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L'incapacità di intendere o di volere PDF

40 Pages·2010·0.15 MB·Italian
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LL''iinnccaappaacciittàà ddii iinntteennddeerree oo ddii vvoolleerree ((aarrtttt.. 442288,, 112200,, 559911,, nn.. 33,, 777755,, 11338899,, 22004466 cc..cc..)) Renè Magritte - La reproduction interdite (1898-1967) Antonio Gorgoni Ricercatore di Diritto privato Facoltà di Giurisprudenza Firenze Persona e Mercato Associazione di Promozione Sociale IInnccaappaacciittàà lleeggaallee,, iinnccaappaacciittàà nnaattuurraallee Il codice civile distingue due tipi di incapacità: 1. legale E' disposta dall'ordinamento, in base a presunzioni o ad accertamenti giudiziali, per proteggere la persona. Vi rientrano: il minore (anche emancipato), l'interdetto e l'inabilitato. Si discute se il beneficiario dell'Ads sia incapace legale. 2. naturale L'ordinamento protegge anche il maggiore d'età o l'emancipato che, sebbene non interdetto, è incapace di intendere o di volere. AA qquueessttaa ddiissttiinnzziioonnee ccoorrrriissppoonnddee uunnaa ddiivveerrssaa ddiisscciipplliinnaa (onere della prova, prescrizione dell'azione di annullamento) LL''aarrtt.. 442288 cc..cc.. Il testo “1. Gli aattttii compiuti da persona che, sseebbbbeennee nnoonn iinntteerrddeettttaa,si provi essere stata per qualsiasi causa, anche transitoria, iinnccaappaaccee ddii iinntteennddeerree oo ddii vvoolleerree aall mmoommeenntto in cui gli atti sono stati compiuti, possono essere annullati su istanza della persona medesima o dei suoi eredi o aventi causa, se ne risulta un ggrraavvee pprreeggiiuuddiizziioo all'autore. 2. L'annullamento dei ccoonnttrraattttii non può essere pronunziato se non quando, per il pregiudizio che sia derivato o possa derivare alla persona incapace di intendere o di volere, o per la qualità del contratto o altrimenti, risulta la mmaallaa ffeeddee dell'altro contraente. 3. L'azione si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui l'atto o il contratto è stato compiuto. 4. Resta salva ogni diversa disposizione di legge”. CCoodd.. cciivv.. 11886655 In vigenza deI cod. civ. del 1865 si distinguevano due casi : 1. atti compiuti dall'infermo di mente prima dell'interdizione (art. 336 c.c.); 2. atti compiuti da persona incapace di intendere e di volere non interdetta (fattispecie di costruzione dottrinale) Occorreva dimostrare l'esistenza della causa di Nel caso 1 interdizione al momento del compimento dell'atto aannnnuullllaammeennttoo dell'atto sì convalida (5 anni prescrizione) Occorreva dimostrare che la persona non Nel caso 2 avesse avuto la coscienza dell'atto compiuto iinneessiisstteennzzaa (o nullità) dell'atto no convalida UUnniiffiiccaazziioonnee ddeellllaa ddiisscciipplliinnaa nneell nnuuoovvoo ccooddiiccee:: aarrtttt.. 442277 uulltt.. ccoo.. ee 442288 cc..cc.. “Per gli aattttii ccoommppiiuuttii ddaallll''iinntteerrddeettttoo prima Art. 427 ult. co.: della sentenza d'interdizione o prima della nomina del tutore provvisorio si applicano le disposizioni dell'articolo seguente”. Atti ccoommppiiuuttii ddaa ppeerrssoonnaa iinnccaappaaccee ddii Art. 428 c.c.: iinntteennddeerree oo ddii vvoolleerree Unificazione della disciplina: gli atti compiuti dall'infermo di mente prima della sentenza di interdizione e quelli compiuti dall'incapace di intendere e di volere sono soggetti all'aazziioonnee ddii aannnnuullllaammeennttoo. Vi sono, inoltre, specifiche disposizioni di legge sull'incapacità di intendere o di volere: in tema di matrimonio, donazione, testamento (art. 428 ult. co.). NNoozziioonnee ddii ““iinnccaappaacciittàà ddii iinntteennddeerree oo ddii vvoolleerree”” Secondo un orientamento giurisprudenziale risalente agli anni '50 del secolo scorso: L'incapacità di intendere o di volere