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Le Scienze, n. 457 PDF

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Il lato oscuro -aelie cellule 5-Laminali di Michael E Clarke e Michael W. Becker - La vera causa del cancro potrebbero essere cellule staminali danneggiate che, sfruttando la loro illimitata capacità di replicarsi, danno origine a forme diverse di tumore _ .,, • , r!' renn•• - opo oltre trent'anni di guerra al cancro, si registrano pochi esempi di vittorie importanti, come un tasso di sopravviven- za dell'85 per cento per alcuni tumori pediatrici. Per altre for- me tumorali ci sono nuovi farmaci che riescono almeno a te- nere a bada la malattia. Nel 2001, per esempio, è stato approva- to l'imatinib (Glivec) per la cura della leucemia mieloide cronica (LMC): è stato un grande successo clinico, e molti pazienti sottoposti a trattamento con imatinib so- no ormai in fase di remissione. Le prove scientifiche, tuttavia, mostrano che que- sti pazienti non sono davvero guariti, perché un «serbatoio» di cellule maligne re- sponsabile della permanenza della patologia non è stato sradicato. A lungo si è creduto che qualunque cellula tumorale che rimanga nell'organi- smo sia potenzialmente in grado di scatenare nuovamente la malattia. L'obiettivo delle cure attuali è quindi uccidere il maggior numero possibile di cellule tumorali. Ma con questo approccio i successi sono ancora molto casuali e per i pazienti affet- ti dai tumori maligni solidi più comuni la prognosi rimane incerta. Inoltre, nel caso TRA MIGLIAIA DI CELLULE TUMORALI della LMC e di altri tumori è ormai chiaro che solo una minima frazione delle cellu- può esserci una staminale le tumorali ha il potere di produrre nuovo tessuto maligno, e che la distruzione mi- cancerogena responsabile dello rata di queste cellule può essere un modo di gran lunga più efficace per eliminare sviluppo della malattia. la patologia. Poiché sono il motore che favorisce la crescita di nuove cellule tumo- 39 www.lescienze.it LE SCIENZE rali e molto probabilmente l'origine della neoplasia stessa, queste funzionanti in questi tessuti è lo stesso in tutto il corpo, ed è for- GERARCHIA FRA LE CELLULE EMATICHE cellule sono dette staminali cancerogene. Si pensa però che al- temente preservato in tutte le specie complesse. Esso si basa su l'inizio fossero normali cellule staminali o una loro progenie im- piccoli «serbatoi» di staminali longeve che fanno da «fabbrica» e cellule staminali del sistema ematopoietico illustrano bene dalla vita breve, denominata cellula staminale pluripotente (MSC). matura che ha poi subito una trasformazione maligna. per il reintegro delle riserve di cellule funzionali. Questo proces- Li principi che regolano l'attività di queste cellule anche in altri Quest'ultima, a sua volta, si divide producendo cellule progenitrici L'idea che una piccola popolazione di cellule staminali mali- so produttivo segue fasi organizzate e regolate in maniera rigo- tessuti. Una piccola popolazione di staminali ematopoietiche il cui compito è generare cellule di stirpe mieloide (sangue) o gne possa provocare il cancro non è nuova. La ricerca sulle sta- rosa, durante cui ciascuna progenie di cellule staminali diventa [VISO presente all'interno del midollo osseo è la fonte di circa linfoide (sistema immunitario). Le cellule progenitrici continuano minali è iniziata concretamente negli anni cinquanta e sessan- altamente specializzata. una dozzina di tipi diversi di cellule ematiche e immunitarie che a dividersi e, man mano che i loro discendenti si specializzano ta con gli studi sui tumori solidi e del sangue. Molti principi ba- L'esempio migliore di questo sistema è forse la famiglia ema- circolano nel nostro organismo. Le HSC risiedono in una nicchia sempre più, vanno incontro a un declino programmato silari della genesi e dello sviluppo di tessuti sani sono stati indi- topoietica di cellule ematiche e immunitarie. Tutte le cellule fun- ambientale, circondate da cellule [stromali e osteoblastiche) che della loro capacità di proliferare fino a quando sono ritenute viduati grazie alle osservazioni su ciò che accade quando c'è una zionanti del sangue e della linfa provengono da un unico geni- inviano loro importanti segnali regolatori. In caso di necessità definitivamente differenziate. Soltanto la vera cellula staminale deviazione dal normale sviluppo. tore comune, noto come cellula staminale ematopoietica (HSC), di nuovo sangue o di nuove cellule immunitarie, una HSC si mantiene un potenziale proliferativo illimitato, grazie alla sua che si trova nel midollo osseo. Negli adulti il serbatoio di HSC divide e dà vita a una prima cellula figlia, che resta nella nicchia capacità di autorinnovarsi indefinitamente dividendosi ma non Una condotta regolata rappresenta meno dello 0,01 per cento dell'intero midollo osseo, e conserva la longevità della HSC, e a una seconda cellula figlia, differenziandosi. ma ciascuna di queste rare cellule dà vita a una popolazione di Oggi lo studio delle staminali sta contribuendo alla ricerca sul cellule progenitrici più vasta e mediamente differenziata. Que- cancro. Negli ultimi cinquant'anni sono stati individuati mol- ste, a loro volta, subiscono un'ulteriore divisione e differenzia- ti dettagli dei meccanismi che regolano il comportamento del- zione, trasformandosi in più fasi in cellule mature responsabili Macrofago le cellule staminali normali e di compiti specifici che vanno della loro progenie. Questi stu- dalla difesa dalle infezioni al La capacità delle staminali di hanno portato alla scoperta trasporto dell'ossigeno ai tes- Midollo osseo di gerarchie simili fra le cellule di 31; ;i le pone suti (si veda il box nella pagi- Neutrofilo maligne di un tumore, fornen- na a fronte). Precursore do una solida base alla teoria già al di sopra delle regole Quando una cellula rag- granulocitico Basofilo secondo cui all'origine di mol- giunge lo stadio funzionale fi- te forme di cancro ci sarebbe- nale, ha perso la capacità di Eosinofilo ro cellule «vagabonde» di natura staminale. Per riuscire nell'eli- proliferare o di mutare il proprio destino, e si definisce definiti- Progenitore minazione mirata di queste staminali cancerogene è dunque ne- vamente differenziata. Nel frattempo, le cellule staminali riman- mieloide Piastrine Abt cessario capire meglio come fa una cellula staminale «buona» a gono indifferenziate, condizione che conservano grazie alla lo- diventare «cattiva». ro singolare capacità di autorinnovamento: per iniziare a pro- Megacariocito Cellula stromale Il corpo umano è un sistema a compartimenti, composto da durre nuovo tessuto, una staminale si divide in due, ma solo una Cellula staminale organi e tessuti separati, ognuno con una funzione vitale. Ma le delle due cellule figlie prosegue fino a raggiungere una mag- ematopoietica Precursore singole cellule che compongono questi tessuti hanno spesso vita giore specificità; l'altra conserva l'identità staminale. Il numero megacariocitico Globulo rosso Cellula staminale breve. La pelle che oggi ricopre il nostro corpo non è la stessa che complessivo di cellule staminali all'interno del serbatoio rimane Jpluripotente Eritroblasto lo ricopriva un mese fa, perché le cellule superficiali nel frattem- quindi costante, mentre la proliferazione di progenitori interme- po sono state eliminate e sostituite. Il rivestimento dell'intestino di permette alle popolazioni di cellule ematopoietiche specifiche cambia ogni due settimane e l'arco di vita delle piastrine che per- di espandersi rapidamente in risposta alle diverse necessità. 