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Lo scisma tra Roma e Costantinopoli PDF

151 Pages·2016·0.505 MB·Italian
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John Meyendorff Lo scisma tra Roma e Costantinopoli EDIZIONI QIQAJON COMUNITÀ DIBOSE LO SCISMA TRA ROMA E COSTANTINOPOLI Pressolenostreedizioni BartholomeosI,Laviadeldialogoedellapace O.Clßment,Ilrespirodell’oriente.Ilvoltodell’ortodossianellastoria K.Koch,Ilcamminoecumenico A.Mainardi,Insiemeversol’unitÜ.L’esperienzamonasticaeilcamminoecumenico E.Morini,•vicinal’unitÜtracattolicieortodossi?.Lescomunichedel1054 elariconciliazionedel1965 IlnostroCatalogogeneraleaggiornato àdisponibilesulsito www.qiqajon.it AUTORE: JohnMeyendorff TITOLO: LoscismatraRomaeCostantinopoli CURATORE: AntonioRigo COLLANA: SpiritualitÜorientale FORMATO: 21cm PAGINE: 150 TRADUZIONE: dall’ingleseacuradiEmanuelaCosentinoeRiccardoLarini INCOPERTINA: PietroeAndrea,icona,AbbaziadiNovalesa,Torino Primaedizionedigitale:2016 ß2005,2016EDIZIONIQIQAJON COMUNITA` DIBOSE 13887MAGNANO(BI) Tel.015.679.264-Fax015.679.290 isbn978-88-8227-737-6 JOHN MEYENDORFF LO SCISMA TRA ROMA E COSTANTINOPOLI Introduzione di Antonio Rigo EDIZIONI QIQAJON ` COMUNITA DI BOSE INTRODUZIONE Sotto molti aspetti Meyendorff fu l’ultimo rappresentante della comunitÜ russo-ortodossa dell’emigrazione, con radi- ci che affondavano profondamente nella cultura russa. Allo stesso tempo egli fu il piô americano di quella generazione, americano e francese, russo e greco. Sarebbe necessario che un qualche storico futuro tracci una storia completa dell’or- todossia orientale nell’emisfero occidentale, una storia che ha compiuto esattamente due secoli il 24 settembre 1994, bicentenariodellamissioneKodiak.Iniziacongruppinazio- nali isolati l’uno dall’altro oltre che dal resto dellavita ame- ricana e oggi ha raggiunto un punto nel quale la realtÜ del- l’esperienza ortodossa detiene un posto di onore all’interno dell’interacomunitÜreligiosa delnordedelsudAmerica.In questastorialagenerazioneintermedia haavutounragguar- devolegruppodileaders,traiqualil’arcivescovoIakovosela triade dei padri Florovsky, Schmemann e Meyendorff. Gra- zie alla loro opera l’ortodossia americana (e la cristianitÜ americana) non sarÜ piô la stessa1. Con queste commosse parole, senz’altro evocatrici di un grande ciclo che racchiude i destini della diaspora russa in Eu- ropa e oltre e la lunga marcia dell’ortodossia nel continente americano, Jaroslav Pelikan ricordava il collega e amico da po- 1 J. Pelikan, “In memoryof John Meyendorff”, in New Perspectives on Historical Theology.EssaysinMemoryofJohnMeyendorff,acuradiB.Nassif,Eerdmans,Grand Rapids-Cambridge1996,pp.8-9. 5 co scomparso. John Meyendorff (17 febbraio 1926 - 22 luglio 1992)2 nato in Francia (Neuilly-sur-Seine) da una famiglia di emigratirussi,dopoglistudiaParigipressol’InstitutSaintSer- ge e la Sorbonne, si era stabilito negli Stati Uniti, svolgendo la sua opera di insegnamento e di ricerca presso il Saint Vladi- mir’s Theological Seminary (New York) e numerose universitÜ americane (Columbia University, Fordham University, Dum- bartonOaksaWashingtonD.C.).Allostessotempolesuepre- occupazioni e i suoi sforzi erano rivolti alla vita ecclesiale: nel seminario ortodosso di Saint Vladimir, nella chiesa ortodossa d’America, nel Consiglio mondiale della chiese, nella federa- zionemondialedellagioventôortodossa(Syndesmos)dellaquale era stato uno dei fondatori nel 1952, eccetera. GiÜ soltanto le vicende esteriori di questa biografia ben rap- presentanoilcoronamentodiunastagionenotadaunlatoperla sua collocazione nelle tappe della diaspora ortodossa, come la scuola parigina dell’Institut Saint Serge, e dall’altro