BERNARDINO BALDI LE VITE DE’ MATEMATICI Edizione annotata e commentata della parte medievale e rinascimentale a cura di ELIO NENCI FrancoAngeli INDICE Prefazione Pag- 11 Introduzione » 13 1. Brevi notizie sulla vita e le opere principali di Ber nardino Baldi » 13 2. Storia e descrizione dei manoscritti contenenti l'opera intitolata De le Vite de' Matematici » 21 Il Catalogo ipertestuale Franco Angeli è consultabile in Internet e su CdRom 3. Le forme della trasmissione delle notizie storiche Oltre 7.000 titoli, abstract e indici dettagliati. 70.000 autori. 60 riviste sono consultabi riguardanti le scienze matematiche prima del Baldi, li in modo ipertestuale su Internet con gli aggiornamenti sulle ultime novità, la possibi lità di effettuare ricerche per argomento, per autore./u// lext... Un sito agile, operativo, e la composizione delle Vite de' Matematici » 31 aggiornato a disposizione di tutti i lettori all'indirizzo WWW.FRANCOANGELI.IT 4. Metodo di composizione e peso delle singole disci pline matematiche nelle vite dei matematici medie Dalle discipline umanistiche all'economia, dalla psicologia all'architettura, dal management vali e moderni » 45 al diritto, all'informatica, ai servizi sociali, all'urbanistica, alla pedagogia, alla sociologia. FrancoAngeli è la più grande biblioteca specializzata in Italia. Una gamma di proposte per soddisfare le esigenze di ricerca e di aggiornamento di studiosi e professionisti e quelle della Criteri utilizzati per la trascrizione del testo e per la formazione universitaria. predisposizione dell’apparato critico » 53 Copyright © 1998 by FrancoAngeli s.r.l.. Milano. Italy Vite » 57 _____Edizione_____ ________________________Anno________________________ Leone Magno » 58 U 2* 3‘ 4' 5- 6J T 1998 1999 20(10 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Albumasaro » 66 È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi me/./o Messala » 71 effettuata, compresa la fotocopia, non autorizzata. Per la legge la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non donneai;/1'oulore. Ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita ed è punita Albategno » 74 con una sanzione penale (art. 17! legge 22.4.1941. n. 633). Chi fotocopia un libro, Isaeio Monaco » 82 cht mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica Alì Abenragele » 88 commette un furto e opera ai danni della cultura. Stampa: Tipomonza, via Merano IH. Milano. Arzahele >> 92 I lettori che desiderano essere informati sulle novità da noi pubblicate possono scrivere, Almansore » 96 inviando il loro indirizzo a: "FrancoAngeli. viale Monza 106. 20127 Milano . Ali Abenrodano - Punico » 98 5 pag. IBI Pavolo di Middelburgo Pag- 355 Guido Monaco »“ io4 Gemma Friso » 397 Hermantio Contratto » 109 Nicolò Copernico » 402 Emanuele Briennio » 115 Giovanni Martino Siliceo » 413 Alhazeno » 118 Giovanni di Roius » 417 Alchindo » 121 Pietro Apiano » 423 Ruberto B aconio » 125 Luca Gaurico » 426 Alpetragio » 134 Erasmo Reinoldo » 433 Gebro » 137 Orontio Fineo » 442 Alfagrano » 140 Giovanni Buteone » 456 Tebitte » 149 Giacomo Peietario » *467 Michele Scotto » 153 Giovanni Pena » 483 Giordano » 160 Pietro Pitato » 489 Giovanni di Sacrobosco » 171 Federico Commandino » 494 Ruggiero Bacone » 175 Alessandro Piccolomini » 520 Alfonso di Castiglia » 186 Bernardo Salignaco » 539 Campano » 198 Gioseffe Zarlino » 542 ViteUione » 202 Cristoforo Cìavio » 558 S o Dacoa'° Giovanni di Sassonia - Giovanni Ligne- Elenco delle vite secondo una più corretta collocazio- » 205 rio - Giovanni Estuido - Giovanni Ehgeno ne cronologica dei matematici » 578 » 212 Barlaamo » 218 Bibliografia delle opere direttamente utilizzate dal Andalo de’ Negri » 221 Baldi per la composizione delle vite » 580 Pavolo Geometra » 227 Henrico di Hassia » 231 Bibliografia delle opere maggiormente utilizzate nella Pietro d’Abaco » 238 stesura dell’apparato critico » 599 Gerardo Cremonese » 241 Giovanni Gmunde » 244 Ìndice dei nomi » 609 Giovanni Blanchino » 247 Giorgio Purbachio » 255 Nicolò di Cusa » 271 Giovanni di Monteregio » 291 Pavolo Fiorentino » 296 Nicolò Burtio » 299 Aquino - Alberto Pruteno » 301 Giovanni Stabio » 305 Battista Piasio » 309 G. Gioviano Pontano » 326 Giovanni Vernerò » 330 Fra' Luca dal Borgo S. Sepolcro » 345 Andrea Stiborio » 350 Giovanni Stoflero 7 6 miei genitori PREFAZIONE L’opera di Bernardino Baldi intitolata De le Vite de’ Matematici è il primo tentativo di storia delle scienze matematiche compiuto in epoca moderna. Parzialmente edita, ma con criteri del tutto ete rogenei, essa è stata spesso utilizzata, se non altro attraverso il bre ve sunto di essa, la Cronica de’ Matematici (Urbino, 1707), ma mai studiata in maniera approfondita. A tale stato di cose si è cer cato di ovviare in parte con questa edizione, dove attraverso un’ac curata analisi si è tentato di ricondurre il testo baldiano alle sue fonti originarie, in modo da far risaltare il più direttamente possibi le il metodo di lavoro dell’autore. Date le dimensioni dell’intera opera baldiana, che comprende quasi 2000 pagine manoscritte, si è posta l’attenzione solo sulla parte medievale e moderna di essa. Al vero e proprio lavoro di edizione abbiamo aggiunto un’introduzio ne generale dove si è cercato per prima cosa di presentare somma riamente la personalità di Bernardino Baldi, soprattutto per quanto riguarda la sua opera scientifica, attività quest’ultima che viene completamente taciuta nell’articolo del Dizionario Biografico degli Italiani dedicato a questo autore (art. di R. Amaturo); poi di ana lizzare brevemente le forme di trasmissione della storia delle mate matiche nel ’500, per capire il quadro di riferimento in cui il Baldi concepì l’idea di comporre un lavoro di così ampio respiro. Certa mente queste problematiche renderebbero necessaria un’analisi più approfondita, rispetto a quanto viene qui svolto, ma è d’altra parte innegabile che essa sarà attuabile solo sulla base di una conoscen za dell’opera baldiana nella sua interezza, oltre che attraverso uno studio comparato con le storie di altre discipline composte in quel lo stesso periodo. A conclusione del nostro lavoro abbiamo poi po- 11 sto una bibliografia che raccoglie pressoché tutte le opere utilizzate INTRODUZIONE dal Baldi nella stesura delle vite qui edite, e un indice dei nomi ci tati in esse; per mezzo dei quali sarà più facile sia l'individuazione delle fonti, che una prima analisi delle frequenze di utilizzo di al cune di esse. La realizzazione di questa edizione è stata resa possibile anche soprattutto attraverso gli stimoli e l’interesse di alcune persone che desidero qui vivamente ringraziare. In primo luogo il mio pensiero va ai Padri Rosminiani del Centro di Studi di Stresa, che a suo tem po permisero la riproduzione dei manoscritti baldiani conservati nel la loro biblioteca, rendendo così assai più agevole il mio lavoro. Poi desidero ringraziare cordialmente il Prof. Menso Folkerts, direttore dell’Institut fiir Geschichte der Naturwissenschaften della Ludwig- Maximilian Universitàt di Monaco di Baviera, così come tutto lo staff del Forschungsinstitut del Deutsches Museum della stessa città, 1. Brevi notizie sulla vita e le opere principali di Bernardino Baldi che più volte hanno reso possibile, attraverso una squisita ospitalità, lunghi e proficui periodi di studio presso le suddette istituzioni. Un Bernardino Baldi nasce ad Urbino il 5 o il 6 giugno 1553' da altro debito di riconoscenza va al Prof. Carlo Maccagni. che ha se Francesco Baldi e Virginia de’ Montanari. Dopo aver appreso le lin guito questo lavoro durante la preparazione della mia tesi di Dotto gue classiche da Giannantonio Turoneo. passa poi a frequentare la rato in Storia della Scienza presso l’Università degli Studi di Bari. cerchia delle persone che si riuniva intorno al famoso matematico Un ringraziamento del tutto particolare, anche in conseguenza Federico Commandino (1509-1575). Il Commandino stava svolgen dell’ormai più che decennale stimolante scambio di idee sugli argo do da molti anni un programma di edizioni, in traduzione latina con menti qui studiati, va al Prof. Gianni Micheli, da cui scaturisce an relativo commento, delle più importanti opere matematiche dell’an che il mio primo interesse per la figura e l’opera di Bernardino Bal tichità, e lo stesso Baldi partecipò attivamente a