Scovare quello che la gente si racconta è impresa difficile perché il romano è allusivo, ermetico, sfuggente e, se preso "di petto", diventa violento come il "greve" d'una volta: è strafottente, carnale, con la battuta facile, la voglia di vivere e di morire addosso. Eppure le leggende ci sono. Cecilia Gatto Trocchi le ha evocate, ha investigato fra la gente e nelle biblioteche, nel labirinto della città e in quello della sua memoria perché è e si sente "romana de Roma".