Che cos'è l' SC/10 SC/10 non è soltanto una nuova collana, ma anche - e soprattutto - una nuova e moderna concezione editoriale: l'high quality pa perback, come è stato chiamato in America e in Inghilterra, e ci~ l'edizione economica, grazie a un'alta tiratura, di opere di alto livello culturale e scientifico. In Italia il libro di cultura; sia esso l'opera sto rica, l'indagine sociologica, filosofica o scientifica, il saggio di estetica o di critica letteraria, ha quasi sempre un prezzo superiore alle possi bilità del lettore medio. SC/10, in virtu di un prezzo accessibile, presenta ora a un vastissimo pubblico una serie di libri che si distinguono per rigore di selezione, praticità di formato ed eleganza grafica. SC/10 offre ad ogni persona colta la possibilità di arricchire la pro pria biblioteca di testi classici, antichi e moderni, di saggi contempo ranei, di strumenti di consultazione. SC/1 O intende offrire alla scuola e agli studenti i mezzi per uno studio piu vivo e aperto; è la proposta, rivolta a tutti, di una lettura che non sia soltanto evasione. 1.ouis Althusser è nato nel 1918 vicino ad Algeri. Da studente militò nelle organizzazie1ni cattoliche: poi la guerra contro il fascismo e la resistenza lo avvicinarono alla questione sociale in quanto lotta di classe, finché, nel 1948, entrò nel PCF. 1:: professore di filosofia all'Ecole Normale, e autore di uggere il Capitale e Per Marx (entrambi tradotti in italiano). Conosce bene l'Italia, di ,ui segue aucotamcote gli sviluppi sociali e politici e le vic;ende culturali. Etieone Balibar, nato il 23 aprile 1942 ad Avallon (Yonne), professeur agrégé <li filosofia, esercita auualmente le funzioni di assistente all'Università di Pa rigi-I. Louis Leggere Althusser Il Capitale e Etienne Balibar Feltrinelli Titolo dell'ope,a originale: Lire Le Capitai Al lettore italiano ( Copyright O 1965, Librairie F rançois Maspero) Traduzione dal francese di: Raffaele Rinaldi e Vanghelis Oskian Prima edizione italiana: febbraio 1968 Prima edizione riveduta e correi/a nell'SC/10: marzo 1971 Terza edizione marzo I 980 Copyright by ~ Giangiacomo Fehrinelli Editore Milano De1ign: Boob Noorda e Massimo Vignelli/Unimark I. Questa edizione italiana di Lire Le Capitai differisce, per· molti riguardi, dall'edizione francese. Da un lato, è una edizione alleggerita, giacché per permetterne la pubblicazione in un solo volume, abbiamo omesso alcuni importanti contributi (le relazioni di Rancière, di Macherey e di Extablet). Dall'altro lato, essa è un 'edizione rivista e corretta, e quindi in parte nuova: diverse pagine, soprattutto nel testo di Balibar, sono inedite in francese. Tuttavia le rettifiche (tagli, aggiunte) che abbiamo apportato al l'originale non riguardano né la terminologia, né le categorie e i con cetti di cui si è fatto uso, né i loro rapporti interni e neppure l'interpre tazione generale che abbiamo presentato dell'Opera di Marx. Questa edizione italiana di Lire Le Capitai, diversa dall'edizione francese, alleggerita e migliorata, riproduce e rappresenta dunque strtt• tamente' le posizioni teoriche del testo originale. 2. Quest'ultima precisazione è necessaria. Poiché infatti, per riguar do verso il lettore e per semplice onestà, abbiamo tenuto a rispettare integralmente una terminologia e delle posizioni filosofiche, che ci sembra però sia ora indispensabile rettificare su due punti precisi. Nonostante le precauzioni prese per distinguerci dall'ideologia •strutturalista" (a bbiamo detto molto chiaramente che la • combina zione" che si trova in Marx "non ha nulla a che vedere con una com binatoria"), nonostante il decisivo intervento di categorie esterre allo "strutturalismo" (determinazione in ultima istanza, dominazione subor dinazione, surdcterminazione, processo di produzione, ecc.), la ter minologia che abbiamo impiegato era da diversi punti di vista troppo vicina alla terminologia "strutturalista" per non dar luogo a un equi voco. :e: accaduto che, escluse alcune rare eccezioni (q uelle di alcuni critici perspicaci che hanno ben afferrato la differenza), la nostra in- 7 tcrprctazione di Marx è stata generalmente acc.olta e giudicata, in omag Londra, 18 marzo 1872 gio alla moda attuale, c.ome •strutturalista.