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Le Storie (Rerum Gestarum Libri) PDF

1177 Pages·1965·39.941 MB·Italian
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CLASSICI LATINI COLLEZIONE FONDATA DA AUGUSTO ROSTAGNI DIRETTA DA ITALO LANA LE STORIE di Ammiano Marcellino A CURA DI ANTONIO SELEM UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE TORINESE Stampato in Italia - 1965 Tipografia Torinese S.p.A., Stra da del Barrocchio 83 - Torino INTRODUZIONE Quasi tutte le notizie che abbiamo sulla vita di Ammiano Mar- cellino sono ricavate dalla sua opera. Il nome completo si deduce dalla subscriptio all'opera, mentre Libanio ' e Prisciano? lo chiamano Mar- cellino. La sua nascita puó essere posta intorno all'anno 335, conside- rando che a XVI, ro, 21 egli scrive che nell'anno 357 era adulescens. Che fosse Antiocheno risulta dalla lettera citata di Libanio; di sé in più punti della sua opera, specie in relazione alla lingua, dice di essere greco *. Di Antiochia, con un certo orgoglio provinciale, mette in ri- salto l’illuminazione delle vie durante la notte *, e dei suoi dintorni menziona il monte Casio donde si poteva vedere il sorgere del sole già al secondo canto del gallo”. Non approvava però il carattere dei suoi concittadini; li trovava eccessivamente dediti ai piaceri *, sebbene a XXII, 14, 2 osservi che Giuliano nel Misopogon esagerasse nei suoi attacchi contro gli Antiocheni. Per quanto riguarda le condizioni della sua famiglia, afferma di essere ingenuus e si & ritenuto perciò, senza un serio fondamento, che fosse figlio del comes Orientis Marcellino. E stata avanzata l'ipotesi che Ammiano fosse assai vicino ai circoli dei decurioni di Antiochia o addirittura fosse stato colpito dalle misure prese da Giuliano nei confronti di questa classe. A sostegno di que- st'ipotesi si possono citare alcuni passi in cui Ammiano si volge con Epist. 983, X, p. 186 (Forster). r B Gramm. Lat. (Keil), II, 487. XXII, 8, 33; XXIII, 4, 10; 6, 20; XXXI, 16, 9. XIV, r1, 9. b XXII, 14, 4. n XXII, ro, I. u. XIX, 8, 6. 10 INTRODUZIONE particolare violenza contro Giuliano per le misure da lui prese nei ri- guardi dei curiali * ed una conferma ulteriore a questo assunto si può trovare nella legge di Costanzo del 23 maggio 346°, in cui si menziona fra i tentativi di sfuggire agli obblighi del decurionato anche quello di entrare nel corpo dei protectores domestici: vi si legge che il decu- rione che, senza essere richiesto, avesse prestato cinque anni di ser- vizio militare, era esonerato dagli obblighi di curiale. Giuliano non tenne conto di questa disposizione e possiamo annoverare anche Am- miano fra quelli che sotto questo imperatore difficilmente ottenevano giustizia, sebbene potessero farsi forti della lunghezza del servizio mili- tare prestato !°. Portando quindi alle estreme conseguenze quest’ipotesi, si può addirittura supporre che Ammiano fosse stato arruolato fra i pro- tectores domestici per sottrarlo agli obblighi del decurionato. È stato inoltre messo in rilievo il fatto che Ammiano era amico di Libanio, notorio campione dei curiali, e che a XIX, 9 dà particolare importanza all’episodio di Craugasio, decurione di Nisibi; non si riuscirebbe altri- menti a spiegarne l’estensione e specialmente il fatto che Ammiano stranamente si astenga dall’esprimere un giudizio sulla sua diserzione, sebbene in altri casi non risparmi severi biasimi ai disertori. Né va di- menticata la difesa che egli fa dei guadagni del senato di Antiochia contro le misure prese da Gallo e da Giuliano *! ed il fatto che non manca d'intrattenersi a parlare con interesse delle fortune dei curiali "7. Entrato a far parte del corpo dei protectores domestici, élite dell’e- sercito romano il cui comando era stato tenuto da Diocleziano e da Costanzo Cloro al momento della loro ascesa al potere, troviamo Am- miano nel 354 a Nisibi addetto allo stato maggiore del magister equi- tum Ursicino !*, Nello stesso anno accompagnò questo generale dap- prima ad Antiochia, dove Ursicino presiedette per incarico di Gallo la corte che doveva giudicare gli amici di Domiziano e di Monzio, ac- cusati di alto tradimento '*, e quindi a Milano alla corte di Costanzo "*. Da Milano segui nel 355 a Colonia Ursicino che aveva ricevuto la grave incombenza di domare l'insurrezione di Silvano '*. L'amarezza 8. XXI, 12, 23; XXII, 9, 12; XXV, 4, 21. 9. Cod. Theod., XII, 1, 38. 10. XXII, 9, 12. 11. XIV, 7, 2; XXII, 14, 1. 12. XXV, 9, 5; XXVIII, 6, 4, 10, 18. 13. XIV, 9, 1. 14. Ibid. IS. XIV, 11, 5. 