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Leopardi tra i filosofi. Spinoza, Vico, Kant, Nietzsche PDF

213 Pages·2019·23.195 MB·Italian
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Massimiliano Biscuso Leopardi tra i filosofi Diotima Questioni di filosofia e politica La scuola di Pitagora editrice INDICE Introduzione Avvertenza I, S,PINOZISMO E STRATONISMO, L'INVENZIONE DELLA TRADIZIONE MATERIALISTA 15 1. Una questione aperta 15 2. «Spinosa» e gli «Spinosisti» 19 3. Lo spinozismo del Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco 29 4.Appendice. Ancon:1 sulla presa di distanza dalla /l'(Jdizione epicurea a vantaggio di quella stra tonica, a partù·e da un recente libro 41 IL RELIGIONI, TECNICHE, SOCIETÀ, LINGUAGGIO. PER UN CONPRONTOTR.n. LEOPARDI E VICO 51 1. La civilizzazione e i suoi assi di sviluppo 51 2. Plul'(Jlità e co!1'elazione dei diversi piani della civilizzazione 59 3. Ilfulmine, il/uoco, la civiltà 71 4. Appendice. Primitivo, selvaggio, barbaro 77 III. 87 KANT E IL PARALOGISMO DEL SUBLIME 1. Il pùì sublime dei sentimenti umani (Pensieri 88 LXVIll) 2. I «poemi della ragione» di Kant 104 3. Le stelle e il vulcano (La ginestra) 120 4. Appendice. Ottavio Colecchi e la di/fusione della filosofia classica tedesca a Napoli negli anni Trenta dell'Ottocento 137 IV. 147 NIETZSCHE E IL PESSIMISMO DI LEOPARDI 1. Introduzione 147 2. La nausea dell'uomosovrastorico e la missione della gioventt't 151 3. Il pastore, la luna e gli eterni giri 163 4. Appendice. L'incontro di Nietzsche con l'opera di Leopardi 175 Bibliografia 195 Sitografia 215 Indice dei nomi 217 Introduzione Leopardi tra i filosofi è un titolo volutamente ambi valente: da wia pane, indica Leopardi come filosofo Wl tra gli altri filosofi, che elabora la propria visione del mondo dialogando e discutendo con gli altri pensato ri, confrontandosi con le loro teorie, riprendendone, sviluppandone o criticandonele proposte, talvolta stu diandone direttamente i testi, ben più frequentemente ricorrendo a compendi e a ricostruzioni storiografiche. Dall'altra parte, quel titolo indica il modo in cui il pen siero del Recanatese è stato recepito e interpretato dai filosofi successivi. Il primo significato corrisponde ai primi tre capitoli del libro, il secondo alquarto capitolo, che può essere considerato il punto di raccordo con l'altra mia ricerca, Gli usi di Leopardi, rivolta alle figure più significative del leopardismo filosofico italiano del Novecento. Non si tratta, in queste pagine, di giudicare quanto originale e profonda sia la filosofia di Leopardi. Ogget- 9 Massimiliano Biscuso to degli studi che qui raccolgo e presento è piuttosto il modo in cui egli si è posto dinanzi ad alcuni vertici della tradizione filosofica e in cui la lezione di que sti si è tradotta nella scrittura. Come Kierkegaard e Nietzsche, altri grandi scrittori di cose filosofiche del suo secolo, Leopardi si è posto la questione di quali fo1me di scrittura scegliere per rivolgersi a un pubblico per lo più superficiale e distratto, abituato a un mercato editoriale inflazionato da libri mediocri e perciò capaci solo di successo effimero: si veda la ferma denuncia del Parini, che fa venire in mente alcune pagine delle Illusions perduesdi Balzac, ambientate negli stessi anni della stesura dell'operetta.Non per caso i tesùpresi in esame sono di natura assai differente: nel primo saggio una delle Operette 1norali, il Franttnento apocrifo di Stra tone da Lanipsaco; nel secondo alcune riflessioni dello Zibaldone, tra cui un testo parùcolarmente ampio, il microtrattato sul fuoco; nel terzo uno dei CXI Pensieri, il LXVIII, e una poesia, La ginestra - a dimostrazione che Leopardi ricorre a fo1me di scrittura assai diffe renti tra di loro per raggiungere e, direi, foggiare il suo pubblico - . Analogamente Nietzsche ha tradotto nelle proprie opere saggisùco/polemiche (la seconda Inattuale sulla storia) o profetico/parodistiche (Così parlò Zarathustra) alcuni temi delle sublimi poesie del Recanatese, sopra a tutte il Canto notturno. I capitoli dedicati rispettivamente al confronto con l'interpretazione materialisùca di Spinoza e con la concezione kantiana del sublime, possono essere considerati come i prolegomeni storico-filosofici alla ricostruzione della metafisica di Leopardi, lo "strato- 10 ll\"TRODUZIONE nismo", cioè il materialismo letterariamente attribuito in una delle più significative Operette 1norali al terzo scolarca del Peripato, Stratone di Lampsaco, detto "il Fisico". In realtà, si tratta di una proposta metafisica che richiama da vicino il Systè11ze de la Nature e il Bon sens del barone d'Holbach, la quale guarda a sua volta a una tradizione che può farsi risalire a Spinoza o, piuttosto, allo spinozismo materialisticamente inteso. Tale prospettiva materialistica si riassume nel cii-colo perpetuo della Natura-Sostanza, che produce e di strugge i singoli esistenti, i modi finiti, senza che si possa ravvisare in ciò un qualche scopo. In tale cu:colo, tuttavia, si creano fonne non strettamente funzionali alla riproduzione che l'esistenza fa di sé