• Pensiamo che la profonda tendenza dei nostri testi non si riallacci, nonostante gli equivoci terminologici, all'ideologia •strutturalista.• Al cittadino Maurice La CMtre Speriamo che il lettore italiano vorrà ric.ordare quest'affermazione, ve Caro cittadino, rificarla e sottoscriverla. Di c.ontro, abbiamo ora tutte le ragioni di pensare che una tesi plaudo alla vostra idea di pubblicare la tra• da me avanzata sulla natura della filosofia esprima, malgrado tutte le duzionc del Cafitale a dispense periodiche. In precisazioni fatte, una certa tendenza • teoricista. • Piu precisamente, questa forma l'opera sarà piu accessibile alla classe operaia; e per mc questa considerazione la definizione (data in Per Marx e ripresa nella Prefazione a Lire Le è piu importante di tutte le altre. Capitai) della filosofia c.ome Teoria della pratica teorica è unilaterale Questo ~ il lato _bel!~ dcUa vostra medaglia, e perciò inesatta. Non si tratta, in questo caso, di un semplice equivoco ma eccone 11 rovescio: ,I metodo d'analisi, che terminologie.o, ma di un'inesattezza nella c.oncezione stessa. Definire h~ adoprato e che non era ancora mai stato ap la filosofia unilateralmente c.ome Teoria delle pratiche teoriche (e , c.on phcato ad argomenti economici, rende abbastan seguentemente, c.ome Teoria della differenza delle prat\che) è una for za ardua la lettura dei primi capitoli, cd è da mulazione che non può non provocare effetti cd echi teorici e politici temere ~hc i_l pubblico francese, sempre impa sia •speculativi," sia •positivisti." ziente d1 arnvare alla conclusione, avido di co Le conseguenze di tale inesattezza, che riguarda la definizione della n~sc~re il ~es~o dei principi geC1erali coi probic filosofia, possono essere ric.onosciute e delimitate in alcuni punti precisi m, 1mmcd1at1 che lo appassionano, s'impenni della Prefazione a Lire Le Capit al. T rannc alcuni dettagli minori, tali perché non può subito andare avanti. Contro questo svantaggio non posso far nien c.onseguenze non intaccano l'analisi che abbiamo c.ondotto sul Capitale te, fuorché, tuttavia, avvertire e premunire i ("L'oggetto del capitale" e la relazione di Balibar). lettori che cercano il vero. Per la scienza non Avremo occasione di rettificare la terminologia e di c.orreggerc c'è via maestra, e hanno possibilità di arrivare la definizione della filosofia in una serie di studi di prossima pubbli alle sue cime luminose soltanto coloro che nOQ cazione.1 temono di stancarsi a salire i suoi ripidi sentieri. Louis Althusser Vi assicuro, caro cittadino, della mia devo- Parigi, 5 dicembre 1967 zione. KuLM.ux 1 Vedi, alla fioc del pracJJtc volume il tcslo di una rOOl!'ntc lettc'ta sull.a. ~ione gramsci2na della filosofia. 