questa impresa. Di di. Infine ringrazio il Prof. Guido Canziani, che ha reso possibile questa edizione, ospitandola nel suo luogo naturale, cioè nella colla ce infatti nella vita del suo maestro parlando dell’accuratezza delle na edita dal Centro di studi del pensiero filosofico del 500 e 600 in figure delle sue opere2: “E ben poss’io notare questo fatto, poiché relazione ai problemi della scienza di Milano. essendo io giovanetto et attendendo con molta dolcezza a questi stu di, ne disegnai con molta pazienza grandissimo numero-’.” Ed ancora nel discorso posto avanti alla sua traduzione degli Automati di Hero- ne4: “Così de le Spiritali come di queste scrisse Herone, e non è 1. Il giorno 5 è riportato da I. Affò. Vita di Monsignor Bernardino Baldi da Ur bino primo abate di Guastalla. Parma. 1783. p. 2, sulla base di una testimonianza che si trovava manoscritta a Pesaro presso Annibaie Olivieri. 2. Vita di Federico Commandino, vedi infra. 3. Nell’edizione intitolata Bernardini Baldi Urbinatis Guastallae abbatis in Me chanica Aristotelis problemata exercitationes. Adiecta succinta narratione de auto- ris vita et scriptis. Magonza. 1621. si trova appunto la biografia del Baldi scritta da Fabrizio Scarloncino, in cui si legge (Reg.):( ):(3 verso): "... ubi quinquennium in tegrum Federico Commandino affixus omnes mathesos partes perdidicit, cui viro in delineandis figuris ad Euclidis. Pappi, et Heronis monumenta manum commodavit." 4. Di Herone Alessandrino De gli Automati, overo Machine Semoventi, libri due. tradotti dal greco da Bernardino Baldi Abbate di Guastalla. Venezia. 1589. p. 9 r. 12 15 molto che Federico Commandino tradusse le Spiritali in latino e le è la traduzione dei già citati Automati di Erone, la quale allora era illustrò di figure. Quelli poi che il medesimo Herone scrisse de le già finita come risulta dalla dedicatoria a Giacomo Contarmi posta Semoventi se ne vengono fuori da le tenebre de l’antichità illustrati all’inizio del libro9; “In fin da quel tempo che viveva la buona me et illuminati da noi; essendo stati essortati et inanimiti a farlo dal moria di Federico Commandino, io tradussi dal greco questi due li medesimo Commandino.” Studia dunque sotto la disciplina del bretti di Herone delle Machine Se moventi con animo di mandargli Commandino per cinque anni dal 1570 al 1575, anche se non si in luce nel tempo che dal medesimo furono stampati gli Spiritali di trattò di cinque anni pieni, in quanto dal 1573 al 1575 si recò a Pa questo stesso autore. Ma sopravenuto poi e distratto da molti altri dova per studiare medicina. Ma qui, come afferma egli stesso in una negotij, et impedito anco da 1’improvisa morte di lui, fui necessitato sua opera inedita5, invece di dedicarsi a questi studi frequenta con a lasciarli dormire.” assiduità le lezioni di filosofìa, e non disdegna quelle riguardanti le Subito dopo la morte del Commandino egli inizia a raccogliere le lettere classiche, diventando così stretto conoscente di “Emanuello notizie di cui si servì poi per comporre le Vite de’ Matematicil0, e Margunio Candiotto” che in quell’ateneo le insegnava. Segue inoltre inoltre prosegue i suoi studi di matematica con il matematico pesa le lezioni di matematica di Pietro Catena, anche se con poco profitto rese Guidobaldo del Monte (1545-1607). Riesce nel frattempo a tro come egli stesso afferma nella Cronica de’ matematici6 7: “PIETRO vare una sistemazione definitiva presso la piccola corte di Guastalla, CATENA (1573) Padovano. Mentre io mi trovavo nello studio di dove dal principe Don Ferrante Gonzaga viene assunto con il titolo Padova leggeva publicamente le matematiche, e da lui viddi esporre di matematico di corte. Siamo nel 1580 e il Baldi ha intanto compo le Medianiche d’Aristotile. Egli era vecchio e faceto di maniera, che sto un altro poemetto didascalico intitolato L’inventione del Bossolo spesso era piena la sua scuola di genti desiderose più di ridere che da navigare, una raccolta di paradossi matematici, ed ha inoltre co d’imparare. Non era huomo di profonda dottrina, e non ha dato fuori minciato a comporre quello che sarà il suo maggiore successo lette del suo che una semplice e