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L’impero dei Celti PDF

368 Pages·1998·9.426 MB·Italian
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PetBeerr reEslfloirsd L'IMPERDOE I CELTI Orddbiaa rfebraooprc oiip d omili os tici dedacilut dltieo nl altau ra? Trasiccnia ntdaeatnviea nti ___;;;;;;;;ta����l agilmip erraotmoarnii � neIsl e colo, avedvoamnioln 'aEtuor opa pemria lnlnei dall'aIlTrlluaar.n c.dh.ai a PIEMME Una lornoem anctiirccooi ln da popodleCoie lLtisi èi.d escritti comset idraipn et miicshetic i ocmie orddaib arbfearroimc ai ,m entre molstèios crsiuct utlot aurreta e, relicgeilotnmieac nhcesa,iv nao ra unsat ocroimap dleeplte ar iiond o cupio polla'rEoundroalo lp'aI,r landa alTluar chia. Peter Berrieplsi afoùur tdo ­Ellis, revsotlued dieois oiC nGe rlatni Bretahgacn oal,mq auteols atcau ­ nac ounn 'odpievrual egdea stiavua­ riecnhtneea ,rl rleao v rioc ednadlel a comparsai1-l0 v0ae0.ri Csn.ot or­ noa lsloer gdeenRlte in eod el Danu-bsiioan logl uee rrIse e cdoe­l lod .Cc.h,le ai s soggeatlt arono domidniRi oom a. L'autore la'mamzdezetatltri edt oo ­ log,i acncohvnéfi u m auin v ero "impecreon"t radleiCize zlattio, paragoanq auberilollmeoa mnao , Ellis dcihimep o osptdoridla ui e tedr'zEiu vriosppsaee mrri ola lnen i comuen sao cliav ciolntdài,v iden­ doi nb uona parett rea dlii­ngua zioInC ie.ld toiv reibnbseormom a esscehri apmeaartm io,dr ive e rità stori"i pcraei,um rio pei". PetBeerr reEsllifosrs,dt oerrioc­o maznieèrs et,ap troe siddeelnltae CelLteiacge du eefel s tdievliai lb ri ilni anc elÈta iuoctrade.ai p prez­ gu zaotpee sruels ltaoe rl ciaua l tura deCie lttrica,u Tih eC onrsih Langu(a1g9eC7 e4l)It,ni hce ritance (19e8A5d i)c tioo/nIMaryryist hh o­ lo (19I8nI7 t)aè.ul sicIaiml ti ost e­ gy rdoe Dir uid(iP ie1m9m9e7,) . Ins ovraccopdeirsteadg:iGn ioo rAlgbieor tini. PETBEERR RESFORD ELLIS L'IMPERO DECIE LTI � � PIEMME Titoorliog iThne Cae/ltice E:mp ire © 199b0yP etBeerr resford Ellis TradudziiSi:moo nnae A ngela Comuzzi Scaccabarozzi SovracSctuodiop Aeemrtmae : IE diz1i9o9n8e ©1 99-8E DIZIPOINEIM MSEp a 150C3a3s Maolnef e(rArLaV)ti oda -e Cla rm5i ne, Te0!1.4 2/-3F3a06x11 4 2/74223 Stamarpti gara:fic he TSG s.r.l., via Mazzini, 4 -Te!. 0141/598516 -Fax 594702 -14100 ASTI Combatterono disuniti e li unì la sorte della sconfitta. Se fossero stati inseparabili; sarebbero stati insuperabili. PubCloiron Tealciaiop t roo podseCiiet lot i (56-/c5a17.1 d7. C.) PREFAZIONE I Celti furono il primo popolo europeo a nord delle Alpi a comparire nei documenti storici. Vi fu un tem­ po in cui essi dominarono il mondo antico da ovest a est, dall'Irlanda sino alla Turchia, e da nord a sud, dal Belgio sino alla Spagna e all'Italia. Non mancarono inoltre di fare avvertire la loro presenza nell'Egitto dei faraoni Tolomei, in cui, stando a quanto ci narra un antico cronachista, essi cercarono di mettere in atto un colpo di stato allo scopo di ottenere il controllo del paese. Saccheggiarono Roma, invasero la Grecia, e di­ strussero tutte le armate che le città stato dell'antica Grecia riuscirono a inviare contro di loro. Le loro armi sofisticate e i loro robusti carri da guerra erano in gra­ do di abbattere ogni nemico. Secondo Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.), nell'epoca in cui Tarquinio il Superbo era re di Roma (ca. 534-508 a.C.), Ambigatos dei Biturigi dominava un impero «tanto ric­ co di uomini e di frutti della terra che sembrava impos­ sibile governare una così vasta popolazione». Fu pro­ prio basandosi su questa affermazione, secondo il dot­ tor Eoin Mac Neill, studioso dei Celti, che molti degli storici del XIXse colo identificarono un «impero celti­ co» nell'Europa antica. 