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Lo Stato moderno. Lessico e percorsi PDF

184 Pages·1997·21.11 MB·Italian
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( l. t··�� ' 1'. Nicola M�tteucci .-. . ·�· ;" ' �,, ' '" � · • J.. •. •'t .• . . \ ' , ..r ,............ . ,..- \1.1 ... l 1 (i"lJ d. .? L O ' 5 Lo Stato �oderno Lessico e percorsi Società editrice il Mulino 1 u - -� Indice Prefazione p. 9 PARTE PRIMA: LESSICO I. Stato 15 l. Per una definizione storico-tipologica 15 2. Una parola, un concetto, un fatto 25 3. Stato e diritto 32 4. Individuo, società civile, Stato 37 5. Rappresentanza: antica e moderna 47 6. Stato e cultura 53 7. Le partecipazioni incrociate 60 8. Lo Stato neocorporato 65 9. Verso lo Stato post-moderno 71 n. Sovranità 81 l. Definizione 81 2. Sovranità e Stato moderno 81 3. L'essenza della sovranità 83 4. I precedenti e le innovazioni 85 5. Sovranità limitata, assoluta, arbitraria 88 6. Teorie realistiche e teorie astratte 90 7. Dittatura sovrana e sovranità popolare 93 8. Gli avversari della sovranità 94 9. L'eclissi della sovranità 97 ISBN 88-15-06071-5 m. Contrattualismo 101 Copyri©g �19t9 3 byS ocieetdài trili Mcuel inBoo,l ognNau.o vae dizione l. Per una definizione del contrattualismo 101 1997. E vietaltaar iproduzainocnhepe,a rziacloenq, ualsimaesziz o 2. Lo stato di natura, i bisogni dell'uomo e la effettucaotmap,r elsaaf otocopia,a dau nscoih net eron doi dattniocno , divisione del lavoro 104 autorizzata. 3. Tre teorie sull'origine del potere politico 111 5 4. La sintassi del contrattualismo classico p. 118 5. Contrattualismo e costituzionalismo 122 4. Isonomia nella cittadinanza p. 217 5. n mito delle origini dell'uomo 224 6. L'incrinarsi del «nomos» 228 IV. Costituzionalismo 127 7. Un «nomos» per il Pireo 233 l. Definizione 127 2. Alcune precisazioni terminologiche e concet- VITI. N el labirinto dei contrattualismi 235 tuali 128 l. La rinascita del contrattualismo 235 3. La costituzione scritta 134 2. La polemica contro l'anti-individualismo 236 4. n potere costituente 138 3. n contrattualismo classico 238 5. Le dichiarazioni dei diritti 142 4. Dal contrattualismo al costituzionalismo 240 6. La separazione dei poteri 147 5. L'ordine politico giusto 242 7. La limitazione del potere 157 6. n patto sociale 247 8. L'eclissi del costituzionalismo 161 7. I diritti dell'individuo 250 9. La riscoperta del costituzionalismo 163 IX. Individuo, società e governo rappresentativo 257 v. Opinione pubblica 169 · l. L'individualismo metodologico 257 l. Definizione 169 2. La scoperta della società civile 261 2. La struttura istituzionale dell'opinione pub­ 3. Tocqueville profeta dell'età di massa 267 blica 171 4. Verso una società indifferenziata 272 3. La riflessione sull'opinione pubblica 174 5. Per una società a più dimensioni 281 4. L'opinione pubblica in una società indu­ striale di massa 183 5. Conclusione 187 PARTE TERZA: TRA LESSICO E PERCORSI x. Politica 295 VI. Corporativismo 189 l. Dal corporativismo al neocorporativismo 189 l. La parola 295 2. Lo svuotarsi di un paradigma 297 2. n corporativismo è antico 190 3. n nuovo pa:radigma 304 3. Le procedure neocorporate 191 4. n dibattito contemporaneo 310 4. Corporativismo autoritario e corporativismo 5. Conclusione 318 liberale 193 5. Società corporata e società pluralista 196 XI. Pluralismo 321 PARTE SECONDA: PERCORSI l. La parola 321 2. Le radici storiche del pluralismo 322 Vll. Dell'eguaglianza degli antichi paragonata a 3. La scoperta