Libro per la lettura e il riassunto Favole e storie di animali free ebook Lapappadolce Il picnic degli animali Le orchidee erano in fiore nella giungla. Per festeggiare la primavera gli animali avevano fatto un picnic. Alla fine… “Brrr!” barrì l’elefante sollevando la proboscide. “Non si può lasciare così la radura: con tutti questi piatti e questi bicchieri di plastica sparsi, con le bottiglie vuote e le cartacce e gli avanzi di cibo… Qualcuno deve far pulizia!” “Io non posso” disse l’ippopotamo. “Devo tornare subito al fiume.” “Neppure io” disse l’airone rosa “ho paura di sporcarmi le piume.” “Rrrr!” ruggì il leone “Neppure le grandi piovve potranno distruggere questi orribili rifiuti: la foresta intristirà con tanti pezzi di vetro, di plastica e di latta. Non ci sarà dunque nessuno che farà pulizia?” “Lo farò io!” disse allora lo scimpanzé “ho le mani!” Bra, il diverso Bra il bradipo viveva nella giungla, sull’alto albero della gomma, penzoloni a trenta metri da terra. Gli altri animali lo prendevano in giro: “Guarda quello: sta sempre aggrappato ad un ramo! Sta sempre capovolto! E’ diverso da noi!” Ma un giorno le grandi ali spiegate dell’aquila rapace disegnarono nel cielo un’ombra scura. Il tapiro dalla paura infilò il muso nell’ortica. Il formichiere dallo spavento si coprì la testa con la coda. L’armadillo dal terrore cominciò a tremare. Tutti gli animali tacquero agghiacciati. E Bra? “Bra è stato l’unico a non aver avuto paura” dissero gli animali non appena l’aquila se ne fu andata. “Nessun animale della foresta riesce a nascondersi meglio di lui. Chi volete che lo veda? Appeso a un ramo anche quando dorme, sembra una palla di muschio. E pensare che noi lo prendevamo in giro!” L’uccellin del freddo Viene l’inverno: e con gelide tramontane spazza ogni cosa e copre di neve e di silenzio la terra. L’inverno è lì che mette bianco sui campi, quando vede un uccellino che va volan-do da una siepe all’altra. “O tu che fai?” domanda. “Da dove scappi?” “Stavo su, nella boscaglia; e sono venuto al basso a far due chiacchiere col mio amico pettirosso”. “Ah sì? E il tuo amico dov’è? Partito? E tu che fai qui? Perché non sei andato con lui?” “Io non ho paura del freddo. Dopo di te tornerà la prima-vera; e sto ad aspettarla. Trre trre terit!” “Ora comando io; e non voglio che voli e canti, ma riposo e silenzio”: Ciò dicendo, l’inverno copre di neve anche le siepi degli orti e dei giardini. L’uccellino, che si era nascosto in una catasta di legna, si trova al mattino in mezzo alla neve, ma non si perde d’animo e ricomincia a cantare “Trre trre terit!” L’inverno apre il sacco dei venti e da uscire una tramontana così arrabbiata da far scappare anche i lupi. L’uccellino, che si era nascosto in un tronco d’albero, trova al mattino tutto gelato, ma non si perde d’animo e ricomincia a cantare: “Trre trre terit!” “Ma insomma, tu chi sei?” “Io sono il Re di macchia, sono lo scricciolo, il reattino.” “Ah! E ancora non senti freddo?” “Lo sopporto. Sono abituato ai venti delle montagne.” L’inverno rimane sopra pensiero; dice: “Sei piccolo ma ardito. Mi piaci. Resta pure con me. Sarai il mio uccellino: l’uccellin del freddo.” Il topino sapientone C’era un bambino che non studiava; il suo libro sempre lasciava di qua, di là. Un topolino, per imparare, le lunghe pagine a rosicchiare incominciò. E rodi e rodi coi forti denti, lettere e sillabe, virgole e accenti, tutto mangiò. Credette allora d’esser sapiente; agli altri topi diceva: “Oh gente, v’insegnerò. “ Tutti li accolse nella sua scuola, ma aperto un libro… una parola non rivelò. Risero tanto tutti i topini e poi scapparono, quei birichini, gridando: “Oh! Oh! Rodere i libri non vuol dir niente, bisogna leggerli, signor sapiente!”
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