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Le trasformazioni di un'area di frontiera del Mezzogiorno medievale PDF

276 Pages·2011·3.55 MB·Italian
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE E SOCIALI DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA VIII CICLO Le trasformazioni di un’area di frontiera del Mezzogiorno medievale (secoli IX-X). Il principato di Salerno e i territori del confine calabro-lucano: assetto istituzionale e gerarchie sociali CANDIDATO Dott. Biagio Daniele CIVALE COORDINATORE DOTTORATO TUTOR Prof. Massimo MAZZETTI Prof. Claudio AZZARA ANNO ACCADEMICO 2010/2011 Indice INDICE Introduzione ................................................................................................. 7 Premessa bibliografica 1. Premessa ......................................................................................... 11 2. Basilicata/Lucania meridionale: la letteratura storica .................... 12 3. La Calabria cosentina: la letteratura storica ................................... 15 4. Le fonti per i territori bizantini ....................................................... 23 5. Il principato di Salerno: la letteratura storica ................................. 26 6. Le fonti per i territori longobardi ................................................... 34 PARTE I. LE ISTITUZIONI CIVILI Capitolo I. L’Italia meridionale durante l’impero carolingio. Il caso del principato di Salerno e l’organizzazione territoriale della Campania longobarda nel secolo IX 1. Premessa: gastaldi e gastaldati meridionali ................................. 39 2. I rapporti politici tra Salerno e Benevento durante l’impero di Lotario e Ludovico. La nascita del principato di Salerno (849) .. 42 3. Il principato e i gastaldati salernitani nella divisio ducatus ......... 49 4. Il rapporto tra le massime dignità del mondo durante l’età carolingia: i due imperi e il papato. L’influenza del Constitutum Costantini dall’incoronazione di Carlo Magno alla presa di Bari (800-871) ....................................................................................... 56 5. Il meridione longobardo durante l’impero degli ultimi sovrani carolingi. La politica meridionale di Giovanni VIII e l’autonomia di Capua.................................................................... 70 6. Le pertinenze salernitane al confine lucano nel IX secolo ............ 74 Indice Capitolo II. Il principato salernitano nel X secolo. Particolarità locali e pertinenze periferiche al confine calabro-lucano 1. Le terre rurali del salernitano nella prima metà del X secolo e la riorganizzazione territoriale di Guaimario II (901-946) .............. 80 2. Gli acti e i territori minori alla periferia orientale del principato di Salerno ...................................................................................... 87 2.1 L’actum Stricturia ................................................................... 88 2.2 Castellum/civitas di Eboli ....................................................... 90 2.3 L’actus Lucaniae ..................................................................... 92 2.3.1 Un gastaldo, i comites di Magliano e quello di Matera al principio del secolo XI ............................................. 96 2.3.2 Il castellum de Lauri ..................................................... 98 2.4 L’actus Cilenti ......................................................................... 100 2.5 Castellum, civitas e actu Caput Aquis .................................... 102 3. Gli Atranenses nella Lucania longobarda del X secolo ................ 106 3.1 I casi familiari di Ligorio e di Orso de Rini Atranenses ........ 107 3.2 Gli Atranenses nella società salernitana. Costumi e ruoli sociali ..................................................................................... 110 4. Lotte e congiure per il trono salernitano da Gisulfo I a Giovanni di Lamberto e Guaimario III (946-999). L’egemonia di Capua e l’ingerenza di Amalfi durante la seconda metà del X secolo ........ 113 Capitolo III. La riconquista bizantina. Strutture istituzionali, amministrazione civile e organizzazione territoriale della frontiera bizantina calabro-lucana nei secoli IX-X 1. La seconda colonizzazione bizantina dagli ultimi due decenni del IX secolo alla battaglia del Garigliano (915) 1.1 L’opera di Niceforo Foca e l’espansione bizantina nei territori della frontiera calabro-lucana ................................. 119 1.2 Gli equilibri politici tra le potenze del meridione d’Italia e le rivoluzioni di Bari e Benevento ............................................. 123 1.3 Leone VI e i Franchi ............................................................... 128 Indice 1.4 La nuova invasione araba in Calabria e la vittoria del Garigliano .............................................................................. 130 2. La creazione dei temi di Longobardia e di Calabria e la geografia amministrativa del territorio 2.1 Temi e strateghi, turme e turmarchi ....................................... 132 2.2 La creazione del tema di Longobardia e la formazione del tema di Calabria. L’amministrazione civile del territorio .... 135 2.3 L’assetto amministrativo del tema di Calabria. Il ruolo di Rossano e l’eparchia di Aieta ................................................ 140 3. L’istituzione del catepanato d’Italia nel meridione bizantino ..... 146 4. Il tema di Lucania e la sua organizzazione territoriale nelle differenze storiografiche ............................................................... 