di un Nuovo Mondo 327 quella dei moderni 201 4. La teoria del pluralismo in Europa 333 5. n pluralismo verso il terzo millennio 339 l. I Greci sono remoti 201 6. Conclusione 344 2. Tre considerazioni analitiche 204 3. Isonornia, il nome di tutti più bello 211 Bibliografia 349 6 7 PREFAZIONE Nel corso della mia vita ho steso molte voci (o lemmi) per dizionari ed enciclopedie, tutte - ovviamente - che riguardavano la politica. Proprio in questo settore le parole sono maggiormente consumate o ambigue; e, per questo, è necessario risc�prire al di là della parola il concetto che essa sottointende. E stato un esercizio difficile perché il linguag­ gio della politica, non appartenendo a un sapere speciali­ stico, si trova all'incrocio di tanti dispersi e disparati saperi, per cui bisogna avere competenze in diverse discipline, quali la scienza politica, il diritto, la filosofia. Non si trattava di fare una mera ricognizione storica ipercontestualista dell'uso di una parola, ma neanche di darne la definizione analitica dei diversi usi correnti: un ap­ proccio che non fosse storico-concettuale avrebbe finito con l'essere privo di ogni vero spessore e cqn il non cogliere la profondità semantica della parola. Invece un approccio storico-concettuale avrebbe portato a scoprire non solo ra­ dicali cambiamenti di significato di quella parola, ma anche \ la diversa posizione che essa occupava in nuove costella­ zioni di concetti. Come modello da imitare ho privilegiato i Geschichtliche Grundbegnf/e (Stuttgart, Klett-Cotta, 1792 ss.), opera diretta da Otto Brunner, Werner Conze e Rei­ nhart Koselleck, sulla International Encyclopedia o/ the So­ cialSciences (New York, Macmillan, 1698)d,ire tta da David L. Sills. Questo è dovuto al fatto che le scienze sociali troppo spesso usano parole dimenticando che hanno una storia e che in questa storia esse hanno il loro spessore. In­ somma per stendere un lemma bisogna fare assieme storia dei concetti e storia delle istituzioni, dove i concetti riman­ dano alla filosofia, le istituzioni alla società. Ho raccolto le voci che avevano una stretta connessione con lo Stato, un argomento che non può essere lasciato - 9 per quanto si è detto - agli storici delle istituzioni, fermi al circolano in un pubblico più largo. n successo che ha avuto dato normativa, o agli storici puri, che usano la parola senza l'edizione economica del Dizionario di Politica mi ha con­ approfondire il concetto. Lo Stato è un fenomeno nuovo sentito di saggiare l'utilità per gli studenti (ma non solo per che si dà nella storia dell'Occidente, che ha pesantemente loro) di questa ricerca volta a definire i concetti che stanno condizionato e condiziona la vita morale e intellettuale: dif­ dietro le parole, soprattutto nel campo della politica, perché ficile trovare un pensiero - per quanto astratto - avulso _ l'uso di un linguaggio confuso ed ambiguo non certo a1uta da questa realtà. -Inoltre, la filosofia politica ha nella realtà la vita democratica che dovrebbe fondarsi soprattutto sulla dellAlo Slat aptori mil asu poa prtuen, tod endeicceastsaa railo «dlie rsisfiecroi»m, enneto h. o fatto se­ parola. n compito della scienza - in politica - è quello. di cercare di portare chiarezza nel linguaggio comune, nel lm­ guire una seconda, che ho chiamata «percorsi». I percorsi guaggio di tutti. rappresentano un'angolazione diversa: è un confronto su al­ cuni concetti chiave fra il passato e il presente, per misurare le affinità, ma anche e