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Lezioni Di Fisica, Meccanica, Vibrazioni ed Onde PDF

592 Pages·1982·127.691 MB·Italian
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D. SETTE DANIELE SETIE LEZIONI DI FISICA Volume I LEZIONI DI FISICA Volume I La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA DANIELE SETTE LEZIONI DI FISICA VOLUME I Meccanica - Vibrazioni ed onde Il Edizione ROMA LIBRERIA EREDI VIRGILIO VESCHI Viale dell'Università, 7 - Tel. 491.739 La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) Le copie noE fiTmate dall'Autore si ritengono contraffatte. Tipo-litografia Marves Via Mecenate, 35 - Roma - Tel. 730.061 La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 3 PREFAZIONE Il presente testo di Lezioni di Fisica ~ stato e laborato per le esigenze di un corso di Fisica per studenti del primo anno della Facolta'in Ingegneria. Il continuo e rapido progredire del la Fis ica e del le sue applicazioni tecniche rendono necessario introdurre in un cor so di Fisica Generale sempre nuovi e piu' avanzati svi Zuppi, no nostante che la sua durata debba restare inalterata. Allo scopo di facilitare la acquisizione da parte dello studente di idee e concetti di fisica moderna ed una certa fa miliarizzazione con essi, ci siamo sforzati nelle presenti le zioni di portarlo di frequente a contatto con situazioni .e pro blemi la cui trattazione va fatta con metodi e teorie svilup pate piuttosto recentemente. Abbiamo inoltre cercato di mostrare l'importanza degli ar gomenti trattati in una delle parti in cui, per ragioni essen zialmente didattiche, viene comunemente divisa la Fisica, per problemi caratteristici di altre parti che vengono considerate in dettaglio nel seguito del corso. Cio'e'stato fatto facendo appello a nozioni gia' acquisite nelle scuole medie, integran dole con opportune informazioni quando necessario. Lo s tudio della Fisica ri chiede, fin dalle prime nozioni di cinematica, l'uso dell'analisi matematica, della geqmetria e del calcolo vettoriale.Tali argomenti sono trattati nei cor- · si paralleli.Allo scopo peraltro di far fronte ai bisogni del le prime lezioni, sono s tate riunite alcune nozioni elementari e date alcune formule e regole di calcolo che vengono richia mate al la attenzione del lo studente. Nel progredire del corso vengono usate nozioni di matematica non contenute nei richia- mi. O. Sette Roma, novembre 1963 La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 4 PREFAZIONE ALLA Il EDIZIONE La seconda edizione dei volumi I e II de lle Lezioni di Fi sica e' stata preparata con gli stessi concetti della prima e dizione. Le principali variazioni sono s tate apportate per te nere conto di sviluppi avvenuti ne l frattempo {per esempio nel la definizione dei campioni di u·nita'di misura), per effettuare un migliore coordinamento con altri corsi offerti nella Facol t'a' di Ingegneria di Roma, o per ampliare la trat tazione di qual che importante argomento (per es. i cenni di: relativita') che lo studente puo' incontrare nel corso dei suoi studi e che puo' trovare utile vedere nel quadro del la presentazione di Fisi ca I. O. Sette Roma, novembre 1975 La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) [In. 1-2) 5 INTRODUZIONE 1 - Scopo ~ella Fi~ica e metodo scientifico I fenomeni che avvengono n~l mondo fisico hanno sempre at tratto l'attenzione dell'.uomo e stimolato la sua fantasia ed i l suri ragionamento.Da cid ~nata e si ~sviluppata la Fisica che ~appunto quella parte della Scienza che studia i fenomeni che avvengono nel mondo esterno per giungere ad una accurata de scrizione ed ad una interpretazione coerente di essi. e dei lo ro legami. Il metodo scientifico, che il f_isico adopera, si