4›-D mettono al sangue di coagularsi è di circa dieci giorni. La capacità delle cellule staminali di rigenerarsi per autorin- Cellula Nicchia Il meccanismo che mantiene costante il numero di cellule novamento è la loro caratteristica più importante, che le rende le plasmatica uniche cellule con un potenziale illimitato di longevità e prolife- Precursore delle cellule B razione futura. Al contrario, i progenitori hanno una capacità li- Cellula T nn• mitata di duplicarsi durante la proliferazione poiché un meccani- Progenitore linfoide • Si pensa spesso che tutte le cellule tumorali abbiano la smo di conteggio interno consente loro un numero finito di divi- C4.4' Cellula stessa potenzialità di proliferare ed estendere la malattia, sioni cellulari. Via via che aumenta la differenziazione, la capaci- Precursore sì natural killer delle cellule T ma in molti tipi di neoplasie solo un piccolo sottogruppo di tà della progenie di moltiplicarsi si riduce costantemente. cellule ha questo potere. L'importanza di queste distinzioni può essere osservata in ca- Cellula staminale pluripotente Progenitrici Cellule definitivamente differenziate • Poiché le cellule che danno origine al tumore hanno so di trapianto di cellule staminali ematopoietiche o di loro di- importanti caratteristiche in comune con le staminali, per scendenti. Quando si distrugge il sistema ematopoietico nativo AUTORINNOVAMENTO PO esempio una longevità illimitata e la capacità di generare di un topo, le cellule progenitrici generate all'interno del midol- TENZ IALE Dl PROLIFERAZIONE 1:~111M un'ampia varietà di altri tipi di cellule, sono considerate lo possono proliferare e ricreare temporaneamente l'ematopoie- cellule staminali cancerogene. si, ma dopo poche settimane si estinguono. Al contrario, una so- • L'ipotesi è che questi progenitori maligni emergano in la staminale ematopoietica trapiantata è in grado di ripristinare ti questi tessuti, compresi i meccanismi di controllo del nume- la maggior parte di questi geni è stata identificata non studiando seguito a scompensi regolatori avvenuti in cellule staminali l'intero sistema ematico per tutto l'arco di vita dell'animale. ro di staminali e di direzione delle scelte sul destino delle sin- le staminali, bensì nel corso di ricerche sul cancro, perché i loro danneggiate o nella loro progenie diretta. L'organizzazione del sistema ematopoietico è nota da oltre gole cellule. Per esempio diversi geni, e la cascata di eventi av- percorsi sono coinvolti anche nello sviluppo di neoplasie. • Per eliminare completamente un tumore è quindi trent'anni, ma recentemente sono state identificate gerarchie viata dalla loro attività - noti come percorsi genetici - svolgono Sono state osservate molte di queste somiglianze fra cellule indispensabile che la terapia sia mirata all'eliminazione delle cellulari simili all'interno di altri tessuti umani, fra cui cervel- un ruolo chiave nella determinazione del destino e della funzio- staminali e cellule tumorali. La stessa definizione di neoplasia in- cellule staminali cancerogene. lo, mammella, intestino tenue e crasso, cute. I principi del com- ne delle cellule staminali. Fra questi vi sono le vie di segnalazio- clude la capacità delle cellule tumorali di sopravvivere e di mol- portamento regolato delle cellule staminali sono comuni in tut- ne controllate dai geni Bmil, Notch, Sonic hedgehog e WNT. Ma tiplicarsi illimitatamente, di invadere i tessuti vicini e di migra- 40 41 LE SCIENZE 457 /settembre 2006 www.lescienze.it LE SCIENZE re (metastatizzare) in siti lontani dell'organismo. In effetti, nelle venire ulteriori eventi oncogeni responsabili della proliferazio- I POSSIBILI PERCORSI DI U1 P!'4 CII UN TUMORE cellule tumorali, le abituali limitazioni che controllano rigorosa- ne delle cellule cancerogene. Un secondo modello prevede invece mente la proliferazione e l'identità cellulare sembrano abrogate. che le mutazioni maligne avvengano all'inizio nelle cellule sta- ILre sistenza di cellule staminali cancerogene che stimolano loro programmazione genetica e dai segnali che ricevono Data la loro capacità di autorinnovarsi, le cellule staminali minali ma che l'ultima fase della trasformazione si attui solo nel- la crescita tumorale è stata dimostrata in diverse forme dalla «nicchia» ambientale. Eventuali cambiamenti nel sono già esenti dalle regole che limitano la vita e la proliferazio- le cellule progenitrici: in questo caso vi sarebbe una riattivazione di tumore del sangue e in una serie di tumori solidi, ma non è modo in cui cellule staminali in cui vi siano state mutazioni ne della maggior parte delle cellule. Inoltre, la loro abilità di dif- della capacità di autorinnovamento delle cellule progenitrici. ancora chiaro come nascono queste cellule. Come una normale genetiche «oncogene» rispondono ai segnali provenienti ferenziarsi in una vasta gamma di tipi cellulari permette loro di Le attuali prove scientifiche hanno evidenziato tutti e due i ca- cellula staminale, una cellula staminale cancerogena ha la dalla nicchia possono, pertanto, giocare un ruolo importante formare tutti i diversi elementi di un sistema organico o tessuta- si in forme di tumore diverse, e c'è almeno un esempio in cui en- capacità di autorinnovarsi dividendosi ma non differenziandosi nella trasformazione finale delle cellule in tumore (a, b e c]. le. E un altro segno distintivo dei tumori è l'eterogeneità dei ti- trambi i processi hanno un ruolo in stadi diversi della stessa ma- ed è quindi potenzialmente in grado di dare vita a un numero In alternativa, eventuali mutazioni in una cellula staminale pi di cellule che contengono, come se il tumore fosse una versio- lattia. La leucemia mieloide cronica è un tumore dei globuli bian- illimitato di cellule anomale differenziate che, vanno poi a possono conservarsi anche nei suoi discendenti immaturi, le ne estremamente disordinata di un intero organo. Inoltre, è stato chi dovuto all'impropria fusione di due geni. L'inserimento del formare la massa tumorale. Questa progenie ha un arco di cellule progenitrici, che vanno poi incontro a ulteriori mutazioni dimostrato che le cellule staminali ematopoietiche, come quelle gene fuso trasforma una normale cellula staminale ematopoieti- vita limitato e non è cancerogena di per sé, cioè non è in grado che riattivano la capacità di autorinnovamento in genere tumorali, migrano in siti lontani del corpo in risposta ai traumi. ca in staminale leucemica. Se non curata, la LMC progredisce in di generare nuove cellule tumorali. Il comportamento delle esclusiva delle staminali (cl. Elementi che provano tutte queste una forma acuta, la LMC con crisi blastica. Nei pazienti affetti da normali cellule staminali è strettamente controllato dalla eventualità sono stati riscontrati in varie forme di tumore. Il tallone di Achille LMC con crisi blastica gli ulteriori eventi genetici responsabili di questa forma più virulenta della patologia conferiscono ad alcu- Nelle staminali sane, una rigorosa regolazione genetica tie- ne cellule progenitrici la capacità di autorinnovarsi. Cellula staminale (9, Cellula progenitrice Cellula anomala Cellula Cellula della maligna anomala differenziata della nicchia nicchia alternativa ne sotto controllo l'enorme potenziale di crescita illimitata e di O @ trasformazione. La rimozione di questi meccanismi di control- Una catena di studi lo porterebbe a qualcosa di molto simile a una neoplasia. Que- sti elementi comuni, e le sempre più numerose prove sperimen- Negli ultimi dieci anni la dimostrazione che le cellule stamina- tali, suggeriscono che il malfuzionamento della regolazione del- li possono diventare maligne e che alcune cellule tumorali con- le staminali sia il modo in cui nascono, si perpetuano e probabil- dividono una serie di caratteristiche con le staminali ha rafforza- mente si diffondono molte forme di tumore. to l'idea che la causa scatenante della crescita tumorale possa es- Si ritiene che le neoplasie sere una popolazione di cellule abbiano origine quando un ac- cancerogene di tipo staminale. Sono state osservate molte cumulo di modifiche «oncoge- Già negli anni sessanta al- ne» a carico di geni chiave por- cuni scienziati avevano osser- tra ta a una crescita e a una tra- vato che gruppi di cellule can- sformazione anomala del- staminali e cellule tumorali cerogene all'interno di uno la cellula in cui si trovano. Le stesso tumore presentavano mutazioni genetiche avvengo- una diversa capacità di prolife- no di solito a causa di un trauma diretto, per esempio l'esposizio- razione e di produzione di nuovo tessuto tumorale. Nel 1971 C.H. NICCHIA ALLARGATA. Le cellule staminali con mutazioni maligne NICCHIA ALTERNATIVA. Fra le mutazioni genetiche che colpiscono ne a radiazioni o agenti chimici, o più semplicemente per un er- Park e colleghi, dell'Università di