soprattutto le distanze. Qui ci muo­ viamo più sul piano della storia delle idee, ma anche le idee La prima edizione di questo libro, alla quale seguirono num�­ si esprimono in parole; e le idee o le parole vengono sempre rose ristampe, uscì nel 1993. Pubblico ora questa seconda edi­ espresse o pronunciate in una situazione storica determi­ zione ampliata di due capitoli dal titolo Politiec Pal uralicosl­mo, nata con i suoi sempre nuovi e diversi individuali problemi. locati in una Terza parte, poiché si muovono fra il «lessico» e i Ma sullo sfondo resta sempre lo Stato, questa particolare «percorsi». . . . organizzazione del potere che ha dominato tutta la nostra Le voci e i saggi raccolti in questo libro sono malteratl nella storia moderna. loro struttura rispetto alla loro prima pubblicazione;_ tu�tavia so?o Questo è il punto di cui noi dobbiamo prendere co­ state apportate alcune modifiche, sia per uniformar�, SI� per. scio­ gliere qualche passaggio oscuro. Vi sono �lcun� npetizioru, �a scienza. Nella storia del mondo ci sono state altre forme di era impossibile eliminarle: ogni voce o ogru saggi� è ��a r:alta a organizzazione del potere radicalmente diverse. Semplifi­ sé stante, che può essere letta isolatamente. Le npetlzioru - _m cando: la tribù, la polis, gli imperi antichi. Ma lo Stato è la realtà - si inseriscono in contesti problematici diversi. nostra storia, della cui realtà dobbiamo essere consapevoli Le bibliografie sono state integralmente riviste sia per aggior � soprattutto oggi che esso è entrato in piena crisi, dalla quale narle, sia per sfoltire quelle troppo lunghe. Abbi_a�o scelto questi non sappiamo come usciremo e per quale via. Forse sarebbe criteri: privilegiare le opere in lingua italiana, .m�nZI<?nando quelle straniere solo in casi importanti; non dare mdicaziOne - salvo più attuale un libro sugli Imperi antichi, incentrati su una casi eccezionali - di articoli di rivista; evitare la ripetizione nelle visione religiosa del mondo, che stabiliva le linee dell'amici­ diverse bibliografie delle stesse opere, per cui il lettore interessato zia e dell'inimicizia; gli Imperi erano un conglomerato di­ dovrà scorrere anche le altre. Non ci resta ora che indicare le fonti. sordinato di nationes ed etnie, dove la diversità e la pluralità Statino E,n ciclopdeedlNi oav ecenvotl.o XI, I, Roma, Istituto non confliggevano con la ricerca della rappresentanza sim­ della Enciclopedia Italiana, 1984; Sovranini tDài,z iondairp iool i­ bolica nella figura dell'Imperatore: le comunità convive­ ticTao,ri no, UTET, 1976; Contrattuainl Diiszmioo,n adripi ool i­ vano in grandi spazi in una realtà sempre in movimento. Gli ticTao rino UTET, 1976; Costituzioinn aElnicsimcol,o pdeedlilae Imperi sono aggregazioni politiche come le galassie. Ma, sc�izees odcliiv,o l. II, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, purtroppo, su questo, la letteratura è quasi inesistente. 1992; Opiniopnueb bliinc Ean,c iclopdeedldiriti a to, vol. XXX, Più modestamente: perché questo libro? Queste voci, Milano, Giuffrè, 1980; Corporativini «silm Mou,li no», n. 2, 1984, _ anche se stese per iniziative editoriali di grande prestigio, pp. 305-313; Dell'eguadgelgialanint ziapc ahria goan aqtuae ldleaz come l'Enciclopedia del Diritto, l'Enciclopedia del Nove­ moderniin, « lntersezioni», n. 2, 1989, pp. 203-229; Nellabmnto cento, l'Enciclopedia delle Scienze Sociali sono consultate­ deic ontrattuina l«Fiosndmaim enti», 2, 1985, pp. 51-70; Indivi­ duo, soec