picciola Sfera1.” A questo primo periodo rario La N auticaAl 1581 risale invece la sua conoscenza con S. della sua vita vanno ascritti alcuni lavori, come il poemetto didasca Carlo Borromeo (zio materno di Ferrante Gonzaga di Guastalla), del lico in versi sciolti intitolato L’Artiglieria, il Lauro (raccolta di poe quale egli fu ospite a Milano per alcuni mesi. Al Borromeo il Baldi sie amorose), e la traduzione dei Fenomeni d’Arato da lui iniziata in dedicherà una versione di un sermone di S. Giovanni Crisostomo, e quegli anni8. Ma la sua opera più importante composta in quei tempi dall’esperienza di questo incontro nacque in lui, secondo l’Affò, l’idea di comporre l’opera intitolata La Corona dell’anno, ché sarà 5. Il Genio, overo la misteriosa peregrinatione, cit. da I. Affò, opera cit., p. 199. poi stampata nel 1589 a Vicenza12. Nel 1582 furono poi composti 6. Questa opera uscì postuma con il titolo Cronica de’ matematici, overo Epito secondo lo Scarloncino due lavori sopra i Problemi mechanici me de le vite loro, ad Urbino nel 1707; essa fu poi inserita in Bernardino Baldi. d’Aristotele, i quali furono citati dall’Affò come: Dissertationes in Versi e prose scelte, a cura di F. Ugolini e F.L. Polidori, voi. I, Firenze, 1859, pp. Mechanica Aristotelis, e Discorsi di Bernardino Baldi sopra le mec 417-511. La copia del XVII sec. di questo lavoro, da cui probabilmente fu tratta l’edizione a stampa, già in possesso di Baldassarre Boncompagni, si trova ora a caniche d’Aristotele', questi erano probabilmente il primo abbozzo Stresa presso il Centro Intemazionale Studi “Antonio Rosmini” - vedi infra - insie me ai mss. delle Vite de' Matematici. La notizia riguardante Pietro Catena si trova alle pp. 80 v - 81 r del manoscritto. est telifactiva, Bernardino Baldo Urbinate. Guastallae abbate, illustratore et inter 7. L,a Sphaera uscì a Padova nel 1561: ma in effetti questo autore, nato nel 1501 prete. Item Heronis vita eodem auctore, Augsburg, 1616, p. 73, durante la sua perma e morto nel 1576. scrisse anche alcuni altri brevi lavori, per mezzo dei quali prese nenza a Padova egli fu provveduto dal Margunio del ms. greco della suddetta opera parte alle discussioni intorno al problema della “certezza delle mathematiche”: I ) di Erone. Per gli altri lavori qui citati si veda I. Affò, opera cit., p. 174 e p. 195. Universa loca in logicam Aristotelis in Mathematicas disciplinas hoc novum opus 9. Automati, cit. alla nota 4 (Reg. A 2 recto). declarat. Venezia, 1556. 2) Super loca mathematica contenta in Thopicis et Elen 10. Ciò risulta da quanto affermato da lui stesso nel proemio di questa opera, chis Aristotelis, nunc et non antea in lucem aedita, Venezia, 1561. 3) Oratio pro vedi infra. idea Methodi, Padova, 1563. 11. L’Invenzione del Bossolo da navigare, che tratta dell'invenzione della bus 8. La composizione del poemetto intitolato L’Artiglieria va probabilmente messa sola, fu pubblicato a Livorno nel 1901. I paradossi citati dall’Affò (opera cit, p. in relazione con l'interessamento del Baldi per le opere sulle macchine da guerra 196) erano invece già dispersi alla fine dei '700. dell’antichità; infatti come egli stesso affermerà in Heronis Ctesibii Belopoeeca. hoc 12.1. Affò, opera cit., p. 197 e p. 167. 14 15 delle sue future Exercitationesu. Questo studio influenzò tra l’altro gegno non ti maravigliaresti.”; o soprattutto nell’apologo LXVII in anche la sfera della sua creatività letteraria, facendo sì che egli inse titolato Il circolo maggiore e il minore della ruota, dove riprenden do la famosa questione XXIV dell’opera pseudo-aristotelica si dice risse in una sua opera intotolata Cento Apologhi, edita nel 1590 a va: “Le parti della ruota d’un carro più lontane dal centro rampogna Venezia insieme ad altre composizioni letterarie, alcuni spunti che vano le più vicine di tardezza; alle quali esse risposero: E perché mostrano una stretta affinità con i temi trattati nelle Quaestiones me dobbiam noi correre, se con la nostra tardezza agguagliamo la vostra chanicae pseudo-aristoteliche; come ad esempio nell’apologo XV velocità?14” intitolato Una leva ad un macigno: “Una grandissima pietra doman Il periodo