Toronto, dimostrarono che in sono tenute sotto controllo dai segnali inviati da una nicchia sana le cellule staminali vi sono alterazioni che rendono le cellule capaci rore casuale quando un gene è copiato in modo improprio prima una coltura di cellule asportate da un mieloma originario o «pri- finché un'ulteriore alterazione delle staminali o della nicchia provoca di adattarsi a una nuova nicchia. Le cellule staminali cancerogene della divisione cellulare. Poiché le staminali sono le uniche cellule mario» (forma tumorale che colpisce le cellule plasmatiche del l'allargamento di quest'ultima. La nicchia allargata dà alla popolazione possono aumentare di numero e proliferare, e, possibilmente, longeve negli organi dove si sviluppa la maggior parte dei tumo- midollo osseo), le cellule presentavano notevoli differenze nel- di staminali maligne la possibilità di crescere e quindi di aumentare il metastatizzare in nuovi siti dell'organismo. ri, costituiscono una riserva potenziale ben più piccola per il dan- la capacità di proliferazione. All'epoca, il gruppo di Park non fu numero di cellule anomale generate. no genetico cumulativo che può portare a un tumore. Sfortunata- in grado di affermare chiaramente se si trattasse di un fenomeno C Eiv Progenitori maligni mente, proprio a causa della loro longevità, le staminali sono an- casuale o meno, perché c'erano due spiegazioni plausibili: tutte le in grado di autorinnovarsi che la più probabile «miniera» del danno cellule potevano moltiplicarsi in coltura, ma per caso solo alcune Cellula La longevità delle staminali, anzi, spiegherebbe perché mol- lo facevano, oppure c'era una gerarchia nei tumori, e le staminali staminale mutata ti tumori compaiono decenni dopo l'esposizione alle radiazio- cancerogene generavano cellule incapaci di proliferare. ni: il trauma iniziale può essere solo la prima di una serie di mu- Già nel 1967 Phillip J. Fialkow dell'Università di Washington tazioni necessarie per trasformare una cellula sana in una mali- aveva dimostrato che il modello delle cellule staminali era quel- c gna. Oltre ad accumulare e conservare queste cicatrici oncoge- lo corretto per la leucemia. Utilizzando un marker proteico per la ne, l'enorme capacità proliferativa delle cellule staminali le ren- superficie cellulare, il G-6-PD, in grado di identificare la discen- de ideali per diventare maligne. Poiché la natura regola l'auto- denza di una cellula, Fialkow dimostrò che in alcuni malati di rinnovamento in maniera così rigida, una popolazione di cellule leucemia sia le cellule cancerogene sia la progenie non cancero- già in grado di autorinnovarsi ha bisogno di un minor numero gena più differenziata discendevano dalla stessa cellula. di mutazioni per subire una trasformazione maligna. Questi studi sono stati cruciali per lo sviluppo del modello di INDIPENDENZA DALLA NICCHIA. La mutazione fa sì che le cellule MUTAZIONE DELLAUTORINNOVAMENTO. Le cellule progenitrici Alla luce di tutto questo, emergono vari percorsi possibili verso staminale cancerogena, ma rimanevano limitati per l'incapacità già predisposte a una forma maligna diventino indipendenti dai segnali predisposte a una forma maligna pervia di mutazioni ereditate dalla la formazione di un tumore. Secondo un primo modello, le mu- di isolare ed esaminare le diverse popolazioni cellulari di un tu- inviati dalla nicchia, perdendo tutti i normali meccanismi di controllo staminale che le ha generate vanno incontro a un'ulteriore mutazione tazioni si verificano all'interno delle cellule staminali e la con- more. Un evento chiave nella biologia delle cellule staminali fu la ambientali sulla propria capacità di autorinnovamento e proliferazione. che ripristina la capacità di autorinnovarsi. Da questo momento in poi, seguente perdita di controllo sull'autorinnovamento produce un disponibilità, a partire dagli anni settanta, di uno strumento - il queste cellule progenitrici ottengono longevità illimitata e capacità serbatoio di staminali maligne. Nelle cellule staminali o nei loro «citometro a flusso» - che classifica le diverse popolazioni cellu- cancerogena, diventando cellule staminali cancerogene. discendenti, la popolazione di cellule progenitrici, potrebbero av- lari in base agli esclusivi marker presenti sulla loro superficie. 42 43 LE SCIENZE 457 /settembre 2006 www.lescienze.it LE SCIENZE Un secondo evento cruciale per gli studi sulle staminali cance- PER APPROFONDIRE e rilevanti. Le terapie di oggi colpiscono tutte le cellule tumorali, Scoprire le staminali cancerogene rogene è stato l'avvento, negli anni novanta, di test sull'autorin- BRAUN A.C., The Reversal of Tumor Growth, in «Scientific American», ma gli studi condotti da noi e da altri colleghi hanno dimostra- novamento. Prima che Weissman e John Dick dell'Università di Vol. 213, n. 5, pp. 75-83, novembre 1965. to che solo una minima parte di cellule tumorali ha la capacità Le tecniche per classificare le cellule tumorali viventi e Toronto sviluppassero metodi che permettevano alle normali sta- di ricostituire e perpetuare la forma tumorale. Se le terapie tra- determinarne la capacità di autorinnovarsi hanno portato PARSON A. B.,Ihe Proteus Effect: Stem Cells and Their Promise for Me- minali umane di crescere nei topi, non c'era alcun tipo di anali- dizionali riducono il tumore ma non colpiscono queste cellule, è all'identificazione di staminali cancerogene all'interno di più dicine, Joseph Henry Press, 2004. si in grado di dimostrare l'autorinnovamento nelle cellule uma- molto probabile che il cancro si ripresenti. Terapie specificamen- ne. Ricorrendo alla citometria a flusso e a questo nuovo modello vaste popolazioni di cellule tumorali. Nelle forme tumorali BISSELL M.J. e LABARGE M.A., Context, Tissue Plasticity, and Cancer: te mirate alle cellule staminali cancerogene potrebbero distrug- animale, nel 1994 Dick iniziò a pubblicare una serie di studi che sotto elencate, le staminali si sono dimostrate in grado di Are Tumor Stem Cells Also Regulated by the Microenvironment?, in gere il «motore» della malattia, lasciando morire da sé le even- autorinnovarsi e rigenerare l'intera gamma di cellule del tumore «Cancer Cell», Vol. 7, pp. 17-23, gennaio 2005. identificavano le cellule staminali nella leucemia. Nel 2003 Ri- tuali altre cellule non cancerogene. originario. Di conseguenza, un piccolo numero di cellule staminali chard Jones, della John Hopkins University, ha individuato una HUNTLY B.J.P. e GILLILAND D.G., Leukaemia Stem Cells and the Evolu- Le cellule staminali però non possono essere identificate esclu- tumorali avrebbe potuto generare l'intero tumore, rifornirne popolazione di staminali cancerogene nel mieloma multiplo. tion of Cancer-Stem-Cell Research. in « Nature Reviews Cancer», Vol. sivamente in base al loro aspetto, ragion per cui per raggiunge- continuamente l'ampia popolazione di cellule (la maggior parte Qualche tempo prima, nello stesso anno, il nostro gruppo al- 5, n. 4, pp. 311-321, aprile 2005. re una migliore comprensione delle caratteristiche esclusive del- delle quali non è cancerogena] e ricostituire il tumore originario l'Università del Michigan a Ann Arbor aveva pubblicato le pri- le staminali cancerogene sarà necessario disporre di strumenti e CLARKE M.F e FULLER M., Stem Cells and Cancer: Two Faces of Eve, in anche se questo fosse distrutto del tutto o in parte. me prove della presenza di staminali cancerogene nei tumori «Celi», Vol. 124, pp. 1111-1115, 24 marzo 2006. tecnologie che permettano di isolare e studiare queste rare cellu- solidi. Trapiantando nei topi popolazioni selezionate di cellu- le. Una volta individuate le caratteristiche che le contraddistin- FORMA Dl CANCRO le umane prelevate da tumori al seno, siamo riusciti a confer- guono, potremo usare queste informazioni per colpire esclusiva- (anno di identificazione delle cellule staminali tumorali) mare che non tutte le cellule umane di un tumore alla mammel- L'AUTORE mente le cellule staminali cancerogene con trattamenti specifici. Leucemia mieloide acuta (1994) la hanno la stessa capacità di generare nuovo tessuto tumora- MICHAELE CLARKE e MICHAEL W. BECKER hanno lavorato insieme nel Se, per esempio, si scoprissero la mutazione o