gi;oeerntoà rappresenint a«Fteinovmoe,no logia e so­ in massima parte - solo da studiosi e da ricercatori e non cietà», n. 5, 1979, pp. 10-32. lO 11 PARTE PRIMA I due nuovi saggi Politei Pclau ralisi strmoova no entrambi nella già citata Enciclodpeeldsliceai esnozcei vaoll. iVI,, 1 996. LESSICO Si ringraziano vivamente la casa editrice Giuffrè, l'Istituto del­ l'Enciclopedia italiana e l'UTET per la gentile concessione di ri­ produrre in questo volume le voci appartenenti all'Enciclopedia deld iritatlol,' EncicdleolpN eodvieac enatlol,' Encicdleolpleed ia sciesnozcei ea all Dii ziondairp iool itica. Desidero ringraziare anche i dottori Donatella Campus, Ro­ berto Farneti e Giovanni Giorgini che hanno collaborato alla rea­ lizzazione di questo volume. . \ l 12 -=· I STATO l. Per una definizione ston'co-tt"pologica Con Stato generalmente s'intende - sulla scia di Max Weber- una forma storicamente determinata di organiz­ zazione del potere o delle strutture dell'autorità, contrasse­ gnata dal fatto che una sola istanza, quella statuale appunto, detiene il monopolio legittimo della costrizione fisica. In al­ tri termini, lo Stato «moderno» si caratterizza per il mono­ polio del politico, per cui si può anche parlare di un'identità tra lo Stato e il politico. Questo monopolio viene esercitato attraverso procedure e mezzi razionali: da un lato il diritto, che stabilisce norme astratte, generali e impersonali, per evitare ogni forma di arbitrio e, dall'altro, un'amministra­ zione burocratica, basata sulla gerarchia e sulla professiona­ lità: tutto questo garantisce la legalità, cioè l'obiettività e la prevedibilità del processo politico-amministrativo. Questa forma di dominio si contraddistingue pertanto per la sua ra­ zionalità, una razionalità che, riferendosi esclusivamente ai mezzi e non ai fini, è una razionalità meramente formale. Lo Stato, così, è una particolare forma di organizzazione coat­ tiva, che tiene unito un gruppo sociale su determinato un territorio, differenziandolo da altri gruppi, a esso estranei; esso generalmente viene caratterizzato da tre elementi: il · potere sovrano, che dà sostanza all'autorità; il popolo, che nei diversi tempi storici ha ruoli diversi; e infine il territorio o meglio l'unità territoriale su cui esercita il proprio domi­ nio (lo Stato ha un centro- la capitale- e ben precisi e delimitati confini), donde la territorialità dell'obbligazione politica. Da questa prima elementare definizione tipologica derivano tre importanti conseguenze. ; Stato e altre forme di dominio. Innanzitutto lo Stato si 15 differenzia da altre forme di organizzazione del potere. Per Lo Stato moderno si differenzia pure dal sistema feu­ restare nell'ambito della storia dell'Occidente, esso è di­ dale storicamente antecedente, nel quale abbiamo, da un verso dalla polis greca non solo per l'estensione del proprio lato,' un complicato intreccio dei diritti di sovranità dei di­ _ . territorio, che consente allo Stato complesse articolazioni versi signori nei vari paesi, per cui manca l'unità terntonale interne impossibili in una piccola comunità, ma anche per­ dello Stato, e, dall'altro, un potere parcellizzato e diffuso ché la democrazia diretta degli antichi non conosceva che nella società, o meglio, molti centri di potere ordinati gerar­ deboli ed esili strutture verticali di potere. Lo Stato, invece, chicamente, ciascuno sovrano nell'ambito assegnatogli dal si presenta come un «ente», come una persona giuridica, diritto; questi