8 Prefazione Dal "Capitale" alla Filo1ofia di Marx DI LOUIS ALTHUSSEll Gli interventi che seguono $ODO stati pronunziati alla Eco/e Nor male nei primi mesi del 1965 nel corso di un Seminario di studi dedi c:no al Capùale. Essi denunciano queste circostanze: non solo nella composizione, nel ritmo, nel carattere didattico o parlato delle loro espressioni, ma anche e soprattutto nelle loro diversità, nelle ripetizioni, nelle esitazioni e nei rischi della ricerca affrontata. Avremmo potutX> riprenderli con calma, correggerli per confronto, ridurne i limiti dcllc variazioni, unificare la terminologia, le ipotesi e le conclusioni, esporre la materia trattata nell'ordine sistematico di un discorso organico, ten tare cioè di comporre un'opera compiuta. Senza considerare ciò che essi avrebbero dovuto essere, abbiamo preferito editarli cosi come sono: testi giustamente incompiuti, i semplici inizi di una lettura. 1. C.crto tutti noi abbiamo letto, e leggiamo Il Capitale. Da circa un secolo ormai possiamo leggerlo in trasparenza attraverso i drammi e i sogni della nostra storia, le sue convulsioni e i suoi conflitti, attra verso le sconfitte e le vittorie del movimento operaio che è la nostra sola speranza e destino. Da quando siamo "venuti al mondo" non ab biamo smesso di leggere Il Capitale negli scritti e nei discorsi di coloro che, morti e vivi, l'hanno letto, bene o male, per noi: Engels, Kautsky, Plcchanov, Lenin, Rosa Luxcmburg, Trockij, Stalin, Gramsci, i diri genti delle organizzazioni operaie, loro sostenitori o loro avversari: filo. soli, economisti, politici. Ne abbiamo letto dei frammenti, dei "pezzi" che la particolare situazione aveva "scelto" per noi. Tutti, piu o meno, abbiamo letto il Primo Libro, dalla "merce" alla • espropriazione degli cspropriatori." Tuttavia, un giorno, bisognerà leggere, e letteralmente, Il Capitole. Leggere l'intero testo, i quattro libri, riga dopo riga, riprcn- 1.3 dere dieci volte i primi capitoli, o gli schemi della riproduzione sem oggetto già definito fuori di esso, senza mettere in discussione questo plice e dclla riproduzione allargata, prima di giungere, dagli aridi e oggetto stesso. ~~gcre li Capitale da storico, avrebbe significato leg brulli altopiani del Secondo Libro, alle terre promesse del profitto, del gerlo ponendogli il problema del rapporto tra le sue analisi storiche l'interesse e della rendita. Ancora: bisogna leggere li Capitale non solo con un oggetto storico già definito fuori di esso, senza mettere in di nella traduzione frana:se (sia pure per il I Libro quclla di Roy, che scussione questo oggetto stesso. Leggere li Capitale da logico, avrebbe Marx ancor piu che rivista aveva rifatta), ma, almeno per i capitoli si_gnificato porgli il problema dei suoi metodi espositivi e di dimostra teorici for.damentali, e per tutti i passaggi in cui affiorano i concetti zione, ma astrattamente, ancora una volta senza mettere in discussione chiave di Marx, nel testo tedesco. Con questa impostazione avevamo l'oggetto cui si riferiscono i metodi di questo discorso. deciso di leggere li Capitale. Gli interventi scaturiti da queste pre Leggere li Capitale da filosofo corrisponde esattamente a porre in messe non sono che le diverse stesure personali di questa lettura: ognu discussione l'oggetto specifico di un discorso specifico e il rapporto di '?n no si è aperto a suo modo la via attraverso l'immensa foresta del libro. q~csto discorso il suo oggetto, corrisponde dunque a porre all'unità E se li riproduciamo nella loro forma immediata, senza variazioni, ducorso-<>ggetto 11 problema dei fondamenti epistemologici che distin è proprio per rendere espliciti tutti i rischi e i vantaggi di questa av guono tale unità da altre forme di unità discorSO-Oggetto. Solo questa ventura; è per far ritrovare, allo stato embrionale, al lettore l'esperienza lettura è_ discriminante. per rispondere alla domanda sul posto occupato stessa di una lettura; e che il pungolo di questa prima lettura lo con dal Capitale nella stona del sapere. Questa domanda si formula cosl: duca, a sua volta, ad una seconda che ci porterà piu avanti. 