immediatamente successivo della sua vita è assai proli dava alla leva come la forza dell’uomo cosi picciola, così facilmente fico dal punto di vista letterario, oltre ai due due dialoghi II Goseli- la movesse; a cui diceva la leva: Se tu sapessi quanto pesa il suo in- no e II Genio, compone infatti la maggior parte delle sue opere su Vitruvio15. Dice egli nella vita dell’autore del De Architectural6: 13. Dice lo Scarloncino (luogo cit.) mettendo in stretta relazione la composizio “Quanto a gli Scamilli impari, non teniamo che vi sia chi habbia ne di questi lavori con l’insegnamento di Guidobaldo del Monte: "... amicum nac- toccato lo scopo; e perché noi, ultimi di tutti gli altri, ne habbiamo tus fuit praestantissimum et symmystam Guidum Ubaldum e Marchinibus Montis, in cuius se consuetudinem daret; quantum profecisset, ostendunt ij commentari] scritto un trattatello, nel quale confutiamo l’opinioni di tutti coloro quos anno 1582 in Arist. Mechanica scripsit.” Si veda anche 1. Affò, opera cit., p. che hanno scritto avanti a noi, non ne diciamo nulla, rimettendoci al 198; il primo di questi commentari era già non reperibile ai tempi dell’Affò, mentre giuditio che ne farà il mondo quando l’havrà veduto. Io mi posi an il secondo fu visto da questi essendo collocato insieme con quasi tutte le altre opere co ad un’altra fatica intorno a questo autore, spronatovi da’ com del Baldi nella Biblioteca Albani a Roma. Questa biblioteca andò poi in gran parte perduta, perché la nave che la trasportava verso la Prussia (il governo prussiano mandamenti di Vespasiano Gonzaga Duca di Sabbioneta, il quale si l'aveva; acquistata all’asta) fece naufragio. A proposito delle Exercitationes baldìa- compiacque ch’io fossi seco ne la lettione di questo autore. L'opera ne va ricordato che P. Duhem. occupandosi a più riprese di questa opera, era perve era un Dittionario Vitruviano, nel quale si dichiaravano tutte le paro nuto alla conclusione che l’unico merito del suo autore fosse stato quello di aver le et i termini oscuri che sono in tutta la sua Architettura, il che fa diffuso] le rivoluzionarie idee di Leonardo, da lui plagiato liberamente, presso gli cevo non molto difficilmente, per la cognitione de le lingue e de le scienziati del XVI sec. Nei suoi Etudes sur Léonard de Vinci. Ceux qu ' il a lus et ceux qui l’ont lus. parte I. Parigi, 1906. pp. 90-123, e ancora nel libro Les Origines cose, ne le quali fin da fanciullo io m’ero per naturai inclinatione di de la Statique. voi. II. Parigi. 1906. pp. 129-138, egli aveva infatti compiuto una lettato; e condussi l’opera infino al sesto libro, nel qual tempo muta continua lettura in parallelo dei testi baldiani e di quelli vinciani, con il preciso in ta la proffessione, fu forza ch’io ponessi l’opera così imperfetta a tento di dimostrare questa sua convinzione. Questa analisi del Duhem non era però dormire17.” Nel 1586 quindi, come il Baldi stesso accenna nel sopra- basata, né su eventuali dati storici che potessero confermare la possibilità di una lettura da parte del Baldi dei testi di Leonardo, né tantomeno su un rigoroso con 14. Si eia qui dall’opera Versi e prose scelte, cit., voi. II. p. 27 e p. 35. fronto dei passi dei due autori da lui citati. Sembra anzi che lo storico francese pur 15. Per i due dialoghi si veda I. Affo, opera cit., p. 199. Le due opere su Vitru- di confermare quello che era il suo personale modello di sviluppo delle idee scienti vio sono: 1) Scamilli impares Vitruviani nova ratione explicati, refutatis priorum fiche dal medioevo in poi, abbia in un certo qual modo evitato di mettere in rilievo interpretum Gulielmi Philandri, Oanielis Barbari, Baptistae Bertoni sententiis, proprio quelle che erano le diversità essenziali tra i due autori, approdando così ad Augsburg, 1612; 2) De Verborum Vitruvianorum significatione, sive perpetuus in una lettura assai superficiale della documentazione a sua disposizione. Per quanto M. Vitruvium Pollionem Commentarius. Auctore Bernardino Baldo Urbinate, Cua- rigurdava poi la possibilità storica di una lettura di Leonardo da parte del Baldi, es stallae Abbate. Accedit vita Vitruvii eodem auctore, Augsburg, 1612. sa