generando e distruggendo gli esistenti - la grandezza e nobiltà d'animo, l'amicizia e l'amore, la noia, la conoscenza, la poesia - , fo1me eccedenti l'economia della Natura, forme sublitni, senza che perciò l'uomo possa arrogarsi il vanto di appartenere a un altro ordine, diverso e superiore a quello naturale, come invece avviene nell'e sperienza del sublime ripensata da Kant. Il secondo capitolo indaga invece il rapporto con Giambattista Vico e la comune fonte classica, il poe ma di Lucrezio sulla natura, dal punto di vista della storia della civilizzazione. Si tratta di un'indagine che, piuttosto che affidarsi allo studio delle fonti indirette, come è stato per il rapporto con Spinoza e con Kant, si riferisce piuttosto a problemi e soluzioni affini, che hanno la loro matrice appunto nella storia della civiliz zazione descritta nel quinto libro del De reru111- natura. Il risultato sarà l'emergere di una serie di variazioni che differenziano le ricostruzioni dei due grandi pen- 11 Massimiliano Biscuso satori italiani all'interno della comune adesione a un modello caratterizzato dal primitivismo (d a intendersi come riconoscimento di una forma di vita naturale ma già umana), dal pluralismo dei diversi assi della civilizzazione umana e dalla loro su-etta conelazione. Nel quatto capitolo vengono ricosu-uiti il rappotto di Nietzsche con Leopardi e l'interpretazione che il pensatore tedesco diede della poesia del Recanatese, sotto il segno schopenhaueriano del pessimismo. Nulla si concede, invece, al confronto tipologico e all'indi viduazione di analogie; tantomeno si ricorre alle ca tegorie di "anticipazione" e "precorrimento", le quali inflazionano gran parte degli studi sull'argomento, nonostante la professione di fede antistoricistica degli interpreti, perché esse appartengono pienamente alla metafisica dello storicismo, cioè alla credenza che la filosofia che segue nel tempo sia «più sviluppata, più ricca e più concreta» di quella che la precede, come una volta ebbe a dire Hegel. Questo libro non sarebbe apparso senza il fattivo interessamento del Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, avv. Massimiliano Marotta, e del Segretario Generale, dott.ssa Fiorinda Li Vigni. A questi amici va il mio più sentito ringraziamento. Dedico il presente lavoro alla memoria di Gerardo Marotta, maestro di virtù civili. Roma, 19 luglio 2018 12 Avve1tenza Spinozis1no e stratonistno. L'invenzione della tradizio ne 111aterialistica riprende, con qualche aggiornamento e l'integrazione dell'appendice, Stratonistnoe spinozis1no. L'invenzione della tradizione 111.aterialista in Leopardi~ in Spinoza. Ricerche e prospettive. Per una storia dello spi nozis1120 in Italia. Atti delle Giornate di studio in onore di Emilia Giancotti, Urbino 2-4 ottobre 2002, a cura di C. Santinelli e D. Bostrenghi, Bibliopolis, Napoli 2007, pp . .351-.370. L'appendice riproduce la seconda parte di Una filosofia del desiderio. Rassegna di alcune recenti pubblicazioni sul pensiero di Leopardi, apparsa su "Filosofia Italiana", X, 2015, 1. Tra Lucrezio e Vico: religioni~ tecniche, società, lin guaggio è la rielaborazione della relazione, inedita, te nuta al Gabinetto Vieusseux di Firenze il24 novembre 2017. L'appendice riproduce, con qualche lieve varia zione, la recensione a Marco Balzano, I confini del sole. 13 Massimiliano Biscuso Leopardi e il Nuovo Mondo, Marsilio, Venezia 2008, apparsa su "Filosofia Italiana", IX, 2014, 2. Kant e ilp aralogis1110 delsublùne riproduce, con lievi modifiche e alcune integrazioni, Leopardi: Kant e t'l paralogis111.o del sublùne, apparso in "Quaderni Mate rialisti", II, 2003, pp. 123-154. Nietzsche e il pessùnistno di Leopardi è uscito su "Fi losofia Italiana", XII, 2017, 1, e si ripubblica qui con pochissimi ritocchi. Il testo prende spunto da alcuni passi di Leopardi: Nietzsche e la dialettica del nichilis,no ("Passaggi", Approssùnazioni teologiche e filosofiche 2, v, 1991, 3, pp. 42-69), la cui impostazione complessiva mi appare oggi non più sostenibile. 14 I STRATONISMO E SPINOZISMO L'INVENZIONE DELLA TRADIZIONE MATERIALISTA 1. Una questione aperta Ricostruendo la storia delle interpretazioni spino ziane che la cultura filosofica italiana aveva avanzato tra i decenni finali del XVIII secolo e la seconda metà del successivo, Emilia Giancotti cita una sola volta, e in maniera affatto cursoria e indiretta, Giacomo Leo pardi quale destinatario di una lettera del suo amico Vincenzo Gioberti1 La circostanza non stupisce, anzi • avrebbe stupito il contrario, perché in Leopardi sono rinvenibili solo rarissimi e generici cenni a «Spinosa» 1 Emilia Giancotti, Spinoza in Italia tra Illuminismo e Roman ticismo. Dall'opposizione alc onfronto, in Studi su Hobbes e Spinoza, a cura di D. Bostrenghi eC. Santinelli, Bibliopolis, Napoli 1995, pp. 211-230: 224. Leopardi non è mai menzionato neppure in Cristina Santinelli, Spinoza in Italia. Bibliografia degli scn'tti italiani di Spinoza dal 1675 al 1982, Pubblicazioni dell'Università degli Studi di Urbino, Urbino 1983. 15

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