il segnale ambien- le. Solo una sottopopolazione di cellule è in grado di ricreare il Leucemia linfoblastica acuta (1997) laboratorio di Clarke all'Università del Michigan ad Ann Arbor, dove nel tale responsabile della capacità di autorinnovamento di un parti- tumore originario nel nuovo ambiente. Confrontando poi il fe- Leucemia mieloide cronica (1999) 2003 sono state isolate per la prima volta cellule staminali in un colare tipo di cellula staminale cancerogena, si avrebbe un bersa- notipo - ovvero le caratteristiche fisiche - dei nuovi tumori con glio ovvio per rendere inabili le suddette cellule cancerogene. Tumore al seno (2003) tumore al seno. Oggi Clarke è direttore associato e professore di bio- quello dei campioni prelevati dal paziente abbiamo scoperto che Mieloma multiplo (2003) logia del cancro e medicina allo Stanford Institute for Stem Celi Un esempio incoraggiante di questa strategia è stato dimo- il profilo dei tumori nuovi riassume l'originale. Questo risulta- strato da Craig T. Jordan e Monica Guzman, dell'Università di Biology and Regenerative Medicine. Becker è professore associato to indica che le cellule cancerogene trapiantate sono in grado Tumore cerebrale (2004) di medicina al Medicai Center dell'Università di Rochester. Rochester, che nel 2002 hanno identificato caratteristiche mole- sia di autorinnovarsi sia di dar vita a tutte le diverse popolazio- Tumore alla prostata (2005) colari esclusive delle cellule staminali maligne che si ritengono ni di cellule presenti nel tumore originario, comprese le cellule essere la causa della leucemia non cancerogene. comportamento programmato predefinito che solo i segnali della mieloide acuta (LIVIA). I due ri- Il nostro studio ha dimostrato la presenza, in un cancro alla nicchia tengono sotto controllo. cercatori hanno inoltre dimo- mammella, di una gerarchia di cellule simile a quelle identifica- Nell'organismo, le nicchie di cellule staminali sono vere e strato che le cellule stamina- te nei tumori del sangue. Da allora lo studio sulla biologia del- proprie oasi circondate da specifici tipi di cellule, quali le cellu- li cancerogene potrebbero es- le cellule staminali cancerogene è letteralmente «esploso», visto le stromali che formano il tessuto connettivo del midollo osseo. sere colpite in maniera prefe- che i laboratori di tutto il mondo continuano a individuare simi- A parte qualche eccezione, le staminali rimangono sempre nel- renziale usando farmaci spe- li sottopopolazioni di cellule cancerogene in altre forme tumora- la propria nicchia e, a volte, si attaccano fisicamente a essa per cifici, e lo scorso anno han- li. Nel 2003, per esempio, anche il laboratorio di Peter Dirks del- mezzo di molecole di adesione. Le cellule progenitrici, invece, si no scoperto che un composto l'Università di Toronto ha identificato cellule di tumori primari a allontanano dalla nicchia man mano che si differenziano. derivante da una pianta offi- carico del sistema nervoso centrale dell'uomo in grado di ricrea- L'importanza dei segnali provenienti dalla nicchia nel con- cinale, il partenio (Chrysan- re l'intero tumore nei topi. Altri studi di Dirks hanno dimostra- servare lo stato di non differenziazione delle staminali e quel- themum parthenium), porta to la presenza di un elevato numero delle presunte cellule stami- lo di quiescenza suggerisce che questi segnali ambientali loca- le cellule staminali della LIVIA nali cancerogene in una delle forme umane di cancro al cervel- li potrebbero esercitare un controllo simile sulle cellule stami- all'apoptosi senza colpire le lo a crescita più rapida, il medulloblastoma, rispetto al più ridot- nali tumorali. Per esempio alcuni esperimenti hanno dimostrato normali cellule staminali. to numero delle stesse cellule riscontrato in forme tumorali me- che, una volta trapiantate in una nicchia sana, le cellule stami- Alcuni gruppi di ricerca no aggressive sempre a carico del cervello. nali predisposte alle forme tumorali a causa di mutazioni gene- sperano di riuscire a portare A conferma del modello di cellula staminale cancerogena si tiche non riescono, a dispetto di quella predisposizione, a dar vi- le cellule immunitarie a rico- aggiunge un recente settore di studi. L'ambiente di segnalazio- ta a un tumore. Al contrario, cellule staminali normali trapianta- noscere e «inseguire» le stami- ne, o nicchia, in cui risiedono i tumori sembra influenzarne no- te in un ambiente tessutale precedentemente danneggiato da ra- nali cancerogene. Altri stanno tevolmente la fase di inizio e di conservazione. Studi condotti su diazioni danno vita a forme tumorali. DIVISIONE DEL CITOPLASMA di una cellula di tumore al seno. Negli ultimi anni esaminando l'uso di farmaci già esistenti per alterare le segna- cellule normali e cellule staminali hanno già indicato il ruolo es- si sta facendo sempre più luce sul ruolo delle staminali nella genesi tumorale. lazioni della nicchia nella speranza di privare le cellule stami- senziale dei segnali in uscita dal tessuto circostante e la matri- L'accerchiamento nali cancerogene dei segnali ambientali che le aiutano a cresce- ce extracellulare di supporto nel mantenimento dell'identità di no delle cellule staminali tumorali potrebbero permettere a que- re. Un'altra idea in esame è la possibilità di sviluppare farmaci in una determinata cellula e nella decisione del suo comportamen- Molti degli stessi percorsi genetici identificati con la segnala- ste ultime di adattarsi a una diversa nicchia rendendone ancora grado di obbligare le staminali cancerogene a differenziarsi, fa- to. Per esempio, rimosse dall'abituale contesto all'interno del cor- zione fra le cellule staminali e la loro nicchia sono stati associa- una volta possibile l'aumento in numero e l'espansione del terri- cendo così perdere loro la capacità di autorinnovarsi. po e poste in provetta, le cellule normali manifestano una ten- ti al cancro, il che suggerisce, inoltre, un ruolo della nicchia nella torio. Una terza possibilità è che le mutazioni potrebbero permet- La cosa più importante, comunque, è che i ricercatori sono or- denza a perdere alcune delle loro caratteristiche funzionali diffe- trasformazione finale in tumore. Per esempio, se le cellule stami- tere alle cellule staminali cancerogene di diventare tutte indipen- mai sulla strada giusta. Usando approcci che mirano a colpire i renziate. Al contrario, una coltura di cellule staminali deve essere nali cancerogene fossero tenute sotto controllo dalla nicchia, ma denti dai segnali della nicchia, annullando i controlli ambientali percorsi genetici dedicati alla conservazione delle cellule stami- effettuata con un mezzo che invii dei segnali che indichino alla questa risultasse in qualche modo alterata e ampliata, anche il sull'autorinnovamento e la proliferazione. nali cancerogene e a distruggere le comunicazioni incrociate fra cellula di non differenziarsi. Altrimenti le cellule iniziano a proli- serbatoio di cellule staminali maligne avrebbe lo spazio per cre- Le implicazioni di un modello di cellula staminale canceroge- le cellule tumorali e il loro ambiente, speriamo di riuscire presto ferare velocemente e a differenziarsi, come se questo fosse il loro scere. Un'altra possibilità è che le mutazioni genetiche all'inter- na sul modo in cui concepiamo e trattiamo i tumori sono chiare a trovare e sconfiggere le vere cause del cancro. in 44 45 LE SCIENZE 457 /settembre 2006 www.lescienze.it LE SCIENZE PER APPROFONDIRE e rilevanti. Le terapie di oggi colpiscono tutte le cellule tumorali, BRAUN A.C., The Reversal of Tumor Growth, in «Scientific American», ma gli studi condotti da noi e da altri colleghi hanno dimostra- Vol. 213, n. 5, pp. 75-83, novembre 1965. to che solo una minima parte di cellule tumorali ha la capacità di ricostituire e perpetuare la forma tumorale. Se le terapie tra- PARSON A.B., The Proteus Effect: Stem Cells and Their Promisefor Me- dizionali riducono il tumore ma non colpiscono queste cellule, è dicine, Joseph Henry Press, 2004. molto probabile che il cancro si ripresenti. Terapie specificamen- BISSELL M.J. e LABARGE M.A., Context, Tissue Plasticity, and Cancer: te mirate alle cellule staminali cancerogene potrebbero