rapporti di potere erano personali e privati, fornita di propri organi e uffici, superiore ai suoi compo­ basati su un rapporto sinallagmatico o contrattuale. Tutto nenti e distinta da essi, con un diritto di imperio originario e questo consentiva la guerra privata o la faida, dove prevale­ sovrano su tutti e su tutto. Ciò non toglie che il pensiero po­ vano i legami gentilizi o tribali, e la ribellione o la rivolta al litico classico non abbia esercitato ed eserciti una notevole superiore, quando si riteneva che avesse violato il diritto. Lo influenza sulla cultura politica che ha accompagnato la sto­ Stato, invece, con il monopolio dell'uso legittimo della ria dello Stato moderno: ieri con l'ideale del governo misto forza tende a instaurare la pace al suo interno o nel proprio (cioè insieme monarchico, aristocratico e democratico), spazi� territoriale, e ha un rapporto impersonale e pubb!ico _ oggi con l'aspirazione a garantire a tutti una piena cittadi­ con il governato. Ciò non toglie che non s� pos�a cogher� nanza. una continuità fra le assemblee rappresentatlVe d1 stato o d1 Parimenti, lo Stato si differenzia dalla Res publica ro­ ceto e le moderne rappresentanze politiche, come non to­ mana, il cui governo era costituito da una molteplicità di glie che l'eredità medievale del primato del diritto sul po­ magistrature collegiali con compiti specifici, limitate nel tere non pesi fortemente sulla formazione dello Stato mo­ tempo, gratuite e responsabili, con garanzie per il cittadino derno. offerte dalla provocatio ad populum. L'ordinamento repub­ Infine lo Stato si differenzia dal moderno regime totali­ blicano s'incardinava nel Populus, che si esprimeva attra­ tario dat� che essi hanno baricentri diversi, se non opposti: verso assemblee popolari o comizi (l'elemento democra­ per il primo è lo Stato, tutto incardinato nel suo ordina­ tico), per l'elezione dei magistrati e la votazione delle leggi, mento giuridico e nella sua burocrazia legale, che garanti­ e nel Senatus (il principio aristocratico), i cui componenti scono certezza e quindi libertà agli individui come ai gruppi erano nominati dai censori soprattutto fra coloro che ave­ sociali; per il secondo è il partito, con la sua ideologia, che vano ricoperto magistrature, e che rappresentava la conti­ pervade ogni momento dell' esistehza indi�dua!e per P?te� nuità della comunità politica, soprattutto per la sua compe­ poi mobilitare politicamente le mass�. Ne� regrm1 totahtar� tenza nella politica estera. Ciò non toglie che il diritto ro­ abbiamo, infatti, una burocrazia cansmat1ca, alla quale s1 mano non abbia avuto un'enorme importanza nell'evolu­ accompagna una polizia politica segreta diretta a incuter� � zione dello Stato, dato che la Chiesa prima e poi le univer­ . terrore: si perde il momento della legalità e della prevedlbl­ sità ne avevano conservato la memoria. Il diritto romano lità, perché il nemico non è soltanto quello reale, dato che non fornì solo armi all'assolutismo, col principio quod prin­ può essere inventato un nemico «obiettivo», individuato da cipi placet legis habet vigorem, ma anche alla riscoperta e alla chi interpreta in modo sovrano l'ideologia. Ciò non toglie difesa del diritto di proprietà, giusta la massima di Seneca: !l che i regimi totalitari non abbiano continuato quel processo «Ad reges potestas omnium pertinet1 ad singulos proprietas». ' di tecnologizzazione della politica, cioè quella riduzione del Non solo: tutto il processo