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Leviatano liberale. Le origini, le crisi e la trasformazione dell’ordine mondiale americano PDF

886 Pages·2013·2.44 MB·Italian
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Preview Leviatano liberale. Le origini, le crisi e la trasformazione dell’ordine mondiale americano

PETRUS Nella seconda metà del XX secolo, gli Stati Uniti sono stati impegnati nella più ambiziosa delle operazioni: la costruzione di un ordine liberale mondiale. Da ormai un decennio, però, questo ordine mondiale sta minacciosamente vacillando, minato da un lato dalla guerra al terrore e dall’invasione dell’Iraq e dall’altro dall’esplosione della crisi finanziaria. G. John Ikenberry, in questo libro, spiega perché oggi l’America sia costretta, per non soccombere, a ripensare e rinegoziare i suoi rapporti con il resto del mondo e a perseguire una strategia di più ampio respiro: quella del Leviatano liberale. G. John Ikenberry è uno dei più importanti studiosi americani di relazioni internazionali. Professore di Politiche e affari internazionali, insegna alla Princeton University. G. John Ikenberry LEVIATANO LIBERALE Le origini, le crisi e la trasformazione dell’ordine mondiale americano Prefazione di Vittorio Emanuele Parsi UTET UNIVERSITÀ UTET www.utetuniversita.it Proprietà letteraria riservata © 2012 by Princeton University Press © 2013 De Agostini Scuola SpA — Novara 1a edizione: gennaio 2013 Printed in Italy Titolo originale: Liberal Leviathan. The Origins, Crisis, and Transformation of the American World Order Traduzione di Antonio Zotti Tutti i diritti riservati. Nessuna parte del materiale protetto da questo copyright potrà essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume/fascicolo, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO — Corso di Porta Romana, 108 — 20122 Milano — e-mail, [email protected]; www.aidro.org Stampa: Stampatre — Torino INDICE Prefazione all’edizione italiana Prefazione Ringraziamenti Capitolo 1 La crisi del vecchio ordine Introduzione Ascesa e caduta dell’ordine internazionale L’ordine internazionale liberale Supremazia imperiale e liberale Piano dell’opera Prima parte FONDAMENTI TEORICI Capitolo 2 La potenza e la molteplicità dell’ordine Introduzione La distribuzione della potenza Ordine ed equilibrio di potenza Gerarchia e comando Costituzionalismo e consenso Impero ed egemonia liberale Conclusioni Capitolo 3 Potenza e strategie di governo dell’ordine Introduzione Costruzione dell’ordine e strategie di guida politica Stati, regole ed istituzioni internazionali L’uso egemonico di regole ed istituzioni Scelte strategiche e costi-opportunità Conclusioni Capitolo 4 L’unipolarismo e le sue conseguenze Introduzione L’unipolarismo e l’equilibrio di potenza L’unipolarismo e l’ordine internazionale liberale Le conseguenze deirunipolarismo La rinegoziazione degli accordi istituzionali L’erogazione di beni pubblici Status quo contro revisionismo Mutamenti nel carattere dell’ordine Legittimità, trasformazioni attese della potenza e moderazione credibile Conclusioni Seconda parte ORIGINE STORICHE E TRAIETTORIE DEL MUTAMENTO Capitolo 5 L’ascesa del sistema americano Introduzione L’America e la costruzione dell’ordine postbellico Le logiche dell’ordine egemonico liberale L’apertura dei mercati La sicurezza economica ed il patto sociale La cooperazione istituzionale multilaterale La sicurezza cooperativa La solidarietà democratica occidentale Diritti umani e cambiamento progressista La leadership egemonica americana Da un ordine mondiale unificato al sistema americano La costruzione di relazioni economiche La costruzione delle relazioni di sicurezza Patti egemonici L’accordo di sicurezza L’accordo politico Conclusioni Capitolo 6 La grande trasformazione ed il fallimento dell’egemonia illiberale Introduzione La fine della Guerra Fredda L’espansione e l’integrazione dell’ordine liberale La trasformazione dell’ordine westfaliano Il controbilancimento della potenza unipolare americana L’erosione delle norme della sovranità dello stato Violenza, insicurezza e legittimità democratica L’ascesa e la caduta della rivoluzione dell’amministrazione Bush La grande strategia unipolare dell’amministrazione Bush Nazionalismo conservatore contro internazionalismo liberale Il fallimento della rivoluzione dell’amministrazione Bush Conclusioni Capitolo 7 Dilemmi e percorsi dell’ordine internazionale liberale Introduzione Dilemmi dell’ordine internazionale liberale Internazionalismo liberale ed equilibrio di potenza Sovranità statale e diritti universali Limiti e pericoli dell’interventismo Democrazia e autorità internazionale Egemonia e comunità democratica Tre percorsi dell’ordine internazionale liberale L’ordine internazionale liberale post-egemonico Un ordine liberale a guida americana rinegoziato L’arresto dell’ordine internazionale liberale Variabili, connessioni e contingenze Gli incentivi americani all’ordine internazionale liberale Interdipendenza e cooperazione funzionale Potenza egemonica e moderazione strategica Identità politica e rule of law Conclusioni Capitolo 8 Conclusione: la resistenza dell’ordine liberale Introduzione Crisi e continuità nell’ordine internazionale liberale L’ascesa della Cina ed il futuro dell’ordine liberale Grande strategia e costruzione dell’ordine liberale Prefazione all’edizione italiana Questo libro offre la sintesi più completa e aggiornata del pensiero di John