distrug- Are Tumor Stern Cells Also Regulated by the Microenvironment?, in gere il «motore» della malattia, lasciando morire da sé le even- «Cancer Cell», Vol. 7, pp. 17-23, gennaio 2005. tuali altre cellule non cancerogene. HUNTLY B.J.P. e GILLILAND D.G., Leukaemia Stem Cells and the Evolu- Le cellule staminali però non possono essere identificate esclu- tion of Cancer-Stem-Cell Research. in «Nature Reviews Cancer», Vol. sivamente in base al loro aspetto, ragion per cui per raggiunge- 5, n. 4, pp. 311-321, aprile 2005. re una migliore comprensione delle caratteristiche esclusive del- le staminali cancerogene sarà necessario disporre di strumenti e CLARKE M.E e FULLER M., Stem Cells and Cancer: Two Faces of Eve, in «Celi», Vol. 124, pp. 1111-1115, 24 marzo 2006. tecnologie che permettano di isolare e studiare queste rare cellu- le. Una volta individuate le caratteristiche che le contraddistin- guono, potremo usare queste informazioni per colpire esclusiva- GLI AUTORI mente le cellule staminali cancerogene con trattamenti specifici. MICHAEL E CLARKE e MICHAELW. BECKER hanno lavorato insieme nel Se, per esempio, si scoprissero la mutazione o il segnale ambien- laboratorio di Clarke all'Università del Michigan ad Ann Arbor, dove nel tale responsabile della capacità di autorinnovamento di un parti- 2003 sono state isolate per la prima volta cellule staminali in un colare tipo di cellula staminale cancerogena, si avrebbe un bersa- glio ovvio per rendere inabili le suddette cellule cancerogene. tumore al seno. Oggi Clarke è direttore associato e professore di bio- logia del cancro e medicina allo Stanford Institute for Stenn Celi Un esempio incoraggiante di questa strategia è stato dimo- strato da Craig T. Jordan e Monica Guzman, dell'Università di Biology and Regenerative Medicine. Becker è professore associato di medicina al Medicai Center dell'Università di Rochester. Rochester, che nel 2002 hanno identificato caratteristiche mole- colari esclusive delle cellule staminali maligne che si ritengono essere la causa della leucemia mieloide acuta (LMA). I due ri- cercatori hanno inoltre dimo- strato che le cellule stamina- li cancerogene potrebbero es- sere colpite in maniera prefe- renziale usando farmaci spe- cifici, e lo scorso anno han- no scoperto che un composto derivante da una pianta offi- cinale, il partenio (Chrysan- themum parthenium), porta le cellule staminali della LMA all'apoptosi senza colpire le normali cellule staminali. Alcuni gruppi di ricerca sperano di riuscire a portare le cellule immunitarie a rico- noscere e «inseguire» le stami- nali cancerogene. Altri stanno DIVISIONE DEL CITOPLASMA di una cellula di tumore al seno. Negli ultimi anni esaminando l'uso di farmaci già esistenti per alterare le segna- si sta facendo sempre più luce sul ruolo delle staminali nella genesi tumorale. lazioni della nicchia nella speranza di privare le cellule stami- nali cancerogene dei segnali ambientali che le aiutano a cresce- no delle cellule staminali tumorali potrebbero permettere a que- re. Un'altra idea in esame è la possibilità di sviluppare farmaci in ste ultime di adattarsi a una diversa nicchia rendendone ancora grado di obbligare le staminali cancerogene a differenziarsi, fa- una volta possibile l'aumento in numero e l'espansione del terri- cendo così perdere loro la capacità di autorinnovarsi. torio. Una terza possibilità è che le mutazioni potrebbero permet- La cosa più importante, comunque, è che i ricercatori sono or- tere alle cellule staminali cancerogene di diventare tutte indipen- mai sulla strada giusta. Usando approcci che mirano a colpire i denti dai segnali della nicchia, annullando i controlli ambientali percorsi genetici dedicati alla conservazione delle cellule stami- sull'autorinnovamento e la proliferazione. nali cancerogene e a distruggere le comunicazioni incrociate fra Le implicazioni di un modello di cellula staminale canceroge- le cellule tumorali e il loro ambiente, speriamo di riuscire presto na sul modo in cui concepiamo e trattiamo i tumori sono chiare a trovare e sconfiggere le vere cause del cancro. www.lescienze.it LESCIENZE 45 *27U.V...~1~ .r.. I gi•i.:!.r,.. ,„•‘•••::-. r 1`,.‘ " Nr zo , 1L'',...`".‘, • le y4r.*1 '.f0 ,Pswt`.i1,... 2Ccs A-.‘ —.". .. •• teiM• n•••.n• • • -',..:0 ' I 1.24 oc„-... v.,.. ?...!, DURANTE LA PRIMA MISSIONE PER LA MANUTENZIONE di Mario Livio .-k..- ..,-.e I ..4.*‘ h DI HUBBLE, nel dicembre 1993, gli astronauti Story ..... Musgrave (sul braccio), Jeffrey Hoffman (nel boccaporto) ! '' e i loro compagni di equipaggio ripararono il famigerato difetto nello specchio del telescopio, aprendo la via La topi() a una straordinaria successione di scoperte. di Hubble In attesa che il telescopio spaziale sia sottoposto all'ultima revisione, ecco i risultati più avvincenti dei suoi 16 anni di carriera ochi telescopi hanno avuto un lo spazio. I suoi risultati, sia nel dare agli neti, fino alle galassie e all'universo nel effetto così profondo sulla ricerca astro- astronomi osservazioni con dettagli sen- suo insieme. È molto difficile rendere giu- nomica quanto lo Hubble Space Telesco- za precedenti, sia nell'offrire al pubblico stizia in un solo articolo a tutti i contribu- pe. Tuttavia, la sua influenza si è eserci- di tutto il mondo la possibilità di getta- ti del telescopio spaziale. Al momento in tata in maniera diversa da quanto molti re uno sguardo sulle meraviglie dell'uni- cui scrivo, il suo archivio contiene oltre immaginano. Di per sé, non ha compiuto verso, di recente sono passati in secondo 27 terabyte di dati e continua a crescere scoperte particolari, né ha il merito di al- piano a causa del dibattito sul futuro del alla velocità di 390 gigabyte al mese, dati cun successo in esclusiva. Piuttosto, Hub- telescopio. La NASA stenta a riprende- che hanno costituito la base per 6300 ar- ble è partito da semplici indizi e ipotesi re la cadenza regolare dei voli dello spa- ticoli scientifici. derivanti dalle osservazioni a terra e li ha ce shuttle, e Hubble continua a deteriorar- Hubble continua a fornire risultati di tramutati in quasi certezze. Ha lavorato si; se un gruppo di astronauti non riesce grande valore. In collaborazione con al- di concerto con altri osservatori per dar- a raggiungerlo e a compiere la necessa- tri osservatori, lo scorso anno ha scoperto ci una visione del cosmo ricca di sfuma- ria manutenzione, potrebbe giungere al- due nuovi satelliti di Plutone, una galas- ture. Ha costretto i teorici a rivedere teo- la fine della sua vita operativa già a metà sia inaspettatamente (e paradossalmen- rie troppo schematiche e a costruirne di del 2008 L'imminenza di questo momen- te) massiccia nelle prime fasi dell'univer- nuove che spiegano i fenomeni astrono- to critico mi ha spinto a riconsiderare gli so e una compagna di massa planetaria di mici in maniera molto più dettagliata. In ultimi 15 anni di Hubble e dell'astrono- una nana bruna, una stella di per sé non poche parole, Hubble ha esercitato un'in- mia: un periodo che molti ricercatori con- molto più grande di un pianeta. Dobbia- fluenza enorme non distinguendosi dagli siderano un'età dell'oro. mo quindi considerarci fortunati di vive- altri strumenti e tecniche, ma soprattutto Presento qui la mia scelta (per nulla re in un'era in cui abbiamo potuto vede- integrandosi profondamente con essi. imparziale) dei dieci risultati più avvin- re per la prima volta aspetti dell'universo Lo scorso aprile, il telescopio ha festeg- centi di Hubble, dalle sue osservazioni di che, finora, gli esseri umani avevano po- giato il suo sedicesimo anniversario nel- oggetti relativamente piccoli come i pia- tuto esplorare solo con la fantasia. 