di razionalizzazione giuridica del 1, potere a tecnica razionale, che caratterizza lo sviluppo dello diritto privato, operata dallo Stato continentale, ha come l Stato: il totalitarismo lo porta solo alle sue estreme cohse­ suo punto di riferimento il diritto romano, inteso come ratio guenze, rendendo il potere del tutto impermeabile alla mo­ scripta. rale e ai principi religiosi, al senso comune e ai valori sogget- 16 17 '· ti i de li indivi�ui, ci è a tutto ciò su cui si fonda la legitti­ � , � ? tici (la pace e la guerra) in una sola istanza (lo Stato o, me­ n; tt : sI vuole, mfatti, una politicizzazione totale della so­ t � _ glio, il re): un potere monocratico, dunque, e meramente cie�a ttdotta a soggetto da plasmare attraverso la tecnologia ; discendente, che poteva essere limitato, oltre che dal diritto politica. naturale, dalle leggi fondamentali, ma non controllato dai tgmtsgsntt�c��ttthh<?odonovaeoeti tosr_ noa,ast�.Ti _ �cft -� mp�pioiqi p� en cr oudason_soor tezitle_snn�pa ootsa l<;mt og rtutlriuio_t�e�ncl onacna oes go t,p su , eipa_ c opaoo srm eenrso eoidrret oda apo tuinIn l?il riardre ltadca aae eu prti etsaln.entra uo,iule as '.Cenr aadptamoA ttpcoleadoot ci pmmiàcer -e ee,iovdql sgeenele:si�i n asraid sla at teg oiissiincz tn sltf àiavidseou gSo,lees o rgautndipriacg nloaee eaotceo;. s oc , iz iu d scnI lnzle'os èaietiae tirn et nipvliibpddslrl oora oririeiofr unvi efrivicciisosidedrnonoeiu iaeou lssinslulzams tcoattailsizàerloli ooteit -o, oson a d�a oènn iiol l acdoaatntp lioir ic eone prmi os,u.iocoa o svmenice ntTolcmisoe' terluis_srgugno eatisiiè­­­­­­­i­­ zsdirqegptNlcaieuiarsruvo oetdisamFeeenèasndmld nese lo tivaiedd tevds,e di eeain.der ps irr taDuriedieLesmcndlrp e laoua iaqdvoe c i ueugainsutmclino i e tico G ueXIVp vloair p nlredt pr iuaeoaprlaeo nnò, nor sts,ist n doeattioi«àegcig rlez e otlrennd,oztue , noeo ai« ts fcrrrSzptviioirhigooitaoilionseanet ltnsoditi, doal tooier eirolc inc pl,rirah musloeeoaeloemen a e ,en n u leslsriieacoonesnlta hrlt in, paa caiismeoc par es tori» qroriuati s,ev,ed unvdt usièntoeeaatie o foe vtrlapnfep tcnarelaeit tihe ùdròù r diiea ioa ald v naliu l clpeeot 'zrnaalauorpe ilpsaaanotdcr s tviitr ioflfovaiS ai'aoctaamls tmuaardqtfua moft bàtauqisea ogi ia rauvsglvp»mli caueniiar.rtot lloo aeaallTInaeaa­­­­­. rudnsncnsd�lz <?thoee�uaamto?�lleln�atolt,ni oo ,; p t� a adoaa aoltnnSh �iernsd ct,t� ast eid?aresdrcp et��eiu oiosldte nznogl td st�omz�ng vsosiSic : eee�anannatr, rlll a aozan;tusslmaltiooap ioo o e�pna.iav ned nf eo meAinerotern ae tdni,cc?idi lff s lo icddiettc�oohssarI�olis_ ster e raneapduz: en prlaoolellloltlepe a olt'al,l aezmeo ap.tr firson oefoeesoLSe arnut ndnt e rtpiaatpimuo go i toe r aurioladoep oriun;trdc,ic rtt i sfeetaiciopfiic mut, ornn rhcterdi oiaouieendb lec mom fuaileailplcvlninalise ;huila er s one.reoèmc, r t o ,uelss aioc'ntl oicali dda thtlcpdetotaeieoonuosatr nta tannnpsdiefldbli aoee ruei ioliel lnnosn iei s,dos , cstns icpouvalanceiurre;tnshul astisrlo eoaiaè­­i,i rsaqdgusuraieutsrdninuar semoe a'aeootsilLgt semptisli.tutumriva raevprtaeLi ani,aicrt ueso caaeemtrn cc rirsdaciSaaehaoaf.ih it t igfin ctuanfepgde eat,anii roicrzol vaièeaci sreeo m notemddrnizl cscoa aeriaiaoa a dtè g -nafzdz degii sinseroeiodeeonillnn a gmlmropopelaue ,o aopl e fiSe tanzlrndiectetfzettaetfrhi aeloicetgleczp oai li iii ac,eos cèù shvnpihn u unvezeleegafae ac fi se qn:isdre fscaugieogtae iloaie ivurbltz lnszoobibtzsttaào gauuaio ,a lcz o rm iamcoiooèa olol