basa sul le osservazioni sperimentali le quali, associate alla intui zio ne, servono a riconoscere gli elementi fondamentali e caratte ~istici di un fenomeno ed a formulare ipotesi ~ulla natura del processo. La attendibilita' delle .ipotesi ~ delle loro conse guenze logiche (teorie) dipende non ~olo dal successo che esse crinsentono di ottenere nella interpretazione .del fenome~o i n e same ma anche, e specialmente, dalla conferma sperimentale di altre previsioni che si possano dedurre dallo schema teorico. ·Come si vede il metodo scientifico consiste in un continuo al ternarsi di osservazioni sperimentali e. di attivit~ speculati ve dello scienziato. 2 - Osservazioni soggettive ed oggettive Il fondamento della Fisica si trova pertanto nelle osser~ vazioni sperimentali.Esse sono sempre compiute dai nostri sen si, i quali costituiscono il mezzo con. cui l'uomo ha relazione con il mondo esterno.Alle volte si tratta di osservazioni nel le quali i sensi rivelano direttamente qualche elemento che i n terviene nel processo (per esempio, la intensit~ di un suono); si tratta in tal caso di valutazioni legate al ·singolo osser vatore (osservazioni soggettive) e che spesso possono ri senti re del suo stato generale, fisico e psichico (per es. di stan chezza). Esse, di solito, . male si prei:;tano a descrizioni dei singoli processi valide per tutti gli osservatori. Per ovviare a tali inconvenienti e per estendere il campo di osservazione direttamente accessibile . ai nostri sensi , il fisico di solito usa strumenti che sono stati sviluppati in Diodo da essere sen- La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 6 [In. 2-3-4) sibili all'elemento in esame, traducendone le caratteristiche mediante una risposta accessibile ai nostri sensi in maniera molto semplice, per esempio mediante la posizione di indici su scale graduatt (determinazioni oggettive). 3 - Grandezze fisiche Nell'esame dei vari fenomeni i 1 fisico incontra un gran numero di enti che intervengono nei fenomeni stessi ed e' pos sibile per lui dividere tali enti in classi in modo che tutti gli enti di una classe posseggano alcuni specifici elementi in comune.Pud per esempio, in esperienze di vario genere, incontra re segmenti di rette, linee spezzate formate da segmenti ret tilinei, tratti di linee curve piane, che pone in una stessa classe. Si dice che una di tali classi caratterizza ed indivi dua una grandezza fisica quando per tutti gli enti che la com pongono: 1) sia possibile stabilire, senza possibilit~ di equi voci, la validita' dei principi di uguaglianza e di somma (e dif ferenza); 2) sia fissata una un'ita' di misura. Un qualsiasi en te della classe e' allora una grandezza fisica, definita in ma niera operativa., mediante cioe' le operazioni che conducono al la sua determinazione. Alcune grandezze (sca lari ) sono deter minate dal numero che fissa il loro rapporto alla corrispon dente unita di misura scelta. Altre (vettoriali) richiedono (Pr.II) la determinazione di una direzione ed un verso oltre che di una misura scalare (dell 'intensita'): l'unita' scelta ser ve per la misura dell' intensit~. 4 - Grandezze fondamentali e derivate. Sistemi di unit~ di mi sura Importa fare ora alcune considerazioni sulle misure delle grandezze fisiche(l). In maniera del tutto generale, e' possi bile fissare per ciascuna di esse l'unit~ di misura in maniera del tutto arbitraria in accordo a quanto sopra detto, e cio' e' stato a volte fatto in passato.Tuttavia molte grandezze fisiche non sono indipendenti fra loro nel senso che la natura stessa dei processi fisici in cui intervengono fissa relazioni fra lo ro. E'quindi evidente il vantaggio a sfruttare queste relazio- (1) Nel caso delle grandezze vettoriali