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L'esistenza non è logica. Dal quadrato rotondo ai mondi impossibili PDF

311 Pages·2012·5.71 MB·Italian
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Dello stesso autore nella «Economica Laterza»: Logica da zero a Gi:idel Tutti pazzi per Gi:idel! La guida completa al Teorema di Incompletezza Francesco Berto L'esistenza non l9gica ~. Dal quadrato rotondo · · ai mondi impossibili © 2010, Gius. Laterza & Figli Nella «Economica Laterza» Prima edizione 2012 Edizioni precedenti: «i Robinson/Letture» 2010 www.laterza.it Proprietà letteraria riservata comune di Roma Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari ST. BIBL. C. CULTURALI Finito di stampare nel febbraio 2012 LIOTECA "S. ONOFR I SEDIT -Bari (Italy) per conto della ........ ·· ·· · Qi.J~S:J.k N° .. Gius. Laterza & Figli Spa ISBN 978-88-420-9865-2 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l'autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. a Valeria Roberti, bella nella tristezza e nella gioia La pura logica è impotente a dirimere le questioni esistenziali. Marce! Proust La parte di Guermantes Prologo Un problema da nulla Stare con la maggioranza non vale il tempo di un uomo intelligente. Per definizione, c'è già abbastanza gente per farlo. G.H. Hardy 1. In una puntata di qualche anno fa del talk show mattutino To day, Gene Shalit - critico letterario e cinematografico ufficiale della Nbc, famoso per i suoi motti di spirito - passa in rassegna una serie di libri dai titoli sempre più strani e improbabili. Il li bro con cui Shalit raggiunge l'apice del monologo è stato scrit to dal filosofo americano dell'Uda Terence Parsons. Il titolo del libro è Oggetti inesistenti (Nonexistent Objects). Shalit si chiede come faccia uno a scrivere un intero libro parlando di cose che non esistono! 1 Strano, visto che un'enorme quantità di libri parla di cose che non esistono. Ne avrete letti molti anche voi: le storie di Sir Arthur Conan Doyle parlano del detective Sherlock Holmes, e Il signore degli anelli parla di Gandalf. Doyle dice che Sherlock Holmes è un detective che vive a Londra, in Baker Street (pre cisamente al numero civico 221b), ci fa conoscere le sue note voli capacità di osservazione e deduzione logica, lo dipinge co me nemico acerrimo del criminale Moriarty, e così via. Tolkien ci dice che Gandalf è un mago dal cappello a punta e dal vesti to grigio (e, da un certo punto della storia in poi, bianco), con sempre in mano un bastone nodoso da stregone, accanito fu matore di erba-pipa, e che ha scorto nei piccoli hobbit più tem- 1 L'aneddoto è citato da Roy Sorensen, in Sorensen [2003], p. 31. IX pra di quanto il mondo della Terra-di-Mezzo possa mai sospet tare. Naturalmente, Doyle e Tolkien non ci dicono mai che Hol mes e Gandalf non esistono - nelle storie che li descrivono, il detective e lo stregone hanno l'aria di essere molto, molto esi stenti: affrontano avventure, rischiano la propria vita, e alla fine hanno successo sui propri malvagi avversari; tutte cose che dif ficilmente un oggetto inesistente potrebbe fare, visto che, ap punto, non esiste. Nelle storie che li riguardano, per dirla in ger go appena un poco filosofico, Holmes e Gandalf hanno svaria te proprietà causali: interagiscono col mondo fisico che li cir conda, lo modificano e, anche, ne vengono modificati. In quel mondo fisico, occupano sempre un qualche luogo e sono sotto posti allo scorrere inesorabile del tempo. Come tutti noi. Che noi non si venga informati da Doyle e Tolkien dell'ine sistenza dei rispettivi eroi, però, non ha in fondo molta impor tanza. Dopotutto, sappiamo che molte altre cose sono vere di Holmes e Gandalf, anche se queste verità che li riguardano non vengono mai ascritte loro esplicitamente nelle rispettive storie, né possono essere inferite da ciò che, in quelle storie, ci viene raccontato. Ad esempio: entrambi sono personaggi letterari, ed entrambi sono descritti in libri di autori britannici anche se que ste cose, nei libri dei suddetti autori, non ci vengono dette. En trambi sono molto più famosi di me. Entrambi sono nei miei pensieri. Certamente, almeno da quando avete cominciato a leg gere questo libro, si sono affacciati anche nei vostri. Magari li penserete proprio leggendo i loro nomi, ora: Holmes. Gandalf. E potete anche rappresentarli nella vostra immaginazione. La sciate che vi dia una mano: chiudete gli occhi e immaginatevi questo stregone, Gandalf, col suo cappello a punta, il lungo ve stito grigio, la folta barba candida, il borsello pieno di erba-pi pa alla cintola e, naturalmente, l'inseparabile bastone da strego ne in mano ... Fatto? Niente di più facile, no? 2. Sherlock Holmes e Gandalf sono oggetti inesistenti. Ma cosa vuol dire «oggetto»? Per come userò io il termine, «oggetto» vuol dire semplicemente qualcosa come: «portatore di pro- X

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