avrebbe dovuto sicuramente passare attraverso uno studio approfondito della bio 16. E. Narducci, Vite inedite di matematici italiani scritte da Bernardino Baldi. grafia dell’urbinate; ma invece il Duhem non si preoccupò affatto di tale ricerca, e pp. 87-88 dell’estratto dal "Bullettino di Bibliografia e di Storia delle Scienze Ma anzi trascurò proprio quello che era il miglior lavoro biografico sul Baldi, cioè quel tematiche e Fisiche”, tomo XIX. luglio-novembre 1886, Roma, 1887. lo di Ireneo Affò. In effetti dalle notizie biografiche in nostro possesso risulta assai 17. Viene così a cadere la riprensione che l’Aflò, opera cit.. p. 46, muove allo difficile inferire che il Baldi potesse avere visto le note di Leonardo, e bisogna Scarloncino e al Crescimbeni circa il periodo della composizione di questo diziona quindi rilevare che anche in questo caso lo storico francese esagerò alquanto circa rietto vitruviano. Giovan Mario Crescimbeni scrisse all’inizio del '700 una vita del la diffusione di esse. Questa sua sufficienza lo portò inoltre ad accettare senza riser Baldi dedicata a Clemente XI che rimase manoscritta: di questa vita anch’essa pro ve la datazione del 1582 per la composizione delle Exercitationes, e ad immaginare veniente dalla biblioteca del Boncompagni e ora conservata a Stresa - vedi infra - ogni sorta d’ipotesi per dimostrare l’eventuale percorso delle idee di Leonardo, tra si servì moltissimo l’Affò. 11 passo relativo al dizionario vitruviano è a p. 55 del mite il Baldi, fino a Galileo. Si veda Les Origines de la statique, cit.. voi. 11. p. 138. suddetto manoscritto. a proposito della soluzione del problema del piano inclinato nell'opera del Baldi. 17 16 citato passo, egli viene creato abate di Guastalla, appoggiato in ciò Va comunque notato che sebbene egli non si interessasse più con da Don Ferrante che desiderava l’elevazione della chiesa guastallese continuità di questi studi, ebbe però più volte l’occasione di tornare ad abazzia; e per portare a buon fine tale proposito il nostro autore su di essi, sia quando procurò che alcune sue opere fossero stampa si reca di persona a Roma. Tornato a Guastalla l’anno successivo te, sia infine quando il figlio di Guidobaldo del Monte si rivolse a inizia la stesura delle sue Vite de ' matematici, come risulta dalle da lui per la stampa delle opere inedite del padre. Scrive infatti Orazio te che venivano da lui apposte alla fine di ogni biografia, infatti la del Monte in una sua lettera indirizzata al Baldi24 *: “11 Signor Pier vita del Commandino, che fu la prima ad essere scritta, porta la data Matteo Giordani nostro pensa di mandarmi certi opuscoli di mio pa del 22 novembre 1587. Come risulta da alcune lettere il Baldi rico dre, acciò V. S. lor dia un’occhiata, perché penso metter fuori anco pre il suo incarico di abate con particolare zelo, e viene più volte in questi dopo che sarà finita la stampa presente degli Astronomici contrasto con le autorità civili'*. Ma intanto nel 1589 viene pubbli Problemi, dietro a’ quali si attende continuamente, governandomi cata la sua traduzione di Erone, e l’anno successivo, sempre a Vene con il suo prudentissimo parere, che lodo esser meglio metter fuori zia, esce una raccolta delle sue opere letterarie, tra cui si trova anche questi Problemi, e poi la Coclea e gli opuscoli, e se altro vi resta di La Nautica™. Nel 1592 il nostro autore finisce di comporre una sua quel virtuoso Signore.” E che egli non rimanesse sordo alle grandi discussioni scientifiche che animarono i primi anni del '600 lo di opera sulla Gnomonica, e scrive il dialogo intitolato II Tasso, overo mostrano alcuni suoi epigrammi, come quello intitolato Per l’oc de la natura del verso volgare™. Ma da questo momento in poi gli chiale del S. Galileo Galilei15: interessi del Baldi si spostano sempre di più dagli argomenti scienti fici verso lo studio delle lingue orientali e delle materie teologiche. S’avea l’antico e nobil Tolomeo Scriverà infatti in una lettera inviata a Pier Matteo Giordani suo Il nuovo occhiai ch’or opra il Galileo amico pesarese18 19 * 21: “Oltra che la proffessione di prete m’ha in gran Contar potuto avria dal sommo