come l’etÜ del ritorno ai padri della teologia ortodossa, tramite un nuovo “ellenismocristiano” e una sintesi neopatristica. In questo mo- vimento,inaugurato nelle accademiee nelle universitÜ della Rus- sia pre-rivoluzionaria e che raggiunge la sua maturitÜ verso la 2Sulqualeabbiamoconsultato“ProtopresbyterJohnMeyendorff”,inSt.Vladimir’s TheologicalQuaterly36(1992),pp.180-192;P.Lazor,“FatherJohnMeyendorff.Our Teacher”,inLetterfromSt.Vladimir’sOrthodoxTheologicalSeminary,october1992;D. Obolensky,“JohnMeyendorff(1926-1992)”,inSobornost15(1993),pp.44-51;B.Du- puy, “Le Pàre Jean Meyendorff”, in Istina 38 (1993), pp. 351-369; L. Shaw, “John MeyendorffandtheHeritageoftheRussianTheologicalTradition”,inNewPerspecti- vesonhistoricalTheology,pp.10-42;R.Slesinski,EssaysinDiakonia.EasternCatholic TheologicalReflections,Lang,NewYork1998,pp.83-91;P.Morelli,s.v.“Meyendorff John”,inLexikon.Dizionariodeiteologi,acuradiL.PacomioeG.Occhipinti,Piem- me,CasaleMonferrato1998,pp.885-887;E.G.Farrugia,s.v.“MeyendorffJohn”,in Lexikon für Theologie und Kirche, Herder, Freiburg 1998, t. 7, col. 223; Id., s.v. “Meyendorff John”, in Dizionario enciclopedico dell’oriente cristiano, a cura di E. G. Farrugia, Pont. Institutum Orientalium Studiorum, Roma 2000, pp. 490-491; J. H. Erickson, John Meyendorff (1976-1992), in Pioneers of Byzantine Studies in America, a curadiJ.W.Barker,Hakkert,Amsterdam2002,pp.197-206;http://www.svots.edu/ Faculty/John-Meyendorff/. 6 metÜ del secolo appena trascorso, alcuni nomi sono solitamen- te affiancati a quello di John Meyendorff: Georgij Florovskij, Vladimir Lossky, Nikolaj Afanas’ev, Alexander Schmemann, SergejVerkhovskijePaulEvdokimov.Meyendorfffasuoilpro- gramma di un “ellenismo cristiano” (e non di un “cristianesi- mo ellenico” o ellenizzante), del quale spiega cosç il significato e i fini: LachiesaàconsegnataallaveritÜcheipadrihannopreserva- tonellelorolotte,equestaveritÜnonpuðessereconosciutae compresa se non si entra nella “mente” dei padri, diventan- dolorocontemporaneinellospiritoe,quindi,facendoinmo- dodidiventare“greci”comeessiloerano.Lanostrateologia oggi deve rimanere in accordo con le loro posizioni: tutti i teologi ortodossi devono quindi diventare “greci” in questo senso3. Se la necessitÜ del ritorno ai padri, dell’epoca patristica ma anchedeisecolisuccessivi,costituisceunodeigrandifilonidel- la ricerca e dell’attivitÜ scientifiche di Meyendorff ed à alla ba- se dei suoi studi, intrapresi fin dai giovani anni, su Gregorio Palamas e su altri momenti e percorsi della teologia ortodossa a Bisanzio, la questione dello scisma tra le chiese d’oriente e occidenteeiproblemiconnessi(inparticolarequellodelprima- to di Roma)4 hanno un peso e un ruolo altrettanto significativi nellasuaopera.Lasuaattenzioneallevicendestorichechehan- no condotto alla rottura tra Costantinopoli e Roma, presente anche in studi dedicati in apparenza ad altre tematiche, non si risolve in una curiositÜ antiquaria ed erudita, ma à sempre ac- compagnata dagli interrogativi e dalle speranze dell’oggi. 3J.Meyendorff,CatholicityandtheChurch,St.Vladimir’sSeminaryPress,Crest- wood(NY)1983,p.47. 4Alqualeegliconsacrauncontributospecifico:St.PeterinByzantineTheology,in J.Meyendorff,N.Afanassief,R.P.A.Schmemann,N.Kouloumzine,ThePrimacyof Peter,TheFaithPress,London1963,pp.7-29. 