Un tempo, avevamo "riti di passaggio" incentrati prevalentemente sulla simbologia della soglia: una porta, un cancello o in generale un confine, che doveva essere attraversato morendo a se stessi per poi rinascere. Tutto sembrava cambiare, eppure tutto restava come prima: eravamo noi ad aver cambiato condizione, avendo in quel passaggio acquisito un ruolo diverso, riconosciuto dalla società. Era come aprire gli occhi di nuovo, per la prima volta. Uno dei più famosi e amati classici dello Zen, La Porta senza Porta, da cui sono tratte le storie e i consigli preziosi di questo libro, offre una chiave di svolta alla nostra quotidianità spalancando il nostro orizzonte e permettendoci di uscire da noi stessi. Sentirsi estranei a sé e al mondo è un male caratteristico del nostro tempo, causato dall'abitudine a vivere per interposta persona, a far proprie le scelte, i gusti, le opinioni, le ideologie, perfino le fedi degli altri. Sono gli scherzi dell'Ego. Ci sentiamo sicuri solo stando in un gregge, sostenuti come siamo dalla massa che ci circonda e giustificati dal principio inossidabile del "così fan tutti". In realtà, siamo il più delle volte sopraffatti da quell'amarezza insoddisfatta che nasce dall'ossessivo confronto con il prossimo. Il sentiero dello Zen ci rende capaci di riconoscere la "nostra porta" e di attraversarla. È il passaggio segreto al nostro vero Sé.