ebook img

L’Italia dal liberalismo al fascismo. 1879-1925 PDF

561 Pages·1999·22.835 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview L’Italia dal liberalismo al fascismo. 1879-1925

Biblioteca Storica L’Italia dal liberalismo al fascismo 1870-1925 Volume I Editorii Laterza FW «Fra le storie d’Italia attualmente in circolazione, quella di Christopher Seton-Watson è l'unica che comprenda Finterò arco cronologico dell’esperienza liberale: da Roma capitale fino al definitivo stabilirsi della dittatura fascista. E anche, nonostante gli oltre trent anni trascorsi dalla sua pubblicazione, una delle ricostruzioni più complete ed equilibrate di cui ancor oggi sia dato disporre. Collocandosi nel solco di una tradizione “italofìla” tipica della cultura liberale inglese, l’autore guarda all'oggetto della sua ricerca con dichiarata simpatia. Non tace sulle carenze di fondo e sulla permanente precarietà della costruzione unitaria: ma non la giudica secondo i parametri di un irriproducibile modello anglosassone. Soprattutto non considera l’approdo al fascismo come il risultato scontato di quelle carenze e di quella precarietà. Il giudizio complessivo sotteso a questa Storia si avvicina dunque a quello formulato dalla storiografia liberale italiana. Con tutti i suoi limiti la classe dirigente nata dal Risorgimento riuscì nei suoi compiti principali: assicurare al paese un progresso “lento ma sicuro”, fondare una tradizione liberal- rappresentativa capace di sopravvivere al fascismo e di riproporsi nelle istituzioni dell’Italia repubblicana». Giovanni Sabbatucci In sovraccoperta: E Costantini, Monza 29 luglio 1900y 1964, part. Nato a Londra nel 1918, Cristopher Seton-Watson ha studi; letterature classiche a Winchester, e fdosofìa, scienze economiche e politiche a Oxford. Ha insegnate airOriel College di Oxford dal 19( al 1983. Ha fondato nel 1982 l’Association for the Study of Mod Italy. %\ -f- % \ Biblioteca Storica Laterza Progetto Fascismo 2019 Titolo dell’edizione originale Italy from Liberalism to Fascism: 1870-1925 Methuen & Co. Ltd, London 1967 Taylor & Francis Group © Christopher Seton-Watson, 1967 Traduzione di Luca Trevisani In «Storia e Società» con il titolo Storia d’Italia 1870-1925 Prima edizione 1967 Nella «Universale Laterza» Prima edizione 1973 Nella «Biblioteca Universale Laterza» Prima edizione 1988 Nella «Biblioteca Storica Laterza» Prima edizione 1999 Christopher Seton-Watson L’Italia dal liberalismo al fascismo 1870-1925 volume primo (^Editori Laterza. Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel luglio 1999 Poligrafico Dehoniano - Stabilimento di Bari per conto della Gius. Laterza & Figli Spa CL 20-5824-3 ISBN 88-420-5824-6 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA Ho cominciato a prendere interesse per l’Italia moderna durante l’ultima guerra, quando come ufficiale d’artiglieria partecipai a molte battaglie della campagna italiana, da Cas­ sino a Roma fin su a Rimini e Bologna. Quell’esperienza mi portò in molte parti della penisola che di solito il turista non vede; e fece conoscere da vicino a me e ai miei commilitoni alcune delle tante complessità della storia italiana recente. Il primo contatto con la cultura italiana l’avevamo avuto nel Nord- Africa coloniale; la prima visione del Paese l’avemmo a Na­ poli, prostrata dalla guerra e dall’occupazione straniera, e nello squallore quasi africano del Mezzogiorno rurale: solo spostan­ doci verso nord scoprimmo tracce dell’altra Italia, conosciuta attraverso i dépliants turistici d’anteguerra, e, lentamente, cominciammo a renderci conto eh’eravamo tornati in Europa. Sui Monti Sabini, a est di Roma, incontrammo i primi parti­ giani, e a poco a poco, in quell’estate del ’44, arrivammo ad accettare gli italiani come amici: nella primavera del ’45 il mio reggimento appoggiava una divisione ricostituita di quello stesso esercito italiano contro il quale, meno di due anni prima, avevamo combattuto in Tunisia; dall’altra parte del fronte tenuto da quella divisione, erano schierati altri italiani, in camicia nera, combattenti della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Per i soldati inglesi una situazione del genere era difficile da capire: esulava del tutto dall’esperienza d’un popolo che combatteva una guerra nazionale con spirito virtualmente una- VI Prefazione nime. Era inevitabile che ci si domandasse: come e perché è nata la tragedia dell’Italia? A me i fatti del 1940-45, dato il sistema di governo che il Paese aveva avuto dal 1925 in poi, sembravano relativamente facili a spiegarsi; molto più difficile mi riusciva capire come mai un popolo libero, civile e intelligente