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L’intellighenza sovietica tra la critica e il dogma PDF

400 Pages·1972·11.778 MB·Italian
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KURT MARKO L’intellighenzia sovietica tra la critica e il dogma Come oggi guarda a se stesso il I comuniSmo sovietico? Come lo giudicano I i critici interni? Quali nuove forme di pensiero si stanno sviluppando dietro la facciata dell’ortodossia? A queste domande Marko risponde esaminando i contrasti tra ortodossia di partito e intellighenzia critica, e la letteratura specialistica sovietica. Kurt Marko, nato nel 1928, insegna Filosofia della politica e Critica dell’ideologia nella Facoltà di filosofia dell’università di Vienna. Studioso dell’Est europeo, ha pubblicato diversi saggi sui problemi delle società socialiste. Questo ebook è stato realizzato e condiviso per celebrare il Centenario della Rivoluzione russa 1917-2017 Tempi nuovi 58 Titolo originale Dogmatismus und Emanzipation in der Sowjetunion © 1971 Verlag W. Kohlhammer GmbH Stuttgart Berlin Köln Mainz In appendice: Dissidenten in der Sowjetunion. Einige Überlegungen zur Dissidenten-Bewegung in der UdSSR und zu ihrer Rezeption im Westen in «österreichische Osthefte. Zeitschrift des österreichischen Ost- und Südosteuropa - Instituts », XIV (1972) 1, 1-22. Traduzione di Giorgio Backhaus Proprietà letteraria riservata Casa editrice Gius. Laterza & Figli, Bari, via Dante 51 Finito di stampare nel settembre 1972 nello stabilimento d’arti grafiche Gius. Laterza & Figli, Bari CL 20-0459-3 Kurt Marko L INTELLIGHENZIA SOVIETICA TRA LA CRITICA E IL DOGMA Laterza PREMESSA Questo libro era in preparazione mentre l’ac­ cordo tedesco-sovietico del 12 agosto 1970 — l’in­ dizio più manifesto di una nuova fase dei rapporti Est-Ovest in Europa — attendeva una ratifica, gli sforzi volti a pervenire a una conferenza sulla sicu­ rezza europea stavano prendendo forma e il PCUS si stava preparando al suo XXIV congresso. In Eu­ ropa occidentale e orientale la politica era entrata in movimento; ciò nonostante l’occupazione della Cecoslovacchia del 21 agosto 1968 da parte delle potenze aderenti al Patto di Varsavia e l’acuirsi del conflitto di frontiera cino-sovietico del 1969 erano tutt’altro che dimenticati. Era ormai chiaro che l’Unione Sovietica persegue nei confronti dell’Occi­ dente una politica — il più concertata possibile al­ l’interno del suo sistema di alleanze — tra i cui obiettivi rientra il superamento del suo ritardo eco- nomico-tecnologico. Al tempo stesso la disponibilità al dialogo del sistema sovietico era favorita in modo sempre più evidente da forze interne critiche nei confronti del sistema stesso. Con questa raccolta di studi che risalgono agli anni 1967-70 si tenta di tracciare l’evoluzione che 6 Premessa ha condotto alla situazione delineata, nell’ambito dello spirito, ossia dell’ideologia e della filosofia uffi­ ciali, ma anche sotto forma di moti autonomi •— in altri termini ci si propone di ricostruire i mutamenti di pensiero rilevanti da un punto di vista socio­ politico, sia di quelli rappresentativi del sistema, sia di quelli critici nei suoi confronti. Si trattava di descrivere non tanto l’evolversi degli avvenimenti politici tra il cinquantesimo anniversario della rivolu­ zione d’Ottobre e il centesimo della nascita di Lenin, quanto piuttosto il sorgere e il trasformarsi di posi­ zioni caratteristiche nell’ambito in questione. In tal modo si rileva che l’immagine di una polarizzazione tra un persistente dogmatismo da un lato e diverse forze emancipatone dall’altro è corretta, eppure non coglie taluni processi non meno rilevanti. L’« orto­ dossia di blocco » è soggetta a un’esigenza di adegua­ mento; anch’essa non è un monolito. Tra l’ideologia ostentata verso l’esterno e l’opposizione aperta si estende un campo oscillante, incerto di rinnovamento, di ripensamento. La lotta tra l’ideologia e le scienze non è mai stata tanto accanita. La tendenza a chiu­ dersi nei confronti dell’Occidente e le spinte al­ l’apertura si scontrano con violenza. Il problema della possibilità che un sistema totalitario e autori­ tario ha di autoregolarsi, è posto. Il primo studio (Quando incomincia il paradiso?) rivela le difficoltà di bilancio e di prognosi con cui si scontra il pensiero ufficiale in occasione del cin­ quantesimo « Ottobre ». Socialismo e comuniSmo devono essere ridefiniti; è posto un problema cen­ trale dell’ideologia; come provano gli anni seguenti, esso trova risposte diverse e solo di ripiego. I due studi che seguono (La filosofia sovietica