7 PREFAZIONE Ho scelto di dare a questo libro il titolo L'impero deCie lfotrsei n on senza malizia. Qualsiasi analogia con gli imperi così come li conosciamo, quali l'Impe­ ro romano o altri più moderni, è in effetti spuria. La storia non ci ha trasmesso lunghi elenchi di imperato­ ri celtici esercitanti un supremo ed esteso potere poH­ tico su numerosi popoli soggetti. Comunque, credo che il controverso titolo del libro trovi giustificazio­ ne, come il testo dimostrerà, nel fatto che, durante il periodo dell'espansione dei Celti, tribù e confedera­ zioni di tribù celtiche si diffusero nel mondo antico sfidando tutti quelli che li contrastarono e stanzian­ dosi come popolo dominante nelle zone che riusciro­ no a conquistare. Dunque i Celti raggiunsero la penisola iberica, l'Ita­ lia settentrionale e si propagarono a oriente in quelli che oggi sono i territori delle repubbliche Ceca e Slo­ vacca, lungo la valle del Danubio fino al Mar Nero, spostandosi in Asia Minore, dove fondarono nel III se­, colo a.C. lo stato della Galazia, che costituisce la no­ stra prima fonte di informazioni a proposito delle isti­ tuzioni dei Celti. L'imdpeeCire olno tn èi se mplicemente un'altra ope­ ra sugli aspetti linguistici, culturali e sociali dell'antica società celtica. Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti studi su questi argomenti, alcuni di valore, altri no. Tuttavia, piuttosto singolarmente, è mancato uno studio sui popoli celtici del mondo antico rivolto al let­ tore non specialista. I popoli antichi, per la maggior parte, sono divenuti nel corso degli anni oggetto di opere indirizzate al lettore comune: si pensi ai Greci, ai Fenici, agli Etruschi, ai Cartaginesi, ai Romani. Era tempo che anche per i Celti venisse compiuta la mede­ sima operazione: questo libro costituisce dunque il ten­ tativo di rispondere a tale esigenza. L'imdpeeCire olco tnsiegu,en temente, è un resocon­ to storico destinato al lettore comune. Il testo descrive 8 PREFAZIONE il primo millennio della storia dei Celti, seguendo le tracce dei popoli celtici dalla loro prima apparizione documentata sino agli inizi dell'era cristiana, e cioè al tempo in cui essi stavano subendo l'oppressione del­ l'Impero romano e in cui cominciavano a indietreggia­ re verso le coste nordoccidentali dell'Europa. In questi luoghi, oggi, gli eredi di quasi 3000 anni di tradizione culturale ininterrotta sopravvivono in modo precario. Delle popolazioni ancora considerate celtiche - gli Ir­ landesi, gli Scozzesi, i Gallesi, i Bretoni, i Cornici e gli abitanti dell'isola di Man - soltanto due milioni parla­ no ancora una lingua celtica, unica caratteristica distin­ tiva della loro identità celtica. Questi discendenti del­ l'antica civiltà dei Celti combattono duramente per sopravvivere e per mantenere la loro individualità in questi tempi di crescente uniformazione culturale. Pre­ sto, molto presto, se le stesse pressioni culturali, eco­ nomiche e politiche continueranno a essere esercitate nei loro confronti, i Celti scompariranno dalla struttu­ ra dell'Europa. Accadrà a loro ciò che è già accaduto alla civiltà etrusca. E così proprio a questi superstiti, a questi eredi di 3000 anni di storia e cultura è dedicato questo libro. Due parole di spiegazione riguardo alla grafia dei nomi celtici adottata in questo testo, a uso di quanti sono interessati alle questioni linguistiche: nel citare alcuni nomi celtici, gli autori latini adottarono di nor­ ma la terminazione in us. Per quanto mi riguarda, ho ristabilito la terminazione celtica in os, in linea con le proposte di Henri Hubert, Kenneth J ackson e di altri eminenti studiosi dei Celti 1 Il Professor J ackson ha • proposto l'esempio del nome del re britannico general­ mente registrato dai Romani come Cunobelinus, il 1 Il traduttore ha quindi ritenuto opportuno mantenere per i nomi celtici la forma proposta dall'autore, riservanJosi di segnalare, laddove possibile, anche quella generalmente adottata nelle traduzioni in italiano (N.d.T.). 9 PREFAZIONE

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