come Vitaliano, si fosse cacciato nella situazione del ’25. Quando fui congedato, nel ’46, e tornai a Oxford a insegnare storia e scienza politica, cominciai a cercare una risposta a quell’interrogativo: questo libro è il tardo frutto della mia ricerca. Esso è stato scritto per i lettori inglesi, in particolare per gli studenti ai quali insegno. Non pretendo di avere scoperto nuovi dati storici né di offrire interpretazioni originali; al con­ trario, presumendo nei miei lettori una mancanza di cono­ scenze pressoché assoluta, ho cercato di narrare gli avveni­ menti nel modo più semplice e obiettivo possibile, formulando i giudizi solo dopo avere esposto i fatti. Per quel che mi consta, nessuno storico, né italiano né straniero, ha scritto un lavoro di carattere analogo su questo periodo, e perciò spero che il mio libro possa interessare un largo pubblico ita­ liano. Così pure spero che il lettore italiano sia attratto anziché urtato dalla visuale per lui estranea da cui io osservo la storia d’Italia e dalle tendenze e dall’orientamento che stanno al fondo dei miei giudizi. Di tali tendenze, quella di cui più sono consapevole rispecchia le idee d’un liberale inglese. In buona parte l’ho assorbita, in maniera per lo più inconscia, da mio padre, R. W. Seton-Watson, alla cui memoria questo libro è dedicato. Egli fu un gladstoniano impenitente, orgo­ glioso di chiamarsi amico dell’Italia « vera »; il piccolo con­ tributo da lui reso all’ideale di quell’Italia, destinato a non incarnarsi, è ricordato in una nota. Amo pensare che se fossi stato italiano e giovane fra il ’19 e il ’22, sarei stato antifa­ scista; e sono certo che antifascista sarei stato dopo il ’24. Se questo libro rivela le mie tendenze liberali, spero che ciò si manifesti attraverso la mia avversione per l’estremismo, la violenza e la distorsione della verità, e magari anche nel rilievo che io do agli elementi di gradualismo e di continuità che accompagnano la crescita dell’Italia moderna. I perfezionisti e gli uomini di princìpi hanno un ruolo essenziale nella vita politica di ogni paese, e se io lodo Depretis e Giolitti per le loro doti di statisti, non li assolvo dai loro peccati di condì- Prefazione vu scendenza: nondimeno credo che troppi libri di storia italiani siano stati scritti con animo appassionato e partendo da posi­ zioni di principio, e troppo pochi invece tenendo presenti i necessari compromessi e le mezze vittorie che sono l’essenza della vita politica. Forse da questo punto di vista io mostro una tendenza inglese, oltre che liberale. Questa è una storia politica. Le parti economiche e sociali non hanno alcuna pretesa di completezza, volendo unicamente fornire quel minimo di inquadramento che serve a rendere intelligibili i fatti politici. La storia della cultura è toccata appena, e Croce, Labriola, D’Annunzio, Gentile, Gramsci e Salvemini compaiono qui per le funzioni politiche che svol­ sero o in quanto commentatori delle vicende politiche, non come studiosi, poeti o filosofi; questa limitazione era inevi­ tabile se si voleva trattare con sufficiente approfondimento in un solo volume cinquantacinque anni di storia politica. Pochi storici che si occupino dei tempi recenti riescono a non avere momenti di disperazione per la massa di materiale che minaccia di sommergerli. Specialmente in Italia, dal 1945, il fiume di pubblicazioni e documenti sul periodo post-risor­ gimentale, non più trattenuto dagli argini fascisti, ha dilagato in maniera impressionante; il suo corso non accenna a dimi­ nuire ed è già troppo vasto perché una sola persona possa padroneggiarlo. Con l’eccezione di certe carte del ministero degli Esteri inglese, sul periodo 1890-98, consultate al Public Record Office di Londra, mi sono basato interamente sulla grande massa del materiale già pubblicato. Sono molto riconoscente all’Institute of Advanced Study di Princeton per avermi invitato nel 1953 per un periodo sabbatico durante il quale scrissi un terzo della prima ste­ sura; e al Board della Faculty of Social Studies di Oxford per avermi esonerato da alcuni miei doveri di insegnante, tra il 1960 e il ’64, al fine di lasciarmi più tempo per scrivere. Quello di cui sono debitore ai colleghi storici è, spero, piena­ mente documentato. Ciò che invece non può essere documen­ tato è quanto ho appreso dai ripetuti viaggi in ogni regione d’Italia negli anni del dopoguerra, dall’osservazione del suo paesaggio fisico e dell’ambiente umano, e dalle lunghe con­ versazioni con pazienti amici e colleghi italiani. A ciò va aggiunto il debito verso gli studiosi e amministratori del-

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.