tra stagna­ zione e rinnovamento e Realismo critico contro orto­ dossia di blocco) mettono in luce una tendenza — non dissimile dai bisogni e dalle aspettative della Premessa 1 Cecoslovacchia — alla liberazione e all’apertura nel­ l’intellighenzia sovietica che rende più comprensibile l’apparire di personalità note, come ad esempio A. D. Sacharov o A. A. Amal’rik. Il quarto studio {Il pensiero ufficiale e l’altro pensiero nell’Unione So­ vietica odierna) è una sorta di bilancio intermedio di questi processi di differenziazione. Gli studi 3 e 4 sono stati ultimati nella primavera del 1968. In contrasto con le aspettative diffuse allora, in essi erano formulate delle perplessità di fondo sulle pos­ sibilità di realizzazione del comuniSmo riformatore. L’ortodossia moscovita davanti a nuovi fronti, il quinto studio, riassume la ridrammatizzazione ideo­ logica sotto il segno degli eventi cecoslovacchi e illustra la polarizzazione tra il partito statale sovietico e l’intellighenzia scientifica. Qui si trattava di deli­ neare, sulla base della letteratura ufficiale, un quadro dell’ambiente intellettuale che illuminasse il retro­ scena dei titoli a scatola che comparivano sulla stampa. Lo studio 6 {Contestazioni interne dell’ideo­ logia e della filosofia sovietiche) riferisce sugli scontri tra il tradizionalismo ideologico e la scienza eman- cipatoria sia nelle alte sfere del management, sia in diversi ambiti specialistici. Queste controversie in­ terne continuano; a taluni sviluppi si può soltanto accennare di sfuggita. Il settimo studio {Reintegrazione ideologica e alternativa democratica) descrive la reazione degli ideologi ufficiali allo svolgimento e agli effetti degli avvenimenti di Cecoslovacchia, ossia i tentativi di affermazione e di riconsolidamento del comuniSmo da cancelleria conciliare nelffambito dell’ideologia; questo alla luce di conferenze che si tengono alla vigilia dell’anno dedicato alle celebrazioni del cente­ nario di Lenin. In questo periodo non sono mancate le voci di opposizione, e neppure gli indizi di una politica sovietica sempre più attiva nei confronti 8 Premessa dell’Europa e della Germania. Lo studio 8 (Per la comprensione di Andrej A. Amal’rik), che fornisce un sintetico ritratto àe\V outsider dell’opposizione, getta luce sulle più recenti spinte all’emancipazione che agiscono tra gli intellettuali sovietici e sulla loro eco in Occidente. Con lo studio 9 (Pensiero rifor­ matore ed emancipazione. Deideologizzazione della sociologia, della storia, della politica?) vengono de­ scritte, ancora una volta rifacendosi agli scontri tra dogmatismo e pensiero critico, le situazioni esistenti in un ambito essenziale qual è quello che si colloca tra la concezione del mondo ufficiale e la scienza, tra i tutori della fede e gli intellettuali all’opposi­ zione, per gettare ancora una volta luce sul retro­ scena di ciò che è già noto, sull’ambiente in cui vivono e pensano coloro che contribuiscono al pro­ gresso scientifico dell’Unione Sovietica, coloro i quali sono la controparte effettiva che si nasconde dietro l’attività diplomatica e che, semmai, fanno parlare di sé in seguito a contrasti con il partito, e solo in singoli casi acquistano notorietà in Occidente. Al­ l’opposizione si trovano non solo coloro che intra­ prendono coscientemente la lotta con tutte le conse­ guenze che essa comporta. Altri vi vengono sospinti nonostante la loro lealtà e controvoglia. In Occi­ dente il pensiero riformatore viene troppo unilateral­ mente ridotto all’ambito economico. Con questi scritti non ci si proponeva di ricapitolare e allineare gli uni agli altri i destini di coloro che si sono impegnati nella piccola guerra fredda tra il regime e l’intellighenzia critica; si vuole piuttosto finalmente attirare la dovuta attenzione sui fronti più trascurati di questa lotta. Forse la recente vicenda esemplare descritta nell’ultimo studio permetterà di far com­ prendere questo ambito intermedio come una dimen­ sione in sviluppo e di richiamare la necessaria atten­ zione su questo problema. Con l’Introduzione l’au- Premessa 9 tore tenta di ricapitolare le proprie concezioni, che nel corso degli anni hanno oscillato e sono state riviste. La raccolta degli studi in un volume ha fornito l’occasione per aggiornare quanto era stato scritto su temi « scottanti », sui principali oggetti di contro­ versia e sui mutamenti di posizione oltre che sulle discussioni ancora in corso, e naturalmente, non da ultimo, anche la bibliografia. Vienna-Colonia, primavera 1971.

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