le considerazioni si riferiscono alla misura dell'intensita', o, come si vedra', delle sue componenti ri" spetto ad un sistema di riferimento (Pr'.Il, par.5). La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) (In. 4- 5) 7 ni in maniera da ridurre i l numero di unita' da definire arbi trariamente mediante un campi one, e da semplificare certi fat tori di· proporzionalita' che altrimenti. rendono piu' complesse le formule che descrivono i processi fisici. Il numero di relazioni indip_endenti che esistono fra le grandezze fisiche che entrano in un certo settore del la fisica (o di tutta la fisica) é ovviamente i nferiore al numero delle grandezze stesse e stabilisce, di conseguenza, rispetto al nu mero totale di grandezze, il numero di quelle ~er cui e' neces sario fissare l'unita' in maniera arbitraria( l. Varie scelte sono possibili ed in realta' sono state fatte. Le grandezze che vengono scelte come quelle per cui si fissa la unita' di misura in maniera arbitraria mediante un campione, vengono chiamate fondamentali ele corrispondenti unita' sono dette fondamentali. Le altre grandezze ,_ le cui unita' sono dedotte per mezzo delle relazioni con le grandezze fondamentali, si chiamano de rivate e lo stesso aggettivo vale per le corrispondenti unit~ Una scelta di grandezze f ondamentali e delle corrisponden ti unita' fissa un sistema di unita' di misura. Nel par.9 ed ancor piu' nello svolgimento del corso, noi avremo modo di vedere meglio le varie scelte che sono state e che sono tuttora in uso. Diremo subito che la scelta di maggior importanza nell 'am bito della meccanica e' quella che fissa come fondamentali la ·lunghezza, l'intervallo di tempo (o meglio la durat a dell' in t e r v a 11 o di t e mp o ) e l a ma s s a . De ll e p r i me d u e g r a n de z z e p a r - leremo qui, il concetto di massa sara' illustrato i n seguito. 5 - Lunghezza Il concetto di l~nghezza in fisica ~ il medesimo di quel lo che vale in geometria, cioe' di distanza fra gli estremi di un segmento rettilineo. E' ben chiaro come, immaginando di di sporre due segmenti contigui l'uno all'altroodin proseguimen to, sia possi bile definire l 'uguaglianza, la somma e la diffe renza delle lunghezze con gli stessi criteri validi in geome tri a. Per definire la lunghezza come una grandezza fisica oc corre scegliere un campione per l'unita'. Tale campione, il me tro, fissato per convenzioni internazionali_, e' stato per molto (1) Se ci si limita a considerare quella P_arte della meccanica che e' la ci nematica il numero di grandezze indipendenti e' due; nella meccanica e' tre; in termologia occorre considerarne un'altra; in elettromagnetismo il numero e' ancora aume'1tato di uno. La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) 8 [In. s] tempo rappresentato dalla distanza fra due sottili tratti pa ralleli (A, 8 in fig. l) segnati su una sbarra di una lega di platino-iridio depositata nel laboratorio P~si e Misure di Se vres (dal 1889) quando questa e' in equilibrio alla temperatura di 0°C. Il materiale ii i{ della sbarra (una lega t ~~~~~~~~~~~~§§~~~~§§~§§}~~'.:!> di struttura parti c o- ~ larmente stabile) e la Fig. 1 sua sezione ad X (in- flessione trascurabi le) furono scelti al tempo in cui i l campione venne fissato, allo scopo di garantire, entro i limiti del possibile, la in variabilita' del campione. Tale campione sostituiva un' altro di pari lunghezza, realizzato peraltro con una sbarra di platino ed introdotto all'epoca della rivoluzione francese: si ritene va allora che la lunghezza di un metro fosse la 40. 000. 