148 5. Rapporti e equilibri di forze tra gli imperi e Roma nella scena politica italiana nella seconda metà del X secolo. La vexata quaestio della legittimità del titolo imperiale d’Occidente. Declino e definitivo decadimento del Constitutum Costantini 5.1 Il regno e l’impero di Ottone I (951-973) ............................... 155 5.2 L’impero di Ottone II (973-983) ............................................. 166 5.3 Il regno in tutela e l’impero di Ottone III (983-1002) ............ 172 PARTE II. LE ISTITUZIONI ECCLESIASTICHE Capitolo IV. Vescovi, diocesi e metropolie: organizzazione ecclesiastica e rito greco e latino tra Campania, Calabria e Lucania nei secoli IX-X 1. Premessa: i caratteri generali ....................................................... 180 2. Normativa, culti e concili canonici ................................................ 184 3. La creazione della metropolia greca di Reggio (813-820) ........... 187 4. La reazione del clero latino di stirpe longobarda, le spinte metropolitiche di Landolfo di Capua (863-879) e le contese locali tra le due liturgie tra IX e X secolo .................................... 189 5. La creazione delle metropolie latine di Capua (966), di Indice Benevento (969) e di Salerno (983). Ordinamento interno delle diocesi del confine longobardo-bizantino e diffusione dei riti nella seconda metà del X secolo ................................................... 192 Capitolo V. Insediamenti monastici e insediamenti urbani e castrensi in area calabro-lucana (secoli IX-X) 1. Il monachesimo italo-greco nelle dinamiche insediative del confine calabro-lucano: alcune considerazioni introduttive ........ 203 1.1 L’ideale ascetico-religioso ...................................................... 204 1.2 Il principio dell’autonomia politico-economica ..................... 207 2. La colonizzazione religiosa bizantina. I luoghi e l’azione dei santi italo-greci ............................................................................. 210 3. La terminologia greca e latina per i fenomeni insediativi civili del Mezzogiorno: città e fortezze .................................................. 215 3.1 La strutturazione della società cittadina meridionale ............ 218 4. Insediamenti e istituzioni territoriali del confine: una questione di metodo. Contro il mito storiografico delle arimannie .............. 221 5. Indizi archeologici e documentari sull’organizzazione territoriale istituzionale e militare della Calabria settentrionale cosentina ....................................................................................... 224 5.1 La fortificazione di Sassòne (Morano Calabro) ..................... 224 5.2 Alcuni aspetti sulla viabilità tardoantica e altomedievale al confine tra Calabria e Lucania .............................................. 226 5.3 Il kastéllion di Pietra del Cieco (Nocara) e altri castra minori ..................................................................................... 228 5.4 Conclusioni per uno studio del confine e dell’occupazione del suolo ................................................................................. 230 Conclusioni ................................................................................................. 236 Bibliografia 1. Fonti ............................................................................................... 241 Indice 2. Letteratura ...................................................................................... 247 Ringraziamenti ............................................................................................ 273 Topografia a. Istituzioni civili (IX e X secolo) .................................................... 275 b. Istituzioni ecclesiastiche (IX e X secolo) ...................................... 276 Introduzione INTRODUZIONE La storia medievale del Mezzogiorno, nonostante sia certamente meno studiata rispetto a quella dell’Italia centro-settentrionale, può giovarsi di molti contributi scientifici di eccellente livello, che, sebbene alle volte piuttosto datati, restano lavori imprescindibili ancora oggi. Pensiamo, per esempio, a studi come quelli di Jules Gay, Agostino Pertusi, André Guillou, Vera Von Falkenhausen e Filippo Burgarella per quanto concerne l’ambito bizantino, nonché ai contributi di Nicola Cilento, Cosimo Damiano Fonseca, Stefano Gasparri, Paolo Delogu e Huguette Taviani-Carozzi per la sfera longobardo-campana, per citare solo i più noti. L’elenco potrebbe proseguire a lungo, perciò rimandiamo il lettore alla seguente premessa di carattere bibliografico, la quale non può e non vuole certamente essere esaustiva. L’intento principale di questa ricerca e, in un certo senso, la sua originalità, consiste essenzialmente nell’attuazione di uno studio sistematico di un territorio di frontiera piuttosto vasto e articolato, quello delle zone periferiche del principato salernitano (dal bacino del Sele fino al Cilento, al Vallo di Diano e alle episodiche enclavi latine più meridionali) e delle aree caratterizzate in maggior misura dalla dominazione bizantina, ma tenacemente contese, cioè quelle della Lucania e dell’attuale Calabria cosentina. Nonostante l’importanza straordinaria di tale regione geografica, essa non è stata mai indagata con metodicità, bensì soltanto sporadicamente accennata o del tutto taciuta. I motivi di tale reticenza nell’indagine storica possono essere i più disparati: la carenza di fonti e notizie a tal riguardo può essere certamente significativa, così come un