meolncoln'cnesrito noeeaer cc is tssrercooietcuancedrsilggnotu zìlene rgd'i-iiuaoictaa imeouzni m tlddia nalapoeclmii gzrv n opfieeueteiomirrnrsnnr onaeasieeae­­­i:i, sformazioni della vita collettiva - alla quale si contrappone �a variabile esplicativa unitaria di questo lungo periodo la società, ancorata alla tradizione. Nasce qui il dualismo o stottco, he ha ome protagonista lo Stato, può essere ravvi­ � � la tensione fra Stato e società: il primo è «artificiale», per­ sata nell assolutismo, che non è tanto un'età, in sé chiusa e ché costruito con apparati burocratici, la seconda «natu­ omogenea, quanto appunto una variabile interveniente la ' rale», dato che era stata sempre intesa e sentita come un quale accel ra in odo diverso e in tempi diversi a se­ _ � ---:- � «corpo». L'integrazione sociale diventa ora opera dello conda det di ers paes- processi istituzionali già in svolgi­ :r : � _ Stato, anche se, nella sua lenta crescita, questo deve venire a mento. Tutti gh Stati europei hanno conosciuto un mo­ continui compromessi con la società, cioè con l'aristocrazia ment assolutistico che si è manifestato più debole in quelli � ; e con i signori, con la nobiltà di toga e con la nobiltà locale, che l hanno. espenme�tato p�r. primi, come l'Inghilterra. con la città e i suoi patrizi e borghesi. Con assolutismo possiamo llliZialmente intendere la con­ _ Proprio perché impresa, proprio perché macchina, lo centr lOne e l'unificazione della titolarità e dell'effettivo �� Stato è qualcosa di esterno al tessuto sociale, per cui le inno­ eserclZlo del potere nei suoi aspetti più squisitamente poli- vazioni sul piano della tecnica del governo sono facilmente 18 19 imitabili e importabili: c'è pertanto un facile processo di di potere, e le sue future trasformazioni sono sempre tra­ diffusione delle innovazioni dai paesi più avanzati nello svi­ sformazioni di potere, della sua allocazione. Si può diretta­ luppo politico a quelli meno avanzati. I paradigmi o i mo­ l mente verificare l'autonomia, meglio, il primato del poli­ delli sono l'Inghilterra e la Francia: la prima ha realizzato, tico: lo Stato non è una creazione della cultura, come si di­ con la formazione della common law da parte dei giudici iti­ ceva ieri, non è un derivato dell'economia, come si dice neranti del re, l'unificazione della giustizia, poi, con Th. oggi. Se dobbiamo personificare lo Stato, troviamo prima i Cromwell, sotto Enrico VIII, ha sperimentato le forme di re, poi le élites politiche, ma in una costante distinzione fra una moderna burocrazia centrale e, infine, ha dato una so­ governanti e governati: chi ha il potere agisce sempre se­ luzione nuova alla partecipazione dei ceti al governo. Più in­ condo la logica della sua conservazione e difficilmente si su­ ten. s.e sono le spinte assolutistiche nella Francia dove l'am- bordina a volontà estrinseche, che tende piuttosto a utiliz­ mm1strazione centrale e centralizzata cerca di t'o gliere ogni zare ai propri fini. AJmeno sino alla guerra dei Sette anni autonomia locale alle signorie e alle comunità cittadine. La (1756-1763), il politico, cioè lo Stato, è il dato dominante Spagna, pur godendo dell'unità territoriale e dell'unifica­ esplicativo di questa età, è la forza trainante dello sviluppo zion� dopo il regno di Ferdinando il Cattolico, pur avendo storico; solo dopo si potrà parlare dell'economia come di spenmentato moderne forme di governo burocratico, nei un fattore sempre più centrale della vita sociale, come