4? www.lescienze.it LE SCIENZE Il grande impatto della cometa Agonia di una stella In una prospettiva cosmica, la collisione della cometa Secondo la teoria, una stella di massa compresa tra 8 e 25 masse dalla supernova che collideva con l'anello. Le osservazioni prose- Shoemaker-Levy 9 con Giove è stata un evento irrilevan- solari termina la propria esistenza con un'esplosione di superno- guono, con l'intento di chiarire le fasi finali di vita della stella. te: le superfici cosparse di crateri dei pianeti e dei satelli- va. Quando la stella esaurisce il combustibile utilizzabile per la Al contrario delle stelle più massicce, si ritiene che le stelle di ti rocciosi testimoniano in maniera eloquente che nel si- fusione nucleare, viene improvvisamente meno un fattore cru- tipo solare abbiano una morte più tranquilla, che consiste nel- stema solare questo «tiro a segno» è praticato con notevo- ciale che le permette di sostenere la propria massa. Il nucleo col- l'espulsione non violenta dei propri strati gassosi esterni, in un le frequenza. Dal punto di vista umano, tuttavia, l'impat- lassa e forma una stella di neutroni - residuo inerte e superden- processo che richiede circa 10.000 anni. Quando il nucleo centra- to è stato un evento che accade una volta nella vita: si ri- so - e gli strati gassosi esterni sono espulsi a una velocità pari al le della stella rimane allo scoperto, la sua radiazione ionizza il gas tiene che una cometa precipiti su un pianeta in media una cinque per cento di quella della luce. espulso, facendo sì che produca radiazione di colore verde bril- volta ogni mille anni. Non è stato facile, però, mettere alla prova questa teoria, per- lante (emessa dall'ossigeno ionizzato) e rosso (emessa dall'idroge- Un anno prima della catastrofe, le immagini di Hubble ché dal 1680 non esplodono supernove nella nostra galassia. Il no ionizzato). La struttura risultante è chiamata, in maniera fuor- rivelarono che la Shoemaker-Levy 9 si era spezzata in una 23 febbraio 1987 agli astronomi fu concessa la migliore alterna- viante, nebulosa planetaria. Oggi se ne conoscono circa 2000, e ventina di frammenti: il cosiddetto «filo di perle». Il primo tiva possibile: una supernova in una delle galassie satelliti del- Hubble ha rivelato forme straordinariamente complesse, con det- frammento entrò in collisione con l'atmosfera di Giove il la Via Lattea, la Grande Nube di Magellano. Hubble non era an- tagli senza precedenti. Alcune nebulose presentano serie di anelli 16 luglio 1994, seguito dagli altri nel corso della settimana cora stato lanciato, ma tre anni dopo cominciò a seguire le fasi concentrici, che potrebbero indicare un processo di eiezione epi- successiva. Le immagini mostrarono pennacchi simili ai più tarde dell'evento, scoprendo un sistema di tre anelli intorno sodico anziché continuo. Stranamente, l'intervallo temporale cal- «funghi» delle esplosioni nucleari sollevarsi sull'orizzonte alla stella esplosa. Quello centrale sembra rappresentare la parte colato tra gli episodi di espulsione, pari a circa 500 anni, è troppo di Giove, per poi ricadere e allargarsi nel giro di dieci mi- più stretta di una nube di gas a forma di clessidra, mentre i due lungo per essere spiegato dalle pulsazioni dinamiche (nelle qua- IN QUESTA RAFFIGURAZIONE ARTISTICA, nuti. Le cicatrici degli impatti restarono visibili per mesi. più grandi sono i margini di altrettanti lobi a goccia, creati dalla li la stella si contrae e si espande, in un delicato equilibrio tra gra- la dimensione del pianeta si basa sulle La rarità delle immagini le rende di per sé preziose, ma stella alcune decine di migliaia di anni prima dell'esplosione. Nel vità e pressione del gas) e troppo breve per rappresentare le pulsa- misurazioni della luminosità della esse hanno anche sollevato un interrogativo di grande in- stella effettuate da Hubble. 1994 Hubble cominciò a individuare chiazze che si illuminavano zioni termiche (in cui la stella esce momentaneamente dalla situa- teresse sulla composizione del gigante gassoso. In un si- in sequenza lungo l'anello centrale, dovute al materiale espulso zione di equilibrio). La natura degli anelli rimane incerta. to di impatto, sono state osservate onde che si propaga- vano verso l'esterno alla velocità di 450 metri al secondo. La teoria più accreditata è che siano onde di gravità, nel- le quali la forza che ripristina l'equilibrio iniziale è la spin- Pianeti extrasolari ta idrostatica, come quando si cerca di far affondare nel- Nel 2001 l'American Astronomical Society chiese ai planetologi di l'acqua un pezzetto di legno che invece torna a galleggia- votare quale fosse stata, a loro parere, la scoperta più importan- re. Se questa interpretazione è corretta, le proprietà del- te del decennio precedente. Al primo posto si piazzò la scoperta di le onde indicano che il rapporto ossigeno/idrogeno nelle pianeti all'esterno del sistema solare. Oggi si conoscono circa 180 nubi acquose dove si sono propagate le onde è dieci vol- di questi corpi; la maggior parte di essi è stata scoperta con tele- te più elevato che nel Sole. Tuttavia, se Giove si è formato scopi terrestri, osservando le lievi oscillazioni che l'attrazione gra- dal collasso gravitazionale di un disco primordiale di gas e vitazionale di un pianeta introduce nel moto della sua stella. Tut- polvere, come sostengono alcune teorie, dovrebbe avere la tavia queste osservazioni forniscono elementi davvero miseri: so- stessa composizione del disco: simile, quindi, a quella so- lo la grandezza e l'ellitticità dell'orbita planetaria, e un limite infe- lare. La discrepanza è tuttora irrisolta. riore per la massa. Hubble ha proseguito le osservazioni concentrandosi sui pianeti OTTO PUNTI DI IMPATTO (alcuni sovrapposti il cui piano dell'orbita è allineato con la nostra visuale, cosicché es- o appena visibili) si stagliano sull'emisfero si passano periodicamente davanti alla loro stella e ne affievolisco- meridionale di Giove in questa fotografia realizzata no la luce: un simile evento è denominato transito. Le osservazio- il 22 luglio 1994. Sotto, il 16 luglio, sei minuti dopo ni di Hubble del primo di questi pianeti a essere scoperto, il compa- un impatto, sul bordo del pianeta si solleva un gno della stella HO 209458, hanno fornito le informazioni più det- pennacchio simile a un «fungo» nucleare. tagliate finora disponibili sui pianeti esterni al sistema solare. Il pia- neta ha una massa inferiore del 30 per cento rispetto a Giove, ma il suo diametro è maggiore del 30 per cento, probabilmente a causa dell'espansione del gas prodotta dall'intensissima radiazione termi- Raffigurazione artistica ca della stella compagna. I dati di Hubble sono così precisi che po- trebbero rivelare l'eventuale presenza di ampi anelli e satelliti mas- sicci, anche se questo specifico pianeta non ne ha. Un risultato par- ticolarmente significativo è la prima misurazione della composizio- ne di un corpo che orbita intorno a un'altra stella. La sua atmosfe- Immagine di Hubble ra contiene sodio, carbonio e ossigeno, e l'idrogeno sta evaporando nello spazio, tanto da formare una coda simile a quella di una co- QUANDO L'ONDA D'URTO prodotta dall'esplosione della supernova 1987A LA NEBULOSA «OCCHIO DI GATTO» è una delle più complesse nebulose meta. Simili osservazioni aprono la possibilità di cercare tracce chi- ha colpito un anello di gas preesistente, hanno iniziato ad apparire chiazze planetarie conosciute. Si ritiene che queste strutture abbiano origine nelle miche dell'esistenza di vita in altri luoghi della galassia. luminose. ultime fasi di vita di stelle simili al Sole. 48 49 LE SCIENZE 457 /settembre 2006 www.lescienze.it LE SCIENZE 7 4 L'AUTORE UN GETTO DI PLASMA, MARIO LIVIO ha un vasto campo di interessi di ricerca: si occupa di energia oscura, esplosioni di che si ritiene generato dalla caduta Lieto evento nel cosmo supernova, accrescimento di oggetti compatti e pianeti extrasolari; inoltre, ha una fortunata di materia in un buco nero Le esplosioni più potenti Gli astronomi sanno da tempo che get- carriera di divulgatore. Attualmente lavora allo Space Telescope Science Institute di Baltimora. di 3 miliardi di masse solari, I lampi di raggi gamma (GRB, da gamma- ricche di questi elementi. Nel corso del- ti di gas lunghi e sottili sono i segna- I si propaga dalla galassia M87. ray burst) sono brevi impulsi di radiazione la loro vita, esse conservano una frazione li inequivocabili della nascita di una che durano da pochi millisecondi ad al- più elevata della propria massa, e quin- stella. Un astro in formazione può ge- cune decine di minuti. Vengono suddivi- di quando giungono al termine del ciclo nerare una coppia di getti collimati si in due classi distinte, a seconda che ab- vitale sono più pesanti. 