Durante i sogni della rivoluzione russa, il poeta Osip Mandel’štam, il protagonista di questo romanzo, cerca di affrontare la quotidianità attraverso un particolare ménage à trois con la moglie Nadežda e l’amica attrice Zinaida. Per sopravvivere si barcamena tra la stesura di qualche articolo e il lavoro di traduttore, finché un giorno, quasi per gioco, scrive un epigramma contro Stalin, dove lo definisce ‘il montanaro del Cremlino’. Da quel momento in poi la sua vita subisce un tragico destino: prima viene mandato al confino per ‘intercessione’ dello stesso Stalin, e successivamente viene rinchiuso in un campo di lavoro. L’epigramma a Stalin racconta la prigionia nel carcere della Lubjanka, la confessione di colpevolezza inevitabilmente estorta al poeta e poi l’esilio in Siberia; il tutto viene narrato in prima persona, dallo stesso Mandel’štam, dalla sua devota moglie, dai carissimi amici Boris Pasternak e Anna Achmatova. Attraverso i loro occhi, Robert Littell ci racconta gli orrori della Russia stalinista e di come il senso di umanità rappresentava l’unica speranza in una spietata tirannia.
Da uno dei migliori scrittori contemporanei, lo sconvolgente ritratto della follia del potere e degli assolutismi, sospeso tra 1984 di George Orwell e Attraverso lo specchio di Lewis Carroll, scritto in una prosa ricercata ed essenziale, profonda e commovente: un romanzo stilisticamente perfetto.