Atlante parte allontanato da le matematiche, l’abito de le quali, come tutti Stelle, pesci, erbe, fiori, augelli e piante. gli altri, per lo trascurare svaniscono ...” E in un’altra lettera allo E l’altro Al P. Marco Veliero (sic!)26: stesso Giordani22: “La Gnomonica fu da me finita ma non rifinita, I nuovi Tolomei voglion che bruna, cioè nòn riveduta con qualche valent’huomo come io havevò pensa Come la fronte in parte è de la luna, to di fare, mostrandola al Sig. Guidobaldo, overo al Padre Clavio, et Tenebrose le macchie aggia la luce anco ài Sig. Oddi. Ma e l’obbligo de la residenza, et i travagli la Che le notti fugando i giorni adduce. sciatimi da mio padre, et hora la servitù e la proffessione a la quale Io che non credo lor, qualor vi penso, attendo non m’hanno data, o levata, la comodità di farlo ...”23 Ombre non vuo’ nel sol, ma nel lor senso. 18. Lettere di Bernardino Baldi cavale dagli autografi che sono a Parma Ma la produzione letteraria del Baldi si era ormai spostata in altri nell’Archivio di Stato, a cura di A. Ronchini, Parma, 1873. campi, e le opere composte nel periodo che va dal 1592 al 1600 19. Versi e prose di Monsignor Bernardino Baldi da Urbino Abbate di Guastal confermano questo cambiamento. Scrive dunque La scala Celeste, la, Venezia, 1590. di contenuto morale teologico27, una parafrasi del libro di Giobbe. 20.1. Affò, opera cit., pp. 202-203. L’opera sulla Gnomonica è oggi purtroppo perduta. 24. Lettera del 3 novembre 1608. riportata dall’Affò, opera cit.. p. 222. 21. Questa lettera si trova in un codice della Biblioteca Oliveriana di Pesaro se 25. Gli epigrammi inediti, gli apologhi e le egloghe. Lanciano. 1914, voi. I, p. gnato 430, carta 29 r/v, e fu pubblicata sulla rivista “Le Marche illustrate nella sto 113. ria. nelle lettere, nelle arti” del 1901 da A. Saviotti, Di un inedito carteggio di Ber 26. Ibidem, p. 101. Probabilmente il nome corretto è da leggersi "Velsero”. Mar nardino Baldi, pp. 154-155. Essa è spedita da Roma in data 16 dicembre 1597. cus Welser (1558-1614) infatti ebbe un importante ruolo nella discussione polemica 22. Questa lettera datata Roma 25 febbraio 1598 si trova nello stesso codice so tra Galileo e il gesuita tedesco Christoph Scheiner intorno alle macchie solari: egli pracitato, carte 31 r - 32 v. inoltre era in contatto epistolare con il nostro autore, che proprio tramite il Welser 23. La Gnomonica fu composta prima del 1592, data della quale fa fede l’Affò riuscì a far pubblicare ad Augsburg alcune sue opere. (p. 203) che la vide ms. nella Biblioteca Albani. Questi la dice terminata in Gua 27. Questa opera, insieme a quella intitolata il Tasso sopracitata, fu stampata nel stalla il 26 aprile 1592. XIX sec.: Due opuscoli inediti tratti dalla biblioteca Albani. Roma, 1847. 18 19 negli ultimi anni della sua vita, dopo aver composto la biografia del traduce dal caldeo un’opera sul Pentateuco di Mosè, e poi non la sciando indietro il suo amore per la letteratura antica trasporta in successore di Federico, Guidobaldo I duca d’Urbino, si dedicò con versi i Paralipomeni ad Omero di Quinto Calabro28. Intanto nel tutte le sue forze alla stesura di un gigantesco dizionario geografico, 1596 il Baldi si era recato nuovamente a Roma, dove fermatési fino ma prevenuto dalla morte il 10 ottobre 1617 non potè portare a ter ai primi mesi del 1598, egli fu ospite del cardinale Cfntio Aldobran- mine questo suo ultimo progetto. dini: nella corte del detto cardinale conobbe Giambattista Raimondi, buon matematico e studioso dàUa lingua araba, con il quale il nostro si misel a studiare la detta lingua. Nascono infatti in questo periodo i 2. Storia e descrizione dei manoscritti contenenti l’opera intito suoi interessi per alcune opere arabe, che sfociarono poi nella tradu lata De le Vite de ’ Matematici zione di una grossa operar geografica29. Nei primi anni del 1600 il Baldi cerca di far pubblicare alcune Presso il Centro Intemazionale di Studi “Antonio Rosmini” di sue oj eie letterarie, ma solo una parte di queste gli sarà stampata a Stresa sono attualmente conservati alcuni codici manoscritti di Ber Pavia e a Parma30. Si era intanto avvicinato a Francesco