1~ Caf1!tale è una semplice produzione ideologica tra altre, una costru zione tn forma hegeliana dell'economia classica, l'imposizione al campo della realtà economica di categorie antropologiche definite nelle Opere 2. Filosofiche Giovanili, la "realizzazione" delle aspirazioni idealiste della Poiché non esiste una lettura innocente, diciamo subito di quale let Question~ Ebraica e de! Manoscritti del '44? li Capitale è la semplice tura siamo colpevoli. prosccuz1one, e come 1I completamento dell'economia politica classica Eravamo tutti filosofi. Non abbiamo letto li Capitale da econo d~lla quale Marx avrebbe ereditato l'oggetto e i concetti? li Capitale si di misti, da storici o da letterati. Non abbiamo chiesto al Capitale delle sungue allora dall'economia classica non per il suo oggetto ma per il suo risposte sul suo contenuto economico o storico, come pure sulla sua solo met~?: la dialettica_ ripr~ da Hegcl? Oppure, al contrario, li Capi "logica~ interna. Abbiamo letto li Capitale da filosofi, ponendogli dun tale cosutwscc una vera nvolUZ1one epistemologica nel suo oggetto, nel suo que un'altra domanda. Per arrivare al nocciolo confessiamo: gli abbiamo metodo e nella sua teoria? li Capitale rappresenta la fondazione in posto il problema del rapporto col suo oggetto, dunque nello stesso atto di una nuova disciplina, la fondazione in atto di una scienza, - e tempo il problema della specificità del suo oggetto e qucllo della spe quindi un avvenimento di rilievo, una rivoluzione teorica che relega al cificità del suo rapporto con tale oggetto; vale a dire il problema tempo stesso l'economia politica classica e le ideologie hegeliane e fe della natura del tipo di discorso oostruito per trattare questo oggetto: uerbachiane nella sua preistoria - l'inizio assoluto della storia di una il problema del discorso scientifico. E poiché non esiste definizione che scienza? E se questa scienza nuova è teoria della storia, non permette non operi una differenza, abbiamo posto al Capitale il problema della un esame a ritroso dclla conoscenza della propria preistoria, e quindi duferenza specifica tanto del suo oggetto che del suo discorso, doman di veder chiaro sia ncll'ccooomia classica che nelle Opere Filosofiche dandoci, in ogni momento della lettura, in che cosa l'oggetto del Ca Giovanili di Marx? Tali sono le implicazioni· del problema epistemo pitale si distingue non solo dall'oggetto dell'economia classica (e anche logico posto al Capitale attraverso una lettura filosofica. moderna), ma anche dall'oggetto delle Opere Giovanili di Marx, in . Una lettura filosofica del Capitale è dunque l'opposto di una lettura t particolare dall'oggetto dei Manoscritti del 'H, e dunque in che cosa lllDocente. · una lettura colpevole, che però non assolve il proprio er il discorso del Capitale si distingue non solo dal discorso dell'economia rore nella sua confessione. Al contrario essa rivendica il suo errore come t classica, ma anche dal discorso filosofico (ideologico) del giovane Man:. un • buon errore," e lo difende mostrandone la necessità. dunque una Leggere li Capitale da economista, avrebbe significato leggerlo po lettura eccezionale che si autogiust.ifica come tale ponendo a ogni lettura nendogli il problema del contenuto e del valore economico delle sue colpevole la domanda stessa che ne smaschera l'innocenza, la semplice analisi e dei suoi schemi, dunque paragonare il suo discorso a un domanda della sua innocenza: che cosa significa leggere? 