si identifica con l'infermità psichica tale da sopprimere del tutto la coscienza e la volontà dell'atto, così che il soggetto non è in grado di valutare e di formare una volontà cosciente. Si sosteneva che l'intensità del male, per essere rilevante ai sensi dell'art. 428 c.c., doveva essere uguale a quella che avrebbe giustificato l'interdizione (Cass. n. 4230/1054; n. 1273/1954) Questo orientamento fu presto superato OOrriieennttaammeennttoo ccoonnssoolliiddaattoo E' agevole osservare che le parole “incapace di intendere o di volere” collegano il concetto di incapacità naturale all'elemento intellettivo e volitivo del negozio e non necessariamente all'infermità. L'offuscamento della volontà, quindi, può dipendere anche da fatti non costituenti infermità in senso tecnico. MMaa aalllloorraa qquuaannddoo rriilleevvaa ll''iinnccaappaacciittàà ddii iinntteennddeerree oo ddii vvoolleerree?? Non occorre l'incapacità totale ed assoluta del soggetto, ma è sufficiente che le sue facoltà intellettive o volitive siano diminuite a tal punto da impedire od ostacolare una seria valutazione del contenuto e degli effetti del negozio e, quindi, il formarsi di una volontà cosciente (ex multis Cass. n. 5159/2004). CCaassii ddii iinnccaappaacciittàà ddii iinntteennddeerree oo ddii vvoolleerree ttrraattttii ddaallllaa ggiiuurriisspprruuddeennzzaa L'incapacità naturale può essere causata da: AA)) AAlltteerraazziioonnii ddeellllee ffaaccoollttàà mmeennttaallii • malattie psichiche, anche l'epilessia (le c.d. “stranezze”, bizzarrie o anomalie di carattere non sono sufficienti per affermare l'incapacità naturale). • morbo di Alzheimer (ma l'incapacità non è automatica, Cass. n. 17915/2003) • sindrome psicoorganica senile • arteriosclerosi • etilismo cronico (Cass. n. 17583/2007) • succube: è chi subisce la malefica volontà di un altro, non sapendone discostarsi, perciò il succube manca della libera determinazione e manifestazione della volontà (Cass., n. 384/1961). AAllttrrii ccaassii BB)) AAlltteerraazziioonnii nnoonn aattttiinneennttii ddiirreettttaammeennttee aallllee ffaaccoollttàà mmeennttaallii • disturbo bipolare (eccitamento/depressione). Tuttavia, il contratto non è annullabile quando “la depressione cronica del tono psichico e dell'umore non priva la persona di curare con accortezza i propri interessi” (così Cass., n. 418/1977); • grave malattia (tumore) se implica una menomazione mentale tale da sopprimere l'attitudine a determinarsi liberamente e coscientemente (Cass. n. 1484/1995; conf. Cass. n. 6999/2000); • tracollo economico (il quale, però, deve aver “invaso la sfera psicologica del contraente degenerando in uno squilibrio mentale, anche temporaneo, tale da offuscare la coscienza e ridurre i freni inibitori, così Cass. 4463/1978). Anche il bisogno di denaro può produrre un disordine psichico che priva della capacità di intendere e di volere (Cass., n. 2037/1968). A tali condizioni rilevano, più in generale, gli stati emozionali. PPrroobblleemmaa iinntteerrpprreettaattiivvoo:: ii rreeqquuiissiittii ppeerr ll''aannnnuullllaammeennttoo ddeell ccoonnttrraattttoo Da cosa nasce? Dal fatto che il comma 1° impiega la parola “atti”, il comma 2° “contratti”. Si sostiene, pertanto, che: tesi 1: il comma 1° disciplini l'annullamento degli atti unilaterali, il comma 2° l'annullamento dei contratti. Chi chied e l'annullamento deve provare: incapacità di intendere o di volere atti unilaterali grave pregiudizio per l'autore dell'atto incapacità di intendere o di volere contratti mala fede dell'altro contraente

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l'incapacità naturale). • morbo di Alzheimer (ma l'incapacità non è automatica, Cass. n. 17915/2003). • sindrome psicoorganica senile. • arteriosclerosi.
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