16. XV, 5, 22 segg. INTRODUZIONE T di Silvano e l'imbarazzo di Ursicino nell'eseguire un incarico tanto odioso, come quello di togliere di mezzo con l'astuzia un compagno d'armi che sapeva vittima d'intrighi, sono descritti in alcune pagine fra le più ammirate dell'opera. Dopo l'uccisione di Silvano, Ammiano si trattenne, sempre al seguito di Ursicino, in Gallia, dove a Reims nell'estate del 356 vide per la prima volta Ciuliano che con Ursicino e Marcello discuteva la situazione verificatasi alle frontiere in seguito alle minacce degli Alamanni ". Non sappiamo se l'abbia conosciuto di persona, sebbene, se avesse parlato con lui, non avrebbe mancato di ricordarlo nella sua opera. Poté cosi essere testimone delle prime imprese del futuro Augusto ed in quell'epoca dovette in lui formarsi l'idea che solo Giuliano fosse capace di far rinascere le antiche tradi- zioni romane di fronte alla decadenza dello spirito militare ed agli intrighi di corte. Ma non poté seguire da vicino le ulteriori imprese del Cesare in Gallia, perché nell'estate del 357 Costanzo richiamó a Sirmio Ursicino per consultarlo sulla politica da seguire nei confronti della Persia e, elevatolo alla carica di comandante in capo, lo invió in Oriente. Pure gli ufficiali anziani del seguito di Ursicino furono pro- mossi di grado ed ebbero incarichi di comando, mentre i più gio- vani, fra i quali Ammiano, rimasero addetti al suo stato maggiore «pronti ad eseguire qualunque incarico il comandante avesse loro affidato nell'interesse dello stato » !*. Tuttavia, in séguito agli intrighi del gran ciambellano Eusebio e degli eunuchi di corte, che accusavano Ursicino di aspirare al- l'impero, Costanzo nel 359 lo richiamò da Samosata, dove aveva posto il suo quartier generale, per affidargli l’incarico di magi- ster peditum praesentalis al posto di Barbazione, onde meglio con- trollarlo !*. A sostituirlo fu inviato il cristiano Sabiniano, vecchio ricco e colto, ma, a giudizio di Ammiano, inetto alla guerra "* Peró la situazione dell'Oriente, dove si temeva un imminente attacco persiano, era cosi grave che Ursicino era appena giunto in Tracia sul- l’Ebro quando ricevette l'ordine di rientrare in Oriente alla dipen- denza di Sabinian?o' . Ursicino, e con lui Ammiano che l'aveva ac- compagnato in tutti questi movimenti, rientró a Nisibi, piazzaforte esposta alla continua minaccia dei Persiani **. Di qui, per non rimanere 17. XVI, 2, 8 segg. 18. XVI, 10, 21. 19. XVIII, 5, 5. 20. Ibid. 21. XVIII, 6, 5 seg. 22. XVIII, 6, 8. 12 INTRODUZIONE bloccati dai nemici, si mossero in direzione di Amida ?°. A. questo punto la narrazione delle vicende si fa più viva nel racconto di Am- miano, che assume la vivacità di un diario per i ricordi personali gra- zie ai quali per un momento balza in primo piano la figura dell'autore, che coglie in tal modo il destro di raccontare come lungo la strada fra Nisibi ed Amida ricevesse dal comandante l'incarico di mettere in salvo un bambino abbandonato dalla madre in preda al panico ed egli lo riportasse a Nisibi *. Cosi pure ci narra, aggiungendo particolari che sono frutto di fantasia, l'episodio del tribuno Abdigildo ** e come, raggiunto Ursicino ad Amudis, con uno stratagemma allontanassero egli ed i suoi compagni l'attenzione dei Persiani e raggiungessero Amida **°. Ammiano fu incaricato di recarsi da Gioviniano, satrapo della Corduene, che era favorevole ai Romani, per attingere informa- zioni sulle forze ed i movimenti dei Persiani, e dalla cima di una montagna ebbe la possibilità di osservare l'avanzata dell’esercito di Sa- pore da lui descritto con abbondanza di particolari retorici ?”. Di ritorno da questa missione, Ammiano, al seguito di Ursicino, voleva raggiungere Samosata, ma i Romani, per la negligenza di un reparto di cavalleria d'avanguardia, furono improvvisamente attaccati dai Per- siani e vennero dispersi, per cui egli a stento trovò rifugio ad Amida alla quale ormai si avvicinavano le truppe di Sapore ?°. Ammiano partecipò alla difesa della città e la descrizione da lui fatta dell'assedio, che occupa buona parte del libro XIX, per precisione e ricchezza di particolari è considerata uno dei capolavori della narrativa militare antica. Presa la città, Ammiano riuscì a sottrarsi ai Persiani con una fuga romanzesca, raggiungendo dapprima Melitene e di lì Antio- chia ?*. Nel 360 Ursicino fu congedato °° e da questo momento diviene più difficile il tentativo di ricostruire con sicurezza la vita di Ammiano. Noi non lo troviamo al seguito del successore di Ursicino, Agilone, dato che nella narrazione delle gesta di questo generale egli non usa mai la prima persona plurale, per cui, verisimilmente si ritirò a vita privata. 23. Ibidem, 10. 24. XVIII, 6, 10 seg. 25. XVIII, 6, 12. 26. XVIII, 6, 15-17. 27. XVIII, 6, 20 segg. 28. XVIII, 8, 1 segg. 29. XIX, 8, 5 segg. 30. XX, 2.

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