11 collasso del lo- della lunghezza di parecchi anni luce, biano durata inferiore o superiore a circa ro nucleo tende a produrre non una stella • benché l'esatto meccanismo di forma- due secondi; i più lunghi producono foto- di neutroni, ma un buco nero. In effetti gli zione non sia chiaro. L'ipotesi più pro- ni di minore energia rispetto a quelli bre- astronomi attribuiscono i lampi gamma • mettente chiama in causa un campo vi. Le osservazioni effettuate dal Comp- lunghi a getti collimati generati da buchi magnetico a grande scala che perva- ton Gamma Ray Observatory, dal satellite neri in rapida rotazione. 11 fattore decisivo 1' de il disco di gas e polvere intorno al italiano per raggi X BeppoSAX e da stru- per determinare se il collasso di un nucleo q Area ingrandita giovane oggetto. La materia ionizzata, menti terrestri hanno associato gli impul- produrrà un GRB sembra essere la massa costretta a fluire lungo le linee di forza • si di lunga durata al collasso del nucleo e la velocità di rotazione della stella pro- del campo magnetico, viene proiettata • di stelle massicce a breve vita: in altri ter- genitrice al momento della sua fine. verso l'esterno, come perline su un filo mini, a un tipo di supernova. 11 quesito è Identificare gli impulsi di breve dura- che venga fatto ruotare. Hubble ha da- perché solo una piccola frazione di super- ta si è rivelato più difficile: soltanto lo to conferma a questa interpretazione nove produca lampi gamma. scorso anno i satelliti HETE 2 e Swift so- teorica fornendo la prima prova diretta Hubble ha scoperto che, mentre le su- no riusciti a localizzarne alcuni. Hubble del fatto che questi getti hanno effetti- pernove si manifestano in tutte le regio- e il Chandra X-ray Observatory, anch'es- vamente origine nel centro del disco. ni galattiche dove ha luogo la formazio- so un telescopio orbitante, hanno rive- Un'altra previsione, che questa vol- ne di stelle, i lampi gamma di lunga du- lato che questi impulsi hanno un'ener- • ta Hubble ha smentito, era che i dischi I rata sono concentrati nelle zone più lu- gia complessiva inferiore a quella degli circumstellari dovessero essere situati 1500 anni luce minose, dove si trovano le stelle di mas- impulsi di lunga durata e che tendono a in profondità nella nube progenitrice, • sa maggiore. Per di più, in confronto al- manifestarsi in una tipologia più ampia • e quindi fossero impossibili da osser- • 6 le galassie che ospitano supernove, quel- di galassie, comprese quelle ellittiche che • vare. In realtà, il telescopio spaziale ha le dove si osservano lampi lunghi sono si- non sono più sede di formazione stellare. rivelato decine di dischi protoplaneta- • Una profusione di buchi gnificativamente più deboli, più irregola- A quanto sembra, gli impulsi brevi non ri, che spesso si stagliano in controluce neri supermassicci ri e con un contenuto inferiore di elemen- sono associati a stelle massicce e poco sulle nebulose. Almeno metà delle gio- . Fin dagli anni sessanta gli astronomi ti pesanti. Quest'ultimo è un punto im- longeve, ma a resti stellari. L'ipotesi più • • . • vani stelle osservate ha dischi di que- STE1,11 INSOLITAMENTE GIOVANI nelle regioni periferiche ritengono che i quasar e gli altri nuclei portante perché le stelle massicce pove- plausibile è che gli impulsi di breve du- sto genere, a dimostrazione del fatto della galassia dì Andromeda (nel dei uonv) potrebber.o. galattici attivi siano alimentati da bu- re di elementi pesanti generano un vento rata siano generati dalla fusione di due che la materia prima per la formazio- essere i resti diilh‘collisione galattica. (Sullo sfondo chi neri giganti che inghiottono quan- stellare più debole rispetto alle stelle più stelle di neutroni. ne di pianeti è presente ovunque nel- dell'immagine compiono diversi altre galassie.) • • tità enormi di materia. Le osservazio- la galassia. • ni di Hubble hanno dato conferma a questo scenario generale. Quasi tutte le 5 galassie che il telescopio ha scrutato in dettaglio hanno rivelato la presenza di Archeologia galattica un buco nero nel centro. Due scoperte Gli astronomi ritengono che le grandi galassie, come la Via Lattea e la nostra vicina, appaiono particolarmente significati- Andromeda, si accrescano assorbendo galassie più piccole. Testimonianze di questa ve. In primo luogo, le immagini ad al- storia complessa dovrebbero conservarsi nella configurazione, nell'età, nella compo- ta risoluzione dei quasar rivelano che sizione e nella velocità relativa delle loro stelle. Hubble ha avuto un ruolo fondamen- si trovano in galassie ellittiche brillanti tale nel decifrare questa storia. Un esempio è rappresentato dalle sue osservazioni del- o in galassie interagenti, e ciò fa pen- l'alone» stellare di Andromeda, la rarefatta nube sferica di stelle e ammassi stellari che sare che sia necessaria una determina- circonda il disco galattico principale. Risulta che l'intervallo d'età delle stelle dell'alone ta sequenza di eventi per alimentare è molto ampio: le più antiche hanno 11-13,5 miliardi di anni, mentre le più giovani ne il buco nero centrale. In secondo luo- hanno appena 6-8 miliardi, e appaiono fuori posto come bambini in una casa di riposo go, la massa di un buco nero gigan- per anziani. Queste stelle devono provenire da una galassia meno antica (per esempio te è strettamente correlata con quella una galassia satellite che è stata assorbita) oppure da una regione di origine più recen- del rigonfiamento sferico costituito da DISCHI DI POLVERE SIMILI AD AMEBE te nell'interno di Andromeda stessa (vale a dire il disco, se è stato perturbato dal pas- stelle che circonda il centro galattico. deformi e gigantesche circondano embrioni saggio o dall'impatto di un'altra galassia). L'alone della Via Lattea non contiene un nu- Questa correlazione porta a ipotizza- stellari nella Nebulosa di Orione. Il lato mero significativo di stelle relativamente giovani. Perciò, anche se Andromeda e la Via re che la formazione e l'evoluzione di di ciascuna immagine è di 2040 unità Lattea hanno una forma analoga, le immagini di Hubble fanno pensare che la loro sto- una galassia e del suo buco nero siano LA GALASSIA NELLA QUALE È COMPARSO L'IMPULSO di raggi gamma 971214 appare nel cielo come una astronomiche. ria sia stata notevolmente diversa. profondamente connesse. macchiolina insignificante (indicata dalla freccia). 50 LE SCIENZE 457 /settembre 2006 www.lescienze.it LE SCIENZE 51 Il limite dello spazio Uno degli obiettivi più ambiziosi della ricerca astronomica è quello di ricostruire la sto- ria della nostra galassia e di quelle che l'hanno preceduta fino ad avvicinarsi il più pos- sibile al momento del big bang. Per avere un'idea di quale fosse un tempo l'aspetto del- la Via Lattea gli astronomi hanno cercato di ottenere immagini di galassie di ogni età, dall'infanzia alla vecchiaia. A questo scopo Hubble, in cooperazione con altri osser- vatori, ha effettuato lunghe esposizioni di piccole zone di cielo - i programmi Hubble Deep Field, Hubble Ultra Deep Field e Great Observatories Origins Deep Survey - per individuare le galassie più lontane (e dunque più antiche). Queste immagini ad altissima risoluzione hanno rivelato galassie che esistevano quando l'universo aveva solo alcune centinaia di milioni di anni, ovvero circa il 5 per cento dell'età attuale. Esse avevano dimensioni più piccole e una forma più irregolare di quelle esistenti oggi, come sarebbe prevedibile se le galassie attuali si fossero forma- te per aggregazione di oggetti più piccoli (e non per suddivisione di strutture più gran- di). Risalire ancora più indietro nel tempo è l'obiettivo principale del successore di Hub- ble, il James Webb Space Telescope, ora in costruzione. Le osservazioni a grandi distanze hanno anche consentito di ricostruire le variazio- ni della velocità di formazione stellare in tutto l'universo nel corso del tempo cosmico. Sembra che questo processo abbia raggiunto il culmine circa sette miliardi di anni fa e GALASSIE LONTANE, miliardi di volte più deboli di che da allora la sua velocità si sia ridotta di dieci volte. Quando l'universo era relativa- qualsiasi oggetto visibile a occhio nudo, appaiono mente giovane (un miliardo di anni), la velocità di formazione stellare era già elevata, distribuite in tutto lo Hubble Ultra Deep Field. pari a circa un terzo del suo valore di picco. 