000 esi ma parte del meridiano terrestre (secondo le piu' esatte deter minazioni oggi disponibili la lunghezza di un ·meridiano terre stre sarebbe 40.007.476 m) . Questo campione primario veniva u sato per realizzare per confronto altri campioni (secondari) im piegati a loro volta per calibrare gli strumenti di misura. La scelta del campione nella maniera descritta costituiva quanto di meglio era possibile fare nel 1889. Va peraltro os servato che nei riguardi della variabi lit~ in lunghi interval li di tempo alcune limitazioni sono poste dalle lente varia zioni di struttura dei cristalli che costituiscono il campione. Oggi ~possibile definire un campione di lunghezza legato alle caratteristiche atomiche di alcuni elementi. Si usa allo scopo una lunghezza (lunghezza d'onda) associata ad una parti colare radiazione (luce arancione) emessa dagli atomi dell'i sotopo 86 del Cripto posti in un tubo a scarica elettrica: tut ti gli atomi del Cripto 86 ovunque si trovino sono identici, non cambiano con il tempo, e la luce arancione che possono e mettere e' caratterizzata da una lunghezza d'onda contenuta en tro limiti molto ristretti, in qualsiasi laboratorio edin qual siasi momento essa venga ottenuta.Servendosi di questo campio ne, il metro, viene oggi definito come il multiplo secondo il fattor·e 1. 650. 763, 73 della lunghezza d'onda della luce arancio ne emessa dal 6~Kr. Nei principali sistemi di unita' di misura (par. 9) si usa come unita' di lunghezza il metro; sono ancora talvolta usati sistemi che usano come unit~ il sottomultiplo 1 cm = 10-2m. Spesso, ed in maniera generale per qualsiasi grandezza, nella indica zione dei valori numerici di essa in una misura si trova pratico usare mul- La cultura è un bene dell'umanità ([email protected]) (In. 5) 9 tipli o sottomultipli in modo che tale valore si.a espresso da un numero fra 0,1 e 1000; i sottomultipli usati sono dati nella tabella, assieme ai sim boli che vanno premessi id l'unita' per indicar li. Prefisso Prefisso Fattore di Fattore di mol tip lica.z ione moltiplicazione N.ome Simbolo Nome Simbolo 1012 tera T 10-2 e enti e 109 giga G 10-3 milli DI 106 mega M 10-6 mi.ero µ. 103 kilo k 10-0 nano n 102 etto h 10-12 pico p 101 dee a da 10-1 s femto f 10-1 deci· d 10-18 atto a 3 Nel caso del metro molto usati sono il kilometro (1 km =10 m),il mil- 1 i me t r o ( 1 mm = 1 o-3 m ) , i l mi e r on ( 1 µm = 1 o-6 ta ) • Nel caso del metro vengono usati anche multipli diversi da quelli de ducibili dalla tabella: 15 l'anno luce "spazio percorso da.Ila luce in un anno 9, 446 10 m e l'Angstrom 1 A= 10-10m. Quest'ultimo sottomultiplo e· tenuto per ragioni sto ricbe ed ~di utilit~ pratica in spettroscopia. Grandezze derivate dalla lunghezza sono: 1) Superficie. E' facile constatare che le relazioni che lega no le aree ai segmenti che definiscono le forme geometriche so no sempre del tipo: somma di termini ciascuno dei quali e', a parte·un eventuale coefficiente numerico, il prodotto delle .lun ghezze di due segmenti. Per esempio in un rettangolo di lati .a e b l'area della superficie e' S =ab; in un cer.chio di raggio r, S =1Tr2. In termini ·matematici si puo' dire che l'area e' una funzione omogenea di secondo grado delle lunghezze da cui di pe~de. Una tale ci~costanza si esprime simbolicamente mediante una equazione dimensionale (1) eia~ dicendo che la area di una superficie, nel sistema che u sa la lunghezza come una grandezza fondamentale, ha le dimen sioni di una lunghezza al quadrato o dimens~one 2 rispetto al- la lunghezza. L'equazione dimensionale permette di riconoscere r·apida mente la unita' di misura per le superfici· n.e'1· sistema nel qua le la lunghez.za e'·grandezza fondamentale. In conseguenzii della O.Sette - Lezioni i:li. Fisica - Vol.I Disp. 2 La cultura è un bene dell'umanità ([email protected])

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