7 Questa raccolta di studi, apparsi in sedi e momenti diversi, à l’unico volume di John Meyendorff dedicato esplicitamente a questo tema. Costantinopoli e Roma rappresentano quindi due poli contrapposti, a fianco dei quali ne emergerÜ un altro, la “terza Roma”, Mosca5. John Meyendorff inizia la sua analisi, concorde con gli storici piô avvertiti, da una constatazione: lo scismatrachiesad’orienteeoccidentenonà individuabilein un momentodellastoria,inunadataprecisa,siaessail1054–reci- proche scomunichetra il patriarca Michele Cerulario e il legato pontificioUmbertodaSelvacandida–oil1204–quartacrocia- ta e conquista occidentaledi Costantinopoli –, ma à piuttosto il risultato di un progressivo estrangement tra le chiese d’oriente e d’occidente (cf. infra, cc. i, iii), e poi della successiva “perce- zione della differenza”6 che conduce addirittura alla redazione di veri e propri cataloghi delle divergenze, oramai intese come posizioni erronee, se non eretiche. In questo, John Meyendorff fa propria la lezione di Yves Congar il quale in un illuminante contributo aveva mostrato che quanto si indica come scisma ciapparecomecostituitodall’accettazionedi unasituazione nella quale ciascuna parte della cristianitÜvive, si comporta egiudica senzatenerecontodell’altra.Allontanamento,pro- vincialismo, situazione di non-rapporto, stato di ignoranza reciproca; una parola inglese, difficilmente traducibile, espri- metuttoquesto,laparolaestrangement.Loscismaorientalesi à prodotto con un estrangement progressivo e si à costituito con l’accettazione di questo estrangement7. 5Questionetoccatadisfuggitainquestepagine,masullaqualecf.laricercaspeci- fica, Byzantium and the Rise of Russia. A Study of Byzantino-Russian Relations in the FourteenthCentury,CambridgeUniversityPress,Cambridge1981. 6MutuiamoilterminedaG.Dagron,“Laperceptiond’unediffßrence:lesdßbuts dela‘querelledupurgatoire’”,inActesduXVeCongràsInternationald’”tudesByzanti- nes.Athànes1976,IV.Histoire,Communications,Athinai1980,pp.84-92. 7Y.Congar,Neufcentansapràs.Notesurle“schismeoriental”,inL’”gliseetlesßgli- ses.1054-1954:neufsiàclesdedouloureusesßparationentrel’Orientetl’Occident.”tudeset 8 I fattori e i motivi di tale “estraneamento” sono senza dub- bio molteplici (ecclesiologici, politici, culturali, eccetera), ma le sueradicivannoricercateinun’epoca-chiave,benanteriorealle datesolitamenteavanzatequandosiparladi“scisma”traorien- te e occidente. Un’epoca-chiave, nella quale emergono alcune lineeditendenzailcuiesitosarÜinseguitodecisivo,cheàindi- viduabile, secondo John Meyendorff, nei secoli ive v, un periodo ... nel corso del quale la chiesa, con la sua teo- logia, le sue istituzioni, la sua liturgia e la sua azione so- ciale, era inseparabile dalla societÜ nel suo insieme, nel qua- dro dell’impero romano e delle strutture politiche ereditate dall’ideologia romana. Questo periodo rimane cruciale per comprendere la chiesa oggi, non soltanto a ragione delle re- lazioni specifiche che esistevano tra la chiesa e lo stato, ma anche a ragione delle opzioni dottrinali decisive che furono allora prese, a ragione degli scismi che dividevano i cristiani e che esistono ancora oggi e perchß la chiesa, inseparabile dallasuatradizione, nonpuðrisolvereisuoiproblemiattua- li senza riferirsi costantemente a questi secoli decisivi e for- mativi8. Sipuð dire chetutto inizia allora (e forse in germe anche pri- ma) con la divisione dell’impero in due parti e la fondazione di Costantinopoliein particolareconil conciliodiCalcedoniadel 451, vero spartiacque decisivo, non solo perchß “questo conci- lio si trova all’origine di una divisione tragica del cristianesimo orientale”9 a causa delle diverse dottrine cristologiche, ma an- che perchß quanto viene allora stabilito rappresenta la base di ognipossibilerapportosuccessivotraRomaela“nuovaRoma”, travauxoffertsÜDomLambertBeauduinI,”ditionsdeChevetogne,Chevetogne1954, pp.7-8. 8 J. Meyendorff,Unitß de l’Empireetdivisionsdeschrßtiens. L’”glisede 450Ü 680, Cerf,Paris1993,p.11. 9Ibid. 9

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