Maria II nardino Baldi. Questi codici furono donati ai padri rosminiani, insie duca (TUrbino, ricevendo da lui l’incarico di comporre la vita di Fe me ad una vita dello stesso Baldi scritta da Giovan Mario Crescim- derici da Montefeltro31. La grazia di cui godeva presso il duca, e le beni agli inizi del ’700, dal loro ultimo possessore l’avvocato Luigi conta ne frizioni che si trovava ad affrontare nella sua mansione di Celli di Roma. Le vicende storiche di questi manoscritti, e special- abate, lo convinsero quindi ad abbandonare tale carica, ed a porsi al mente dei cinque volumi che contengono l’opera intitolata De le Vi servizio di quel Signore; il che avvenne nel 1609. Ritornato in patria te de’ Matematici, furono per la prima volta ricostruite dal Crescim- il Bàli fi diviene uomo di corte, ed è incaricato di svolgere importanti beni nella sopracitata Vita di Monsignor Bernardino Baldi da Urbi incarichi; lo troviamo infatti nel 1612 come ambasciatore del duca no Abate di Guastalla, e successivamente ripetute da E. Narducei d’Urblno a Venezia, dove presenzia alla proclamazione del nuovo nella prefazione alla sua edizione di alcune delle biografie contenute doge. In questi stessi anni alcune delle sue opere vengono stampate nell’opera baldiana33. Ulteriori notizie circa alcuni tentativi di acqui in Germania, tra queste sono anche i due lavori su Vitruvio, per di sto di parte dei suddetti manoscritti nel corso del XVII secolo furo retto interessamento di Marcus Welser32. E in Germania furono an no fomite da B. Bilinski34, che intorno al 1972 fu in grado di indivi che pubblicate la traduzione della Belopoeeca di Erone e le sue duare nuovamente la collocazione dei volumi baldiani appartenuti a Exercitationes sulle Quaestiones Mechanicae. L’opera di Erone fu Luigi Celli (nello stesso periodo anche P.L. Rose era pervenuto per anche l’ultima fatica stampata essendo ancora vivo l’autore, il quale altre vie alla stessa individuazione)35. Sulla base di questi contributi 28. Su queste opere si veda I. Affò, opera cit., pp. 204-205. I Paralipomeni ad Omero furono editi a Firenze nel 1828. 33. Estratto dal “Bullettino di Bibliografia e di Storia delle Scienze Matematiche 29. L Affò, opera cit., p. 211. e Fisiche”, cit. alla nota 16. p. VII. 30. Il Baldi era membro dell’Accademia degli Affidati di Pavia con il nome di 34. B. Bilinski, Prolegomena alle "Vite de' Matematici" di Bernardino Baldi “Hileci”, e dell'Accademia degli Innominati di Parma con quello di "Selvaggio". Le (1587-1596) Manoscritti Rosminiani-Celli già Albani-Boncompagnì. “Accademia opere edite in questo periodo sono: 1 ) il Diluvio universale cantato con nuova ma Polacca delle Scienze. Biblioteca e Centro di Studi a Roma”. Conferenze e Studi. niera di versi da Bernardino Baldi da Urbino Abbate di Guastalla et accademico LXXI. Breslavia-Varsavia-Cracovia-Danzica, 1977. pp. 31-35. Particolarmente in Affidato di Pavia l'Hileo. Pavia, 1604. 2) Concetti Morali cantati da Bernardino teressante a questo proposito è la lettera spedita da A. Auzout a H. Oldemburg in Baldi da Urbino Abbate di Guastalla nell’Illustrissime Accademie innominata Sel data 24 agosto 1673, ivi. pp. 32-34. vaggio et Affidata Hileo, Parma, 1607. 3) Bernardini Baldi Urbinatis Accademici 35. Per quanto riguarda le vicende di queste riscoperte si vedano: B. Bilinski. La Innominati et Affidati Carmina ad Sereniss. Franciscum Mariam Feltrium. Parma. vita di Copernico di B. Baldi dell’anno 1588 alla luce dei ritrovati manoscritti del 1609. le “Vite dei matematici’’, Breslavia-Varsavia-Cracovia-Danzica, 1973: P.L. Rose. 31. Questa opera era già finita nel 1603 (si veda 1. Affò, opera cit.. p. 217), ma Rediscovered manoseripts of thè “Vite de’ matematici" and mathematicaI works hy essa non venne stampata che nel 1824 a Roma. Bernardino Baldi ( 1553-1617), in “Accademia Nazionale dei Lincei. Rendiconti 32. Bernardini Baldi in Tabulam aeneam Euguhinam Lingua Hetrusca veteri Classe Scienze fisiche, matematiche e naturali", ser. VIII. voi. LVI. pp. 272-279; B. persériptam Divinatio. Augsburg. 1613. Bilinski. Le biografie dei matematici antichi nelle "Vite dei matematici" di Bemar- 20 21