14 15 3. del leggere, e conseguentemente dello scrivere, sia stato anche il primo al mondo a proporre contemporaneamente una teoria della storia e una Sebbene ciò possa apparire paradossale, possiamo ipotizzare che, filosofia dell'opacità dell'immediato; al fatto che in lui per la prima =nell a storia della cultura umana, la nostra epoca rischia di ~brare volta al mondo un uomo abbia cos{ saldato l'essenza del leggere e l'es giorno segnata dalla prova piu drammatica e faticosa che vi sia: la senza della storia in una teoria della differenza tra l'immaginario e il scopena e l'apprendimento del senso dei gesti piu "semplic~ • ve vero, possiamo capire come necessariamente Marx sia divenuto Marx dere, ascoltare, parlare, leggere, quei gesti che pongono gli uomini in solo fondando una teoria della storia e una filosofia della distinzione rapporto con le loro opere e con quelle rimaste inespresse che sono la storica tra l'ideologia e la scienza e come in ultima analisi questa fon loro "assenza di opere.• Contrariamente a tutte le apparenze ancora dazione si sia sostanziata nella lacerazione del · mito religioso della dominanti, non è alla psicologia, costruita sull'assenza del loro concetto, lettura. che dobbiamo queste conoscenze sconvolgenti, ma ad alcuni uomini: Laddove il giovane Marx dei Manoscritti del '44 leggeva a libro Marx, Nietzsche e Freud. Solo dopo Freud cominciamo a sospettare aperto, immediatamente, l'essenza umana nella trasparenza della sua ciò che ascoltare, quindi parlare (e tacere), vuol dire; ciò che questo alienazione, Il Capitale, al contrario, prende l'esatta misura di una di "vuol dire" del parlare e dell'ascoltare rivela sotto l'innocenza della stanza e di uno scarto interno al reale, inscritti nella sua struttura, e tali parola e dell'ascolto: la profondità di un secondo, del tutte diverso di da rendere illeggibili i loro stessi effetti, che fanno dell'illusione della scorso, il discorso dell'inconscio. 1 loro lettura immediata l'ultimo dei loro effetti: il feticismo. Oserei sostenere che è dopo Marx che dovremmo cominciare a Bisognava giungere alla storia per sorprendere il mito del leggere sospettare ciò che, almeno in teoria, leggere, e quindi scrivere, vuol dire. nella sua tana, poiché è dalla storia, in cui gli uomini lo onoravano col Non è sicuramente un caso se abbiamo potuto ridurre tutta la pretesa culto delle loro religioni e delle loro filosofie, che essi l'avevano proiet• ideologica, che domina nei Manoscritti del '44 e bazzica ancora, di na tato sulla natura per non soccombere nell'audace impresa di conoscerla. scosto con le tentazioni di ricadute storicistiche del Capitale, all'inno La religione storica della lettura si poteva spiegare solo partendo dalla cenza esplicita di una lettura. Per il giovane Marx conoscere l'essenza storia pensata, dalla teoria della storia: scoprendo cioé che la storia de delle cose, l'essenza del mondo storico umano, delle sue produzioni eco gli uomini, quale si trova nei libri, non è un testo scritto sulle pagine di nomiche, politiche, estetiche e religiose è tutt'uno col leggere (lesen, ho un libro, scoprendo che la verità della storia non si legge nel suo discor rauslesen) manifestamente la presenza dell'essenza "astratta• nella tra so manifesto perché il testo della storia non è un testo in cui parlerebbe una sparenza della sua esistenza "concreta.