impegno interdisciplinare a cui lo studioso è inevitabilmente chiamato, rappresentato dall’utilizzo, oltre che di fonti storiche di varia natura (documentaria, cronachistica, agiografica), anche delle evidenze archeologiche e dei risultati degli scavi compiuti nel territorio per sopperire alle lacune nella documentazione. Questa interdisciplinarietà è connaturata all’intento stesso di questo studio, che è quello di analizzare tanto la problematica giuridico- 7 Introduzione costituzionale quanto la composizione etnica della popolazione, la liturgia, la lingua, le istituzioni e le dinamiche sociali, e richiede perciò competenze diversificate, a partire dall’esegesi delle fonti, dalla diplomatica e dalle paleografie greca e latina. Le certezze scientifiche su questioni fondamentali, quali la natura del potere, l’organizzazione territoriale, le relazioni e il patrimonio dei ceti eminenti, l'appartenenza ecclesiastica e il rito liturgico e le gerarchie sociali sono scarsamente documentate e il dibattito storiografico è tuttora in corso. Ulteriore obiettivo della ricerca è precisare le trasformazioni istituzionali verificatesi nei secoli IX-X e definire l’ordinamento territoriale civile ed ecclesiastico nelle zone considerate. I confronti con altre realtà locali hanno rafforzato la comprensione delle modificazioni storiche ed hanno consentito il richiamo a modelli generali e a canoni conosciuti. Lo studio dei contratti agrari si è rivelato utile sia per individuare le famiglie possidenti autoctone più importanti, sia per indagare in alcuni casi il tipo di rapporto che intercorreva tra il datore di lavoro e i dipendenti. Lo studio dei possedimenti fondiari del fisco, ma anche di categorie sociali (il cui ruolo istituzionale spesso coincide) come l’aristocrazia locale, i funzionari pubblici e i piccoli proprietari rurali, si è dimostrato indispensabile per chiarire le dinamiche dei rapporti clientelari e delle gerarchie sociali sul territorio. La ricerca è organizzata sulla base di una trattazione prima di tutto ordinata cronologicamente e, all’occorrenza, anche geograficamente, facendo riferimento alle singole micro realtà geopolitiche locali. Nella prima parte ho delineato la natura e l’evoluzione istituzionale nella rete dei rapporti tra i poteri civili presenti sul territorio, e non solo, con un occhio di riguardo, è ovvio, nei confronti degli altri principati campani (Capua, Benevento) e delle roccaforti pugliesi più importanti negli equilibri politici meridionali (Bari, Taranto). Non ho potuto prescindere, altresì, dallo studio dei rapporti tra i massimi poteri della cristianità, impero occidentale, impero orientale e Papato, in modo da inserire la storia dei ceti eminenti locali all’interno di un contesto più vasto, che si relazioni, com’è naturale, alla storia e alle tendenze politiche dei maggiori organi di potere del tempo. 8 Introduzione La seconda parte si occupa, invece, delle trasformazioni nell’assetto territoriale e del contributo fondamentale offertoci in proposito dalle istituzioni ecclesiastiche, siano esse secolari o regolari. Nel primo caso viene da sé guardare in maniera generale a un ambito geografico necessariamente più vasto, corrispondente grosso modo alla quasi totalità del meridione greco e di quello latino-campano, con l’eccezione della Puglia e dei ducati tirrenici bizantini. Nel caso, invece, dello studio del clero regolare è possibile, e opportuno, fare riferimento all’area geografica specifica di nostro interesse, un ricco crogiolo di monachesimo italo-greco di stampo eminentemente basiliano-studitano, prima ancora che benedettino. Quest’ultimo nelle zone prescelte attecchì in particolar modo soltanto in concomitanza con l’espansione del patrimonio fondiario dell’abbazia di Cava dei Tirreni, soprattutto a partire dalla seconda metà dell’XI secolo, ambito cronologico che esula abbondantemente da questa ricerca. Per agevolare la lettura e facilitare la comprensione generale ho scelto di non omettere risultati particolarmente significativi per i nostri scopi e già conseguiti dalla storiografia precedente, o di non sacrificare anche solo il contesto storico di riferimento. Le vicende politiche esterne alla dominazione bizantina come a quella longobarda, nel Mezzogiorno d’Italia, sono state incluse limitatamente a quelle dimostratesi significative per gli avvenimenti del meridione. Allo stesso modo è stata considerata anche la storia delle popolazioni arabe per ciò che ha avuto una ripercussione nella situazione del Sud d’Italia. Ho proceduto, quindi, a una ricognizione sistematica della pressoché totalità delle fonti conosciute, in forma sempre integrale e in lingua originale e mai in regesto o in traduzione. Il carattere sistematico dell’indagine ha coinvolto, come già ho detto, anche le discipline paleografica e diplomatistica e in parte anche l’archeologia, di cui per un’analisi del territorio hanno giovato i progressi e gli indicatori più recenti. La corretta localizzazione dei micro toponimi locali è stata verificata sulla cartografia IGM (Istituto Geografico Militare) e tutti i dati notevoli sono stati illustrati in apposite tavole topografiche. Il presente lavoro, dunque, ha la peculiarità di effettuare uno studio sistematico su aree di confine limitrofe ma di diversa tradizione, che non sono mai 9 Introduzione state indagate in precedenza in maniera specifica. I risultati conseguiti hanno consentito di aggiungere nuove conoscenze in tale ambito di ricerca. 10

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