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Lez 3 Antropologia degli eventi festivi PDF

74 Pages·2017·7.44 MB·Italian
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LLaa ffeessttaa ppooppoollaarree ttrraa aannttrrooppoollooggiiaa ee ppaattrriimmoonniioo Festa, rito, ciclo festivo La festa tradizionale è un evento collettivo complesso che spesso contiene al suo iinntteerrnnoo ppiiùù mmoommeennttii rriittuuaallii ddiissttiinnttii.. Ecco perché parliamo di “ciclo festivo”. • La festa popolare/tradizionale: un oggetto “classico” degli studi demologici. •• OOggggii èè uunn aammbbiittoo cchhee aappppaarrttiieennee aallllaa ssffeerraa del “patrimonio culturale immateriale” (ICH). DDIIVVEERRSSII AAMMBBIITTII DDIISSCCIIPPLLIINNAARRII CCHHEE HHAANNNNOO SSTTUUDDIIAATTOO LLAA FFEESSTTAA EE IILL RRIITTOO • 1)Studi demologici. La festa popolare (religiosa e non) come espressione di cultura dei ceti subalterni. ApproccIo gramsciano o marxista. Influenza di Gramsci e De Martino. • 2)Studi storico-religiosi. La festa popolare studiata in ottica ccoommppaarraattiivvaa ccoonn iill mmoonnddoo ccllaassssiiccoo ((PPeettttaazzzzoonnii ee BBrreelliicchh)) oo attenzione per gli aspetti fenomenologici (Mircea Eliade – studi sul sacro) • 3)Approcci recenti; influenza dell’antropologia angloamericana ed Etnologia dell’Europa. La festa tradizionale (Europa meridionale) è studiata nei suoi mutamenti nella modernità in relazione alla revitalizzazione, all’invenzione delle tradizioni, all’identità locale, alla patrimonializzazione e al turismo. Teorie della festa popolare • Sigmund Freud = La festa come momento di trasgressione legittima dalle regole • Scuola Sociologica Francese (Durkheim e Mauss) = LLaa ffeessttaa ccoommee mmoommeennttoo rriittuuaallee ppeerr rriinnssaallddaarree periodicamente l’unità sociale all’interno della società stessa. Festa come momento di effervescenza collettivo, come momento di integrazione sociale. • George Bataille = Festa come momento popolare di sperpero e di spreco per riconfermare il rango e l’onore. Lo spreco represso nella società borghese. Nessuna di queste teorie riassume però tutti i caratteri di una festa, ma riflettono solo tipologie particolari di feste. • Le feste possono non contenere una tendenza allo spreco. • Possono non essere necessariamente trasgressive. • Non sempre manifestano caos trasgressivo perché manifestano una organizzazione molto complessa che vede all’opera associazioni, rreelliiggiioossee ee nnoo,, ccoommee ccoonnffrraatteerrnniittee,, aassssoocciiaazziioonnii llooccaallii ddii qquuaarrttiieerree,, comitati familiari, manifestando anzi stretti rapporti e articolazioni organizzative a livello politico, economico, sociale. • Ma soprattutto negli anni è entrata in crisi l’idea durkheimiana che la festa ricreasse un senso di solidarietà sociale e di unità di gruppo, perché molto spesso le feste rimarcano invece differenze sociali o evidenziano conflitti interni al gruppo. UUnnaa vviissiioonnee nnoossttaallggiiccaa ddeellllaa ccoommuunniittàà…… Gli antropologi troppo a lungo si sono fatti sedurre dall’idea un po’ nostalgica che la ffeessttaa rriiccrreeaassssee llaa ccoommuunniittàà,, ee ppeerr qquueessttoo per molto tempo non ne hanno visto le trasformazioni e non sono stati capaci di comprendere le feste più recenti. LLAA FFEESSTTAA NNEEGGLLII SSTTUUDDII FFOOLLKKLLOORRIICCII • XVIII/XIX secolo. La Chiesa condanna molti comportamenti festivi popolari come momenti di fanatismo religioso lontani dall’ortodossia (moralismo cattolico) • XVIII/XIX secolo = La cultura illuminista condanna la festa come lluuooggoo ddeellll’’iiggnnoorraannzzaa,, ddeellllaa ppiiggrriizziiaa ee ddeelllloo sspprreeccoo ((vviissiioonnee intellettualistica e razionalistica). • XIX secolo = La cultura romantica esalta la festa popolare come momento di autenticità popolare (visione pittoresca) • Inizio XX secolo = Giuseppe Pitré. Dedica tre volumi dei suoi studi sulla Sicilia alle feste siciliane (Feste patronali in Sicilia, Spettacoli e feste, 1900). Pitré non occulta i comportamenti penitenziali più violenti dei devoti che comunemente erano taciuti dalla chiesa. Folklore rituale. Dopo la guerra l’interesse degli studi demologici per gli eventi rituali cresce. Influenza di Ernesto De Martino: llee ffeessttee iinniizziiaannoo aadd eesssseerree lleettttee eennttrroo uunnaa ccoorrnniiccee interpretativa che vedeva queste come espressione dolorosa delle classi subalterne all’interno di un filone di antropologia gramsciana che si è sviluppata in Italia a partire dagli anni Sessanta. AAnnnnaabbeellllaa RRoossssii ee ““LLee ffeessttee ddeeii ppoovveerrii”” ((11996699)) Anni Cinquanta (1959) = un’allieva di De Martino, Annabella Rossi, intraprende per conto del MNATP; una ricerca e la documentazione di numerosi pellegrinaggi dell’Italia centro- mmeerriiddiioonnaallee;; 969: “Le feste dei poveri”. I comportamenti rituali dei pellegrini sono messi in relazione alle condizioni di sfruttamento economico e spirituale, da parte del clero, dei ceti subalterni.

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Festa, rito, ciclo festivo. La festa tradizionale è un evento collettivo complesso che spesso contiene al suo interno più momenti rituali distinti.
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