposte a Bellano, lacustre paese che di Vitali è l'umida Betlemme. Di riva in riva sono nati questi racconti, complice quel lago che ne è stato l'inconsapevole suggeritore. Ci sono poi i disegni e le tempere di Velasco, anche lui affascinato dalla palandrana nera, dalla bombetta calata di un artista del vivere ormai in forzato disarmo. Niente vitalismo esasperato nei suoi disegni, piuttosto la percezione del sipario che cala, il senso gravido del commiato. In quella mano che stringe un sigaro (l'ultimo?), in quel volto diafano, in quell'idrovolante che sfiora le acque del lago, c'è quell'ombra che è la protagonista di tutto il libro. Velasco l'ha inseguita, penetrata, anche lui come Andrea Vitali, incantato dal caso che ha voluto la nave di Marinetti approdare per ultimo nel porto lacustre di Bellano. -2 - "L'ombra di Marinetti", per chi non l'avesse capito, è un libro che, nato sulle prode del lago di Como, ha mescolato insieme umori e sensibilità di anime votate a specchiarsi e cercarsi in queste acque. Se questo libro non vi dovesse piacere - pace all'anima sua - sapete dove buttarlo. L'editore -3 - Una Marinetti? - Nelle mie vene scorre il sangue di due mondi- amava spesso dire l'egiziana Asim a suo nipote. In un certo senso era vero perché, a quello dei Mamelucchi, gli antichi dominatori d'Egitto da cui Asim discendeva, sua nonna aveva avuto l'idea di dare una spruzzatina di sangue francese commettendo, poco prima della battaglia delle Piramidi, un peccatuccio di carne con un sottufficiale dell'armata napoleonica. Il fallo le era valso l'espulsione dalla famiglia: nessuno aveva voluto prestare orecchio a ciò che la nonna aveva gridato per difendersi e cioè che lei era caduta nella trappola ordita dal francese controvoglia o, meglio, priva di voglia e volontà. Il francese infatti, a suo dire, era una sorta di mago in grado di compiere mirabolanti burle con le carte da gioco ma anche di indurre le persone ad atteggiarsi in gesti e movenze secondo la sua volontà. Si può legittimamente supporre che il transalpino avesse qualche primitiva dote di ipnotismo e se ne servisse per i comodi suoi. Nel -4 - qual caso la nonna di Asim potrebbe, da noi posteri, essere in qualche modo assolta. Tuttavia, all'epoca dei fatti, tali elementi non vennero considerati ed ella si trovò, raminga, fuori del cerchio rassicurante della famiglia. Per poco però perché la sorte, benignamente, le offrì quasi subito l'occasione di sposare un sudanese e la donna non se la lasciò scappare. La figlia del francese vide la luce nel 1804 e, a partire dai sei anni, dimostrò quel quarto di sangue paterno dando mostra di capacità di sensitiva: percepiva infatti la presenza di oggetti nascosti e ciò fu per lunghi anni motivo di gioco e divertimento. Quando, quattordici anni più tardi, sposò un egiziano di Alessandria che si definiva mercante ma in realtà altro non era che una lazzarone che perdeva i suoi giorni nelle taverne del porto, impigliato in miseri inghippi e truffe di bassa lega, costui tentò di sfruttare le sue doti, mettendole al servizio degli archeologi che battevano la regione scavando il deserto. Il risultato però non fu consono all'attesa poiché la donna era in grado di ritrovare oggetti di cui conosceva la forma per averla vista, mentre nulla poteva contro -5 - cose, tesori o anticaglie che fossero, sepolte da secoli sotto terra. Da questo gramo matrimonio nacquero tre figli. Due maschi, che abbandonarono ben presto lo sciagurato genitore, e, nel 1840, Asim, che invece la sorte destinò all'assistenza del padre sino alla morte avvenuta nel 1858 in causa di una leishmaniosi viscerale, altrimenti detta kala azar. Distratta dalle assidue cure che il