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L’impresa dei prolegomeni acratici PDF

195 Pages·1988·4.839 MB·Italian
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In copertina opera di Aldo Braibanti 1973 Giallo di Cromo N° 1 Copyright Editrice 28 diretta da Ferruccio Massimi e Franca Savarese Via Fosdinovo, 28 - 000139 Roma Aldo Braibanti Impresa dei prolegomeni aeratici Editrice 28 In memoria del cane Slappa, che ha traversato dolcemente la mia vita per diciotto anni, morto oggi. Roma 16-10-1988 i H PREMESSA Impresa dei prolegomeni aeratici: anzitutto il perché di un titolo. Impre­ sa, cioè realizzazione promozionale, per natura incapace di istituzionaliz­ zarsi Prolegomeni, cioè fondamenti ipotetici per ricerche annunciate. Aeratici, cioè tesi alla individuazione di posti sempre più estranei alle forme storiche del potere. Le note che compongono questo volume si sono andate accumulando tra il 1975 e il 1978, fino a quando, in quell'anno, Paolo Morawsky, allora mio collaboratore, mi ha proposto di ordinarle in un'intervista. E'nato così un libro che, per molte ragioni contingenti, non ha trovato allora spazio editoriale. Il libro ha dormito in un cassetto fino a quando, circa quattro anni fa, nuove contingenze mi hanno di nuovo riproposto l'idea della pubblicazione. Disgraziatamente in quell'occasione il libro è stato affidato per lettura a persone lontane dal suo spirito informatore, ma non abbastan­ za lontane da poterlo leggere da un'altitudine serena. Tra l'altro, mi è parso abbastanza miope il consiglio di defalcare dal libro le note biografiche. Io non sono interessato a esercizi di bello stile. Sono altrettanto disinteressato a oggettività discorsive a cui non credo in partenza, o a narcisismi letterari esibizionisti e competitivi, che ho sempre rifiutato. La mia naturale irrita­ zione si è subito sposata con la mia inveterata resistenza alla pubblicazione, e il libro è tornato nel cassetto. La proposta di Ferruccio Massimi e Franca Savarese, piccoli ma corag­ giosi editori, di aprire i miei gelosi cassetti e tirar fuori poesie, drammi e saggi, mi ha di colpo prepotentemente riproposto questo libro, informa di generale introduzione a un lavoro culturale come il mio, che in pratica è stato troppo sacrificato da rifiuti timidi e alteri, e, almeno'in parte, anche dalla distratta disinformazione oggi tanto diffusa nel mondo culturale. Piano piano l'esigenza di tirar fuori dal silenzio queste pagine mi è parsa sempre più improrogabile, tanto che ho preso in mano i vecchi manoscritti e ho cominciato a rileggerli con una sorta di naturale tremore. A distanza di tanti anni, mi è subito sembrata superata e inattuale quella forma di intervista che, ai suoi tempi, sarebbe stata altamente promozionale. Ma le mie risposte e le mie note mi sono parse, invece, in gran parte ancora cariche di attualità, anche se, ovviamente, molte affermazioni e proposte hanno diluito, nel tempo, parte di quella forza dirompente che avevano all'origine. Molti eventi in questi anni d'attesa hanno risposto alle mie domande, molti altri le hanno attualizzate di fronte a quel confuso riflusso culturale che oggi stiamo vivendo. Mi è parso comunque importante pubblicare queste note come una sofferta testimonianza, tanto più che sono orgogliosamente convinto che, in misura modesta, anche questa testimo- 7 manza può contribuire a diradare un poco di nebbia. Liberando le note dal loro scheletro d 'intervista, ho avuto subito paura di potere, anche se inconsapevolmente, violentare le mie idee di quel tempo. Questa paura è stata positiva, perché mi ha*guidato a difendere l'identità originaria delle mie note. L 'operazione non è stata facile, perché i miei vizi letterari sono intervenu­ ti a correggere certi arcaismi esteriori del discorso. Il compito mi è risultato più facile quando ho utilizzato fedelmente il mio criterio automatico anche nella revisione delle pagine, e in questo sono stato decisamente aiutato dalla collaborazione che mi ha dato Delio Barth col suo computer. Ne è risultato un prodotto aperto, senza inizio né fine, teso a privilegiare la provocazione sollecitatrice sulla stesura ad alta definizione. Volevo impedire che il libro tendesse a conformarsi in sistema, e la via del frammento è stata per questo decisiva. Può darsi che queste pagine siano stese in modo da non accontentare nessuno. Ma la mia intenzione non è stata quella di disinfettare con preziosismi linguistici, che mi sono estranei, un 'operazione che esige dal lettore più pazienza che curiosità, più autocriti­ ca, che ipocrita obiettività critica, più silenzio e raccoglimento che vocazio­ ni logorroiche. In un certo senso, dunque, il libro va letto come un 'autointervista, probabilmente non esente da contraddizioni, ma ben decisa a farle emerge­ re e scoppiare dal di dentro. Comunque, dato il lungo tempo che mi divide dalla prima stesura, ho ritenuto di far seguire ai dieci saggi, datati 1978, una conclusione provviso­ ria, datata 1988. Mi appello alla pazienza di cui parlavo per il lettore: chi avesse la tenacia di arrivare fino alla fine del decimo saggio, non trascuri la conclusione provvisoria che ségue, perché in essa sono contenuti sia un aggiornamento sul mio lavoro, sia una sorta di autocritica, priva di pulsioni masochistiche. Ho pensato che quella che ora è conclusione, forse avrebbe potuto essere prefazione. Ma mi sono poi deciso per la presente soluzione, perché la mia aspirazione è solo a un lettore capace di condividere con me l'entusiasmo libertario che permea e unifica tutti i frammenti riportati. Questo lettore troverà più promozionale la formula dell'aggiornamento finale. Vorrei anche che si armasse della stessa modestia con la quale congedo provvisoriamente queste pagine. Nella revisione stilistica di questi saggi, mi sono imbattuto in molte ripetizioni, che tuttavia non ho eliminato, sia per non stravolgere la loro autenticità temporale, sia per conservare a ciascuno la sua relativa autono­ mia rispetto agli altri. Una cosa comunque non va dimenticata: con queste pagine io non cercavo tanto di fornire dimostrazioni quanto di riportare denunce biogra­ 8 fiche, vale a dire emblematici inviti a ulteriori ricerche su tutto quello che veniva denunciato. Ey comunque innegabile che la pubblicazione di questo libro è un atto di giustizia che mi era dovuto, e che posso realizzare solo fuori dai grandi binari editoriali. La presente opera va considerata il primo volume degli scritti inediti dopo il 1960. 9

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