ora si secoli successivi non è certo all'avanguardia della moderniz­ comincia a porre l'accento sulle trasformazioni dovute alla za�ione �o�tica, perché ostacolata sia dal perdurante sogno tecnotronica. Ma, se lo Stato non ha più un ruolo domi­ uruversalist1co e sovranazionale, sia dal ritardo nella secola­ nante, non per questo il politico ha perso la sua autonomia. rizzazione della cultura e delle istituzioni politiche, sia dalla Bisogna evitare i pericoli del proiezionismo storico guar­ scarsa capacità del potere reale a unificare realmente, con dando al passato con gli occhi di oggi. Sino a tutto il Set­ un'unità di indirizzo, i diversi regni, che erano uniti soltanto tecento le aree di autoconsumo, estranee all'economia di nella persona fisica del re. Anche l'Impero giunge tardi alla scambio, restano ancora assai vaste: l'economia di mercato, modernizzazione statale, per cui S. Pufendorf in De iure na­ con i suoi piccoli mercanti, e il capitalismo commerciale tur�e et gen:tium ( 1672) lo definisce una «res publica irregu­ che da esso nasce restano ancora aspetti limitati e minoritari larzs», ma m quegh_ anni si erano già delineate nuove forme della vita materiale, e non costituiscono un modo specifico di aggregazione statale attorno al Brandeburgo e all'Austria, di produzione, dato che anche le manifatture rappresentano che nel Settecento porteranno a compimento il modello as­ una piccola parte del totale della produzione e la rivolu­ solutistico. zione industriale è appena ai suoi albori. Non solo: i veri Per questi motivi si può parlare degli Stati europei in centri economici, sino a metà del Settecento, non sono gli modo unitario: il tipo ideale avrà certamente nei diversi Stati, ma le città-Stato, con la successiva egemonia di Ve­ paesi verifiche in tempi diversi e si dovrà adattare a situa­ nezia, Anversa, Genova, Amsterdam, e infine Londra, che, zioni o meglio tradizioni diverse, ma lo Stato moderno resta in quanto capitale di uno Stato, offre al successo del ca- una creazione tipica dell'Europa e le varianti nazionali non . pitalismo mercantile un mercato nazionale. n capitalismo, incidono sull'unitarietà della creazione, che nell'Ottocento prima mercantile e poi industriale, per affermarsi ha biso­ si �onfigurerà come Stato nazionale burocratico rappresen­ gno di ordine, della neutralità del potere, della difesa della proprietà privata, intesa nel senso romanistico, contro altre tatiVo. forme di proprietà, come quella comunitaria e quella signo­ Dovendo parlare dello Stato è ovvio che l'attenzione sia rile, alla quale aspireranno alcune monarchie: lo Stato nella principalmente rivolta al potere; ma è necessario ribadire sua razionalizzazione assicurerà tutto questo, per cui nel che questa non è un'ottica particolare, per cui il politico Settecento assistiamo a un'accelerazione dello sviluppo eco­ possa poi essere spiegato anche con fattori a esso estranei: nomico, a un aumento progressivo della popolazione e a lo Stato fu costruito per motivi esclusivamente politici, cioè una più intensa mobilità sociale. 20 21 '

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Indice Prefazione PARTE PRIMA: LESSICO I. Stato l. Per una definizione storico-tipologica 2. Una parola, un concetto, un fatto 3. Stato e diritto 4. Individuo, società civile, Stato 5. Rappresentanza: antica e moderna 6. Stato e cultura 7. Le partecipazioni incrociate 8. Lo Stato neocorporato 9. Ve
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