• Che in questa lettura immediata voce (il Logos) ma la inaudibile e illeggibile traccia degli effetti di una dell'essenza nell'esistenza s'esprima il modello religioso del Sapere Assolu struttura di strutture. Ci si potrebbe convincere, seguendo alcuni di que to hegeliano, quella Fine della Storia, in cui il concetto diviene infine sti interventi, che, ben lungi dall'usare metafore, prendo alla lettera i ter chiaramente visibile, fisicamente presente tra noi, tangibile nella sua esi mini che impiego. Rompere col mito religioso della lettura questa neces sten.za sensibile in cui questo pane, questo corpo, questo viso e questo uo sità teorica ha assunto in Marx la sua forma precisa nella rottura con la mo sono lo Spirito stesso, ceco ciò che ci mette in condizione di compren concezione hegeliana del tutto come tota.lità "spirituale," piu precisa dere che la nostalgia di una lettura a libro aperte, del "Gran Libro del · mente come totalità espressiva. Non è un caso se, sollevando la pic Mondo" galileiano esso stesso, è piu vecchia di ogni scienza che rumini · cola foglia della teoria della lettura, scopriamo una teoria della ancora sordamente i fantasmi religiosi dell'epifania, della parusia e espressione; non è un caso se scopriamo questa teoria della totalità l'affascinante mito delle Scritture in cui, vestita delle proprie parole, espressiva (in cui ogni parte è pars totalis, immediatamente espressiva la verità aveva per corpo il Libro: la Bibbia. Ecco che cosa ci consente del tutto che l'abita di persona) come quella in cui per l'ultima volta di sòspcttare che per trattare la natura o il reale come un libro in cui, e sul terreno della storia stessa in Hegel si sono raccolti tutti i miti secondo Galileo, parla il muto discorso di W1a lingua "composta di religiosi come complementi della voce che parla (il Logoy nelle sequen quadrati, di triangoli e di cerchi,• bisogna essere posseduti da una cena ze di un discorso; della Verità che abita la propria Scrittura; dell'orec idea del leggere, che fa di un discorso scritto la trasparenza immediata chio che ascolta e dell'occhio che legge tale discorso: per scoprirvi (se del vero, e del reale il discorso di una voce. sono puri) la parola della verità che abita di persona ciascuna delle Pensando al fatto che Spinoza, che per primo ha posto il problema sue Parole. 16 17 t forse necessario aggiungere che una volta spezzata la compliciù lettura in ch.iavc, in cui il testo di Smith è visto attraverso il testo · di religiosa istituita tra il Logos e l'Essere; tra questo Gran Libro che era, Marx proiettato su di esso come la sua misura, non è che una rivela nel suo stesso essere, il Mondo, e il discorso della conoscenza del zione di accordi e di disaccordi, il consuntivo di ciò che Smith ha sco mondo; tra l'essenza delle cose e la sua lettura; una volta rotti questi perto e di ciò che ha mancato, dei suoi meriti e delle sue debolc:z.zc, taciti patti in cui gli uomini di un tempo ancor fragile si proteggevano delle sue presenze e delle sue assenze. Infatti questa lettura è una let con legami magici dalla precarietà della storia e dal tremore delle loro tura teorica retrospettiva in cui ciò che Smith non ha potuto vedere e stesse audacie; è necessario forse, dicevamo, aggiungere che una volta comprendere appariva solo come una lacuna radicale. Certe lacune rin rotti questi legami, una concezione nuova del discorso diveniva infine viano ad altre, e queste ultime a una prima: ma questa stessa riduzione possibile? ci mantiene entro i limiti della constatazione delle presenze e dellé assenze. Quanto alle lacune, questa lettura non ne dà una ragione poi 4. ché la loro constatazione le annulla: è la continuità dd discorso di Marx che mostra, nel discorso di Smith, invisibili (per Snùth) lacune Ritorniamo ora a Marx per sottolineare la possibilità di cogliere sotto l'apparente continuità del suo discorso. Queste lacune Marx le non solo in ciò che dice, ma in ciò che fa, il passaggio stesso da una spiega spesso come distrazioni, assenze effettive di Smith: non ha prima idea e pratica della lettura a una nuova pratica della lettura e a visto ciò che tuttavia era sotto i suoi occhi, non ha afferrato