G. Ikenberry, uno dei più importanti studiosi della scuola liberale delle Relazioni Internazionali. Nel corso degli ultimi trent’anni, il lavoro di Ikenberry si è concentrato con particolare sistematicità sul tentativo di inquadrare concettualmente il ruolo degli Stati Uniti nel sistema politico internazionale. Si è trattato di uno sforzo che ha avuto di mira lo scopo di delineare i caratteri specifici dell’egemonia americana, evidenziandone le peculiarità davvero singolari e però, contemporaneamente, inserendone la particolare vicenda nel più ampio quadro teorico della disciplina. In questo volume, che riprende buona parte delle intuizioni elaborate e sviluppate nel corso di molti anni di studi, John Ikenberry va oltre la schematizzazione di quell’egemonia liberale e costituzionalizzata già disegnata in Dopo la vittoria, e offre invece una spiegazione complessiva e convincente di come la natura stessa degli Stati Uniti, del loro sistema politico pluralista e liberale, abbia finito col determinare una forma di egemonia sul sistema internazionale che, per taluni aspetti, riproduce quella tipica esercitata dallo Stato (il Leviatano di hobbesiana memoria, appunto) sul sistema politico domestico. In questo senso, la superpotenza americana viene ad assomigliare a quegli imperi all’interno dei quali i confini erano ad un tempo presenti e però meno perentori. La peculiarità di questo lavoro è proprio quella della sua concentrazione sulla natura del potere americano e del suo esercizio, caratterizzato da una straordinaria autolimitazione, tanto più sorprendente se considerata alla luce dell’altrettanto straordinaria supremazia in termini di capacità politiche, militari, economiche e culturali detenuta nei confronti di rivali, alleati e inseguitori. Il gap di potenza americano rispetto agli altri attori del sistema internazionale è stato decisamente evidente nella fase di rapida ascesa egli Stati Uniti al rango di superpotenza planetaria (alla fine della Seconda guerra mondiale) ed è risultato ancora più eclatante dopo la fine della Guerra Fredda, nel corso degli anni Novanta e persino dopo l’11 settembre 2001. L’oggetto specifico del libro di Ikenberry è proprio rappresentato dal carattere dell’«ordine egemonico liberale americano», allo scopo di capirne il funzionamento interno, di identificarne la logica organizzativa che lo sottende e in che cosa essa è diversa dagli altri ordini egemonici che l’hanno preceduto o dagli altri ordini regionali suoi contemporanei e, soprattutto, in che cosa è connotabile come «liberale», ovvero come si articolano al suo interno e nei suoi confronti il consenso, la coercizione e la sua contestazione. Il carattere di Leviatano liberale che gli Stati Uniti hanno assunto durante la Guerra Fredda nei confronti degli alleati occidentali e del Giappone è stato sottoposto alla sfida di una sua universalizzazione dopo il 1989: ed è stata una sfida andata in buona sostanza perduta. In altre parole, anche quello americano sarebbe stato vittima di una forma molto peculiare di overstretching, quell’iperestensione che è stata fatale a tanti altri imperi che si sono succeduti nel corso della storia. La globalizzazione e l’unipolarismo rappresenterebbero in tal senso due aspetti strettamente connessi: la prima sarebbe la via attraverso la quale la rilevanza dei confini nazionali è venuta progressivamente ad attenuarsi così da rendere possibile l’affermazione del Leviatano stesso; il secondo ratificherebbe la concentrazione del potere nelle mani della sola superpotenza rimasta. Ma sarebbe proprio l’assenza della minaccia di uno sfidante globale a rendere sempre meno giustificabile l’autorità degli Stati Uniti fino a renderla molto poco accetta agli altri Stati, nonostante i suoi caratteri liberali. Nella visione di Ikenberry, però, questo fatto non comporterebbe di necessità la crisi dei principi, delle norme e delle istituzioni attraverso i quali l’America ha costruito la sua supremazia, ma più che altro ne postulerebbe una crisi di governance, ovvero rappresenterebbe «una crisi di autorità all’interno della vecchia organizzazione egemonica dell’ordine liberale, non una crisi dei principi profondi dell’ordine stesso». Il lettore più attento si sarà accorto di come questa affermazione riecheggi le parole di Robert Gilpin, forse il massimo teorico dell’egemonia, che di Ikenberry è stato uno dei mentori e maestri. Dal punto di vista teorico, la riflessione forse più suggestiva è quella che sostiene come, in presenza di una concentrazione di potenza senza pari e altamente istituzionalizzata tale quella che ha caratterizzato l’ascesa degli Stai Uniti all’interno dell’Occidente (prima) e del sistema globale (poi), sia necessario concentrarsi non solo sulla logica dell’anarchia che tradizionalmente è ritenuta governare il sistema delle relazioni internazionali, ma anche su quella della gerarchia, che altrettanto tradizionalmente governa le relazioni domestiche e di cui lo Stato è il massimo precipitato istituzionale. È probabilmente proprio questa l’intuizione più originale di Ikenberry, quella su cui poggia la «scommessa» dell’intera sua teoria. Per più di un aspetto, il riproporre la gerarchia accanto all’anarchia come chiave dì volta delle relazioni egemoniche implica qualcosa di più del riconoscimento, pur cruciale, che le egemonie non mitigano le condizioni dell’anarchia ma piuttosto la sospendono.

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