genitore aveva richiesto, Asim arrivò sino a diciotto anni senza interrogarsi su quale fosse lo scopo della sua vita. L'interrogativo si risolse quasi subito, pochi giorni dopo il funerale del vecchio, quando la giovane incontrò al mercato una donna gravida: Asim percepì nelle sue viscere una scossa ed ebbe nettamente la sensazione di vedere nel grembo di quella futura madre. Vide, cioè, che il nascituro sarebbe stato maschio, lo disse alla donna la quale, sei mesi dopo, le confermò la giustezza della sua previsione. A partire da allora si diffuse per Alessandria la fama di Asim che, antesignana delle moderne ecografie, diagnosticava il sesso dei nascituri: dote tutt'altro che trascurabile perché così molte -6 - famiglie, e soprattutto nobili, combinavano sicuri matrimoni quando gli eredi non erano che pochi centimetri, vincendo spesso concorrenti gelosi e al riparo da brutte sorprese al momento del parto. Asim infatti non sbagliava mai e, nel 1876, aveva collezionato qualcosa come più di trecento previsioni di sesso senza mai aver commesso un solo errore. Poiché abitava alla periferia di Alessandria, la sua fama era solida ed un suo nipote era al servizio in casa Marinetti, la signora Amalia Marinetti, da due mesi ormai senza regole, volle togliersi il gusto di consultarla. Davanti a lei la sensitiva dal sangue un po' africano e un po' europeo ebbe la solita aura di sintomi che precedeva la diagnosi: le budella fremettero, nel capo le si inserì una sorta di vertigine, le palme delle mani sudarono. Sul più bello però, quando mosse le labbra per svelare il mistero, la signora Marinetti la fermò. Disse che non voleva più sapere. Asim tacque sconcertata e solo più tardi, al nipote, confidò la sua diagnosi. - Femmina - disse. - Una Marinetti allora - commentò il nipote. -7 - Zia Asim accennò di sì col capo. Sette mesi più tardi, il 22 dicembre 1876, nasceva Filippo Tommaso Marinetti. Il nipote non si capacitò di come zia Asim avesse potuto sbagliare. La zia, sconvolta, rifletté lungamente sull'accaduto. - Era femmina - disse infine. - Ti dico che è maschio zia. L'ho visto io - confermò il nipote non meno sconcertato. Sul volto della donna allora calò un'ombra. - Per me - disse cupamente - è forse segno che il dono di prevedere si è esaurito. Ma ti dico che quel bambino era femmina quando l'ho visto io. Ora in lui vivono due anime, l'aurora incantevole e il tramonto di fuoco. Parlerà con la lingua di voi uomini e soffrirà col cuore di noi donne. E' tutto quello che ho da dire. E adesso vattene - concluse - spargi la voce che il mio dono è svanito. D'ora in avanti non voglio più gravide alla mia porta. - -8 - Prova generale Nell'aria c'era sapore di nebbia. Il Cavaliere del Regno, Notaio Augusto De Libertis, uscendo dal suo ufficio, lo assaporò come se fosse il profumo di una pietanza. Sul portone dello studio guardò piazza della Scala e via Manzoni, velate, come in un soufflè, dalla caliggine del crepuscolo e il suo appetito crebbe. Si rattrappì nel cappotto, quindi si avviò verso casa a passi rapidi e brevi, da brachitipo qual era e schioccando singolarmente la lingua poiché aveva fame. Essendo in tale condizione, il suo cervello, lasciate in ufficio le cure degli affari, era tutto concentrato sul cibo che l'attendeva la cui previsione stuzzicava i succhi gastrici del suo stomaco e la sua fantasia di gourmet. Era giovedì, e giovedì, nel gastronomico calendario della sua casa dove il De Libertis era signore e padrone, significava gallina a lesso, delle cui carni il notaio era particolarmente ghiotto e del cui brodo era fanatico cultore. Giunto in piazza Cavour il notaio lanciò -9 -

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.