ciò che una teoria della storia capace di fornirci una nuova teoria del leggere. tuttavia aveva a portata di mano. •Sviste," tutte pi6 o meno correlate Quando leggiamo Marx ci troviamo improvvisamente di fronte un a quella • enorme svista" che è la confusione tra capitale costante lettore che innanzi a noi, e ad alta voce, legge. Che Marx sia stato un e capitale variabile, che domina colla sua •incredibile" aberrazione lettore prodigioso, ci importa molto meno del fatto che egli abbia pro tutta l'economia classica. Di qui, ogni debolezza nel sistema dei con vato il bisogno di alimentare il suo testo di letture ad alta voce, non cetti che costituisce la conoscenza viene ridotta alla debolezza psico solo per il piacere delle citazioni o per scrupolo delle fonti (a questo logica del "vedere." E se sono le assenze del vedere che rendono ra riguardo egli aveva una vera e propria mania della precisione e i suoi gione delle sue sviste, è anche, e con un'unica necessità, la presenza avversari dovevano provarlo sulla loro pelle), non solo per quell'atteg• e l'acutezza del vedere che rende ragione della sua vista: di tutte le giamento di onestà intellettuale che gli faceva sempre, e largamente, conoscenze riconosciute. riconoscere il dovuto (e gli sapeva, ahimè, cosa sia un debito), ma per Questa logica unica della svista e della vista ci si mostra per quello ragioni profondamente radicate nelle condizioni teoriche del suo lavo che è: la logica di una concezione della conoscenza in cui il lavoro ro di scoperta. M~rx legge dunque ad alta voce davanti a noi non solo conoscitivo si riduce, nel suo principio, al riconoscimento del semplice nelle Teorie sul Plusvalori- (libro rimasto per massima parte allo stato rapporto della visione, in cui la natura del suo oggetto si riduce alla di appunti), ma anche nel Capitale: egli legge Quesnay, Smith, Ricar semplice condizione del dato. Ciò che Smith non ha visto per una de, do, ecc.; e li legge in un modo che sembra perfettamente limpido: per bolczza del vedere, Marx lo vede: ciò che Smith non ha visto era appoggiarsi su quello che essi hanno detto di giusto e per criticare ciò patente cd è proprio per questo, per la sua visibilità, che Smitb non che hanno detto di falso: insomma per porsi io rapporto ai maestri ha potuto vederlo e che invece Marx lo può. Siamo nuovamente rica riconosciuti dell'Economia Politica. Tuttavia la lettura che Marx con duti nel mito speculare della conoscenza come visione di un oggetto duce di Smith e Ricardo non è chiara se non per una certa lettura di ; dato, o lettura di un testo stabilito, che non sono altro, all'occhio del di questa lettura: per una lettura immediata che non interroga ciò che l'uomo, che la trasparenza stessa (poiché ogni peccato di ceciù come legge, ma che prende per oro colato le evidenze del testo. In realtà ogni virtu di chiaroveggenza appartiene con pieno diritto al vedere). la lettura che Marx conduce di Smith e Ricardo (che prenderò come Ma poiché si è sempre trattati nella stessa maniera che si usa con esempio) è, a ben vedere, alquanto singolare: è una doppia lettura gli altri, ceco Marx ridotto a Smith senza la miopia di questi: ecco o piutto;to una lettura che impiega due principi di lettura radicalmente ridotto a zero tutto il gigantesco lavoro attraverso cui Marx si è sot diversL tratto alla pretesa miopia di Smith; ridotto a una semplice differenza In una prima lettura, Marx legge il discorso del suo predecessore del vedere, questo giorno in cui tutte le vacche non sono pi6 nere; (per esempio Smith) attraverso il proprio discorso. Il risultato di questa ridotti a zero la distanza storica e lo scarto teorico in cui Marx pensa 18 19