Leonardi Bigolli Pisani vulgo Fibonacci Liber Abbaci edidit En r ic o G iu st i adiuvante Pa o l o d 'A l e ssa n d r o Y Leo S. Olschki MMXX MUSEO GALILEO ISTITUTO E MUSEO DI STORIA DELLA SCIENZA FIRENZE u n iv e r s it A d i pisa museo Istituto e Museo UniversitA galileo di Storia vi FrajKjfm > di Pisa della Scienza BIBLIOTECA DI NUNCIUS STUDI E TESTI ------------------ LXXIX ------------------ Leonardi Bigolli Pisani vulgo Fibonacci Liber Abbaci edidit E n r ic o G iu st i adiuvante Pa o l o d 'A l e ssa n d r o ► i Leo S. Olschki MMXX Tutti i diritti riservati Casa Editrice Leo S. Ol schki Viuzzo del Pozzetto, 8 50126 Firenze www.olschki.it Volume pubblicato con il contributo di REGIONE Ministero TOSCANA dei beni e delle attivita cultural] e del turismo ISBN 978 88 222 6658 3 A Francesca che ha convissuto per vari anni con un ospite molto esigente INDICE — CONTENTS Prefazione di Paolo Galluzzi e Paolo Mancarella ix Introduzione xiii 1. Leonardo Bigollo Pisano vulgo Fibonacci. xiii 2. Sulla data della seconda edizione dei Liber Abbaci. xvii 3. Alia corte delVimperatore. xviii 4. Il Liber Abbaci. xxiv 5. L’edizione. xxvii 6. I manoscritti esistenti. xxix 7. Uarchetipo 0). XXXV 8. Lafamiglia a. xxxvii 9. I codici CDEKOU. xlv 10. Il codiceS. xlvi 11. I codici FR e lafamiglia (p. xlvii 12. Criteri editoriali. lii 13. Note al testo. liv 14. Ringraziamenti. lix Introduction lxi 1. Leonardo Bigollo Pisano vulgo Fibonacci. lxi 2. Dating the Liber Abbaci''s second edition. lxv 3. At the emperor’s court. lxvi 4. The Liber Abbaci. lxxii 5. The edition. lxxv 6. The extant manuscripts. lxxvii 7. The archetype 0). lxxxiii 8. The family a. lxxxvi 9. The codices CDEKOU. xciv 10. The codex S. xcv 11. The codices FR and the family (p. xcvi 12. Editorial criteria. ci 13. Notes on the text. ciii 14. Acknowledgments. cviii Vll INDICE — CONTENTS Appendice 1. Varianti ortografiche / Appendix 1. Orthographic Variants. cix Appendice 2. Lacune e omissioni / Appendix 2. Lacunae and omissions. cxvii Leonardi Bigolli Pisani Liber Abbaci Capitulum primum 3 Capitulum secundum 13 Capitulum tertium 33 Capitulum quartum 39 Capitulum quintum 43 Capitulum sextum 79 Capitulum septimum 107 Capitulum octavum 141 Capitulum nonum 205 Capitulum decimum 235 Capitulum undecimum 249 Capitulum duodecimum 285 Capitulum tertium decimum 499 Capitulum quartum decimum 547 Capitulum quintum decimum 595 Appendix critica 693 — viii — PREFAZIONE Vede la luce, grazie alle cure di Enrico Giusti, coadiuvato da Paolo d’Alessandro, la prima edizione critica completa di un testo che e alle origini della cultura moderna: il Liber abbaci di Leonardo Pisano, meglio noto dal XIX secolo in poi come Leonardo Fibonacci. Si tratta di un’opera che si colloca se non ali’alba, sicuramente nel primo mattino della civilta del Rinascimento in Italia: in essa Leonardo riuniva in una summa di cen- tinaia e centinaia di carte il sapere matematico che era andato scoprendo nelle piazze commerciali di un Mediterraneo tornato nel corso del XII secolo a essere luogo di scambi, incontri e scontri fra il mondo latino, le terre mussulmane e 1’Oriente greco. Questo Liber de numero - come egli lo chiamava, passato poi alia storia come liber abbaci: il libro dei calcolo - presentava gli algoritmi basati sulla notazione posizionale (i numeri indiani) e la loro applicazione ai problemi con cui la nuova classe mercantile, che stava emergendo dalla rinascita dell’Occidente, si trovava continuamente a far fronte: costi- tuzione di societa, cambi di monete, cambi di unita di misura, baratti, interessi e sconti. Il tutto non solo presentato con chiarezza di esempi e con rigore, ma anche comple- tato da terni di matematica “dilettevole e curiosa” (basti citare i famosi problemi della scacchiera e quello dei conigli) e da argomenti di matematica superiore, quali algorit mi complessi per cio che oggi chiameremmo risoluzioni di sistemi di equazioni lineari, estrazioni di radici quadrate e cubiche, risoluzione di equazioni di secondo grado. Il Liber abbaci sarebbe ben presto diventato una delle basi su cui si sviluppo nel- 1’Italia dei secoli XIII-XVI un fenomeno dei tutto nuovo: le “scuole d’abaco”, un’isti- tuzione fondamentale per la storia d’Europa. La diffusione di queste scuole, ancora esitante nel XIII secolo, fiorira a partire dall’inizio del Trecento. Si legga il passo della Cronica di Giovanni Villani (1276-1348): Istimavasi avere in Firenze da novantamila di bocche tra uomini e femmine e fanciulli, per 1’aviso del pane bisognavano al continuo alia citta. ... Trovamo che’ fanciulli e fanciulle che stavano a leggere del continuo da ottomila in diecimila. I garzoni che stavano ad aprendere l’abbaco e algorisimo in sei scuole da mille in milledugento. E quelli che stavano ad aprendere gramatica e loica in quattro grandi scuole da cinquecentocinquanta in seicento.1 1G. Villani, Nuova Cronica, XII.94, edizione critica a cura di G. Porta, Fondazione Pietro Bembo, Guanda, 1991, vol. III. Abbiamo riportato in lettere i numeri romani delToriginale. IX