1 QUESTA SUPERNOVA LONTANA, scoperta grazie al confronto di immagini tril realizzate in tempi diversi, testimonia una transizione L'età dell'universo L'universo in accelerazione fondamentale dalla decelerazione all'accelerazione cosmica. Negli anni venti, le osservazioni di Edwin celerazione o decelerazione, il reciproco notoriamente difficile, che nel XX seco- Nel 1998 due team di astronomi presentarono indipendente- Hubble e di altri dimostrarono che l'uni- di Ho individua il momento in cui dove- lo suscitò accese polemiche. Il telescopio mente una scoperta rivoluzionaria: l'espansione dell'univer- PER APPROFONDIRE verso è in espansione. Le galassie si allon- vano essere tutte riunite. Il valore di Ho spaziale ha effettuato lo studio definitivo so sta accelerando. In genere si riteneva che dovesse rallen- Gli articoli pubblicati da «Le Scienze» sugli argomenti affrontati tanano sistematicamente l'una dall'altra, e è rilevante anche per l'accrescimento del- delle variabili Cefeidi - stelle con pulsa- tare perché le galassie sono soggette alla reciproca attrazio- in queste pagine: l'implicazione del fenomeno è che la stes- le galassie, la sintesi degli elementi legge- zioni caratteristiche che ne rivelano la lu- ne gravitazionale, che dovrebbe ritardarne l'allontanamen- 1 La cometa Shoemaker-Levy 9 incontra Giove, di David H. Levy, sa struttura dello spazio si stia «stirando». ri e la cronologia dell'evoluzione cosmica. minosità intrinseca e quindi la distanza - to. Che cosa produca l'accelerazione è da molti considerato Eugene M. Shoemaker e Carolyn S. Shoennaker, n. 326, otto- La costante di Hubble (Ho) misura l'attua- Non sorprende quindi che la misurazione in 31 galassie. Il valore risultante di Ho ha il mistero più profondo che si presenta oggi alla fisica. L'ipo- bre 1995. le velocità di espansione, che è il parame- precisa della costante di Hubble sia stata una precisione del 10 per cento circa. In- tesi di lavoro è che l'universo contenga una componente fi- tro chiave per determinare l'età dell'uni- un obiettivo importante per lo strumen- sieme alle misurazioni della radiazione di nora sconosciuta, la cosiddetta energia oscura. Combinando 2 In cerca dell'ombra di altre Terre, di Laurance R. Doyle, Hans-Jiirg Deeg e Timothy M. Brown, n. 387, novembre 2000. verso. Il ragionamento è semplice: Ho è la to con lo stesso nome. In pratica, trova- fondo a microonde, il valore della costan- le osservazioni di Hubble con quelle degli strumenti a ter- velocità a cui le galassie si separano l'una re questo valore significa determinare la te di Hubble indica un'età dell'universo di ra e con informazioni fornite dallo studio della radiazione di 3 Morte straordinaria di una stella qualunque, di Bruce Balick e Adam dall'altra; perciò, escludendo qualsiasi ac- distanza delle galassie vicine: un compito circa 13,7 miliardi di anni. fondo, si conclude che questa energia oscura costituisca cir- Frank, n. 431, luglio 2004. -t571. ca tre quarti della densità totale dell'universo. 4 E nata una stella, di Thomas P Ray, n. 386, ottobre 2000. L'accelerazione ebbe inizio circa cinque miliardi di anni fa; prima di quel momento l'espansione stava rallentando. 5 II respiro della Via Lattea, di Bart R Wakker e Philipp Richter, n. 426, febbraio 2004. Nel 2004 Hubble scoprì 16 supernove lontane le cui età co- prono tutta la fase cruciale di transizione. Queste osserva- 6 La strana coppia galattica, di Kimberly Weaver, n. 420, ago- E zioni hanno permesso di porre vincoli più logici alle teorie sto 2003. che cercano di descrivere l'energia oscura. La possibilità più 7 Le più luminose esplosioni dell'universo, di Neil Gehrels, Luigi Piro e 1‘,2 semplice (ma anche, per certi versi, la più misteriosa) è che si Peter J.T. Leonard, n. 418, giugno 2003. tratti di una forma di energia connaturata allo spazio stes- Le prime galassie dell'universo, di E Duccio Macchetto e Mark so, presente anche quando esso è vuoto. Per il momento nes- Dickinson, n. 357, luglio 1997 suno strumento, a parte Hubble, può assumere un ruolo co- sì fondamentale nella ricerca di supernove lontane che aiu- 9 Velocità di espansione e dimensioni dell'universo, di Wendy L. tino a definire meglio l'energia oscura: questo ruolo è forse Freedman, n. 293, gennaio 1993. la motivazione più forte per cui gli astronomi hanno chiesto 10 E l'universo accelerò, di Adam G. Riess e Michael S. Turner, n. 427, LE STELLE PULSANTI DENOMINATE CEFEIDI, come quella mostrata nella raffigurazione artistica qui sopra, sono un riferimento fondamentale nella valutazione con tanta insistenza alla NASA di mantenere operativo il te- marzo 2004. delle distanze intergalattiche. lescopio spaziale. IE 52 LE SCIENZE 457 /settembre 2006 www.lescienze.it LE SCIENZE 53 Ricerche recenti LALZHEIMER DISTRUGGE POCO ALLA VOLTA ANCHE I NOSTRI RICORDI PIÙ VECCHI. Gli scienziati stanno studiando nuove, promettenti terapie: alcune potrebbero bloccare il meccanismo molecolare che sembra scatenare la suggeriscono come malattia, altre potrebbero prevenire gli effetti dannosi nelle persone colpite. bloccare i processi molecolari alla base di questa malattia che cancella i ricordi Nuove speranze contro LALZHEIMER di Michael S. Wolfe I I cervello umano è una sorta di computer organico nessioni fra esse. La maggior parte dei farmaci usati contro l'Al- molto complesso. Incamera le esperienze sensoriali zheimer sfrutta il fatto che molti neuroni persi durante la malattia più varie, che poi elabora e archivia, richiamando e rilasciano un particolare neurotrasmettitore, l'acetilcolina. Questi integrando bit di informazione. La distruzione causa- farmaci bloccano un enzima responsabile della normale decom- ta dalla malattia di Alzheimer è stata paragonata al- posizione dell'acetilcolina e così ne aumentano il livello, impe- la cancellazione di un hard disk, che comincia dai fi- dendone l'esaurimento. Il risultato che si ottiene è una stimola- le più recenti per finire con i più vecchi. Spesso un se- zione dei neuroni e una migliore lucidità di pensiero. Questi far- gnale iniziale della malattia è l'incapacità di ricorda- maci diventano però inefficaci in un arco di tempo che va da sei re eventi che risalgono a pochi giorni prima, come una conver- mesi a un anno, incapaci come sono di fermare l'inesorabile mor- sazione telefonica con un amico o l'appuntamento con l'idrauli- te dei neuroni. Un altro farmaco, la memantina, sembra rallenta- co, mentre le reminiscenze di eventi lontani restano intatte. Con re il declino cognitivo in alcuni malati di Alzheimer, bloccando il progredire della malattia, però, svaniscono gradualmente sia l'eccesso di attività di un altro neurotrasmettitore: il glutammato. i ricordi datati sia quelli recenti, al punto che si diventa incapa- I ricercatori, tuttavia, non hanno ancora stabilito se gli effetti del ci di riconoscere le persone care. I timori per l'Alzheimer nasco- farmaco durino, o meno, più di un anno. no non tanto da un dolore fisico e da una sofferenza anticipa- Più di dieci anni fa erano poche le persone ottimiste circa la ti, quanto dall'inesorabile perdita di una vita di ricordi, la nostra prospettiva di sconfiggere l'Alzheimer. Gli scienziati erano pres- vera identità di persone. soché all'oscuro del processo biologico della malattia, e si riteneva Purtroppo l'analogia del computer non regge: non è possibile che le sue origini e il suo decorso fossero irrimediabilmente com- riavviare il cervello umano e ricaricare file e programmi. Il pro- plessi. Tuttavia in tempi recenti gli scienziati hanno compiuto in- blema è che l'Alzheimer non solo cancella l'informazione, ma di- credibili progressi nella conoscenza degli eventi molecolari che strugge l'hardware stesso del cervello: cioè i suoi 100 miliardi e innescherebbero la malattia, e oggi stanno esplorando una serie più di cellule nervose (i neuroni) e i circa 100.000 miliardi di con- di strategie per rallentare, se non proprio bloccare, i processi de- 55 www.lescienzeit LE SCIENZE

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