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Lo spazio e il tempo nell'arte PDF

1995·1.8485 MB·other
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Il trattato sull'analisi della spazialità e del tempo nelle opere di arte figurativa, che presentiamo qui nella sua prima traduzione in una lingua occidentale, è un testo-cardine nell'opera di Florenskij, e il suo più importante scritto sull'arte. La novità dell'impostazione apparirà subito evidente: Florenskij colloca le forme visive a un crocevia di discipline - tra cui la matematica, la fisica e la biologia - che integrano sinteticamente l'oggetto artistico tenendo conto delle grandi scoperte e speculazioni della scienza moderna, dalla geometria degli spazi curvi di Gauss e Riemann alla teoria dei quanti. Composto fra il 1924 e il 1925 - nel clima di acceso fervore innovativo che caratterizzò i primi anni della Russia sovietica anche in campo artistico -, e rimasto inedito per quasi settantanni (in Russia è stato solo di recente pubblicato), esso permette finalmente di chiarire la posizione di Florenskij nel dibattito sull'arte di avanguardia. Il volume propone anche il testo delle lezioni che Florenskij tenne fra il 1923 e il 1924 al VChUTEMAS, la scuola d'arte sperimentale sorta a Mosca nel 1920 con un'impostazione simile al Bauhaus. Qui Florenskij affronta i temi che verranno poi ripresi nel trattato, e nel rivolgersi a un pubblico di studenti li arricchisce di illuminanti spiegazioni ed esempi, sviluppando fra l'altro l'essenziale questione del rapporto fra arte e scienza e in particolare fra arte e topologia.

Pavel Florenskij fu teologo, filosofo, matematico e teorico dell'arte. Nacque nel 1882 e fu fucilato l'8 dicembre 1937 nei pressi di Leningrado, dopo avere scontato lunghi anni di esilio e di lager prima a Nižnij Novgorod, poi a Skovorodino e Solovki. Di lui è apparso presso Adelphi Le porte regali (1977). (1977).

«Non c'è niente di misterioso che non divenga evidente, e viceversa tutto ciò che è evidente nasconde in sé un mistero».
Pavel Florenskij fu teologo, filosofo, matematico e teorico dell'arte. Nacque nel 1882 e fu fucilato l'8 dicembre 1937 nei pressi di Leningrado, dopo avere scontato lunghi anni di esilio e di lager prima a Nižnij Novgorod, poi a Skovorodino e Solovki. Di lui è apparso presso Adelphi Le porte regali

«Non c'è niente di misterioso che non divenga evidente, e viceversa tutto ciò che è evidente nasconde in sé un mistero».








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